Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
La Rinascita. Storia dell’Italia che ce l’ha fatta
Vent’anni di produzione artistica e industriale che hanno consacrato
l’Italia come patria del design, della moda, della creatività.
Un’esposizione che coinvolge tre palazzi nel centro storico di Asti
e inaugura la sede di Palazzo Alfieri come spazio espositivo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Vent’anni di produzione artistica e industriale che hanno consacrato
l’Italia come patria del design, della moda, della creatività.
Un’esposizione che coinvolge tre palazzi nel centro storico di Asti
e inaugura la sede di Palazzo Alfieri come spazio espositivo.
1945 — 1970. L’affermarsi del Made in Italy
In origine la definizione di Made in Italy è soltanto un marchio sopra i prodotti
di origine italiana, richiesto all’industria nell’ambito del commercio estero con nazioni europee come Germania e Inghilterra, che vogliono chiaramente indicare
al loro pubblico l’origine non nazionale dei prodotti del Belpaese. Una diffidenza che, con l’aumento della qualità della produzione italiana e del generale riconoscimento internazionale, si trasforma in segno di esclusività e garanzia di qualità. L’entusiasmo generato dal successo assolutamente imprevisto del Made in Italy, contamina anche la produzione culturale di quella generazione, scatenando una positiva evoluzione nell’ambito editoriale, del cinema, dell’arte, della fotografia, dello spettacolo in generale e infine nel costume e nella società che durerà per decenni, andando a delineare quell’Italian Lifestyle, che scalerà l’immaginario globale conquistandosi il titolo, talvolta troppo idealizzato, di migliore stile di vita possibile. Il mondo del cinema, la grande pubblicità, l’arte e la fotografia anticipano e sviluppano questo fervore nuovo, raccontando un’Italia inedita, fertile e creativa, un popolo pieno di entusiasmo e di fiducia che affronta la sfida del decollo industriale, del consumo di massa, del mutamento degli stili di vita dei giovani, con una leggerezza e una spinta propulsiva che sembra non lasciare troppo spazio alla riflessione e che non mancherà poi di creare motivi di scompensi e disordini sociali negli anni Settanta. Ma quali sono stati i processi che hanno reso possibile questo fenomeno? Quali le storie imprenditoriali? Quali le scoperte? E soprattutto, in un momento di crisi come questo è possibile che il miracolo si ripeta? Questa mostra sarà il racconto di quel repentino cambiamento, di una trasformazione generale dell’immaginario collettivo che passa dalla bicicletta alla Vespa, da “Ladri di biciclette” a “La Dolce Vita”, da Carla Boni a Caterina Caselli e tutto questo con la fiducia incondizionata in una trasformazione che non avrebbe portato altro che benefici e nuove speranze. È la storia dell’affermarsi di prodotti originali italiani che diventano veri e propri status globali come il pneumatico Cinturato Pirelli, la macchina per scrivere Lettera Olivetti. Prodotti e brevetti che saranno esposti ad Asti e giungeranno da Fondazioni Aziendali e direttamente dall’Archivio di stato di Roma. Accanto a questi prodotti che racconteranno la trasformazione della quotidianità e della produttività italiana, anche le opere d’arte figurativa, del cinema, della letteratura e il diffondersi della comunicazione di massa, della televisione nelle abitazioni e della radio.
Il Curatore, il Comitato Scientifico e la Consulta Scientifica
Uno dei valori aggiunti de La Rinascita è indubbiamente dato dalla multidisciplinarità, garantita dalla presenza di un Comitato Scientifico e una Consulta Scientifica che hanno analizzato il tema e il periodo attraverso punti di vista e dati scientifici anche molto distanti.
Comitato Scientifico
Gian Piero Brunetta. Cinema; Università di Padova
Peppino Ortoleva. Televisione, Radio; Università di Torino
Sergio Pace. Architettura, Città, Territorio; Politecnico di Torino
Pier Paolo Peruccio. Design; Politecnico di Torino
Vincenzo Trione. Arte; IULM di Milano
Gianluca Bauzano. Moda e Costume; Corriere della Sera
Consulta Scientifica
Franco Bernabè, Presidente Telecom Italia
Enrico Giovannini, Presidente Istat
Franco Iseppi, Presidente Touring Club Italiano
Piergaetano Marchetti, Presidente Fondazione Corriere della Sera
Consulta Scientifica Palazzo Ottolenghi
Massimo Cotto
Giovanni Bo
Gianluigi Porro
Un ruolo particolare ha avuto poi lo Studio Cerri & Associati, già vincitore di numerosi Compassi d’Oro, guidato dall’arch. Pierluigi Cerri con il coordinamento di progetto dell’arch. Alessandro Colombo, che si è occupato del Progetto allestitivo. A coordinare il lavoro di selezione del Comitato, il professore Davide Rampello, già presidente della Triennale di Milano, curatore del Padiglione Italiano all’Expo di Shangai e attualmente curatore del Padiglione Zero e delle attività culturali e artistiche di Expo Milano 2015. Un professionista che ha innovato il concetto di esposizione in Italia negli ultimi anni, grazie soprattutto ad un approccio originale all’esposizione contemporanea come evento performativo, dove il pubblico è invitato ad essere parte di un allestimento e non solo mero spettatore di un’opera, un pubblico chiamato a riflettere in maniera attiva e già concepito come parte dell’installazione, elemento della scena espositiva. Da questo principio l’idea di rendere la mostra di Asti come un’esposizione altamente scenografica, che alterni ricostruzioni multidisciplinari di un immaginario storico preciso, a installazioni fortemente comunicative.
Una città in mostra: Palazzo Mazzetti, Palazzo Alfieri, Palazzo Ottolenghi
L’esposizione avrà tre linguaggi espositivi precisi, distinti e dialoganti tra loro, ciascuno utilizzato in uno dei tre edifici storici che costituiscono il percorso della mostra. Una mostra urbana che si snoda lungo Corso Alfieri, cuore storico della città, su cui affacciano Palazzo Mazzetti, Palazzo Alfieri e Palazzo Ottolenghi. Se Palazzo Mazzetti, sede principale delle più importanti mostre della città, è già sede riconosciuta per eventi culturali, la vera novità di questo progetto è l’apertura straordinaria del piano terra di Palazzo Ottolenghi e del piano nobile di Palazzo Alfieri.
La Casa Natale di Vittorio Alfieri, edificio simbolo dell’identità astigiana, è rimasta chiusa per anni e finalmente può riaprire come nuova sede espositiva per il progetto La Rinascita, ospitando i focus sulla serialità industriale e sulla comunicazione di massa. A Palazzo Ottolenghi invece l’onore di raccontare il periodo della Rinascita nel ricordo e nelle testimonianze della città di Asti, seguendo le poetiche testimonianze delle canzoni di Paolo Conte, cantautore astigiano celebre nel mondo.
l’Italia come patria del design, della moda, della creatività.
Un’esposizione che coinvolge tre palazzi nel centro storico di Asti
e inaugura la sede di Palazzo Alfieri come spazio espositivo.
1945 — 1970. L’affermarsi del Made in Italy
In origine la definizione di Made in Italy è soltanto un marchio sopra i prodotti
di origine italiana, richiesto all’industria nell’ambito del commercio estero con nazioni europee come Germania e Inghilterra, che vogliono chiaramente indicare
al loro pubblico l’origine non nazionale dei prodotti del Belpaese. Una diffidenza che, con l’aumento della qualità della produzione italiana e del generale riconoscimento internazionale, si trasforma in segno di esclusività e garanzia di qualità. L’entusiasmo generato dal successo assolutamente imprevisto del Made in Italy, contamina anche la produzione culturale di quella generazione, scatenando una positiva evoluzione nell’ambito editoriale, del cinema, dell’arte, della fotografia, dello spettacolo in generale e infine nel costume e nella società che durerà per decenni, andando a delineare quell’Italian Lifestyle, che scalerà l’immaginario globale conquistandosi il titolo, talvolta troppo idealizzato, di migliore stile di vita possibile. Il mondo del cinema, la grande pubblicità, l’arte e la fotografia anticipano e sviluppano questo fervore nuovo, raccontando un’Italia inedita, fertile e creativa, un popolo pieno di entusiasmo e di fiducia che affronta la sfida del decollo industriale, del consumo di massa, del mutamento degli stili di vita dei giovani, con una leggerezza e una spinta propulsiva che sembra non lasciare troppo spazio alla riflessione e che non mancherà poi di creare motivi di scompensi e disordini sociali negli anni Settanta. Ma quali sono stati i processi che hanno reso possibile questo fenomeno? Quali le storie imprenditoriali? Quali le scoperte? E soprattutto, in un momento di crisi come questo è possibile che il miracolo si ripeta? Questa mostra sarà il racconto di quel repentino cambiamento, di una trasformazione generale dell’immaginario collettivo che passa dalla bicicletta alla Vespa, da “Ladri di biciclette” a “La Dolce Vita”, da Carla Boni a Caterina Caselli e tutto questo con la fiducia incondizionata in una trasformazione che non avrebbe portato altro che benefici e nuove speranze. È la storia dell’affermarsi di prodotti originali italiani che diventano veri e propri status globali come il pneumatico Cinturato Pirelli, la macchina per scrivere Lettera Olivetti. Prodotti e brevetti che saranno esposti ad Asti e giungeranno da Fondazioni Aziendali e direttamente dall’Archivio di stato di Roma. Accanto a questi prodotti che racconteranno la trasformazione della quotidianità e della produttività italiana, anche le opere d’arte figurativa, del cinema, della letteratura e il diffondersi della comunicazione di massa, della televisione nelle abitazioni e della radio.
Il Curatore, il Comitato Scientifico e la Consulta Scientifica
Uno dei valori aggiunti de La Rinascita è indubbiamente dato dalla multidisciplinarità, garantita dalla presenza di un Comitato Scientifico e una Consulta Scientifica che hanno analizzato il tema e il periodo attraverso punti di vista e dati scientifici anche molto distanti.
Comitato Scientifico
Gian Piero Brunetta. Cinema; Università di Padova
Peppino Ortoleva. Televisione, Radio; Università di Torino
Sergio Pace. Architettura, Città, Territorio; Politecnico di Torino
Pier Paolo Peruccio. Design; Politecnico di Torino
Vincenzo Trione. Arte; IULM di Milano
Gianluca Bauzano. Moda e Costume; Corriere della Sera
Consulta Scientifica
Franco Bernabè, Presidente Telecom Italia
Enrico Giovannini, Presidente Istat
Franco Iseppi, Presidente Touring Club Italiano
Piergaetano Marchetti, Presidente Fondazione Corriere della Sera
Consulta Scientifica Palazzo Ottolenghi
Massimo Cotto
Giovanni Bo
Gianluigi Porro
Un ruolo particolare ha avuto poi lo Studio Cerri & Associati, già vincitore di numerosi Compassi d’Oro, guidato dall’arch. Pierluigi Cerri con il coordinamento di progetto dell’arch. Alessandro Colombo, che si è occupato del Progetto allestitivo. A coordinare il lavoro di selezione del Comitato, il professore Davide Rampello, già presidente della Triennale di Milano, curatore del Padiglione Italiano all’Expo di Shangai e attualmente curatore del Padiglione Zero e delle attività culturali e artistiche di Expo Milano 2015. Un professionista che ha innovato il concetto di esposizione in Italia negli ultimi anni, grazie soprattutto ad un approccio originale all’esposizione contemporanea come evento performativo, dove il pubblico è invitato ad essere parte di un allestimento e non solo mero spettatore di un’opera, un pubblico chiamato a riflettere in maniera attiva e già concepito come parte dell’installazione, elemento della scena espositiva. Da questo principio l’idea di rendere la mostra di Asti come un’esposizione altamente scenografica, che alterni ricostruzioni multidisciplinari di un immaginario storico preciso, a installazioni fortemente comunicative.
Una città in mostra: Palazzo Mazzetti, Palazzo Alfieri, Palazzo Ottolenghi
L’esposizione avrà tre linguaggi espositivi precisi, distinti e dialoganti tra loro, ciascuno utilizzato in uno dei tre edifici storici che costituiscono il percorso della mostra. Una mostra urbana che si snoda lungo Corso Alfieri, cuore storico della città, su cui affacciano Palazzo Mazzetti, Palazzo Alfieri e Palazzo Ottolenghi. Se Palazzo Mazzetti, sede principale delle più importanti mostre della città, è già sede riconosciuta per eventi culturali, la vera novità di questo progetto è l’apertura straordinaria del piano terra di Palazzo Ottolenghi e del piano nobile di Palazzo Alfieri.
La Casa Natale di Vittorio Alfieri, edificio simbolo dell’identità astigiana, è rimasta chiusa per anni e finalmente può riaprire come nuova sede espositiva per il progetto La Rinascita, ospitando i focus sulla serialità industriale e sulla comunicazione di massa. A Palazzo Ottolenghi invece l’onore di raccontare il periodo della Rinascita nel ricordo e nelle testimonianze della città di Asti, seguendo le poetiche testimonianze delle canzoni di Paolo Conte, cantautore astigiano celebre nel mondo.
21
giugno 2013
La Rinascita. Storia dell’Italia che ce l’ha fatta
Dal 21 giugno al 03 novembre 2013
Location
PALAZZO ALFIERI
Asti, Corso Vittorio Alfieri, 375, (Asti)
Asti, Corso Vittorio Alfieri, 375, (Asti)
Biglietti
9,00 € - intero
7,00 € - ridotto
(gruppi, minori di 18 e maggiori di 65 anni, titolari di apposite convenzioni)
3,00 € - ridotto speciale scuole
Orario di apertura
10.30 – 19.30 da martedì a domenica
lunedì chiuso
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS