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Guasca – Percorsi interiori
Dopo il successo avuto a Montecarlo anche a Roma arrivano le sculture
di Guasca. Sono circa 20 le sculture che la scultrice mette in mostra all’Art
Hotel di via Margutta.Opere che parlano un linguaggio antico e misterioso
pur non tralasciando quel realismo esistenziale della contemporaneità.
Comunicato stampa
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Le singolari sculture create da Guasca parlano un linguaggio misterioso ed antico. Forte è la coerenza tra spazio-forma e tra i raccordi di pieno e vuoto. Opere che hanno in loro una forza dinamica che si esprime appieno nei volumi solidi.
Guasca, superando il realismo socialista o sociale, entra con forza in quel realismo esistenziale nel quale si sente inserita e coinvolta personalmente.
La sua grande forza espressiva non si limita a riprodurre il reale ma tende ad interpretare la realtà sia all’esterno che all’interno e le sue figure appaiono comunque nella loro intimità. L’uomo e la mitologia sono senza dubbio all’epicentro del suo pensiero. L’artista guarda attentamente la vita quotidiana, e si contrae psicologicamente di fronte alla corruzione e alla falsità che ne caratterizzano i contorni .
La sua è una ricerca che, dominando la rabbia dal suo profondo rosso , dà vita ad opere eleganti ,che comunque esprimono una condanna netta.
I volti dell’uomo con il pieno ed il vuoto, contrapposti, indicano chiaramente come oggi alla bella apparenza si opponga un volto diverso che rappresenta i mali esistenziali.
Coraggiosa nella sua espressione artistica, la scultrice romana alterna passaggi dolci a quelli decisamente cruenti , che riescono a trasmettere stati d’animo e sensazioni più sincere e meno amare , pur se l’esistenziale della società odierna , che ella riesce a narrare, a volte assume aspetti allucinanti. Su tutto aleggia uno struggente sentimento di solitudine che è una specie di palcoscenico di una umanità che vive , che gode, che soffre : un vero e proprio documento del mondo di questo inizio di nuovo secolo di cui Guasca si trova anch’essa interprete e protagonista.
Guasca, superando il realismo socialista o sociale, entra con forza in quel realismo esistenziale nel quale si sente inserita e coinvolta personalmente.
La sua grande forza espressiva non si limita a riprodurre il reale ma tende ad interpretare la realtà sia all’esterno che all’interno e le sue figure appaiono comunque nella loro intimità. L’uomo e la mitologia sono senza dubbio all’epicentro del suo pensiero. L’artista guarda attentamente la vita quotidiana, e si contrae psicologicamente di fronte alla corruzione e alla falsità che ne caratterizzano i contorni .
La sua è una ricerca che, dominando la rabbia dal suo profondo rosso , dà vita ad opere eleganti ,che comunque esprimono una condanna netta.
I volti dell’uomo con il pieno ed il vuoto, contrapposti, indicano chiaramente come oggi alla bella apparenza si opponga un volto diverso che rappresenta i mali esistenziali.
Coraggiosa nella sua espressione artistica, la scultrice romana alterna passaggi dolci a quelli decisamente cruenti , che riescono a trasmettere stati d’animo e sensazioni più sincere e meno amare , pur se l’esistenziale della società odierna , che ella riesce a narrare, a volte assume aspetti allucinanti. Su tutto aleggia uno struggente sentimento di solitudine che è una specie di palcoscenico di una umanità che vive , che gode, che soffre : un vero e proprio documento del mondo di questo inizio di nuovo secolo di cui Guasca si trova anch’essa interprete e protagonista.