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Tetsuro Shimizu – IM-PERMANENZA, MUJO
A inizio estate i prestigiosi spazi di VILLA LAGARINA ospiteranno la terza tappa di un percorso espositivo precedentemente snodatosi tra Milano e Sesto San Giovanni.
Questo progetto di respiro internazionale, si colloca nel pluriennale piano ARTElibera – Palazzo Libera per l’Arte Contemporanea
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Tetsuro Shimizu
IM-PERMANENZA
MUJŌ
無常
Inaugurazione
Sabato 15 Giugno 2013 ore 19.00
A cura di Matteo Galbiati
Dal 16 Giugno 2013 al 14 Luglio 2013
PALAZZO LIBERA
VILLA LAGARINA (TN)
Con il Patrocinio di
Consolato Generale del Giappone a Milano
Regione Trentino Alto Adige
Provincia Autonoma di Trento
Comune di Villa Lagarina (TN)
“Ogni cosa esistente è impermanente”
“Qualsiasi cosa è, sarà, era”
Queste asserzioni esprimono in maniera incontrovertibile lo spirito di Mujō ovvero dell’Impermanenza. Troviamo traccia della dottrina dell’Impermanenza nello Shōbōgenzō e in altri testi del XIII secolo ascrivibili al monaco giapponese Dōgen Kigen (1200-1253); lo Zen deriva dalla tradizione Chan cinese che a sua volta si rifà alla consuetudine indiana e si sviluppa in Giappone intorno al IX secolo sebbene il Buddhismo avesse già raggiunto l’arcipelago in epoca precedente.
Nella dottrina canonica Buddhista l’esistenza dell’uomo si dipana intorno a tre aspetti fondamentali:
l’impermanenza o continuo divenire, la sofferenza o insoddisfacibilità delle cose legate al mondo, il non sé o insostanzialità della personalità.
La mostra, che dal 16 Giugno 2013 si terrà negli spazi di PALAZZO LIBERA a VILLA LAGARINA (TN), è una riflessione puntuale su questo aspetto fondante del Buddhismo. La consapevolezza di Mujō anima i lavori di Tetsuro Shimizu: il nucleo di opere presentate è stato studiato appositamente per l’occasione di questa mostra e concepito tenendo conto degli spazi in maniera specifica, ma non vincolante. Il rapporto tra l’opera e lo spazio circostante, sia esso la parete che la accoglie o il vuoto che la circonda, risponde a delle attitudini squisitamente orientali: lo spettatore si sente compreso in quel che i giapponesi chiamano Ma. Come ricorda Giancarlo Calza il Ma è un periodo, un intervallo di spazio e di tempo; una posizione, una distanza, un vuoto. Esiste un Ma della vita quotidiana, dello sport e dell’arte. Il Ma artistico dipende strettamente dal Ma religioso; esso irrompe nella quotidianità e nel senso comune stravolgendo ciò a cui siamo usi: la simmetria e la perfezione. Nelle tele di Shimizu, attraverso il contrasto tra la sagomatura, i tagli, le interruzioni e l’evidente tensione pittorica che si svolge nervosa sulla trama, si esprime il flusso, il divenire stesso; esso non si conclude sulla tela ma si espande al di fuori di essa modificando la circostanza di partenza. In questo senso si può dire che le opere proposte da Shimizu non siano state pensate con un intento site-specific: esse sono in grado di far scaturire l’interruzione dello spazio - tempo laddove vengano ubicate, sposando la prevista itineranza in tappe della mostra in contesti totalmente differenti tra loro. L’osservazione attraverso il Ma si fa esperienza per lo spettatore, l’interruzione del tempo quotidiano che ne deriva permette il riconoscimento e l’adesione da parte di chi guarda al flusso evolvente di Mujō. Il procedimento pittorico di Shimizu si è orientato su un intervento simultaneo che coinvolgesse tutti i pezzi in modo che anche una sola pennellata determinasse riflessi sensibili su tutte le tele coinvolte, registrando la comunione dell’atto creativo col concetto stesso di Impermanenza e, contemporaneamente creando un’apparente contraddizione nella creazione di oggetti che permangono fisicamente come opere ubicate nello spazio. Non c’è da parte dell’artista, come si può intuire, la ricerca di una certa piacevolezza estetica facilitata dal ricorso a colori accesi ma al contrario l’inasprirsi talvolta violento della tavolozza negli esempi dei giallo-verdi acidi o dei viola-blu lividi, rimanda di continuo alle dottrine dell’incompletezza, dell’imperfezione e dell’asimmetria e più in particolare a Yojō, il sovrappiù del sentimento. Esso è perpetrato attraverso la presenza di vuoti palpabili lasciati volutamente insoluti da Shimizu. L’incompletezza genera quindi dinamismo attraverso rapporti evocativi.
IM-PERMANENZA
MUJŌ
無常
Inaugurazione
Sabato 15 Giugno 2013 ore 19.00
A cura di Matteo Galbiati
Dal 16 Giugno 2013 al 14 Luglio 2013
PALAZZO LIBERA
VILLA LAGARINA (TN)
Con il Patrocinio di
Consolato Generale del Giappone a Milano
Regione Trentino Alto Adige
Provincia Autonoma di Trento
Comune di Villa Lagarina (TN)
“Ogni cosa esistente è impermanente”
“Qualsiasi cosa è, sarà, era”
Queste asserzioni esprimono in maniera incontrovertibile lo spirito di Mujō ovvero dell’Impermanenza. Troviamo traccia della dottrina dell’Impermanenza nello Shōbōgenzō e in altri testi del XIII secolo ascrivibili al monaco giapponese Dōgen Kigen (1200-1253); lo Zen deriva dalla tradizione Chan cinese che a sua volta si rifà alla consuetudine indiana e si sviluppa in Giappone intorno al IX secolo sebbene il Buddhismo avesse già raggiunto l’arcipelago in epoca precedente.
Nella dottrina canonica Buddhista l’esistenza dell’uomo si dipana intorno a tre aspetti fondamentali:
l’impermanenza o continuo divenire, la sofferenza o insoddisfacibilità delle cose legate al mondo, il non sé o insostanzialità della personalità.
La mostra, che dal 16 Giugno 2013 si terrà negli spazi di PALAZZO LIBERA a VILLA LAGARINA (TN), è una riflessione puntuale su questo aspetto fondante del Buddhismo. La consapevolezza di Mujō anima i lavori di Tetsuro Shimizu: il nucleo di opere presentate è stato studiato appositamente per l’occasione di questa mostra e concepito tenendo conto degli spazi in maniera specifica, ma non vincolante. Il rapporto tra l’opera e lo spazio circostante, sia esso la parete che la accoglie o il vuoto che la circonda, risponde a delle attitudini squisitamente orientali: lo spettatore si sente compreso in quel che i giapponesi chiamano Ma. Come ricorda Giancarlo Calza il Ma è un periodo, un intervallo di spazio e di tempo; una posizione, una distanza, un vuoto. Esiste un Ma della vita quotidiana, dello sport e dell’arte. Il Ma artistico dipende strettamente dal Ma religioso; esso irrompe nella quotidianità e nel senso comune stravolgendo ciò a cui siamo usi: la simmetria e la perfezione. Nelle tele di Shimizu, attraverso il contrasto tra la sagomatura, i tagli, le interruzioni e l’evidente tensione pittorica che si svolge nervosa sulla trama, si esprime il flusso, il divenire stesso; esso non si conclude sulla tela ma si espande al di fuori di essa modificando la circostanza di partenza. In questo senso si può dire che le opere proposte da Shimizu non siano state pensate con un intento site-specific: esse sono in grado di far scaturire l’interruzione dello spazio - tempo laddove vengano ubicate, sposando la prevista itineranza in tappe della mostra in contesti totalmente differenti tra loro. L’osservazione attraverso il Ma si fa esperienza per lo spettatore, l’interruzione del tempo quotidiano che ne deriva permette il riconoscimento e l’adesione da parte di chi guarda al flusso evolvente di Mujō. Il procedimento pittorico di Shimizu si è orientato su un intervento simultaneo che coinvolgesse tutti i pezzi in modo che anche una sola pennellata determinasse riflessi sensibili su tutte le tele coinvolte, registrando la comunione dell’atto creativo col concetto stesso di Impermanenza e, contemporaneamente creando un’apparente contraddizione nella creazione di oggetti che permangono fisicamente come opere ubicate nello spazio. Non c’è da parte dell’artista, come si può intuire, la ricerca di una certa piacevolezza estetica facilitata dal ricorso a colori accesi ma al contrario l’inasprirsi talvolta violento della tavolozza negli esempi dei giallo-verdi acidi o dei viola-blu lividi, rimanda di continuo alle dottrine dell’incompletezza, dell’imperfezione e dell’asimmetria e più in particolare a Yojō, il sovrappiù del sentimento. Esso è perpetrato attraverso la presenza di vuoti palpabili lasciati volutamente insoluti da Shimizu. L’incompletezza genera quindi dinamismo attraverso rapporti evocativi.
15
giugno 2013
Tetsuro Shimizu – IM-PERMANENZA, MUJO
Dal 15 giugno al 14 luglio 2013
arte contemporanea
Location
JAPANESE SCREENS
Milano, Via Marsala, 4, (Milano)
Milano, Via Marsala, 4, (Milano)
Orario di apertura
Lunedì e Martedì chiuso
Mercoledì- Giovedì- Venerdì 14.00/18.00
Sabato- Domenico 10.00/12.30 - 14.00/18.00
Vernissage
15 Giugno 2013, h 19.00
Autore
Curatore