-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
E’ un insolito e provocatorio viaggio nel fare dell’artista quello che Renzo Margonari propone nella sua personale alla Galleria Peccolo di Livorno. Nella rosa di dipinti degli ultimi dieci anni il processo contraddittorio del pensiero/mano vaga in libertà nei campi marginali dell’esplorazione senza scopi precisi. Ogni quadro, mero universo in sé, esibisce con ironica irriverenza la mancanza di finalità spiegabili a parole della pittura, riuscendo, tuttavia, ad arricchire l’intimo dialogo tra autore e spettatore. «I due», spiega Lucio Pozzi, che introduce il lavoro di Margonari nel catalogo della mostra, «non hanno più niente in comune ma, capendo Roma per toma, attraverso lo sguardo si stimolano la mente nel flusso della vita. Col sorriso innocente di un demone seduttore, Renzo, si scaraventa da donchisciotte nel nostro sguardo e prima che ce ne siamo accorti se n’è già andato.
Eppure, poi, non vi è più modo di liberarsene. La sua pittura, carica di quella che io chiamo “questicità”, in contrapposizione alla “qualsiasicità”, è, in realtà, un vero problema per lo spettatore affrettato di oggi, perché ti obbliga a guardare». Per Margonari il ritrovarsi cosciente nel “qui e adesso” è la dimostrazione tangibile di un’esistenza spesa nel pieno della potenza vitale senza disperdersi in generalità. Tutta la sua opera, del resto, è imperniata nella volontà di aggiornamento della voce surrealista con una costante verifica dei termini estremi dell’automatismo bretoniano producendo immagini esplosive, di grande energia. Da Magritte fino alle propaggini più avanzate, attraverso Ernst, Masson, Matta, Renzo Margonari perviene ad una pittura in cui si mescolano il trompe – l’oeil con l’Action Painting e il graffitismo urbano con una forte influenza del calligrafismo estremorientale. Con il coraggio di colui che osa buttarsi senza il paracadute, egli sa ottenere risultati originali senza nascondere le profonde radici della sua cultura come è stato possibile, tra l’altro, vedere anche nella sua recente partecipazione alla “Second International ink painting Biennal of Shenzhen” in Cina dove era l’unico artista occidentale invitato ed, in particolare, nell’esposizione livornese, laddove le opere scelte amplificano il suo messaggio ricordandoci emblematicamente che la pittura è una scoperta unica, preziosa, irripetibile capace di racchiudere in sé il miracolo in ogni momento.
Silvia Fierabracci
Renzo Margonari
Dipinti 1990 – 2000
Mostra aperta al pubblico dal 30 ottobre al 17 Novembre 2001
GALLERIA PECCOLO, Piazza Repubblica, 12 – Livorno
Orario: dalle 10.00 /13.00 – 16.00/20.00 (festivi e lunedì chiuso)
Catalogo, con introduzione di Lucio Pozzi disponibile in galleria
[exibart]
Mamma che brutti!!!
Se ti piacessero qui saremmo tutti molto preoccupati