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René Burri – Retrospettiva
La mostra, prodotta dall’agenzia Magnum Photos e curata da Hans-Michael Koetzle,
è una straordinaria carrellata che racconta, in circa duecento scatti realizzati dal famoso fotografo svizzero Renè Burri, la storia e i personaggi del ventesimo secolo.
Comunicato stampa
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La mostra, prodotta da Magnum Photos e curata da Hans-Michael Koetzle, racconta, in circa duecento scatti realizzati dal famoso fotografo svizzero René Burri, la storia e i personaggi del ventesimo secolo.
Con le sue fotografie Burri ha testimoniato le guerre di Corea e del Vietnam, la crisi di Cuba con gli Stati Uniti e ritratto alcune delle personalità più influenti del XX secolo: straordinari i suoi reportage su Picasso al lavoro, Le Corbusier e Giacometti. Suo è il notissimo ritratto, del 1963, di Che Guevara con il sigaro tra le labbra.
Fotografie, reportages e saggi di Burri sono stati pubblicati dalle più prestigiose testate internazionali: Life, Look, Fortune, Paris Match, Jour de France, Epoca, Bunte Illustrierte, Stern, New York Times e Sunday Times, in quella che si può definire come l’età dell’oro delle riviste illustrate.
Burri è considerato un grande fotoreporter, soprattutto per la particolarità del suo sguardo: nonostante sia stato a contatto con la violenza della guerra e la disperazione delle vittime, ha sempre evitato le immagini crude e tragiche e, come ha scritto Peter Keller, ”non esiste una sola foto che non suggerisca l’esistenza possibile di un mondo più umano”. Ciò che lo ha sempre interessato è di riuscire a cogliere il momento nel quale nascono le idee o muoiono le utopie, le vite vissute.
L’esposizione si articola in nove sezioni, che ripercorrono le tappe salienti dell’evoluzione e dell’approccio artistico di Burri. Dagli inizi - dove emerge un rigore formale che
caratterizzerà molti suoi lavori -, all’influenza che grandi artisti ebbero sulla sua concezione dell’immagine, tanto da valergli la fama di cronista infaticabile dell’arte del XX secolo.
In mostra anche scatti che testimoniano il suo interesse per l’arte cinematografica, altri che appartengono strettamente al genere della “fotografia d’autore”, e altri che raccontano la grande passione di Burri: viaggiare per il mondo e raccontare, con la sua macchina fotografica, la creazione delle cose, le idee che prendono vita, le visioni che aprono spazi sul futuro.
Per la prima volta sono esposte una serie di cartoline-collage che Burri realizzava per trascorrere il tempo durante i lunghi spostamenti aerei o nelle soste in attesa di un volo e spediva dalle più varie località del mondo all'amico e curatore delle sue opere, Hans Michael Koelze.
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René Burri è un uomo “sul campo”: un giornalista fotografo. Se si analizza il suo lavoro compreso in un arco di più di 40 anni, si trovano tutti i generi della fotografia documentaria. Il suo nome è collegato a reportages classici e saggi generali sotto forma di libro, alle immagini isolate che diventano icone, sia a colori che in bianco e nero, a serie e sequenze, alle fotografie “notizia”, e alle creazioni fotografiche indipendenti.
Ha realizzato innumerevoli ritratti, trasformato ambienti in composizioni grafiche, riassunto il divenire del mondo in formule iconografiche assurte a parabola. Nonostante questo esiste però qualcosa che si può riconoscere come Burri tipico, che non ha nulla a che vedere con uno stile, una maschera o il puro estetismo. Si tratta piuttosto di curiosità, di indomabile voglia di vivere, ma anche di un atteggiamento, una acuta consapevolezza del modo nel quale ci si deve porre davanti agli uomini, alle culture e agli avvenimenti.
Hans –Michael Koetzle, curatore della mostra
Con le sue fotografie Burri ha testimoniato le guerre di Corea e del Vietnam, la crisi di Cuba con gli Stati Uniti e ritratto alcune delle personalità più influenti del XX secolo: straordinari i suoi reportage su Picasso al lavoro, Le Corbusier e Giacometti. Suo è il notissimo ritratto, del 1963, di Che Guevara con il sigaro tra le labbra.
Fotografie, reportages e saggi di Burri sono stati pubblicati dalle più prestigiose testate internazionali: Life, Look, Fortune, Paris Match, Jour de France, Epoca, Bunte Illustrierte, Stern, New York Times e Sunday Times, in quella che si può definire come l’età dell’oro delle riviste illustrate.
Burri è considerato un grande fotoreporter, soprattutto per la particolarità del suo sguardo: nonostante sia stato a contatto con la violenza della guerra e la disperazione delle vittime, ha sempre evitato le immagini crude e tragiche e, come ha scritto Peter Keller, ”non esiste una sola foto che non suggerisca l’esistenza possibile di un mondo più umano”. Ciò che lo ha sempre interessato è di riuscire a cogliere il momento nel quale nascono le idee o muoiono le utopie, le vite vissute.
L’esposizione si articola in nove sezioni, che ripercorrono le tappe salienti dell’evoluzione e dell’approccio artistico di Burri. Dagli inizi - dove emerge un rigore formale che
caratterizzerà molti suoi lavori -, all’influenza che grandi artisti ebbero sulla sua concezione dell’immagine, tanto da valergli la fama di cronista infaticabile dell’arte del XX secolo.
In mostra anche scatti che testimoniano il suo interesse per l’arte cinematografica, altri che appartengono strettamente al genere della “fotografia d’autore”, e altri che raccontano la grande passione di Burri: viaggiare per il mondo e raccontare, con la sua macchina fotografica, la creazione delle cose, le idee che prendono vita, le visioni che aprono spazi sul futuro.
Per la prima volta sono esposte una serie di cartoline-collage che Burri realizzava per trascorrere il tempo durante i lunghi spostamenti aerei o nelle soste in attesa di un volo e spediva dalle più varie località del mondo all'amico e curatore delle sue opere, Hans Michael Koelze.
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René Burri è un uomo “sul campo”: un giornalista fotografo. Se si analizza il suo lavoro compreso in un arco di più di 40 anni, si trovano tutti i generi della fotografia documentaria. Il suo nome è collegato a reportages classici e saggi generali sotto forma di libro, alle immagini isolate che diventano icone, sia a colori che in bianco e nero, a serie e sequenze, alle fotografie “notizia”, e alle creazioni fotografiche indipendenti.
Ha realizzato innumerevoli ritratti, trasformato ambienti in composizioni grafiche, riassunto il divenire del mondo in formule iconografiche assurte a parabola. Nonostante questo esiste però qualcosa che si può riconoscere come Burri tipico, che non ha nulla a che vedere con uno stile, una maschera o il puro estetismo. Si tratta piuttosto di curiosità, di indomabile voglia di vivere, ma anche di un atteggiamento, una acuta consapevolezza del modo nel quale ci si deve porre davanti agli uomini, alle culture e agli avvenimenti.
Hans –Michael Koetzle, curatore della mostra
17
maggio 2013
René Burri – Retrospettiva
Dal 17 maggio al 22 settembre 2013
fotografia
Location
CENTRO INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA SCAVI SCALIGERI
Verona, Piazza Francesco Viviani, (Verona)
Verona, Piazza Francesco Viviani, (Verona)
Vernissage
17 Maggio 2013, h 18
Autore
Curatore