Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Gabriele Maquignaz – Elevazione della materia
Il Museo ospita l’antologica dell’artista valdostano presentando una selezione di opere pittoriche e scultoree realizzate dai primi anni del Duemila ad oggi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“ELEVAZIONE DELLA MATERIA: GABRIELE MAQUIGNAZ”
PROGETTO ESPOSITIVO INTERNAZIONALE
CURATO DAL MENSILE “ITALIA ARTE”, MUSEO MIIT E GALLERIA FOLCO
18 MAGGIO – 4 GIUGNO 2013
INAUGURAZIONE: SABATO 18 MAGGIO DALLE ORE 16
Il Museo MIIT di Torino ospita, dal 18 maggio al 4 giugno, l’antologica dell’artista valdostano Gabriele
Maquignaz, presentando una selezione di opere pittoriche e scultoree realizzate dai primi anni del Duemila
ad oggi. Si tratta di collages creati assemblando oggetti quotidiani, dipinti espressionisti e astratti in cui
il colore e la materia rivestono un ruolo primario, sperimentazioni con metalli, legno, plastiche, resine,
sculture in bronzo a cera persa e acciaio. E’ un percorso elaborato e stupefacente, esempio di creatività
ed energia posta al servizio dell’arte, di un’idea di bellezza e potenza sposata a un profondo senso del
sacro e della spiritualità. La formazione artistica di Maquignaz nasce dalla passione e dall’osservazione dei
maestri, dall’indagine condotta sui grandi del passato, da Picasso a Ernst, da Arman a Vedova e dall’innata
necessità di esprimersi attraverso il colore e la forma, la manipolazione della materia che si fa immagine.
Nell’utilizzo e nella trasformazione di oggetti di uso comune in opere d’arte, Maquignaz elabora un
concetto di creatività suggestivo e plastico, in cui l’armonia dei contrasti risulta vitale nell’elaborazione
delle composizioni. Tra i prossimi appuntamenti espositivi internazionali che lo vedranno protagonista,
segnaliamo le esposizioni “Luxury Art” al Museo Altes Dampfbad di Baden-Baden, l’Internazionale Italia
Arte al Museo Künstlerforum di Bonn, l’International Biennial of Contemporary Art alla Zhou Brothers
Art Center Foundation di Chicago, curate da Italia Arte con il patrocinio di primarie Istituzioni artistiche e
culturali italiane ed estere.
SCHEDA RIASSUNTIVA:
TITOLO MOSTRA: “ELEVAZIONE DELLA MATERIA: GABRIELE MAQUIGNAZ”
SEDE: MUSEO MIIT – CORSO CAIROLI 4 – TORINO
DATE: 18 MAGGIO – 4 GIUGNO 2013
INAUGURAZIONE: SABATO 18 MAGGIO DALLE ORE 16 ALLE 21
TIPOLOGIE DI OPERE: SCULTURE IN BRONZO E ACCIAIO, DIPINTI AD OLIO, PITTOSCULTURE IN FERRO E
LEGNO, ASSEMBLAGGI
ORARIO DI APERTURA: DAL MARTEDI’ AL SABATO DALLE ORE 15 ALLE 19
INFORMAZIONI: +39 011.8129776
TESTI CRITICI:
FORMA E MATERIA NELLE OPERE DI GABRIELE MAQUIGNAZ
“Dare “forma alla materia” è quanto di più adeguato possa sussistere in termini di spiritualità artistica. E
Gabriele Maquignaz, che ha visto la propria esistenza prendere vita e svilupparsi al cospetto dei grandi
titani montagnosi alpini che da oltre 2 miliardi di anni rendono bello e forte oltre ogni dire quell’angolo
del Creato, non poteva che concepire la valenza della spiritualità conformata nella materia in un’estetica
di tale “dinamica energetica” da lasciare non raramente con fiato sospeso l’osservatore delle sue opere.
Ha sicuramente nelle vene la razionalità della “seconda vista” di un Marcel Duchamp, il Nostro, quando
riesce a ridare fuoco al ferro tratto dalle rocce, a ricreare il calore del legno sotto il sole di antiche
giornate assolate sugli altipiani, a rendere in forma“ramata” gli stilemi di simboli misteriosi ed arcaici.
Neonewdadaista? Robert Rauschenberg e Jasper Johns non sono poi così lontani dalle sue “evoluzioni
dell’anima”. Certamente, Gabriele Maquignaz è un artista che sa parlare non solo con gli spiriti umani, ma
anche con quelli (da quelli aspri, che risiedono sulle alte vette a quelli teneri, contenuti nel cuore di una
marmotta) della Natura”.
Prof. Paolo Turati
Collaboratore Christie’s Italia, Presidente “Tactica”
MAQUIGNAZ: ARTE COME METAFORA DELLO SPIRITO
L’anelito verso l’infinito, le ataviche domande sull’esistenza e sulla morte risiedono da sempre nel più
profondo dell’animo umano e gli artisti di ogni tempo hanno rappresentato il complesso percorso verso la
conoscenza del Sè, interagendo con l’effimera natura della materia e l’immortale condizione dello spirito.
Gabriele Maquignaz interpreta questa primordiale necessità dell’essere umano con un approccio istintivo
alla pittura e alla scultura, ricercando nel segno e nel gesto l’essenza della vita. Il suo percorso artistico
scaturisce da una necessità epidermica di confrontarsi con se stesso e con gli altri, con i grandi misteri
dell’universo, con la divinità insita in ognuno di noi. Nelle sue opere emerge la perenne lotta interiore tra
bene e male, tra le tenebre del dolore e la luce della rinascita, tra la vita e la morte. L’alfabeto espressivo
dell’artista si nutre di simboli e metafore: dal volto destrutturato e scomposto in energiche spatolate
cromatiche scavate nel colore al teschio dorato e svuotato della carne il passo è breve, quasi immediato,
anche iconograficamente, a ricordarci il veloce e inarrestabile fluire del tempo. L’icona della bellezza
corporea, della perfezione fisica, della cultura dell’immagine viene invece bloccata, fermata, arrestata nella
colata immutabile e conservativa della resina, quasi un processo di mummificazione del sogno di bellezza e
giovinezza che pervade l’uomo del terzo millennio. Le opere di Gabriele Maquignaz indicano sempre una
strada verso la salvazione, che si tratti delle emblematiche vette di bronzo e acciaio che riproducono le sue
montagne valdostane o quegli sguardi perduti in un oceano di colore e disperazione. L’artista intende
esorcizzare la morte attraverso la sua opera, ne comprende e ne vive intensamente il dramma esistenziale,
indicandoci però una via di salvezza. E’ la strada che conduce all’Uomo e al suo spirito, impervia e ricca di
ostacoli, personale e unica nel percorso individuale, ma la grande arte sa renderla miracolosamente
universale, trasversale nel suo linguaggio di espressione e di simbologia. Per questo Gabriele Maquignaz
riesce a raggiungere con la sua creatività l’intimo dell’osservatore, con immediato fervore e sapiente
mestiere. Negli anni l’artista ha perfezionato l’antica e complessa arte della fusione bronzea a cera persa,
ha individuato nell’acciaio un materiale moderno, perfetto nell’elaborazione contrastante tra linguaggio
antico e tradizionale e innovativo strumento espressivo, ha colto con estrema sintesi e ironia le tendenze e
le debolezze contemporanee rendendole arte, gioco, riflessione, provocazione. Maquignaz scardina quindi
la realtà e il linguaggio artistico tradizionale, li trasforma in un sogno surreale e inaspettato partendo dalla
quotidianità per arrivare all’infinito. L’artista elabora con la fantasia personaggi improbabili, allucinate
presenze totemiche e un bestiario dal sapore medioevale e gotico che abita spesso le sue lastre di ferro
forgiate, le sculture saldate e assemblate da cui spuntano chiodi, lance, corazze immaginifiche, specchio di
un inconscio che emerge prepotente e inarrestabile dai lavori dell’autore. Questa ricerca attenta,
scrupolosa, dinamica del lato meno conosciuto di noi stessi diventa la cifra stilistica predominante nell’arte
di Gabriele Maquignaz, così come la sperimentazione di una libertà espressiva e anticonformista tipica di un
Surrealismo contemporaneo, fortemente evocativo e fantastico eppure così aderente alla vita. Può
sembrare una contraddizione in termini parlare di un Surrealismo ‘reale’, eppure questo diventa un
carattere peculiare delle sue creazioni, quel ritrovarvi sempre e comunque lo spirito vitale che ammanta il
quotidiano e l’esistenza stessa, rielaborandoli con lo sguardo del poeta e del visionario che vuole
trascendere il contingente per raggiungere l’ignoto e il mistero della vita. Il senso di sacralità emerge così
all’improvviso, inatteso, da una montagna scolpita nella creta e fusa nell’acciaio, che tende al cielo e
all’eternità, dalla metafora delle “cornici spezzate”, vuoti involucri di una vita (e di un’arte) ormai allo
sbando, dalle icone che nulla hanno di sacro, se non il monito a ritrovare la vera umanità, lasciando alle
spalle il consumismo e l’adorazione dell’immagine effimera dell’uomo. La fede in un Dio, che si chiami
Natura, Universo, Uomo, assume la valenza di un processo salvifico che si snoda tra i meandri della gioia e
del dolore che caratterizzano ogni nostra giornata. L’artista recupera, nell’elevazione della materia a spirito,
il senso ultimo del Creato, riportandoci in una dimensione reale, viva, pulsante di bellezza e armonia, quasi
un’Eucarestia, un ‘rendere grazie’ alla Maestà di Dio e all’eterna meraviglia che l’uomo prova al cospetto
della natura.
Guido Folco
Editore-Direttore Italia Arte
Presidente Galleria Folco – Direttore Museo MIIT Torino
BIOGRAFIA DI GABRIELE MAQUIGNAZ E REGESTO ESPOSITIVO
Gabriele Maquignaz è nato ad Aosta nel 1972. Figlio d’arte, suo padre è il noto pittore Aimé Maquignaz,
fin da bambino manifesta propensione e talento per la manualità creativa, affiancando ben presto agli
studi tradizionali anche altri interessi, come lo sci, di cui diventa maestro della Scuola del Cervino o,
dagli anni 2000, la politica, che lo vede impegnato nella sua regione prima come Consigliere comunale di
Valtournanche e poi in qualità di Consigliere regionale. Anche imprenditore nel settore turistico, diventa
Presidente degli albergatori valdostani, ma la passione per l’arte lo accompagna sempre nel corso del
suo percorso professionale, fino a sfociare, nel 2002, in una necessità fisica e spirituale di esprimersi
attraverso la pittura e la scultura. Nascono così i primi dipinti fortemente materici, cromatici, realizzati con
assemblaggi di oggetti di uso quotidiano inseriti in contesti originalissimi per struttura e idea. L’incontro con
François Thévénin, noto scultore di Cannes, segna una svolta decisiva nelle creazioni di Maquignaz. Maestro
nel manipolare i materiali, Maquignaz predilige il confronto con il ferro, l’acciaio, il bronzo, il legno, le
plastiche e le resine, che impara ad utilizzare con estrema perizia, fino a creare le sue inimitabili “Icone sexy
Chic”, specchio di una società dell’immagine svuotata di spiritualità, o rappresentando il mondo, la natura,
la vita attraverso creature scaturite dalla fantasia, dai sogni e dagli incubi, dall’elevazione spirituale e dalle
paure terrene più recondite. Il suo percorso artistico lo porta ad affrontare sfide sempre nuove, come la
fusione della monumentale scultura bronzea “Primitif”, probabilmente l’opera più ‘alta’ d’Europa, quasi
un inno alla sacralità della natura, fino al confronto con culture e mercati internazionali diversi, esponendo
presso gli Istituti Italiani di Cultura di Praga, Copenaghen, Sofia, Colonia, in fiere mondiali come quelle di
Miami o in contesti artistici museali come la Fondazione AEM di Milano, Villa Gualino, il Museo Regionale di
Scienze Naturali e la Sala delle Colonne del Castello Reale di Torino, il Palais des Congrès di Parigi, il Museo
Künstlerforum di Bonn, il Museo Altes Dampfbad di Baden-Baden e la Zhou Brothers Art Center Foundation
di Chicago.
Museo MIIT, corso Cairoli 4 - 10123 Torino. Dal 18-5 al 4-6-2013.
Orario: mar-sab 15-19. Inaugurazione: sabato 18 maggio 2013, dalle ore 16 alle 21
Info: +39 011.8129776. www-museomiit.it
PROGETTO ESPOSITIVO INTERNAZIONALE
CURATO DAL MENSILE “ITALIA ARTE”, MUSEO MIIT E GALLERIA FOLCO
18 MAGGIO – 4 GIUGNO 2013
INAUGURAZIONE: SABATO 18 MAGGIO DALLE ORE 16
Il Museo MIIT di Torino ospita, dal 18 maggio al 4 giugno, l’antologica dell’artista valdostano Gabriele
Maquignaz, presentando una selezione di opere pittoriche e scultoree realizzate dai primi anni del Duemila
ad oggi. Si tratta di collages creati assemblando oggetti quotidiani, dipinti espressionisti e astratti in cui
il colore e la materia rivestono un ruolo primario, sperimentazioni con metalli, legno, plastiche, resine,
sculture in bronzo a cera persa e acciaio. E’ un percorso elaborato e stupefacente, esempio di creatività
ed energia posta al servizio dell’arte, di un’idea di bellezza e potenza sposata a un profondo senso del
sacro e della spiritualità. La formazione artistica di Maquignaz nasce dalla passione e dall’osservazione dei
maestri, dall’indagine condotta sui grandi del passato, da Picasso a Ernst, da Arman a Vedova e dall’innata
necessità di esprimersi attraverso il colore e la forma, la manipolazione della materia che si fa immagine.
Nell’utilizzo e nella trasformazione di oggetti di uso comune in opere d’arte, Maquignaz elabora un
concetto di creatività suggestivo e plastico, in cui l’armonia dei contrasti risulta vitale nell’elaborazione
delle composizioni. Tra i prossimi appuntamenti espositivi internazionali che lo vedranno protagonista,
segnaliamo le esposizioni “Luxury Art” al Museo Altes Dampfbad di Baden-Baden, l’Internazionale Italia
Arte al Museo Künstlerforum di Bonn, l’International Biennial of Contemporary Art alla Zhou Brothers
Art Center Foundation di Chicago, curate da Italia Arte con il patrocinio di primarie Istituzioni artistiche e
culturali italiane ed estere.
SCHEDA RIASSUNTIVA:
TITOLO MOSTRA: “ELEVAZIONE DELLA MATERIA: GABRIELE MAQUIGNAZ”
SEDE: MUSEO MIIT – CORSO CAIROLI 4 – TORINO
DATE: 18 MAGGIO – 4 GIUGNO 2013
INAUGURAZIONE: SABATO 18 MAGGIO DALLE ORE 16 ALLE 21
TIPOLOGIE DI OPERE: SCULTURE IN BRONZO E ACCIAIO, DIPINTI AD OLIO, PITTOSCULTURE IN FERRO E
LEGNO, ASSEMBLAGGI
ORARIO DI APERTURA: DAL MARTEDI’ AL SABATO DALLE ORE 15 ALLE 19
INFORMAZIONI: +39 011.8129776
TESTI CRITICI:
FORMA E MATERIA NELLE OPERE DI GABRIELE MAQUIGNAZ
“Dare “forma alla materia” è quanto di più adeguato possa sussistere in termini di spiritualità artistica. E
Gabriele Maquignaz, che ha visto la propria esistenza prendere vita e svilupparsi al cospetto dei grandi
titani montagnosi alpini che da oltre 2 miliardi di anni rendono bello e forte oltre ogni dire quell’angolo
del Creato, non poteva che concepire la valenza della spiritualità conformata nella materia in un’estetica
di tale “dinamica energetica” da lasciare non raramente con fiato sospeso l’osservatore delle sue opere.
Ha sicuramente nelle vene la razionalità della “seconda vista” di un Marcel Duchamp, il Nostro, quando
riesce a ridare fuoco al ferro tratto dalle rocce, a ricreare il calore del legno sotto il sole di antiche
giornate assolate sugli altipiani, a rendere in forma“ramata” gli stilemi di simboli misteriosi ed arcaici.
Neonewdadaista? Robert Rauschenberg e Jasper Johns non sono poi così lontani dalle sue “evoluzioni
dell’anima”. Certamente, Gabriele Maquignaz è un artista che sa parlare non solo con gli spiriti umani, ma
anche con quelli (da quelli aspri, che risiedono sulle alte vette a quelli teneri, contenuti nel cuore di una
marmotta) della Natura”.
Prof. Paolo Turati
Collaboratore Christie’s Italia, Presidente “Tactica”
MAQUIGNAZ: ARTE COME METAFORA DELLO SPIRITO
L’anelito verso l’infinito, le ataviche domande sull’esistenza e sulla morte risiedono da sempre nel più
profondo dell’animo umano e gli artisti di ogni tempo hanno rappresentato il complesso percorso verso la
conoscenza del Sè, interagendo con l’effimera natura della materia e l’immortale condizione dello spirito.
Gabriele Maquignaz interpreta questa primordiale necessità dell’essere umano con un approccio istintivo
alla pittura e alla scultura, ricercando nel segno e nel gesto l’essenza della vita. Il suo percorso artistico
scaturisce da una necessità epidermica di confrontarsi con se stesso e con gli altri, con i grandi misteri
dell’universo, con la divinità insita in ognuno di noi. Nelle sue opere emerge la perenne lotta interiore tra
bene e male, tra le tenebre del dolore e la luce della rinascita, tra la vita e la morte. L’alfabeto espressivo
dell’artista si nutre di simboli e metafore: dal volto destrutturato e scomposto in energiche spatolate
cromatiche scavate nel colore al teschio dorato e svuotato della carne il passo è breve, quasi immediato,
anche iconograficamente, a ricordarci il veloce e inarrestabile fluire del tempo. L’icona della bellezza
corporea, della perfezione fisica, della cultura dell’immagine viene invece bloccata, fermata, arrestata nella
colata immutabile e conservativa della resina, quasi un processo di mummificazione del sogno di bellezza e
giovinezza che pervade l’uomo del terzo millennio. Le opere di Gabriele Maquignaz indicano sempre una
strada verso la salvazione, che si tratti delle emblematiche vette di bronzo e acciaio che riproducono le sue
montagne valdostane o quegli sguardi perduti in un oceano di colore e disperazione. L’artista intende
esorcizzare la morte attraverso la sua opera, ne comprende e ne vive intensamente il dramma esistenziale,
indicandoci però una via di salvezza. E’ la strada che conduce all’Uomo e al suo spirito, impervia e ricca di
ostacoli, personale e unica nel percorso individuale, ma la grande arte sa renderla miracolosamente
universale, trasversale nel suo linguaggio di espressione e di simbologia. Per questo Gabriele Maquignaz
riesce a raggiungere con la sua creatività l’intimo dell’osservatore, con immediato fervore e sapiente
mestiere. Negli anni l’artista ha perfezionato l’antica e complessa arte della fusione bronzea a cera persa,
ha individuato nell’acciaio un materiale moderno, perfetto nell’elaborazione contrastante tra linguaggio
antico e tradizionale e innovativo strumento espressivo, ha colto con estrema sintesi e ironia le tendenze e
le debolezze contemporanee rendendole arte, gioco, riflessione, provocazione. Maquignaz scardina quindi
la realtà e il linguaggio artistico tradizionale, li trasforma in un sogno surreale e inaspettato partendo dalla
quotidianità per arrivare all’infinito. L’artista elabora con la fantasia personaggi improbabili, allucinate
presenze totemiche e un bestiario dal sapore medioevale e gotico che abita spesso le sue lastre di ferro
forgiate, le sculture saldate e assemblate da cui spuntano chiodi, lance, corazze immaginifiche, specchio di
un inconscio che emerge prepotente e inarrestabile dai lavori dell’autore. Questa ricerca attenta,
scrupolosa, dinamica del lato meno conosciuto di noi stessi diventa la cifra stilistica predominante nell’arte
di Gabriele Maquignaz, così come la sperimentazione di una libertà espressiva e anticonformista tipica di un
Surrealismo contemporaneo, fortemente evocativo e fantastico eppure così aderente alla vita. Può
sembrare una contraddizione in termini parlare di un Surrealismo ‘reale’, eppure questo diventa un
carattere peculiare delle sue creazioni, quel ritrovarvi sempre e comunque lo spirito vitale che ammanta il
quotidiano e l’esistenza stessa, rielaborandoli con lo sguardo del poeta e del visionario che vuole
trascendere il contingente per raggiungere l’ignoto e il mistero della vita. Il senso di sacralità emerge così
all’improvviso, inatteso, da una montagna scolpita nella creta e fusa nell’acciaio, che tende al cielo e
all’eternità, dalla metafora delle “cornici spezzate”, vuoti involucri di una vita (e di un’arte) ormai allo
sbando, dalle icone che nulla hanno di sacro, se non il monito a ritrovare la vera umanità, lasciando alle
spalle il consumismo e l’adorazione dell’immagine effimera dell’uomo. La fede in un Dio, che si chiami
Natura, Universo, Uomo, assume la valenza di un processo salvifico che si snoda tra i meandri della gioia e
del dolore che caratterizzano ogni nostra giornata. L’artista recupera, nell’elevazione della materia a spirito,
il senso ultimo del Creato, riportandoci in una dimensione reale, viva, pulsante di bellezza e armonia, quasi
un’Eucarestia, un ‘rendere grazie’ alla Maestà di Dio e all’eterna meraviglia che l’uomo prova al cospetto
della natura.
Guido Folco
Editore-Direttore Italia Arte
Presidente Galleria Folco – Direttore Museo MIIT Torino
BIOGRAFIA DI GABRIELE MAQUIGNAZ E REGESTO ESPOSITIVO
Gabriele Maquignaz è nato ad Aosta nel 1972. Figlio d’arte, suo padre è il noto pittore Aimé Maquignaz,
fin da bambino manifesta propensione e talento per la manualità creativa, affiancando ben presto agli
studi tradizionali anche altri interessi, come lo sci, di cui diventa maestro della Scuola del Cervino o,
dagli anni 2000, la politica, che lo vede impegnato nella sua regione prima come Consigliere comunale di
Valtournanche e poi in qualità di Consigliere regionale. Anche imprenditore nel settore turistico, diventa
Presidente degli albergatori valdostani, ma la passione per l’arte lo accompagna sempre nel corso del
suo percorso professionale, fino a sfociare, nel 2002, in una necessità fisica e spirituale di esprimersi
attraverso la pittura e la scultura. Nascono così i primi dipinti fortemente materici, cromatici, realizzati con
assemblaggi di oggetti di uso quotidiano inseriti in contesti originalissimi per struttura e idea. L’incontro con
François Thévénin, noto scultore di Cannes, segna una svolta decisiva nelle creazioni di Maquignaz. Maestro
nel manipolare i materiali, Maquignaz predilige il confronto con il ferro, l’acciaio, il bronzo, il legno, le
plastiche e le resine, che impara ad utilizzare con estrema perizia, fino a creare le sue inimitabili “Icone sexy
Chic”, specchio di una società dell’immagine svuotata di spiritualità, o rappresentando il mondo, la natura,
la vita attraverso creature scaturite dalla fantasia, dai sogni e dagli incubi, dall’elevazione spirituale e dalle
paure terrene più recondite. Il suo percorso artistico lo porta ad affrontare sfide sempre nuove, come la
fusione della monumentale scultura bronzea “Primitif”, probabilmente l’opera più ‘alta’ d’Europa, quasi
un inno alla sacralità della natura, fino al confronto con culture e mercati internazionali diversi, esponendo
presso gli Istituti Italiani di Cultura di Praga, Copenaghen, Sofia, Colonia, in fiere mondiali come quelle di
Miami o in contesti artistici museali come la Fondazione AEM di Milano, Villa Gualino, il Museo Regionale di
Scienze Naturali e la Sala delle Colonne del Castello Reale di Torino, il Palais des Congrès di Parigi, il Museo
Künstlerforum di Bonn, il Museo Altes Dampfbad di Baden-Baden e la Zhou Brothers Art Center Foundation
di Chicago.
Museo MIIT, corso Cairoli 4 - 10123 Torino. Dal 18-5 al 4-6-2013.
Orario: mar-sab 15-19. Inaugurazione: sabato 18 maggio 2013, dalle ore 16 alle 21
Info: +39 011.8129776. www-museomiit.it
18
maggio 2013
Gabriele Maquignaz – Elevazione della materia
Dal 18 maggio al 04 giugno 2013
arte contemporanea
Location
MIIT – MUSEO INTERNAZIONALE ITALIA ARTE
Torino, Corso Cairoli, 4, (Torino)
Torino, Corso Cairoli, 4, (Torino)
Orario di apertura
DAL MARTEDI’ AL SABATO DALLE ORE 15 ALLE 19
Vernissage
18 Maggio 2013, h 16
Autore