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Silvano Battistotti – Ritmo nell’arte geometrica
Opere recenti del poliedrico artista Silvano Battistotti. Il ritmo nell’arte geometrica è un tema sempre caro agli artisti: come nella musica anche in questo tipo di opere troviamo rapporti e connessioni tra i vari elementi costitutivi del quadro.
Comunicato stampa
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Il ritmo nell’arte geometrica di Silvano Battistotti
Nell’attività artistica Silvano Battistotti ha sempre ricercato, nelle sue opere, una finalità estetica mirante alla sintesi formale. Per addivenire a questo risultato egli si è avvalso delle figure geometriche euclidee, considerando triangoli, quadrati, cerchi ecc. le figure più sintetiche che si potessero utilizzare.
Naturalmente le varietà di applicazione di dette figure lo porta ad usarle nei più svariati modi: figure geometriche in evidenza, in rilievo, al centro del quadro, aspetti modulari con ripetizione continua di elementi geometrici uguali o simili, strutturazione ritmica del fondo o del primo piano su cui si articolano figurazioni geometriche diverse.
Arte concreta dunque in cui l’elemento fisico, legno, plastica, fili, metalli, si sviluppa attraverso parallelismi, intersezioni, sovrapposizioni di elementi.
Sappiamo che per mettere in evidenza una struttura è meglio che la visione non sia distratta da interferenze cromatiche, per cui molto spesso le sue opere, pure fisiche, tendono a smaterializzarsi nel monocromo bianco, che annulla eccessive stimolazioni sensoriali inducendo il fruitore ad approfondire gli aspetti razionali dell’opera e ad intuire il pensiero sotteso e la logica della costruzione e delle scelte. Capito il funzionamento della composizione si potranno eventualmente fare considerazioni di tipo estetico dando luogo ad una dialettica che farà sembrare più viva l’opera.
L’amore per la musica classica e jazz, nonché quella elettronica, di cui è compositore, lo hanno portato fin dai primi anni 70 a fare delle analogie fra musica e pittura, eseguendo opere dapprima analitiche, assimilando cerchi, triangoli, quadrati, rispettivamente a strumenti a fiato, violini o percussioni, per poi passare ad una fase più sintetica in cui il legame analitico con la musica restava più sotteso.
Famosa la sua serie delle “Orchestrazioni” in cui il piano del dipinto è trattato come una successione di visioni orchestrali con sovrapposizioni spazio-temporali cromatiche.
Altra analogia di tipo orchestrale vediamo nell’altra serie dal titolo “Trasparenze” in cui la sovrapposizione dei piani lascia vedere in parte quelli sottostanti in modo di creare una sorta di “risultante” dei suoni attraverso le varie sfumature di colore.
La mostra odierna presenta le ultimissime composizioni dell’artista in cui il bianco su bianco, con sottili rilievi, domina incontrastato.
Un piccolo spazio è dedicato anche ad alcune sculture contemporanee ai dipinti esposti su cui dominano delle sfere metalliche variamente articolate, da cui emerge ancora anche dal titolo un vago ricordo musicale (come in “Trio per ottoni”). Anche in queste sculture sono sempre il ritmo e la geometria che gestiscono lo spazio articolandolo ritmicamente, tanto che egli le denomina “dimensioni plastiche”.
Se, come aveva detto il critico d’arte Pierre Restany, è stato già detto tutto ed il contrario di tutto, non resta che ridire meglio, è apprezzabile l’entusiasmo che ancora oggi guida Silvano Battistotti a provare e riprovare ad esprimere le sue idee estetiche attraverso l’arte geometrica.
Nell’attività artistica Silvano Battistotti ha sempre ricercato, nelle sue opere, una finalità estetica mirante alla sintesi formale. Per addivenire a questo risultato egli si è avvalso delle figure geometriche euclidee, considerando triangoli, quadrati, cerchi ecc. le figure più sintetiche che si potessero utilizzare.
Naturalmente le varietà di applicazione di dette figure lo porta ad usarle nei più svariati modi: figure geometriche in evidenza, in rilievo, al centro del quadro, aspetti modulari con ripetizione continua di elementi geometrici uguali o simili, strutturazione ritmica del fondo o del primo piano su cui si articolano figurazioni geometriche diverse.
Arte concreta dunque in cui l’elemento fisico, legno, plastica, fili, metalli, si sviluppa attraverso parallelismi, intersezioni, sovrapposizioni di elementi.
Sappiamo che per mettere in evidenza una struttura è meglio che la visione non sia distratta da interferenze cromatiche, per cui molto spesso le sue opere, pure fisiche, tendono a smaterializzarsi nel monocromo bianco, che annulla eccessive stimolazioni sensoriali inducendo il fruitore ad approfondire gli aspetti razionali dell’opera e ad intuire il pensiero sotteso e la logica della costruzione e delle scelte. Capito il funzionamento della composizione si potranno eventualmente fare considerazioni di tipo estetico dando luogo ad una dialettica che farà sembrare più viva l’opera.
L’amore per la musica classica e jazz, nonché quella elettronica, di cui è compositore, lo hanno portato fin dai primi anni 70 a fare delle analogie fra musica e pittura, eseguendo opere dapprima analitiche, assimilando cerchi, triangoli, quadrati, rispettivamente a strumenti a fiato, violini o percussioni, per poi passare ad una fase più sintetica in cui il legame analitico con la musica restava più sotteso.
Famosa la sua serie delle “Orchestrazioni” in cui il piano del dipinto è trattato come una successione di visioni orchestrali con sovrapposizioni spazio-temporali cromatiche.
Altra analogia di tipo orchestrale vediamo nell’altra serie dal titolo “Trasparenze” in cui la sovrapposizione dei piani lascia vedere in parte quelli sottostanti in modo di creare una sorta di “risultante” dei suoni attraverso le varie sfumature di colore.
La mostra odierna presenta le ultimissime composizioni dell’artista in cui il bianco su bianco, con sottili rilievi, domina incontrastato.
Un piccolo spazio è dedicato anche ad alcune sculture contemporanee ai dipinti esposti su cui dominano delle sfere metalliche variamente articolate, da cui emerge ancora anche dal titolo un vago ricordo musicale (come in “Trio per ottoni”). Anche in queste sculture sono sempre il ritmo e la geometria che gestiscono lo spazio articolandolo ritmicamente, tanto che egli le denomina “dimensioni plastiche”.
Se, come aveva detto il critico d’arte Pierre Restany, è stato già detto tutto ed il contrario di tutto, non resta che ridire meglio, è apprezzabile l’entusiasmo che ancora oggi guida Silvano Battistotti a provare e riprovare ad esprimere le sue idee estetiche attraverso l’arte geometrica.
21
maggio 2013
Silvano Battistotti – Ritmo nell’arte geometrica
Dal 21 maggio al 22 giugno 2013
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE GIOIA 107
Milano, Via Melchiorre Gioia, 107, (Milano)
Milano, Via Melchiorre Gioia, 107, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 16 - 19
Vernissage
21 Maggio 2013, ore 19.00
Autore
Curatore