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Diana Al-Hadid / Medardo Rosso
Workshop, in collaborazione con la galleria Marianne Boesky di New York e il Museo Medardo Rosso di Barzio è lieta di presentare ‘Diana Al-Hadid and Medardo Rosso’. La mostra sarà aperta al pubblico dal 30 di maggio al 05 settembre 2013.
Comunicato stampa
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Un intero secolo separa le vite e le carriere di Medardo Rosso (1858-1928), lo scultore italiano ribelle che ha trascorso gli anni tra il 1890 e i primi del 1900 nella Parigi post-impressionista, e Diana Al-Hadid (nata nel 1981), la trentaduenne scultrice siriana americana che vive e lavora a Brooklyn. Tuttavia Diana sente una profonda affinità con il lavoro e i procedimenti di Rosso, un legame che è rafforzato dalla prossima mostra delle opere dei due artisti nella stessa galleria.
Da una parte del secolo c’è Rosso, una delle figure più ombrose nella storia dell’arte. Nato a Torino ma cresciuto a Milano, fu uno scultore autodidatta pervaso dal sentimento anti-accademico tipico dell’epoca. Dall’altra parte del secolo c’è Diana Al-Hadid, la quale emigrò da Aleppo a Cleveland da bambina. Negli ultimi sette anni, ha prodotto, con un flusso creativo ininterrotto, più di 24 installazioni scultoree e 30 disegni. Ha mostrato il suo lavoro in più di sessanta occasioni in musei e gallerie in tutto il mondo.
Il desiderio di Al-Hadid di esibire le proprie opere insieme a quelle di Rosso dimostra un cambiamento nel suo pensiero; rendendo la presenza di Rosso evidente e tangibile, Al-Hadid ci invita a creare un dialogo tra le sue opere e quelle di Rosso. la sua iconografia in occasione di questa mostra lascia intendere che questa conversazione si stia in effetti verificando: per la prima volta, Al-Hadid ha creato delle rappresentazioni di visi umani a grandezza naturale. A differenza di Rosso, però, le sue creazioni sono teste di bronzo mute, prive di espressione, senza corpo, che sembrano riposare su piedistalli apparentemente instabili privati di strutture solide interne. Rispetto all’intensità e la pienezza psicologicamente espressiva delle teste di Rosso, le teste prive di sguardo di Al-Hadid comunicano vacuità. Mentre Rosso ci invita ad immaginare la ricchezza nascosta di questi lati interni, Al-Hadid rende visibile ‘l’interno’ ed insiste che sia solo un vuoto.
L’opera intera di Rosso ammonta a non meno di cinquanta soggetti originali; il suo corpo di lavoro include eteree immagini di donne, così come ritratti di amici e patroni che sembrano dissolversi in modo incalzante oppure vedersi a malapena. In particolare egli spesso rappresentava figure ridenti, come visto in Bambina che ride (1889) Petite rieuse (Piccola Donna Ridente, 1890-91) e Grande rieuse (Grande Donna Ridente, 1891) e saranno proprio queste tre opere ad essere esposte qui a Venezia grazie alla generosità del Museo Medardo Rosso.
Rosso intensificava una connessione temporale tra le sue sculture e la fragilità della carne umana combinando visibile facture con le proprietà materiali e le associazioni metaforiche della cera (che diventò il suo segno distintivo). Mentre le sue idee erano estranee al suo momento storico, il suo rifiuto della tradizione monumentale statica lo portò ad intuire nuove strade per lo sviluppo della scultura moderna.
Le opere di Diana Al-Hadid fanno parte di collezioni quali The Whitney Museum of American Art, New York; The Museum of Fine Arts, Houston; Virginia Museum of Fine Arts, Richmond and The Weatherspoon Art Museum, Greensboro. Mostre personali presso The Weatherspoon Art Museum, Greensboro; Virginia Museum of Fine Arts; Nasher Sculpture Center, Dallas; Centro de Arte Contemporánea, La Conservera, Murcia, Spain; Nevada Museum of Art, Reno; Hammer Museum, Los Angeles. Nel 2011 ha ricevuto the Joan Mitchell Foundation Grant e nel 2009 the Louis Comfort Tiffany Foundation Grant, the United States Artist Rockefeller Fellowship, e il New York Foundation Fellowship per la Scultura.
Da una parte del secolo c’è Rosso, una delle figure più ombrose nella storia dell’arte. Nato a Torino ma cresciuto a Milano, fu uno scultore autodidatta pervaso dal sentimento anti-accademico tipico dell’epoca. Dall’altra parte del secolo c’è Diana Al-Hadid, la quale emigrò da Aleppo a Cleveland da bambina. Negli ultimi sette anni, ha prodotto, con un flusso creativo ininterrotto, più di 24 installazioni scultoree e 30 disegni. Ha mostrato il suo lavoro in più di sessanta occasioni in musei e gallerie in tutto il mondo.
Il desiderio di Al-Hadid di esibire le proprie opere insieme a quelle di Rosso dimostra un cambiamento nel suo pensiero; rendendo la presenza di Rosso evidente e tangibile, Al-Hadid ci invita a creare un dialogo tra le sue opere e quelle di Rosso. la sua iconografia in occasione di questa mostra lascia intendere che questa conversazione si stia in effetti verificando: per la prima volta, Al-Hadid ha creato delle rappresentazioni di visi umani a grandezza naturale. A differenza di Rosso, però, le sue creazioni sono teste di bronzo mute, prive di espressione, senza corpo, che sembrano riposare su piedistalli apparentemente instabili privati di strutture solide interne. Rispetto all’intensità e la pienezza psicologicamente espressiva delle teste di Rosso, le teste prive di sguardo di Al-Hadid comunicano vacuità. Mentre Rosso ci invita ad immaginare la ricchezza nascosta di questi lati interni, Al-Hadid rende visibile ‘l’interno’ ed insiste che sia solo un vuoto.
L’opera intera di Rosso ammonta a non meno di cinquanta soggetti originali; il suo corpo di lavoro include eteree immagini di donne, così come ritratti di amici e patroni che sembrano dissolversi in modo incalzante oppure vedersi a malapena. In particolare egli spesso rappresentava figure ridenti, come visto in Bambina che ride (1889) Petite rieuse (Piccola Donna Ridente, 1890-91) e Grande rieuse (Grande Donna Ridente, 1891) e saranno proprio queste tre opere ad essere esposte qui a Venezia grazie alla generosità del Museo Medardo Rosso.
Rosso intensificava una connessione temporale tra le sue sculture e la fragilità della carne umana combinando visibile facture con le proprietà materiali e le associazioni metaforiche della cera (che diventò il suo segno distintivo). Mentre le sue idee erano estranee al suo momento storico, il suo rifiuto della tradizione monumentale statica lo portò ad intuire nuove strade per lo sviluppo della scultura moderna.
Le opere di Diana Al-Hadid fanno parte di collezioni quali The Whitney Museum of American Art, New York; The Museum of Fine Arts, Houston; Virginia Museum of Fine Arts, Richmond and The Weatherspoon Art Museum, Greensboro. Mostre personali presso The Weatherspoon Art Museum, Greensboro; Virginia Museum of Fine Arts; Nasher Sculpture Center, Dallas; Centro de Arte Contemporánea, La Conservera, Murcia, Spain; Nevada Museum of Art, Reno; Hammer Museum, Los Angeles. Nel 2011 ha ricevuto the Joan Mitchell Foundation Grant e nel 2009 the Louis Comfort Tiffany Foundation Grant, the United States Artist Rockefeller Fellowship, e il New York Foundation Fellowship per la Scultura.
30
maggio 2013
Diana Al-Hadid / Medardo Rosso
Dal 30 maggio al 05 settembre 2013
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
WORKSHOP ARTE CONTEMPORANEA
Venezia, Dorsoduro, 2793 / a, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 2793 / a, (Venezia)
Orario di apertura
Da martedi a sabato ore 10-13 e 15-19
Vernissage
30 Maggio 2013, Ore 18.30
Autore