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Enzo Facciolo – Colpo su colpo
Il consueto appuntamento con le illustrazioni di Enzo Facciolo giunge alla sesta edizione
Il concept proposto al disegnatore è consistito nella rappresentazione di un abituale colpo compiuto dall’affiatata coppia, attraverso una sequenza di 8 immagini.
Comunicato stampa
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Il consueto appuntamento con le illustrazioni di Enzo Facciolo giunge alla sesta edizione
Il concept proposto al disegnatore è consistito nella rappresentazione di un abituale colpo compiuto dall’affiatata coppia, attraverso una sequenza di 8 immagini: dall’ideazione, alla progettazione, alla realizzazione e… al colpo finale che, affascinante ed elegante, fa Eva Kant, sul suo compagno.
Gli appassionati del fumetto sanno bene che il 2013 è un anniversario importante per Eva: il personaggio apparve per la prima volta in una storia ormai 10 lustri fa
Dal nostro piccolo osservatorio abbiamo potuto rilevare che le figure e le ambientazioni create per rappresentare le storie di Diabolik e Eva spesso affascinano anche chi non segue con assiduità il mondo del fumetto e della Nona arte. A nostro parere questo avviene soprattutto grazie alla presenza di Eva: discreta, intelligente, seria, coraggiosa e seducente
D’altronde i personaggi furono creati con la sensibiltà di due donne che vollero connotare la compagna di Diabolik con queste precise caratteristiche
La “mano” è quella di Enzo Facciolo, stimatissimo disegnatore che, assieme ai suoi colleghi, agli sceneggiatori e al Direttore Mario Gomboli della casa editrice Astorina, ogni giorno provvedono a fornire nuova linfa all’avventura creata negli anni ‘60 dalle sorelle Giussani
La Mostra è completata da rarissimi originali utilizzati per copertine, retro-copertine e splash pages
a cura di Eduardo Simone
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Elzeviro per un fermo - immagine
Sarebbe un far torto agli appassionati di Diabolik ricordare loro chi è Enzo Facciolo. Qui però vale la pena sottolinearlo, per coloro – certo un’esigua minoranza – ai quali un portfolio come il presente capitasse in mano per la prima volta o per caso. Infatti Facciolo – fra i numerosi collaboratori di quel Diabolik che è una delle pochissime, consolidate colonne portanti del fumetto italiano – è il disegnatore che, appena dopo la nascita di Diabolik (1962), gli ha conferito fin dal 1963 quelle caratteristiche visuali che lo identificano da sempre. E dopo aver creato per le Edizioni Papel altri portfolio, ora – come si dice, nei romanzi polizieschi d’antan? “L’assassino torna sempre sul luogo del delitto” – ecco che Facciolo ne crea un altro. Ma questa volta, invece che offrire come in precedenza delizie figurali per così dire autoconclusive, egli offre alla gioia per gli occhi di chi guarda delle immagini bensì altrettanto eleganti, ma che nel portfolio sono evidentemente concatenate, in modo da costituire una inconfondibile sequenza, e per di più non casuale, ma funzionale. La loro è una funzionalità “narrativa”, nonostante la assoluta mancanza di qualunque dialogo o didascalia. Esattamente come succedeva nei film muti di altri tempi o come avviene in certi raffinati fumetti, che raccontano una “storia senza parole”, eppure del tutto comprensibile.
In effetti, scorrendo in sequenza le otto tavole del portfolio, ne risultano chiari i momenti successivi di un’azione: in un interno, i due osservano una mappa; in un esterno si guardano attorno circospetti; successivamente, eccoli dentro un ambiente, di fronte a una cassaforte scassinata da cui è stata prelevata una [evidentemente preziosa] collana; e poi di nuovo all’esterno, in corsa verso la fida e ben nota jaguar; e ancora: in fuga nell’abitacolo, a contemplare il prezioso gioiello; che poi, nell’intimità dell’appartamento, Diabolik allaccia al collo di Eva; la quale ricompare poi sfoggiando la collana su un elegantissimo vestito; figura fascinosa, tale da indurre Diabolik a un intenso abbraccio.
L’abituale lettore della serie fumettistica non avrà incertezze nel ricondurre anche questa sequenza di immagini al rigido schema che, pur fra mille varianti, rispecchia ogni storia di Diabolik: lo studio per un ennesimo colpo, un furto; la sua esecuzione; la fuga e il ritorno al rifugio, dove godersi il frutto della refurtiva, nel compiacimento conclusivo del bacio appassionato. Semmai, qui mancano le consuete complicazioni, ossia i bastoni fra le ruote opposti dalla polizia e da Ginko, e magari è l’astuzia di Eva a togliere eventualmente Diabolik dagli impicci. Ma forse proprio per rimarcare, a livello visuale, il ruolo paritetico di Eva rispetto a Diabolik, essa figura in questa sequenza – fateci caso – quasi sempre in primo piano.
In sostanza, dunque, questa volta le illustrazioni del portfolio configurano, cristallizzandoli in singole “pose”, i fermo-immagine di una rapina, ovvero la sua genesi, l’esecuzione, la conclusiva fuga e la... degustazione del maltolto. Vista però la raffinatezza dell’esecuzione figurativa, queste immagini si possono interpretare come l’equivalente grafico di ciò che nel campo degli articoli giornalistici viene definito un elzeviro. Che è un pezzo di prosa elegante, autoconclusa, su un argomento idoneo a focalizzare un’idea, un concetto, un evento e cosi via. Nello specifico, a sottolineare che Eva e Diabolik sono bensì dei ladri, ma di così eccellente buon gusto da meritare un compunto rispetto. Chapeau...
A cura di Gianni Brunoro per Spazio Papel
Il concept proposto al disegnatore è consistito nella rappresentazione di un abituale colpo compiuto dall’affiatata coppia, attraverso una sequenza di 8 immagini: dall’ideazione, alla progettazione, alla realizzazione e… al colpo finale che, affascinante ed elegante, fa Eva Kant, sul suo compagno.
Gli appassionati del fumetto sanno bene che il 2013 è un anniversario importante per Eva: il personaggio apparve per la prima volta in una storia ormai 10 lustri fa
Dal nostro piccolo osservatorio abbiamo potuto rilevare che le figure e le ambientazioni create per rappresentare le storie di Diabolik e Eva spesso affascinano anche chi non segue con assiduità il mondo del fumetto e della Nona arte. A nostro parere questo avviene soprattutto grazie alla presenza di Eva: discreta, intelligente, seria, coraggiosa e seducente
D’altronde i personaggi furono creati con la sensibiltà di due donne che vollero connotare la compagna di Diabolik con queste precise caratteristiche
La “mano” è quella di Enzo Facciolo, stimatissimo disegnatore che, assieme ai suoi colleghi, agli sceneggiatori e al Direttore Mario Gomboli della casa editrice Astorina, ogni giorno provvedono a fornire nuova linfa all’avventura creata negli anni ‘60 dalle sorelle Giussani
La Mostra è completata da rarissimi originali utilizzati per copertine, retro-copertine e splash pages
a cura di Eduardo Simone
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Elzeviro per un fermo - immagine
Sarebbe un far torto agli appassionati di Diabolik ricordare loro chi è Enzo Facciolo. Qui però vale la pena sottolinearlo, per coloro – certo un’esigua minoranza – ai quali un portfolio come il presente capitasse in mano per la prima volta o per caso. Infatti Facciolo – fra i numerosi collaboratori di quel Diabolik che è una delle pochissime, consolidate colonne portanti del fumetto italiano – è il disegnatore che, appena dopo la nascita di Diabolik (1962), gli ha conferito fin dal 1963 quelle caratteristiche visuali che lo identificano da sempre. E dopo aver creato per le Edizioni Papel altri portfolio, ora – come si dice, nei romanzi polizieschi d’antan? “L’assassino torna sempre sul luogo del delitto” – ecco che Facciolo ne crea un altro. Ma questa volta, invece che offrire come in precedenza delizie figurali per così dire autoconclusive, egli offre alla gioia per gli occhi di chi guarda delle immagini bensì altrettanto eleganti, ma che nel portfolio sono evidentemente concatenate, in modo da costituire una inconfondibile sequenza, e per di più non casuale, ma funzionale. La loro è una funzionalità “narrativa”, nonostante la assoluta mancanza di qualunque dialogo o didascalia. Esattamente come succedeva nei film muti di altri tempi o come avviene in certi raffinati fumetti, che raccontano una “storia senza parole”, eppure del tutto comprensibile.
In effetti, scorrendo in sequenza le otto tavole del portfolio, ne risultano chiari i momenti successivi di un’azione: in un interno, i due osservano una mappa; in un esterno si guardano attorno circospetti; successivamente, eccoli dentro un ambiente, di fronte a una cassaforte scassinata da cui è stata prelevata una [evidentemente preziosa] collana; e poi di nuovo all’esterno, in corsa verso la fida e ben nota jaguar; e ancora: in fuga nell’abitacolo, a contemplare il prezioso gioiello; che poi, nell’intimità dell’appartamento, Diabolik allaccia al collo di Eva; la quale ricompare poi sfoggiando la collana su un elegantissimo vestito; figura fascinosa, tale da indurre Diabolik a un intenso abbraccio.
L’abituale lettore della serie fumettistica non avrà incertezze nel ricondurre anche questa sequenza di immagini al rigido schema che, pur fra mille varianti, rispecchia ogni storia di Diabolik: lo studio per un ennesimo colpo, un furto; la sua esecuzione; la fuga e il ritorno al rifugio, dove godersi il frutto della refurtiva, nel compiacimento conclusivo del bacio appassionato. Semmai, qui mancano le consuete complicazioni, ossia i bastoni fra le ruote opposti dalla polizia e da Ginko, e magari è l’astuzia di Eva a togliere eventualmente Diabolik dagli impicci. Ma forse proprio per rimarcare, a livello visuale, il ruolo paritetico di Eva rispetto a Diabolik, essa figura in questa sequenza – fateci caso – quasi sempre in primo piano.
In sostanza, dunque, questa volta le illustrazioni del portfolio configurano, cristallizzandoli in singole “pose”, i fermo-immagine di una rapina, ovvero la sua genesi, l’esecuzione, la conclusiva fuga e la... degustazione del maltolto. Vista però la raffinatezza dell’esecuzione figurativa, queste immagini si possono interpretare come l’equivalente grafico di ciò che nel campo degli articoli giornalistici viene definito un elzeviro. Che è un pezzo di prosa elegante, autoconclusa, su un argomento idoneo a focalizzare un’idea, un concetto, un evento e cosi via. Nello specifico, a sottolineare che Eva e Diabolik sono bensì dei ladri, ma di così eccellente buon gusto da meritare un compunto rispetto. Chapeau...
A cura di Gianni Brunoro per Spazio Papel
07
aprile 2013
Enzo Facciolo – Colpo su colpo
Dal 07 al 20 aprile 2013
disegno e grafica
Location
SPAZIO PAPEL
Milano, Via Savona, 12, (Milano)
Milano, Via Savona, 12, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì ore 14/19
sabato ore 11/13 e 14/19
Vernissage
7 Aprile 2013, ore 18/19.30 su invito
Autore
Curatore