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Arte e Antropologia: opere ed esperienze negli anni Settanta
Con la mostra al Chiostro arte contemporanea e con l’incontro di apertura della stessa, impostato in termini di tavola rotonda, si intende raccontare di quelle ricerche che negli anni Settanta venivano condotte intorno a temi antropologici ed ecologici.
Comunicato stampa
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Con la mostra al Chiostro arte contemporanea e con l'incontro di apertura della stessa, impostato in termini di tavola rotonda, si intende raccontare di quelle ricerche che negli anni Settanta venivano condotte intorno a temi antropologici ed ecologici.
Dalle esperienze di Claudio Costa, artista che accompagnò con un forte intervento teorico le operazioni e la produzione delle “opere museo”, le curatrici Cristina Casero e Sara Fontana ricostruiscono un percorso per lo più italiano in cui le figure di Antonio Paradiso, Armando Marrocco, Franco Guerzoni, Ferdinando Greco, William Xerra, Giannetto Bravi, Ugo La Pietra, Mario Cresci, Michele Zaza, Aldo Tagliaferro, Luigi Erba, Gabriella Benedini, testimoniano di un forte interesse dell’arte nei confronti dello studio scientifico dell’uomo e del suo ambiente.
Tale interesse si avvia grazie alla conoscenza di autori e testi antropologici fondamentali diffusi a partire dagli anni Sessanta da Claude Levi Strauss e da Ernesto de Martino e si approfondisce attraverso una metodologia di raccolta del dato preso dalle tradizioni popolari, caratteristica abbastanza ricorrente in tutti le ricerche in esame. A questo filone di applicazione si affianca la volontà di alcuni protagonisti di questa area artistica, di denunciare, non senza un forte impegno politico, le criticità dovute a una carente sensibilità ambientale da parte della società industriale.
In mostra si trovano lavori che nascono tra il 1970 e il 1982 e che si connotano in termini di catalogazione dei diversi aspetti della cultura e della società, ma anche di sperimentazione linguistica avanzata entro le discipline di fotografia, installazione, video. Tali modalità si riscontrano anche nelle opere degli stranieri presenti in mostra: di Anne et Patrick Poirier, con un Journal herbier del 1973 e di Daniel Spoerri, del quale è esposto un Tableau del 1972, opere che perfettamente si innestano nel terreno di esperienze coraggiose di alcuni tra gli artisti italiani più impegnati del decennio. Nel definire l'orientamento in oggetto diventano quindi centrali i video di Gabriella Benedini e di Antonio Paradiso, i Tombini di Ferdinando Greco, le performances di Armando Marrocco, le operazioni di Ugo La Pietra, le Valigie di Giannetto Bravi, le composizioni di Aldo Tagliaferro, infine le fotografie di luoghi e popolazioni autentici, ancora lontani dalla modernità realizzate da Mario Cresci, Michele Zaza e Luigi Erba.
La mostra sarà accompagnata dai testi delle studiose che coordinano il progetto e da una raccolta di documenti, libri e diari appositamente riuniti per questa occasione e resi disponibili alla consultazione del pubblico.
Dalle esperienze di Claudio Costa, artista che accompagnò con un forte intervento teorico le operazioni e la produzione delle “opere museo”, le curatrici Cristina Casero e Sara Fontana ricostruiscono un percorso per lo più italiano in cui le figure di Antonio Paradiso, Armando Marrocco, Franco Guerzoni, Ferdinando Greco, William Xerra, Giannetto Bravi, Ugo La Pietra, Mario Cresci, Michele Zaza, Aldo Tagliaferro, Luigi Erba, Gabriella Benedini, testimoniano di un forte interesse dell’arte nei confronti dello studio scientifico dell’uomo e del suo ambiente.
Tale interesse si avvia grazie alla conoscenza di autori e testi antropologici fondamentali diffusi a partire dagli anni Sessanta da Claude Levi Strauss e da Ernesto de Martino e si approfondisce attraverso una metodologia di raccolta del dato preso dalle tradizioni popolari, caratteristica abbastanza ricorrente in tutti le ricerche in esame. A questo filone di applicazione si affianca la volontà di alcuni protagonisti di questa area artistica, di denunciare, non senza un forte impegno politico, le criticità dovute a una carente sensibilità ambientale da parte della società industriale.
In mostra si trovano lavori che nascono tra il 1970 e il 1982 e che si connotano in termini di catalogazione dei diversi aspetti della cultura e della società, ma anche di sperimentazione linguistica avanzata entro le discipline di fotografia, installazione, video. Tali modalità si riscontrano anche nelle opere degli stranieri presenti in mostra: di Anne et Patrick Poirier, con un Journal herbier del 1973 e di Daniel Spoerri, del quale è esposto un Tableau del 1972, opere che perfettamente si innestano nel terreno di esperienze coraggiose di alcuni tra gli artisti italiani più impegnati del decennio. Nel definire l'orientamento in oggetto diventano quindi centrali i video di Gabriella Benedini e di Antonio Paradiso, i Tombini di Ferdinando Greco, le performances di Armando Marrocco, le operazioni di Ugo La Pietra, le Valigie di Giannetto Bravi, le composizioni di Aldo Tagliaferro, infine le fotografie di luoghi e popolazioni autentici, ancora lontani dalla modernità realizzate da Mario Cresci, Michele Zaza e Luigi Erba.
La mostra sarà accompagnata dai testi delle studiose che coordinano il progetto e da una raccolta di documenti, libri e diari appositamente riuniti per questa occasione e resi disponibili alla consultazione del pubblico.
05
maggio 2013
Arte e Antropologia: opere ed esperienze negli anni Settanta
Dal 05 maggio al 16 giugno 2013
arte contemporanea
Location
IL CHIOSTRO ARTECONTEMPORANEA
Saronno, Viale Santuario, 11, (Varese)
Saronno, Viale Santuario, 11, (Varese)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 10-12.30 e 16-19
sabato e domenica 10-12.30 e pomeriggio su appuntamento
Vernissage
5 Maggio 2013, ore 17.00
Autore
Curatore