Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
17
dicembre 2009
design_mostre Spaghetti Grafica 2 Milano, Triennale
Design
L'atteso sequel Spaghetti Grafica 2. L'esito del concorso di grafica italiana, che sfocia in una mostra e un libro. Unica richiesta d'etichetta per la prima: vestirsi rigorosamente in giallo e nero...
Un anno fa, il Ministero della Grafica aveva indetto un
concorso di grafica italiana, esteso a tutti i professionisti che avessero un
progetto realizzato nell’anno precedente, eletto i vincitori in Triennale,
pubblicato un libro-raccolta, e lanciato il bando per un bis. Un esordio
importante, nel sacro tempio del design, ma di modeste dimensioni.
Quest’anno, con l’arrivo dei primi progetti, il Ministero
si è accorto che l’adesione andava oltre i numeri sperati, e si è trovato a
dover selezionare più di 1300 proposte. Ma, nonostante
i numeri iniziali, nessuno probabilmente si aspettava il successo che ha
avuto l’apertura della mostra. In coda per la grafica, questa la situazione
della serata inaugurale di Spaghetti Grafica 2. Tutti in fila, fra nerd, grafici
e designer che hanno rigorosamente rispettato il dress code: abiti rigorosamente neri e
gialli.
Un grafico sicuramente non si fa ripetere una seconda
volta di “osare con il colore”. Ecco allora spuntare magliette dipinte a mano per l’occasione,
scarpette zebrate in giallo, le leggins più cool e accessori color limone. Una
volta entrati, tra la folla, si è catapultati nel mondo grafico fatto
d’immagini, progetti e studi.
Su tutta una parete, grandi riproduzioni dei progetti
vincitori (125); sulla parete opposta, le immagini dei rispettivi studi (95);
al centro, una foresta verticale di piccoli libri.
Le brochure che illustrano i
progetti penzolano dal soffitto, appese a diverse altezze, di modo che,
passeggiando per la sala, tutti i visitatori – quasi come api – possano posarsi
di catalogo in catalogo, sfogliando più o meno comodamente, a seconda della
propria statura. Sono molti i progetti che meriterebbero più d’una veloce
occhiata; per questo interessante è la scelta di posizionare anche quattro
tavoli con i portfolio completi degli studi.
È stato bello così, dopo il bagno di folla, di volti, di
amici e sconosciuti, tornare a sedersi con calma e osservare. Sfogliando ogni
singolo catalogo si scoprono progetti per l’editoria come quello di Maurizio
Ceccato per la
Elliot Edizioni,
o quello del genovese Studiofluo per la rivista Oxygen. Studi d’immagine coordinata con
relativo lettering, come per il logo Fattorie Romeo del Castello dello studio
italo-tedesco Ondesign o di Manu7 per La
Piadina.
Progetti di packaging design, come quello per la Rinascente a cura di 45 gradi e tanti altri degni di nota.
Alcuni progetti sono familiari perché sono il giornale che abbiamo letto,
l’etichetta del vino che abbiamo bevuto o il poster che abbiamo osservato
aspettando l’autobus.
Il successo che ha questa mostra non è tanto importante
perché evento ben riuscito, ma perché pare abbia risvegliato alcune coscienze
sopite in merito alla grafica italiana e, in particolar modo, alla professione
del graphic designer, troppo a lungo trascurata.
Prima di uscire, sulla parete opposta a quella dei
progetti, ci sono le grandi riproduzioni degli studi dei grafici. Si può così
curiosare, fra le mura degli spazi di lavoro, a volte domestici, a volte
composti da una semplice poltrona, altre con un apparente ordine, ma tutti con
un elemento comune sempre presente, il grande assente alla serata di gala, ma
fido braccio destro per ogni grafico: un Mac in stand by.
concorso di grafica italiana, esteso a tutti i professionisti che avessero un
progetto realizzato nell’anno precedente, eletto i vincitori in Triennale,
pubblicato un libro-raccolta, e lanciato il bando per un bis. Un esordio
importante, nel sacro tempio del design, ma di modeste dimensioni.
Quest’anno, con l’arrivo dei primi progetti, il Ministero
si è accorto che l’adesione andava oltre i numeri sperati, e si è trovato a
dover selezionare più di 1300 proposte. Ma, nonostante
i numeri iniziali, nessuno probabilmente si aspettava il successo che ha
avuto l’apertura della mostra. In coda per la grafica, questa la situazione
della serata inaugurale di Spaghetti Grafica 2. Tutti in fila, fra nerd, grafici
e designer che hanno rigorosamente rispettato il dress code: abiti rigorosamente neri e
gialli.
Un grafico sicuramente non si fa ripetere una seconda
volta di “osare con il colore”. Ecco allora spuntare magliette dipinte a mano per l’occasione,
scarpette zebrate in giallo, le leggins più cool e accessori color limone. Una
volta entrati, tra la folla, si è catapultati nel mondo grafico fatto
d’immagini, progetti e studi.
Su tutta una parete, grandi riproduzioni dei progetti
vincitori (125); sulla parete opposta, le immagini dei rispettivi studi (95);
al centro, una foresta verticale di piccoli libri.
Le brochure che illustrano i
progetti penzolano dal soffitto, appese a diverse altezze, di modo che,
passeggiando per la sala, tutti i visitatori – quasi come api – possano posarsi
di catalogo in catalogo, sfogliando più o meno comodamente, a seconda della
propria statura. Sono molti i progetti che meriterebbero più d’una veloce
occhiata; per questo interessante è la scelta di posizionare anche quattro
tavoli con i portfolio completi degli studi.
È stato bello così, dopo il bagno di folla, di volti, di
amici e sconosciuti, tornare a sedersi con calma e osservare. Sfogliando ogni
singolo catalogo si scoprono progetti per l’editoria come quello di Maurizio
Ceccato per la
Elliot Edizioni,
o quello del genovese Studiofluo per la rivista Oxygen. Studi d’immagine coordinata con
relativo lettering, come per il logo Fattorie Romeo del Castello dello studio
italo-tedesco Ondesign o di Manu7 per La
Piadina.
Progetti di packaging design, come quello per la Rinascente a cura di 45 gradi e tanti altri degni di nota.
Alcuni progetti sono familiari perché sono il giornale che abbiamo letto,
l’etichetta del vino che abbiamo bevuto o il poster che abbiamo osservato
aspettando l’autobus.
Il successo che ha questa mostra non è tanto importante
perché evento ben riuscito, ma perché pare abbia risvegliato alcune coscienze
sopite in merito alla grafica italiana e, in particolar modo, alla professione
del graphic designer, troppo a lungo trascurata.
Prima di uscire, sulla parete opposta a quella dei
progetti, ci sono le grandi riproduzioni degli studi dei grafici. Si può così
curiosare, fra le mura degli spazi di lavoro, a volte domestici, a volte
composti da una semplice poltrona, altre con un apparente ordine, ma tutti con
un elemento comune sempre presente, il grande assente alla serata di gala, ma
fido braccio destro per ogni grafico: un Mac in stand by.
articoli correlati
La recensione dell’edizione 2008 del libro
valia barriello
mostra visitata il 25 novembre 2009
dal 25 novembre 2009 al 10 gennaio 2010
Spaghetti
Grafica 2. Contemporary Italian Graphic Design
Triennale
Viale Alemagna, 6 (Parco Sempione) – 20121 Milano
Orario: da martedì a domenica ore 10.30-20.30; giovedì ore 10.30-23
Ingresso libero
Catalogo
Electa
Info: tel. +39 02724341; fax +39
0289010693; info@ministerodellagrafica.org;
www.ministerodellagrafica.org
[exibart]