18 dicembre 2009

fino al 10.I.2010 Mojmir Jezek Roma, Sala 1

 
Tensioni interne sollecitate da una materia duttile, ma non facile. La memoria della scultura policroma degli antichi, coniugata col bassorilievo, trova nuovo respiro nella disinvoltura del tratto...

di

Nobile razza, quella dell’alano Quessi, che apre la galleria dei
ritratti di Mojmir Ježek (Roma, 1944) alla Sala 1. È fra i lavori più recenti dell’artista,
che ha introdotto nella raffigurazione anche l’elemento metallico della catena.
Il resto è gommapiuma, fissata con punti metallici e colorata con gli acrilici.
Un materiale che Ježek va sperimentando da qualche anno, partito dai volumi
sinuosi e morbidi dei corpi femminili, interpretati lasciando spazio
all’astrazione.
All’inizio erano pitture acriliche su cartoni in cui l’autore – che
proviene da una formazione di
architetto, messa da parte per il vecchio amore per l’illustrazione – cercava “la
geometria pura euclidea nel corpo umano
”, come spiega. “Poi un giorno, a Napoli, passando per la zona dei
tappezzieri, ho visto delle orribili testate rosa di letti capitonné. Ho avuto
una folgorazione! Tornato a casa, ho tirato fuori un vecchio materasso e ho
iniziato a lavorare la gommapiuma con la sparapunti
”.
Il ritratto di Idi Amin Dada, presidente dell’Uganda
(tristemente noto per la crudeltà e le persecuzioni razziali), segna l’inizio
della ritrattistica in gommapiuma. Un’idea nata nel 2003 quando Fabio
Sargentini, passando dal suo studio, Mojmir Ježek - Lo sguardo di de Chirico - 2009 - gommapiuma, punti metallici, acrilico - cm 85x60 - courtesy l’artistagli propose di ritrarre il dittatore per
la collettiva Pagine Nere, organizzata da L’Attico di Roma.
Nei tratti del volto – una sintesi grottesca di poche
linee curve – si concentra il lato oscuro del personaggio. Esattamente come da
quelli di tanti amici e conoscenti – Amnon Barzel, Roberto D’Agostino, Pony,
Anna, Innocenzo… – esce fuori l’anima. La grande forza è l’espressività, che
con la verosimiglianza sono esaltate dalla morbidezza e dai passaggi
chiaroscurali. “Un lavoro che unisce pittura e scultura, ricordando i
bassorilievi e gli altorilievi che nell’antichità erano policromi
”.
Ježek risolve anche il problema della durevolezza, perché
non va dimenticato che nel giro di qualche anno, se lasciata all’aria – senza
alcuna protezione – la gommapiuma si sfalda completamente. “Ho usato una
pittura che viene impiegata in barca: è gommosa e acrilica, per cui rimane
elastica, ma crea una patina impermeabile
”.
Tra i suoi personaggi c’è anche Giorgio de Chirico, visto una volta al Caffé Greco
tanto tempo fa, i cui occhi sono due bottoni metallici (Lo sguardo di de
Chirico
fa parte
di una collettiva itinerante dedicata al grande maestro, che nel 2010 andrà a
Miami, Los Angeles e New York).
Questo lavoro complesso, che concede all’artista anche una certa dose
di divertimento, lo fa sentire “disegnatore, imbalsamatore, stuccatore,
truccatore e persino chirurgo estetico.
La sfida, ogni volta, è ritrovare lo spirito del personaggio”.
Mojmir Ježek - Morbidi ritratti - veduta dell’allestimento presso Sala 1, Roma 2009 - photo Valeria De Berardinis
Prima traccia, il disegno con il gessetto, poi poggia la sparapunti e
via: la materia si tende o si gonfia, deformandosi. “Il controllo della
forma non è assicurato. Ci vuole una grande esperienza, ma c’è anche
l’imprevisto, perché la materia è mobile e ha delle sue tensioni interne che,
al di sotto, si mantengono vive
”.

manuela
de leonardis

mostra
visitata il 9 dicembre 2009


dal 10 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010
Mojmir
Ježek – Morbidi ritratt

a
cura di Chiara Piermattei Masetti
Sala 1
– Centro Internazionale d’Arte Contemporanea
Piazza
di Porta San Giovanni, 10 – 00185 Roma
Orario:
da martedì a sabato ore 16.30-19.30 o su appuntamento
Ingresso
libero
Catalogo
con testi di Roberto Gramiccia e Fabio Sargentini

Info:
tel./fax +39 067008691;
salauno@salauno.com; www.salauno.com

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