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Simona Pampallona – Corpo celeste. Behind the scenes
Filtrando attraverso il suo obiettivo le riprese di Corpo Celeste, fedele e infedele alla storia raccontata dal film pur pulsando all’unisono, Simona Pampallona coglie con grande e delicata potenza espressiva le brecce che, nell’orizzonte di asfalto della bellissima e dolorosa Reggio Calabria, lasci
Comunicato stampa
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Fermare il movimento della macchina da presa, trasferendo lo scorrere delle immagini nell'immobilità di uno scatto è forse il fine più immediatamente visibile della fotografia di scena, che tuttavia non si esaurisce in un'azione puramente documentativa. Sguardo interno al set ma dotato di autonomia creativa, il fotografo di scena non è infatti un “semplice” testimone per immagini del farsi di un film.
Nella scelta di tempi, inquadrature e tecniche proprie, egli può infatti costruire uno spazio artistico autonomo, in grado di conferire vita a sé a immagini che nascono come documento. Proprio di questa potente indipendenza artistica vivono gli scatti di Simona Pampallona, in mostra ad Elastico dall'11 al 22 gennaio 2013 e realizzati sul set di Corpo celeste.
Esordio nel lungometraggio cinematografico di Alice Rohrwacher dopo diverse esperienze nell'ambito del documentario e unica opera italiana nella Quinzaine des réalisateurs del Festival di Cannes 2011, Corpo celeste è un delicato racconto di formazione che va ad innestarsi sul ritorno a casa di una giovane famiglia di origine calabrese tutta al femminile, dopo dieci anni di permanenza in Svizzera.
Narrato dal punto di vista puro e spaesato della tredicenne Marta, il film attraversa lucidamente umanissime contraddizioni e miserie della provincia italiana in bilico tra nuovo ed arcaico. È sullo sfondo di questa “periferia della modernità”, al di là della sua precisa collocazione geografica, che prende forma il vagabondare curioso e assorto della macchina fotografica, dentro e fuori i confini del set.
Filtrando attraverso il suo obiettivo le riprese di Corpo Celeste, fedele e infedele alla storia raccontata dal film pur pulsando all'unisono, Simona Pampallona coglie con grande e delicata potenza espressiva le brecce che, nell'orizzonte di asfalto della bellissima e dolorosa Reggio Calabria, lasciano fiorire fragili ma preziosissimi miracoli di umanità.
Simona Pampallona
Nata a Roma nel 1980, Simona Pampallona, in genere conosciuta con la semplice abbreviazione “Pamp”, vive e, a partire dai quindici anni, scatta le sue prime fotografie in questa città. La macchina fotografica con cui esordisce è una vecchia reflex del padre, lo stesso apparecchio che utilizza professionalmente quando, alla fine degli anni Novanta, inizia a collaborare con diverse agenzie e quotidiani. Studia Lingue e Letterature Straniere, ma, allo stesso tempo, riesce a mettere le mani su una macchina fotografica più moderna, a fare uno stage all'Associated Press e a pubblicare il libro La memoria e l'oblio, vincendo un concorso bandito dalla Terza Università. Grazie a diverse borse di studio ha la possibilità di viaggiare in Spagna, Portogallo, Inghilterra ed America Latina e, a casa, riporta una miriade di immagini e di suggestioni, insieme a una convinzione: quella di dedicarsi al fotogiornalismo e, in modo particolare, a progetti personali a lungo termine. A questa serie appartengono i lavori dedicati alle occupazioni a scopo abitativo, all'impegno della squadra di rugby femminile “All Reds”, alle comunità dei migranti a Roma, ai villaggi agricoli della Valle degli Elfi, in Toscana, e, in giro per il mondo, alla post-pornografia di matrice femminista e queer. Se i contenuti inerenti la sessualità e il genere rappresentano un'area di interesse molto forte nella ricerca di Pamp, un altra zona in cui si è concentrato il suo lavoro riguarda il disagio mentale: tema a cui, tra l'altro, sono dedicati i lavori Le voci degli amici e Due persone chiamate “mio fratello”, con i quali ha vinto il premio “Foiano della Chiana 2010”, la menzione speciale del festival “Fotoleggendo 2011” e la selezione del “Winephoto 2011”. Un altro premio, il “Luca Pron 2011”, è arrivato in virtù delle fotografie di scena scattate sul set di Corpo Celeste di Alice Rohrwacher ed esposte presso la Mondo Bizzarro Gallery di Roma e il Cineporto di Torino. Attualmente, Pamp è impegnata nella rappresentazione della scena musicale elettronica in qualità di fotografa ufficiale della Flyer, mentre continua a inseguire i soggetti dei suoi progetti personali ovunque ci sia occasione di interagire con la realtà. Le sue opere sono in esposizione permanente presso la Mondo Bizzarro Gallery e le foto di Corpo Celeste sono rappresentate in esclusiva dall'agente Benedetta Cestelli Guidi.
Ha pubblicato su Wired, il Venerdì, IoDonna, Gioia, Myself, Gq, Internazionale, Paese Sera.
http://www.simonapamp.com/
Nella scelta di tempi, inquadrature e tecniche proprie, egli può infatti costruire uno spazio artistico autonomo, in grado di conferire vita a sé a immagini che nascono come documento. Proprio di questa potente indipendenza artistica vivono gli scatti di Simona Pampallona, in mostra ad Elastico dall'11 al 22 gennaio 2013 e realizzati sul set di Corpo celeste.
Esordio nel lungometraggio cinematografico di Alice Rohrwacher dopo diverse esperienze nell'ambito del documentario e unica opera italiana nella Quinzaine des réalisateurs del Festival di Cannes 2011, Corpo celeste è un delicato racconto di formazione che va ad innestarsi sul ritorno a casa di una giovane famiglia di origine calabrese tutta al femminile, dopo dieci anni di permanenza in Svizzera.
Narrato dal punto di vista puro e spaesato della tredicenne Marta, il film attraversa lucidamente umanissime contraddizioni e miserie della provincia italiana in bilico tra nuovo ed arcaico. È sullo sfondo di questa “periferia della modernità”, al di là della sua precisa collocazione geografica, che prende forma il vagabondare curioso e assorto della macchina fotografica, dentro e fuori i confini del set.
Filtrando attraverso il suo obiettivo le riprese di Corpo Celeste, fedele e infedele alla storia raccontata dal film pur pulsando all'unisono, Simona Pampallona coglie con grande e delicata potenza espressiva le brecce che, nell'orizzonte di asfalto della bellissima e dolorosa Reggio Calabria, lasciano fiorire fragili ma preziosissimi miracoli di umanità.
Simona Pampallona
Nata a Roma nel 1980, Simona Pampallona, in genere conosciuta con la semplice abbreviazione “Pamp”, vive e, a partire dai quindici anni, scatta le sue prime fotografie in questa città. La macchina fotografica con cui esordisce è una vecchia reflex del padre, lo stesso apparecchio che utilizza professionalmente quando, alla fine degli anni Novanta, inizia a collaborare con diverse agenzie e quotidiani. Studia Lingue e Letterature Straniere, ma, allo stesso tempo, riesce a mettere le mani su una macchina fotografica più moderna, a fare uno stage all'Associated Press e a pubblicare il libro La memoria e l'oblio, vincendo un concorso bandito dalla Terza Università. Grazie a diverse borse di studio ha la possibilità di viaggiare in Spagna, Portogallo, Inghilterra ed America Latina e, a casa, riporta una miriade di immagini e di suggestioni, insieme a una convinzione: quella di dedicarsi al fotogiornalismo e, in modo particolare, a progetti personali a lungo termine. A questa serie appartengono i lavori dedicati alle occupazioni a scopo abitativo, all'impegno della squadra di rugby femminile “All Reds”, alle comunità dei migranti a Roma, ai villaggi agricoli della Valle degli Elfi, in Toscana, e, in giro per il mondo, alla post-pornografia di matrice femminista e queer. Se i contenuti inerenti la sessualità e il genere rappresentano un'area di interesse molto forte nella ricerca di Pamp, un altra zona in cui si è concentrato il suo lavoro riguarda il disagio mentale: tema a cui, tra l'altro, sono dedicati i lavori Le voci degli amici e Due persone chiamate “mio fratello”, con i quali ha vinto il premio “Foiano della Chiana 2010”, la menzione speciale del festival “Fotoleggendo 2011” e la selezione del “Winephoto 2011”. Un altro premio, il “Luca Pron 2011”, è arrivato in virtù delle fotografie di scena scattate sul set di Corpo Celeste di Alice Rohrwacher ed esposte presso la Mondo Bizzarro Gallery di Roma e il Cineporto di Torino. Attualmente, Pamp è impegnata nella rappresentazione della scena musicale elettronica in qualità di fotografa ufficiale della Flyer, mentre continua a inseguire i soggetti dei suoi progetti personali ovunque ci sia occasione di interagire con la realtà. Le sue opere sono in esposizione permanente presso la Mondo Bizzarro Gallery e le foto di Corpo Celeste sono rappresentate in esclusiva dall'agente Benedetta Cestelli Guidi.
Ha pubblicato su Wired, il Venerdì, IoDonna, Gioia, Myself, Gq, Internazionale, Paese Sera.
http://www.simonapamp.com/
11
gennaio 2013
Simona Pampallona – Corpo celeste. Behind the scenes
Dall'undici al 22 gennaio 2013
fotografia
Location
ELASTICO – EX FRAGILE CONTINUO
Bologna, Via Portanova, 12, (Bologna)
Bologna, Via Portanova, 12, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 18-22
Vernissage
11 Gennaio 2013, ore 20.00
Autore