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Palazzo Te allo specchio
Quale futuro per i beni architettonici? Progettare tra fotografia_digitale_rilievo per la valorizzazione del patrimonio
Comunicato stampa
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Oscar Wilde ne “Il Ritratto di Dorian Gray” denunciava il doppio volto della bellezza: l’eterna giovinezza a prezzo della corruzione
dell’anima. Oggi il rischio del patrimonio architettonico è il medesimo: la conservazione del monumento a costo di una sua
commercializzazione. Quali e quante prospettive si aprono a fronte di questa riflessione?
I problemi legati alle metodologie del restauro degli ultimi 70 anni appaiono ormai datati alla luce della cogenza di un problema
ben più grave: l’irreperibilità di fondi per eseguire anche le manutenzioni ordinarie del patrimonio storico. Le criticità si stanno
spostando dal piano culturale a quello economico, e l’attuale congiuntura non è sicuramente favorevole. Occorre quindi anteporre
il management del monumento alla sua conservazione, anche perché abbiamo capito che oggigiorno la gestione economica sta
al restauro come l’ossigeno alla vita umana.
Come addetti ai lavori, come operatori culturali prima che soggetti economici, non possiamo però farci sfilare il coordinamento
delle azioni, al fine di mantenere la tutela del patrimonio come problema eminentemente di architettura.
Come fare? Il proposito di questa mostra è di aprire una porta verso il futuro nella progettazione architettonica, tra fotografia,
digitale e rilievo per il patrimonio architettonico. L’organizzazione di eventi e mostre potrebbe costituire un volano per il marketing
dell’architettura storica italiana e del mondo intero, e potrebbe divenire principale motore di fundraising per il restauro dei beni.
I rilievi di Palazzo Te, condotti all’interno del Laboratorio del Rilievo e Progetto Città di Mantova afferente il Polo territoriale
mantovano del Politecnico di Milano (diretto da Alessandro Bianchi), sono il risultato di otto anni di ricerca basata sul rilievo
materiale del patrimonio architettonico del territorio dei Gonzaga. Lo sviluppo delle tecniche digitali per il progetto si fonda su un
attento studio della fotografia di Luigi Ghirri e della sua personale rappresentazione del paesaggio della pianura Padana. La scelta
delle linee, della scansione del territorio attraverso la misura della “soglia”, e della necessità di cogliere la quotidianità – e di renderla
importante - nella straordinarietà della memoria storica. “Oggi” importante come “ieri”, in una continuità di preservazione dei valori,
nelle forme e nei simboli che si trasformano.
Giulio Romano e Palazzo Te sono il nostro pretesto, sono l’antenato e il prodotto del lavoro di ingegno, che ieri come oggi nutrono
la coscienza degli uomini sensibili, che in ogni tempo cercano un motivo e una giustificazione alla propria esistenza. E queste
ragioni vivono nella continua tensione verso il recupero di ciò che eravamo nella novità del contemporaneo, nella contraddizione
vitale degli stili e dei modelli teorici, nella sintesi ibridativa della coabitazione.
I rilievi delle facciate di Palazzo Te eseguiti con tecnica fotografica alla grande scala sono un’opportunità per lo sviluppo degli
studi su Giulio Romano e la sua architettura, per i filologi e i detrattori, ma anche un pretesto per affermare che lo strumento può
divenire fine. Un fine per incuriosire anche quel pubblico non interessato ai temi specialistici, per allargare la conoscenza – anche
su digressioni forse ritenute marginali – a quell’humanité che piaceva a Victor Hugo, quella della quotidianità. Solo così si vincerà
la scommessa contro l’apatia dell’opinione pubblica verso la comune memoria storica.
Le tecniche progettuali utilizzate per la redazione dei pannelli, la composizione grafica delle masse, l’uso del colore e del fondo
nero, sono parte di quella sintesi cercata nel Laboratorio che muove dal tentativo di raccontare il frammento (le facciate nella loro
estrazione singola) come una novella, con un incipit, uno svolgimento e una conclusione. I frammenti cercano una loro conclusione
individua che trova completamento nel rigore della misura, delle proporzioni cercate e rivelate, nella sequenza dei rilievi pregressi,
nell’evidenza analitica delle variazioni morfologiche dell’edificio nel tempo. Gli ampliamenti, i restauri e le manutenzioni di 500
anni di storia hanno prodotto l’immagine di Palazzo Te oggi, e il rilievo presentato vuole essere la fotografia aperta al giudizio dei
posteri, di chi giudicherà domani le nostre azioni presenti, al di là dei preconcetti che opacizzano la nostra sfera di cristallo.
dell’anima. Oggi il rischio del patrimonio architettonico è il medesimo: la conservazione del monumento a costo di una sua
commercializzazione. Quali e quante prospettive si aprono a fronte di questa riflessione?
I problemi legati alle metodologie del restauro degli ultimi 70 anni appaiono ormai datati alla luce della cogenza di un problema
ben più grave: l’irreperibilità di fondi per eseguire anche le manutenzioni ordinarie del patrimonio storico. Le criticità si stanno
spostando dal piano culturale a quello economico, e l’attuale congiuntura non è sicuramente favorevole. Occorre quindi anteporre
il management del monumento alla sua conservazione, anche perché abbiamo capito che oggigiorno la gestione economica sta
al restauro come l’ossigeno alla vita umana.
Come addetti ai lavori, come operatori culturali prima che soggetti economici, non possiamo però farci sfilare il coordinamento
delle azioni, al fine di mantenere la tutela del patrimonio come problema eminentemente di architettura.
Come fare? Il proposito di questa mostra è di aprire una porta verso il futuro nella progettazione architettonica, tra fotografia,
digitale e rilievo per il patrimonio architettonico. L’organizzazione di eventi e mostre potrebbe costituire un volano per il marketing
dell’architettura storica italiana e del mondo intero, e potrebbe divenire principale motore di fundraising per il restauro dei beni.
I rilievi di Palazzo Te, condotti all’interno del Laboratorio del Rilievo e Progetto Città di Mantova afferente il Polo territoriale
mantovano del Politecnico di Milano (diretto da Alessandro Bianchi), sono il risultato di otto anni di ricerca basata sul rilievo
materiale del patrimonio architettonico del territorio dei Gonzaga. Lo sviluppo delle tecniche digitali per il progetto si fonda su un
attento studio della fotografia di Luigi Ghirri e della sua personale rappresentazione del paesaggio della pianura Padana. La scelta
delle linee, della scansione del territorio attraverso la misura della “soglia”, e della necessità di cogliere la quotidianità – e di renderla
importante - nella straordinarietà della memoria storica. “Oggi” importante come “ieri”, in una continuità di preservazione dei valori,
nelle forme e nei simboli che si trasformano.
Giulio Romano e Palazzo Te sono il nostro pretesto, sono l’antenato e il prodotto del lavoro di ingegno, che ieri come oggi nutrono
la coscienza degli uomini sensibili, che in ogni tempo cercano un motivo e una giustificazione alla propria esistenza. E queste
ragioni vivono nella continua tensione verso il recupero di ciò che eravamo nella novità del contemporaneo, nella contraddizione
vitale degli stili e dei modelli teorici, nella sintesi ibridativa della coabitazione.
I rilievi delle facciate di Palazzo Te eseguiti con tecnica fotografica alla grande scala sono un’opportunità per lo sviluppo degli
studi su Giulio Romano e la sua architettura, per i filologi e i detrattori, ma anche un pretesto per affermare che lo strumento può
divenire fine. Un fine per incuriosire anche quel pubblico non interessato ai temi specialistici, per allargare la conoscenza – anche
su digressioni forse ritenute marginali – a quell’humanité che piaceva a Victor Hugo, quella della quotidianità. Solo così si vincerà
la scommessa contro l’apatia dell’opinione pubblica verso la comune memoria storica.
Le tecniche progettuali utilizzate per la redazione dei pannelli, la composizione grafica delle masse, l’uso del colore e del fondo
nero, sono parte di quella sintesi cercata nel Laboratorio che muove dal tentativo di raccontare il frammento (le facciate nella loro
estrazione singola) come una novella, con un incipit, uno svolgimento e una conclusione. I frammenti cercano una loro conclusione
individua che trova completamento nel rigore della misura, delle proporzioni cercate e rivelate, nella sequenza dei rilievi pregressi,
nell’evidenza analitica delle variazioni morfologiche dell’edificio nel tempo. Gli ampliamenti, i restauri e le manutenzioni di 500
anni di storia hanno prodotto l’immagine di Palazzo Te oggi, e il rilievo presentato vuole essere la fotografia aperta al giudizio dei
posteri, di chi giudicherà domani le nostre azioni presenti, al di là dei preconcetti che opacizzano la nostra sfera di cristallo.
12
gennaio 2013
Palazzo Te allo specchio
Dal 12 gennaio al 10 febbraio 2013
Location
PALAZZO TE
Mantova, Viale Te, 19, (Mantova)
Mantova, Viale Te, 19, (Mantova)
Biglietti
INTERO (Full Price) Euro 8,00 + Euro 2,00
RIDOTTO (Reduced Euro) 5,00 + Euro 2,00
- visitatori oltre i 60 anni (over 60 years old)
- soci del TCI (Touring Club Italiano) e del FAI
- gruppi di almeno 20 persone groups at least 20 people
- possessori CARTAARTE
RIDOTTO (Special Reduced) Euro 2,50 - Euro 1,50
- visitatori tra i 12 e i 18 anni (visitors from 12 to 18 years old)
- studenti universitari (students)
Vernissage
12 Gennaio 2013, ore 17:00
Curatore