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Giorgio Penzo – Retrospettiva 1950-1960
Mostra personale di Giorgio Penzo, artista chioggiotto. In esposizione una quindicina di opere (anni 1950 – 1960) prevalentemente olii su tela.
Comunicato stampa
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Lo spazio espositivo Country House Gallery, ritagliato all’interno di una villa anni ’60 di Rosolina, ameno paese del basso polesine bagnato dall’Adriatico, inaugura la attività espositiva con una personale del maestro Giorgio Penzo.
Questa location appare quanto mai adatta ad ospitare una mostra del maestro che operò a Chioggia soprattutto negli anni ’50 e ‘60.
Proprio di questa casa Giorgio Penzo fu assiduo frequentatore almeno fino ai primi anni ’70.
Fu grande amico di mio padre. Si conoscevano infatti fin da ragazzi. E nell’ambito di questo rapporto mio padre acquisì diverse sue tele che tuttora sono esposte nello studio e in varie stanze.
Io stesso da ragazzo ebbi modo di conoscere Giorgio Penzo. Veniva spesso a trovarci con sua moglie, pittrice lei stessa, originaria di Pola. Il suo carattere era piuttosto imprevedibile, a volte turbolento, però aveva una forza creativa davvero unica. Se mi sono dedicato alla pittura, credo che, almeno in piccola parte, dipenda da questa impronta che ha lasciato in me e da un po' di invidia che almeno allora provavo per non avere un pizzico del suo straordinario talento. Un talento che purtroppo non è stato riconosciuto adeguatamente quand’era in vita.
Pensare che partecipò ad una Biennale di Venezia e che poteva contare su conoscenze del calibro di Emilio Vedova. Poi però a causa del suo carattere incostante e poco diplomatico non ebbe la capacità o la fortuna di affermarsi come fecero tanti altri anche meno dotati di lui.
Recentemente alcuni suoi lavori sono stati riproposti in collettive con la speranza di una doverosa rivalutazione.
Che dire del suo stile? Come riporta Sergio Ravagnan, Giorgio Penzo è un "Artista dal percorso che si caratterizza per elementi che rimandano all'ambito dell'espressionismo. In particolare non è difficile cogliere una forte vicinanza all'arte di George Rouault: comune ad entrambi infatti è l'uso costante del nero a delineare le forme, applicate con dense e convulse pennellate".
A me personalmente quello che colpisce maggiormente, è la sua capacità di far emergere dagli oggetti, delineati con queste “dense e convulse pennellate”, forme o meglio espressioni umane che hanno un carattere inquietante proprio perché impensabili all’interno di oggetti che si supporrebbero freddi e inanimati.
E queste espressioni umane, che risaltano da nature morte così come da interni di abitazioni, avendole sotto gli occhi fin da bambino, hanno lasciato in me una traccia indelebile che ancor oggi condizionano la mia immaginazione.
Sono esposti in questa mostra una quindicina di lavori degli anni ’50 e ’60, soprattutto olii su tela, rappresentativi della sua migliore produzione.
Paolo Avanzi
Questa location appare quanto mai adatta ad ospitare una mostra del maestro che operò a Chioggia soprattutto negli anni ’50 e ‘60.
Proprio di questa casa Giorgio Penzo fu assiduo frequentatore almeno fino ai primi anni ’70.
Fu grande amico di mio padre. Si conoscevano infatti fin da ragazzi. E nell’ambito di questo rapporto mio padre acquisì diverse sue tele che tuttora sono esposte nello studio e in varie stanze.
Io stesso da ragazzo ebbi modo di conoscere Giorgio Penzo. Veniva spesso a trovarci con sua moglie, pittrice lei stessa, originaria di Pola. Il suo carattere era piuttosto imprevedibile, a volte turbolento, però aveva una forza creativa davvero unica. Se mi sono dedicato alla pittura, credo che, almeno in piccola parte, dipenda da questa impronta che ha lasciato in me e da un po' di invidia che almeno allora provavo per non avere un pizzico del suo straordinario talento. Un talento che purtroppo non è stato riconosciuto adeguatamente quand’era in vita.
Pensare che partecipò ad una Biennale di Venezia e che poteva contare su conoscenze del calibro di Emilio Vedova. Poi però a causa del suo carattere incostante e poco diplomatico non ebbe la capacità o la fortuna di affermarsi come fecero tanti altri anche meno dotati di lui.
Recentemente alcuni suoi lavori sono stati riproposti in collettive con la speranza di una doverosa rivalutazione.
Che dire del suo stile? Come riporta Sergio Ravagnan, Giorgio Penzo è un "Artista dal percorso che si caratterizza per elementi che rimandano all'ambito dell'espressionismo. In particolare non è difficile cogliere una forte vicinanza all'arte di George Rouault: comune ad entrambi infatti è l'uso costante del nero a delineare le forme, applicate con dense e convulse pennellate".
A me personalmente quello che colpisce maggiormente, è la sua capacità di far emergere dagli oggetti, delineati con queste “dense e convulse pennellate”, forme o meglio espressioni umane che hanno un carattere inquietante proprio perché impensabili all’interno di oggetti che si supporrebbero freddi e inanimati.
E queste espressioni umane, che risaltano da nature morte così come da interni di abitazioni, avendole sotto gli occhi fin da bambino, hanno lasciato in me una traccia indelebile che ancor oggi condizionano la mia immaginazione.
Sono esposti in questa mostra una quindicina di lavori degli anni ’50 e ’60, soprattutto olii su tela, rappresentativi della sua migliore produzione.
Paolo Avanzi
02
gennaio 2013
Giorgio Penzo – Retrospettiva 1950-1960
Dal 02 al 05 gennaio 2013
arte moderna e contemporanea
Location
COUNTRYHOUSE
Rosolina, Viale Guglielmo Marconi, 80, (Rovigo)
Rosolina, Viale Guglielmo Marconi, 80, (Rovigo)
Orario di apertura
ore 15.00 - 19.00
Vernissage
2 Gennaio 2013, ore 17.00
Autore
Curatore