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Thomas Bee – BEE pop a lula
L’originalità di questo artista è immediatamente manifesta nel suo personale concetto di creatività che lo conduce a modificare continuamente il supporto delle sue opere: la tela infatti scompare, sostituita dai più disparati materiali con cui ogni giorno noi tutti abbiamo a che fare.
Comunicato stampa
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Parlare con un’arte diretta, semplice e fresca ha la sua croce e la sua delizia. Spesso si corre, infatti, il rischio di incappare in una superficialità diffusa che, con la frase “questo lo so fare anche io!”, pensa di ergersi a giudice e risolutore di un processo creativo. Il fascino più recondito, invece, è legato alla delizia, ovvero al piacere di portare avanti nuove soluzioni creative e di studiare e affinare continuamente la propria indagine artistica. Thomas Bee è la prova concreta di tutto questo: poliedrico e sferzante, attratto dai diversi linguaggi espressivi del nostro tempo, dalla fotografia al design, dalla scenografia alla pubblicità, delinea la sua arte attraverso una costante sperimentazione. Bee attira, perché guarda al contemporaneo ed elabora interessanti testimonianze del nostro tempo. Bee convince, perché fa dell’arte Pop una base da rinnovare, ricreare e inventare. L’originalità è immediatamente manifesta nel suo personale concetto di creatività, che lo conduce a modificare continuamente il supporto delle sue opere: la tela infatti scompare, sostituita dai più disparati materiali con cui ogni giorno noi tutti abbiamo a che fare.
L’idea di rendere opera d’arte un tagliando del parcheggio offre a Thomas la possibilità di confrontarsi con diverse sfere comunicative. Dirompente è il messaggio di accostare un supporto così strettamente legato a un mezzo inquinante come l’automobile a un’immagine che si riferisce, invece, alle soluzioni alternative di trasporto, denunciando una necessità di tornare a respirare quell’ossigeno che il mondo d’oggi sembra costantemente toglierci. Innovativo è lo sviluppo delle figure rappresentate sul gratta e sosta milanese, che, andando a riprendere l’arte aulica per eccellenza, arriva a essere uno studio di corpi nudi, così veri e attuali. Unica è la proposta stessa di nobilitare un supporto per noi così “quotidiano” e farlo diventare testimonianza indelebile del nostro periodo storico.
Sperimentare è proprio l’imperativo categorico: l’artista riprende il concetto Pop delle “icone”, svuotate del loro valore sacrale e mostra come basti semplicemente identificarsi in un modello, assimilato e accettato come tale dalla società, per appagare il proprio egocentrismo e per seguire il falso mito dell’apparenza. Bee, però, riesce a stabilire un personalissimo contatto con queste icone: tanto svuota il valore dell’immagine, quanto inonda le sue opere di significato attraverso lo studio di nuove soluzioni creative per sostituire la tela. Ecco dunque che attinge dal mondo ludico dell’infanzia, costruendo le immagini attraverso i chiodini, perché in fondo, creare con gli occhi di un bambino significa proprio continuare a indagare la realtà. Ecco che schernisce il contemporaneo delineando forme, contorni e colori con le pillole, farmaci alienanti oggi iper utilizzati e abusati. Ecco che si avvicina al 3D, realizzando un collage di mattoni in terracotta, di carta, di legno, di plastica… e ricrea una piccola parte di mondo dove, giocando con il proprio nome, si raffigura come una pecora che scappa dalle convenzioni, che fugge minacciato da chi, più forte, vuole affermare il proprio potere, che si misura con tante ombre prive di personalità. Come combatte Bee contro il Golia contemporaneo? Con l’ironia e la stravaganza.
Lo sviluppo dei pluriball come supporto offre la possibilità di comprendere la minuzia e la complessità della sua ricerca. Nei suoi primi lavori l’artista crea un’immagine similare a una fotografia, in cui lo sfondo neutro ben evidenzia il personaggio. Successivamente prosegue nella sua ricerca e arricchisce il fondo con elementi caratteristici dell’icona raffigurata. Come ultimo passo, Bee sviluppa proprio il concetto dell’evoluzione del supporto e rappresenta un forte e intenso quadro della società contemporanea: tante piccole statuine sono imprigionate nelle bolle del pluriball, solitarie, prive di alcuna possibilità di interagire e comunicare l’una con l’altra. In tale senso si collocano anche i lavori realizzati con le cannucce da cocktail: il supporto dà un nuovo senso allo spessore delle opere e rende unico il gioco di luci; apparenza… perché le cannucce, affiancate l’una all’altra, costruiscono una piccola gabbia che tanto ricorda le celle di un alveare e che risucchia, blocca, aliena figure e osservatore.
Ingegnoso e originale, provocatore e innovativo, Thomas Bee riesce a presentare concetti complessi con una semplicità disarmante; lo sai fare anche tu? Bene, perché non l’hai fatto?!
A cura di Laura Angelone
L’idea di rendere opera d’arte un tagliando del parcheggio offre a Thomas la possibilità di confrontarsi con diverse sfere comunicative. Dirompente è il messaggio di accostare un supporto così strettamente legato a un mezzo inquinante come l’automobile a un’immagine che si riferisce, invece, alle soluzioni alternative di trasporto, denunciando una necessità di tornare a respirare quell’ossigeno che il mondo d’oggi sembra costantemente toglierci. Innovativo è lo sviluppo delle figure rappresentate sul gratta e sosta milanese, che, andando a riprendere l’arte aulica per eccellenza, arriva a essere uno studio di corpi nudi, così veri e attuali. Unica è la proposta stessa di nobilitare un supporto per noi così “quotidiano” e farlo diventare testimonianza indelebile del nostro periodo storico.
Sperimentare è proprio l’imperativo categorico: l’artista riprende il concetto Pop delle “icone”, svuotate del loro valore sacrale e mostra come basti semplicemente identificarsi in un modello, assimilato e accettato come tale dalla società, per appagare il proprio egocentrismo e per seguire il falso mito dell’apparenza. Bee, però, riesce a stabilire un personalissimo contatto con queste icone: tanto svuota il valore dell’immagine, quanto inonda le sue opere di significato attraverso lo studio di nuove soluzioni creative per sostituire la tela. Ecco dunque che attinge dal mondo ludico dell’infanzia, costruendo le immagini attraverso i chiodini, perché in fondo, creare con gli occhi di un bambino significa proprio continuare a indagare la realtà. Ecco che schernisce il contemporaneo delineando forme, contorni e colori con le pillole, farmaci alienanti oggi iper utilizzati e abusati. Ecco che si avvicina al 3D, realizzando un collage di mattoni in terracotta, di carta, di legno, di plastica… e ricrea una piccola parte di mondo dove, giocando con il proprio nome, si raffigura come una pecora che scappa dalle convenzioni, che fugge minacciato da chi, più forte, vuole affermare il proprio potere, che si misura con tante ombre prive di personalità. Come combatte Bee contro il Golia contemporaneo? Con l’ironia e la stravaganza.
Lo sviluppo dei pluriball come supporto offre la possibilità di comprendere la minuzia e la complessità della sua ricerca. Nei suoi primi lavori l’artista crea un’immagine similare a una fotografia, in cui lo sfondo neutro ben evidenzia il personaggio. Successivamente prosegue nella sua ricerca e arricchisce il fondo con elementi caratteristici dell’icona raffigurata. Come ultimo passo, Bee sviluppa proprio il concetto dell’evoluzione del supporto e rappresenta un forte e intenso quadro della società contemporanea: tante piccole statuine sono imprigionate nelle bolle del pluriball, solitarie, prive di alcuna possibilità di interagire e comunicare l’una con l’altra. In tale senso si collocano anche i lavori realizzati con le cannucce da cocktail: il supporto dà un nuovo senso allo spessore delle opere e rende unico il gioco di luci; apparenza… perché le cannucce, affiancate l’una all’altra, costruiscono una piccola gabbia che tanto ricorda le celle di un alveare e che risucchia, blocca, aliena figure e osservatore.
Ingegnoso e originale, provocatore e innovativo, Thomas Bee riesce a presentare concetti complessi con una semplicità disarmante; lo sai fare anche tu? Bene, perché non l’hai fatto?!
A cura di Laura Angelone
04
dicembre 2012
Thomas Bee – BEE pop a lula
Dal 04 dicembre 2012 al 15 gennaio 2013
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
presentazione
giovane arte
arte contemporanea
presentazione
giovane arte
Location
ART FOR INTERIOR
Milano, Via Pellegrino Rossi, (Milano)
Milano, Via Pellegrino Rossi, (Milano)
Orario di apertura
da lun a ven dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 - sab e dom su appuntamento
Vernissage
4 Dicembre 2012, ore 18.30
Autore
Curatore