Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Alberto Tadiello – High Gospel
Alberto Tadiello è un artista che attraverso installazioni ambientali, sculture e disegni indaga il rapporto con lo spazio
e con il tempo, analizzando le relazioni tra dimensioni sonore e visive.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
COMUNICATO STAMPA
High Gospel, mostra personale di Alberto Tadiello
a cura di Ilaria Bonacossa
inaugurazione: venerdì 30 novembre, ore 18
30 novembre 2012 – 18 febbraio 2013
anteprima stampa: venerdì 30 novembre, ore 11.30-13.30
presentazione mostra: venerdì 30 novembre, ore 18.30
in occasione della mostra verrà prodotto il catalogo High Gospel
edito da Mousse Publishing
con testi di Ilaria Bonacossa e Francesco Stocchi
UFFICIO STAMPA
Genova Palazzo Ducale
Fondazione per la Cultura – Ufficio Stampa
telefono +39 010.5574012/4047/4826
ufficiostampa@palazzoducale.genova.it
staffmostre@comune.genova.it
Alberto Tadiello è un artista che attraverso installazioni ambientali, sculture e disegni indaga il rapporto con lo spazio
e con il tempo, analizzando le relazioni tra dimensioni sonore e visive.
Le sue opere nascono dalla manipolazione ingegneristico-poetica di materiali d’uso comune trasformati in macchinari
utopici che, attraverso il loro funzionamento dis-funzionale, sembrano prendere vita. Esordisce nel 2005 rielaborando
le frequenze sonore delle maree veneziane in una partitura musicale astratta e ipnotica; nel 2008 crea una scultura
minimale a parete di piccoli carillon motorizzati la cui accelerazione, oltre a consumarli entropicamente, trasforma
le loro melodie in una stridente cacofonia ambientale; nel 2009, montando insieme un trapano con un compasso e una
biro, realizza uno strumento per disegni frattali che paiono catturare la casualità programmata del moto delle particelle;
nel 2011 ordina all’interno di alcune campane di mdf una fioritura di campanelli quasi a ridisegnare la configurazione
elettronica di un atomo e a diffondere nello spazio una vigorosa radiazione sonora.
A Genova l’artista presenta una serie di nuovi lavori creati in dialogo con gli spazi classici della villa.
Installazioni sonore, grandi sculture, disegni, cingoli prigionieri della loro inutile arcaicità meccanica, sembrano
manifestare una forma di luddismo al contrario. Esemplare è Tarantolata, una grande scultura rotante composta da
una betoniera portatile e da una raggiera di stecche metalliche e liste di mdf, che girando si trasforma in un cardo ferroso
che avvolge e risucchia lo spazio circostante. La bellezza e la brutalità di questa scultura ipnotizza attraverso una sorta
di contrazione spaziale. Similmente, le due installazioni sonore realizzate attraverso la rielaborazione digitale di alcune
campionature audio modificate, torturate, capovolte e rallentate dall’artista, danno vita a esperienze sonore magnetiche
e avvolgenti, insistenti e incombenti in cui il suono diventa scultoreo e tridimensionale. Le due serie di disegni sembrano
esperimenti per il rilascio di forza pura, tracce di un segno feroce, buchi neri composti dall’ostinazione compositiva
dei loro molteplici strati. I lavori presentati in mostra sono degli organismi attivi, che inesorabili, minacciosi e stridenti,
restano prigionieri di processi inutili che li trasformano in enigmatiche presenze che girano, muovono, suonano,
disegnano o tagliano cariche di melanconica energia.
High Gospel rivela una profonda ossessione per la Natura e uno sguardo sempre radicato e volto ai suoi funzionamenti.
Il titolo della mostra nasce dall’accostarsi di due universi differenti. Nelle parole dell’artista, «High sta per alto, intenso,
elevato, acuto; Gospel, usato come termine tecnico musicale, traccia un credo. È una coralità di pensieri, di suggestioni,
di temperature che si sono addensate e condensate, aggregate intorno a grumi ferrosi, trazioni e rotolamenti. High
Gospel è una linea che scorre molto in alto; uno skyline dolomitico. Ha qualcosa della musica celestiale, del salmo, e gioca
in dialettica con l’energia tellurica che accomuna i lavori».
È interessante il fatto che, benché Alberto Tadiello sia nato nel 1983, i meccanismi e i materiali industriali al centro
del suo linguaggio non siano fantascientifiche mostruosità digitali, ma al contrario si compongano di agglomerati elettromeccanici,
di chilometri di cavi elettrici, di sistemi audio e scarti di metallo. Diventa importante il fatto che queste
installazioni non siano il frutto di un processo di produzione semi-industriale, ma vengano create in prima persona
dall’artista attraverso ore di lavoro in cui taglia, piega, monta e salda materiali diversi. Questo è insolito visto che Tadiello
fa parte di una generazione cresciuta nell’era post-digitale, in cui le macchine non sono più il prolungamento del sistema
muscolare, ma del sistema nervoso, dematerializzando la percezione dei limiti del corpo e offrendo la possibilità di vivere
sospesi fuori dal tempo e dallo spazio. Erede della tradizione ‘poverista’ nell’uso dei materiali e nel rapporto tattile, e non
solo concettuale, con gli oggetti di cui si appropria, Alberto Tadiello crea sculture classiche nel loro uso dello spazio, vitali
nella loro capacità di catturare energia e inquietanti nell’infiltrarsi fino a sotto la pelle di chi sta loro di fronte.
Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, Vicenza, 1983) laureato all’Università IUAV di Venezia nel 2007, ha partecipato
a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero tra cui: “T2 –Triennale Torino. 50 lune di Saturno”,
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2008; “X Initiative”, New York, 2009; ‘Science versus Fiction’, Bétonsalon
Centre d’art et de recherche, Parigi, 2009; “SI - Sindrome italiana”, Le Magasin, Centre National d’Art Contemporain
de Grenoble, Grenoble, 2010; “Italian Art To Be Listened To”, NCCA, Mosca, 2011; “Experimental Station”, CA2M, Centro
de Arte Dos de Mayo, Madrid, 2011; “Terre Vulnerabili”, Hangar Bicocca, Milano, 2011; “Sound art. Sound as a Medium
of Art”, ZKM Centre for Art and Media, Karlsruhe, 2012.
Nel 2009 è stato vincitore della settima edizione del Premio Furla e nel 2011 del New York Prize.
Ha preso parte a diversi programmi di residenza organizzati da: Dena Foundation for Contemporary Art a Parigi,
Gasworks International Residency Programme a Londra, Villa Arson a Nizza, HIAP ad Helsinki, Viafarini a Milano, ISCP
a New York. I suoi lavori sono stati presentati alle sezioni “Present Future”, Artissima Torino 2008 e “Art | 41 | Basel,
Art Public”, Basilea 2010 dalla galleria T293.
Sponsor Villa Croce
Con questa mostra Villa Croce inaugura un innovativo modello di gestione pubblico privato grazie
alla collaborazione tra il Comune di Genova con il contributo di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura
e un gruppo di privati Fondazione Edoardo Garrone, Gruppo HOFIMA (Holding Finanziaria Malacalza),
Costa Crociere, Banca CARIGE, Villa Montallegro, COE&CLERICI il cui supporto finanziario permette
la programmazione artistica del museo.
Villa Croce Museo D’Arte Contemporanea
Il Museo d’Arte contemporanea di Villa Croce, inaugurato nel febbraio del 1985 in una villa neo-classica,
ha una collezione permanente di oltre 4000 pezzi tra cui opere d’arte italiana e straniera, arte genovese
e ligure dalla seconda metà del ’900, grafica italiana del secondo ’900 e il fondo di arte astratta
Maria Cernuschi Ghiringhelli con oltre duecento opere di alcuni tra i più importanti artisti italiani degli anni
’60 e ‘70. La programmazione del museo si articola attraverso mostre ed eventi dedicati alla contemporaneità.
Il programma espositivo presenta artisti e tendenze emergenti nel panorama internazionale dell’arte
contemporanea insieme a mostre storiche volte a valorizzare la collezione permanente.
High Gospel, mostra personale di Alberto Tadiello
a cura di Ilaria Bonacossa
inaugurazione: venerdì 30 novembre, ore 18
30 novembre 2012 – 18 febbraio 2013
anteprima stampa: venerdì 30 novembre, ore 11.30-13.30
presentazione mostra: venerdì 30 novembre, ore 18.30
in occasione della mostra verrà prodotto il catalogo High Gospel
edito da Mousse Publishing
con testi di Ilaria Bonacossa e Francesco Stocchi
UFFICIO STAMPA
Genova Palazzo Ducale
Fondazione per la Cultura – Ufficio Stampa
telefono +39 010.5574012/4047/4826
ufficiostampa@palazzoducale.genova.it
staffmostre@comune.genova.it
Alberto Tadiello è un artista che attraverso installazioni ambientali, sculture e disegni indaga il rapporto con lo spazio
e con il tempo, analizzando le relazioni tra dimensioni sonore e visive.
Le sue opere nascono dalla manipolazione ingegneristico-poetica di materiali d’uso comune trasformati in macchinari
utopici che, attraverso il loro funzionamento dis-funzionale, sembrano prendere vita. Esordisce nel 2005 rielaborando
le frequenze sonore delle maree veneziane in una partitura musicale astratta e ipnotica; nel 2008 crea una scultura
minimale a parete di piccoli carillon motorizzati la cui accelerazione, oltre a consumarli entropicamente, trasforma
le loro melodie in una stridente cacofonia ambientale; nel 2009, montando insieme un trapano con un compasso e una
biro, realizza uno strumento per disegni frattali che paiono catturare la casualità programmata del moto delle particelle;
nel 2011 ordina all’interno di alcune campane di mdf una fioritura di campanelli quasi a ridisegnare la configurazione
elettronica di un atomo e a diffondere nello spazio una vigorosa radiazione sonora.
A Genova l’artista presenta una serie di nuovi lavori creati in dialogo con gli spazi classici della villa.
Installazioni sonore, grandi sculture, disegni, cingoli prigionieri della loro inutile arcaicità meccanica, sembrano
manifestare una forma di luddismo al contrario. Esemplare è Tarantolata, una grande scultura rotante composta da
una betoniera portatile e da una raggiera di stecche metalliche e liste di mdf, che girando si trasforma in un cardo ferroso
che avvolge e risucchia lo spazio circostante. La bellezza e la brutalità di questa scultura ipnotizza attraverso una sorta
di contrazione spaziale. Similmente, le due installazioni sonore realizzate attraverso la rielaborazione digitale di alcune
campionature audio modificate, torturate, capovolte e rallentate dall’artista, danno vita a esperienze sonore magnetiche
e avvolgenti, insistenti e incombenti in cui il suono diventa scultoreo e tridimensionale. Le due serie di disegni sembrano
esperimenti per il rilascio di forza pura, tracce di un segno feroce, buchi neri composti dall’ostinazione compositiva
dei loro molteplici strati. I lavori presentati in mostra sono degli organismi attivi, che inesorabili, minacciosi e stridenti,
restano prigionieri di processi inutili che li trasformano in enigmatiche presenze che girano, muovono, suonano,
disegnano o tagliano cariche di melanconica energia.
High Gospel rivela una profonda ossessione per la Natura e uno sguardo sempre radicato e volto ai suoi funzionamenti.
Il titolo della mostra nasce dall’accostarsi di due universi differenti. Nelle parole dell’artista, «High sta per alto, intenso,
elevato, acuto; Gospel, usato come termine tecnico musicale, traccia un credo. È una coralità di pensieri, di suggestioni,
di temperature che si sono addensate e condensate, aggregate intorno a grumi ferrosi, trazioni e rotolamenti. High
Gospel è una linea che scorre molto in alto; uno skyline dolomitico. Ha qualcosa della musica celestiale, del salmo, e gioca
in dialettica con l’energia tellurica che accomuna i lavori».
È interessante il fatto che, benché Alberto Tadiello sia nato nel 1983, i meccanismi e i materiali industriali al centro
del suo linguaggio non siano fantascientifiche mostruosità digitali, ma al contrario si compongano di agglomerati elettromeccanici,
di chilometri di cavi elettrici, di sistemi audio e scarti di metallo. Diventa importante il fatto che queste
installazioni non siano il frutto di un processo di produzione semi-industriale, ma vengano create in prima persona
dall’artista attraverso ore di lavoro in cui taglia, piega, monta e salda materiali diversi. Questo è insolito visto che Tadiello
fa parte di una generazione cresciuta nell’era post-digitale, in cui le macchine non sono più il prolungamento del sistema
muscolare, ma del sistema nervoso, dematerializzando la percezione dei limiti del corpo e offrendo la possibilità di vivere
sospesi fuori dal tempo e dallo spazio. Erede della tradizione ‘poverista’ nell’uso dei materiali e nel rapporto tattile, e non
solo concettuale, con gli oggetti di cui si appropria, Alberto Tadiello crea sculture classiche nel loro uso dello spazio, vitali
nella loro capacità di catturare energia e inquietanti nell’infiltrarsi fino a sotto la pelle di chi sta loro di fronte.
Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, Vicenza, 1983) laureato all’Università IUAV di Venezia nel 2007, ha partecipato
a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero tra cui: “T2 –Triennale Torino. 50 lune di Saturno”,
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2008; “X Initiative”, New York, 2009; ‘Science versus Fiction’, Bétonsalon
Centre d’art et de recherche, Parigi, 2009; “SI - Sindrome italiana”, Le Magasin, Centre National d’Art Contemporain
de Grenoble, Grenoble, 2010; “Italian Art To Be Listened To”, NCCA, Mosca, 2011; “Experimental Station”, CA2M, Centro
de Arte Dos de Mayo, Madrid, 2011; “Terre Vulnerabili”, Hangar Bicocca, Milano, 2011; “Sound art. Sound as a Medium
of Art”, ZKM Centre for Art and Media, Karlsruhe, 2012.
Nel 2009 è stato vincitore della settima edizione del Premio Furla e nel 2011 del New York Prize.
Ha preso parte a diversi programmi di residenza organizzati da: Dena Foundation for Contemporary Art a Parigi,
Gasworks International Residency Programme a Londra, Villa Arson a Nizza, HIAP ad Helsinki, Viafarini a Milano, ISCP
a New York. I suoi lavori sono stati presentati alle sezioni “Present Future”, Artissima Torino 2008 e “Art | 41 | Basel,
Art Public”, Basilea 2010 dalla galleria T293.
Sponsor Villa Croce
Con questa mostra Villa Croce inaugura un innovativo modello di gestione pubblico privato grazie
alla collaborazione tra il Comune di Genova con il contributo di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura
e un gruppo di privati Fondazione Edoardo Garrone, Gruppo HOFIMA (Holding Finanziaria Malacalza),
Costa Crociere, Banca CARIGE, Villa Montallegro, COE&CLERICI il cui supporto finanziario permette
la programmazione artistica del museo.
Villa Croce Museo D’Arte Contemporanea
Il Museo d’Arte contemporanea di Villa Croce, inaugurato nel febbraio del 1985 in una villa neo-classica,
ha una collezione permanente di oltre 4000 pezzi tra cui opere d’arte italiana e straniera, arte genovese
e ligure dalla seconda metà del ’900, grafica italiana del secondo ’900 e il fondo di arte astratta
Maria Cernuschi Ghiringhelli con oltre duecento opere di alcuni tra i più importanti artisti italiani degli anni
’60 e ‘70. La programmazione del museo si articola attraverso mostre ed eventi dedicati alla contemporaneità.
Il programma espositivo presenta artisti e tendenze emergenti nel panorama internazionale dell’arte
contemporanea insieme a mostre storiche volte a valorizzare la collezione permanente.
30
novembre 2012
Alberto Tadiello – High Gospel
Dal 30 novembre 2012 al 18 febbraio 2013
arte contemporanea
Location
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA VILLA CROCE
Genova, Via Jacopo Ruffini, 3, (Genova)
Genova, Via Jacopo Ruffini, 3, (Genova)
Vernissage
30 Novembre 2012, h 18
Autore
Curatore