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Una cosa nessuno potrà negargliela: di non aver perso tempo. A poche ore dall’ufficializzazione dell’incarico come curatore del Padiglione Italia per la Biennale di Venezia 2011, Vittorio Sgarbi presenta già il suo progetto. Un progetto informale, ma pur sempre un progetto. Lo affida infatti alle pagine del Giornale, quotidiano col quale collabora da tempo.
A tratti è scherzoso, quasi irridente, in linea con l’aspetto “Mr. Hyde” della sua multiforme personalità: “Non me lo aspettavo. Ma ne sono felice. A Venezia si mangia bene. Si incontrano persone curiose e persone distratte. Non ho mai incontrato nessuno a cui sia piaciuta una Biennale. Eppure ci vanno tutti”.
Ma per il resto è serio, molto serio. “Non ho chiesto né al ministro per i Beni culturali, né tantomeno a Berlusconi, come ho letto su qualche giornale, di essere nominato direttore del Padiglione Italia della prossima Biennale”, ci tiene a precisare.
Poi entra nel merito: “La mia Biennale sarà dunque quella del centocinquantesimo dell’unità d’Italia, e dovrà esibire gli artisti che, con il loro valore, meglio illustrino il prestigio nell’arte della nostra nazione. […] Forse Bondi ha voluto alzare la posta e spingere ancora più avanti quella che ad alcuni sembrerà una provocazione e, al di là dei facili e prevedibili contrasti, già prevedo la prima riserva: ma Sgarbi è un esperto di arte antica, non si occupa di arte contemporanea, anzi la odia. Quante volte ho sentito queste affermazioni e quante volte ho pensato ad artisti superbi come Domenico Gnoli, Antonio López García, Werner Tubke, e anche a più giovani come Lino Frongia, Luigi Serafini, Giuseppe Ducrot, Luca Crocicchi sono alcuni nomi delle migliaia di cui mi sono occupato. E Carlo Guarienti, Gianfranco Ferroni, Piero Guccione, Gaetano Pompa. Contemporanei? No, dispersi. Ignorati. Rispetto a altri sempre visti, ovunque esposti, esaltati, necessari, onnipresenti”.
Il discorso si allarga anche a considerazioni “universali”: “Non si capisce perché, per ricordare una polemica di qualche anno fa, Buren deve essere più contemporaneo di Balthus. Se è soltanto una questione d’età, allora è indiscutibile che Serafini è più contemporaneo di Pistoletto. Ma è forse una questione di visione? C’è una visione più contemporanea di un’altra? Fino a che punto è contemporaneo Rauschenberg? E lo è più o meno di Fetting? Quesiti oziosi. Giacché, come è evidente, tutta l’Arte è Arte contemporanea. Il resto è classificazione, mercato, moda, sindacato, lobby, scuderie, squadre”.
Fino al paradosso finale: “Quest’anno il Padiglione Italia è stato criticato in modo feroce, se possibile più di ogni altra volta. Eppure la Biennale e anche quel Padiglione non ha mai avuto tanti visitatori. Bisogna quindi sperare di farla particolarmente brutta perché sia molto vista. Proverò a farla bella perché non ci vada nessuno”.
[exibart]
A tratti è scherzoso, quasi irridente, in linea con l’aspetto “Mr. Hyde” della sua multiforme personalità: “Non me lo aspettavo. Ma ne sono felice. A Venezia si mangia bene. Si incontrano persone curiose e persone distratte. Non ho mai incontrato nessuno a cui sia piaciuta una Biennale. Eppure ci vanno tutti”.
Ma per il resto è serio, molto serio. “Non ho chiesto né al ministro per i Beni culturali, né tantomeno a Berlusconi, come ho letto su qualche giornale, di essere nominato direttore del Padiglione Italia della prossima Biennale”, ci tiene a precisare.
Poi entra nel merito: “La mia Biennale sarà dunque quella del centocinquantesimo dell’unità d’Italia, e dovrà esibire gli artisti che, con il loro valore, meglio illustrino il prestigio nell’arte della nostra nazione. […] Forse Bondi ha voluto alzare la posta e spingere ancora più avanti quella che ad alcuni sembrerà una provocazione e, al di là dei facili e prevedibili contrasti, già prevedo la prima riserva: ma Sgarbi è un esperto di arte antica, non si occupa di arte contemporanea, anzi la odia. Quante volte ho sentito queste affermazioni e quante volte ho pensato ad artisti superbi come Domenico Gnoli, Antonio López García, Werner Tubke, e anche a più giovani come Lino Frongia, Luigi Serafini, Giuseppe Ducrot, Luca Crocicchi sono alcuni nomi delle migliaia di cui mi sono occupato. E Carlo Guarienti, Gianfranco Ferroni, Piero Guccione, Gaetano Pompa. Contemporanei? No, dispersi. Ignorati. Rispetto a altri sempre visti, ovunque esposti, esaltati, necessari, onnipresenti”.
Il discorso si allarga anche a considerazioni “universali”: “Non si capisce perché, per ricordare una polemica di qualche anno fa, Buren deve essere più contemporaneo di Balthus. Se è soltanto una questione d’età, allora è indiscutibile che Serafini è più contemporaneo di Pistoletto. Ma è forse una questione di visione? C’è una visione più contemporanea di un’altra? Fino a che punto è contemporaneo Rauschenberg? E lo è più o meno di Fetting? Quesiti oziosi. Giacché, come è evidente, tutta l’Arte è Arte contemporanea. Il resto è classificazione, mercato, moda, sindacato, lobby, scuderie, squadre”.
Fino al paradosso finale: “Quest’anno il Padiglione Italia è stato criticato in modo feroce, se possibile più di ogni altra volta. Eppure la Biennale e anche quel Padiglione non ha mai avuto tanti visitatori. Bisogna quindi sperare di farla particolarmente brutta perché sia molto vista. Proverò a farla bella perché non ci vada nessuno”.
[exibart]
AHBLABLABLABLAHHHH!!!
non voglio sentire!
Grazie Sgarbi! Dai un bel calcio al culo ai soliti noti. Via, via, non se ne poteva più.
Grazie, grazie, grazie, grazie…
E un grazie a Bondi. Il primo ministro fuori dalla lurida cricca “contemporanea international”
Per fare il curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia dei essere : Arrogante, presuntuoso e fortemente politicizzato. Sgarbi è perfetto! Scoccia che sia di Destra e che sia legato a un contemporaneo figurativo non “alla moda” ..?! Almeno vedremo qualcosa di diverso! Poi , per una volta, opporsi ai dettami imposti da un sistema dell’arte estremamente omogeneo e omologante è un modo per offrire agli spettatori qualcosa di diverso. Non sono affatto un ammiratore di Sgarbi anzi credo che sia un individuo mentalmente lontano dalla realtà contemporanea , tuttavia ho due motivi per vedere positivamente la sua nomina: 1) Basta con visioni dell’arte univoche e ghettizzanti 2) concordo con lui sul fatto che spesso si spaccino per arte contemporanea cose assolutamente prive di contenuti , ma ricche di luci e rumori. Ok il coinvolgimento fisico, ok la voglia di essere stupiti però se l’idea è quella di partecipare ad un grosso carnevale …me ne vado a Gardaland non alla Biennale di Venezia!
Caro Ferrara guarda che in Italia cercando trovi curatori anticonformisti, dal solido curriculum ed attenti all’arte contemporanea idonei al Padiglione..non c’è bisogno di Sgarbi e tantomeno di Luca Beatrice
Mi piace Sgarbi la sua faccia da schiaffi mi arrapa è bravo e di arte se ne intende spero di essere l’unico a veder la Biennale MANNAGGIA
Certo, non verrà giustamente nessuno. A parte i suoi “amici” tipo Toscani che cercano di infilarsi dappertutto.
Se con Berlusconi siamo diventati la barzelletta del mondo ora tocca anche alle istituzioni italiane più prestigiose adeguarsi. Chi saranno gli italiani scelti da Sgarbi ?? Tremo al pensiero…
Vittorio Sgarbi è limitato agli anfratti di arte e di personaggi che ancora credono nelle apparizioni dei Santi . L’arte contemporanea è il barometro del nostro costume e quindi della nostra Epoca , comunque all’avanguardia e portatrice dei nostri desideri nati di certo nel grembo di una madre non moderna ma di oggi . Del ” Dopo ” la pittura che di per sè è già passata alla storia e quindi ” esaurita “.
Guardate Cucchi , Paladino ,e forse qualche altro , senza tanto false nostalgie .Il padiglione Italia comunque , al di là dei ” grandi ” dovrebbe esporre l’artista che segna questa temperatura , della nostra epoca , delle nostre schizzofrenie , dei pruriti ancora in vita di chi contenie questa arcaica ” fede ” che è L’Arte .
Ma se invece alla Biennale venissero in tanti e ridessero?
Meglio Sagarbi che Bonito Oliva!
Paradosso finale???
Ma è tutto vero
Meglio Sgarbi che i due Beatrice che hanno mascherato un padiglione reazionario in progressista. Tutta l’arte e’ contemporanea ma ne esiste di qualita’ e di pessima qualita’. L’arte di qualita’ non ha paura di niente e tantomeno di Sgarbi, Bondi e Bindi. W Whitehouse.
Quoto al 100% LR
Ci mancava Sgarbi alla Biennale. Certo ricorda i Salons francesi di antica memoria…Ma sarà in grado di vedere l’arte contemporanea? La scelta di Bondi non poteva essere più in-felice, dopo il diverbio tra i due, in una nota trasmissione televisiva. E’ il segno della loro rappacificazione. Si potrà vedere su youtube il filmato di Bondi attaccato da Sgarbi…Ma è acqua passata, evidentemente. Uno showman a dirigere la Biennale di Venezia… mi mette tanta curiosità addosso. Ma non si dica che Sgarbi è un curatore “antimafia” perché egli è profondamente inserito nel mercato dell’arte, e sicuramente chiede fior di quattrini agli artisti che gli chiedono una recensione delle proprie opere…e orienta le scelte di alcuni di loro, quindi? Da che pulpito viene la predica?
CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, SOTTO LA PANGA LA CAPRA CAMPA, SOTTO LA BIENNALE LA CAPRA CREPA!
Un fatto solo è certo… che se ne parla prima ancora che cominci… visto che manca il nome di chi è designato alla cura dell’intera “Biennale”. Il vero scandalo è il predominio di un tipo di mercato sull’altro… vedremo artistti che non avranno trovato spazio nela eco delle grandi mostre e delle grandi gallerie che le sponsorizzano… ma ci saranno altrettante gallerie che avranno interesse a ffinchè i loro artisti, in questo caso di piacimento e in collegamento con il curatore di turno, saranno presenti. Non so se per età… o per conoscenza… ma cosa seguì alla biennale di A.B.O. che aveva rotto con anno di concettuale?…. non si ricorda che Maurizio Calvesi anche se con l’aiuto di Marisa Vescovo nel 1984 misero su una biennale alquanto discutibile… ma molto peggio fece sempre il Calvesi nel 1986 con la scalata all’olimpo dell’arte di un certo Anacronismo… con la scusa del ritorno alla tela e ai pennelli già proclamata dallo stesso A.B.O….. Oggi che fine hanno fatto i Piruca?… i C.M. Mariani?… i Di Stasio?… ecc…. eppure trovaro nell’immediato collocazione… mercato… notorietà… e collezionisti (oggi molti pentiti per il loro mercato in ribasso)… quindi credo inutile una discussione in tal merito… la verità è che la biennale dovrebbe far scoprire artisti nuovi che rappresentino la propria e la nostra contemporaneità anche sotto la visione di chi li mette in mostra… e forse, se il caso… se trovano interesse da parte dei fruitore e dei collezionisti rappresentare i nostri anni in qualche museo… così credo abbia senso un’evento come la Biennale nata proprio con questo scopo e non per far valere una cinica logica di mercato l’uno sull’altro con la presenza di artisti di cui si sa già tutto e si è a conoscenza di ciò che fanno e quale mercato occupino.
Ottima scelta.Sgarbi curatore del padiglione,
Italiano alla Biennale di Venezia.
Gli auguro buon lavoro.
G.B.B.
Sgarbi dice:
porterò Il Cristo Morto del Mantegna –
Billy dice:
ottima idea, idea sopraffina, importante però… non portare nient’altro!
Se hai il “piccolo” grande Mantegna… tutto il resto “è noiaaa… noia noia… solo…noia…” tutto il resto non potrebbe r/esistere (soprattutto i pedanti artisti Sgar-bati)
Il dramma potrebbe dunque, colpirci all’alba dei morti viventi… e non alla Biennale di chi non è mai morto e mai morirà… vale sia per Cristo che per Mantegna.
Ipse Dixit
Dopo che si leggerà la lista ufficiale degli invitati, se dovesse soltanto rispecchiare i suoi interessi, mobilitiamoci e, o non entriamo al Padiglione Italiano o ci uniamo concretamente con qualche iniziativa forte.
Se viceversa sarà onesta intellettualmente, potrà piacerci o meno, ma saremo volentieri rispettosi delle sue scelte..
Siamo l’unico Paese al mondo dove c’è un’arte di dx o di sn, buona o cattiva a seconda di chi comanda….
Ma chi fa il vero interesse dell’ Arte Contemporanea?
Se adesso Sgarbi si lamenta, come ha fatto Beatrice prima, che è ora di cambiare registro visto il monopolio che c’è stato sull’arte contemporanea in Italia, presumibilmente da parte della sn, continua pure lui a sbagliare, se reagisce nello stesso modo….!ma perseverare è diabolico..
Quello che si dimentica è la ribalta: la Biennale, a parte i detrattori per principio, è un palcoscenico internazionale. Chi sceglie un curatore per una simile occasione DEVE pensare che non può solo accontentare orticelli di casa sua. Questo vale per chiunque naturalmente.
Aver scelto in un modo alla 53a e nel medesimo per la 54a indica scarsa conoscenza dell’ABC delle politiche culturali.
Sgarbi, che ci piaccia o meno, e a causa della sua scarsa capacità di gestione soprattutto di manifestazioni espositive, è considerato poco meno che niente all’estero, un referente neppure da prendere in considerazione, giudicato dalle maggiori istituzioni internazionali poco più che un arrabattato.
Sgarbi la conoscerà la Galleria Civica di Monfalcone?! Chissà!
ma forse il budget di Sgarbi sarà inferiore a quello di ‘Barock’!
…a Sgarbi manca l’intelligenza artistica, l’intelligenza moderna, lui stesso non è contemporaneo…
vedo che i compagni già sono in fila per sputare veleno, ma oltre a questo non sanno fare altro, ed è proprio merito loro se questa tanto odiata destra di berlusconi governerà fino alla notte del giudizio universale………a mio giudizio dopo aver assistito alla magica Biennale di Szeemann mi è venuto il reflusso gastroesofageo con quella di Bonami, pertanto anche belzebù non potrebbe fare peggio, quindi Sgarbi non mi scandalizza.
E invece bisogna sentire! Questo è il risultato quantomeno dell’arrogante,ottuso,lobbysta,genoflesso,mafioso,finto e poco serio “sistema dell’arte” artisti compresi.Che differenza passa tra Sgarbi e Bonami? Nessuna! Ognuno coltiva il proprio interesse privato, con i propri lacchè, e a loro volta lacchè dei grandi interessi. Privato! E’ questo il limite. Per quello che mi riguarda non cambia nulla!Indipendente ero e tale rimango, faccio e vivo da artista,con il mio lavoro.
Perciò, Sgarbi o Beatrice… il lavoro è il mio critico, e chi lo acquista il riconoscimento. Alla biennale non ci vado, ma a Venezia si!
non vi è piaciuto il mio commento, o cosa?
Io penso nel profondo del mio cuore, che se tutte le persone che non fanno altro che criticare gli altri e parlare male, riescono a guardarsi nel profondo della loro anima, e provare solo per un istante ad essere la persona che contestano o che maltrattano anche non conoscendola “IO sarei capace di poterlo fare nel migliore dei modi ” allora forse troveranno da soli la giusta risposta.
Io già sono andato oltre e pensandoci bene meno male che c’è Sgarbi, Berlusconi, Caravaggio, Giovan Battista Tiepolo, Modigliani, Morandi, Zeling, Brignano, ecc……
PS.. Non guardate un solo emisfero la terra è composta da due emisferi. Ciao a tutti da Pesci57
HAI RAGIONE TU!
….Sgarbi curatore del padiglione italiano della Biennale di Venezia 2011 dopo il già nefando Luca Beatrice? è il titolo di una storia di Topolino, tipo ” Paperino Astronauta ” o ” Paperoga Ventimila Leghe sotto i mari ” mi auguro…