Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
25
gennaio 2010
fino al 30.I.2010 Chantal Joffe Milano, Monica De Cardenas
milano
“Donne donne eterni dei, chi v’arriva a indovinar”. Ci prova l’artista inglese, esponente della seconda “ondata” degli Young British Artists. Con una carrellata di fluidi, penetranti ritratti al femminile...
di Anita Pepe
La pittura di Chantal Joffe (St. Albans, 1969; vive a Londra)
libera il recensore – e lo spettatore – dall’assillo dell’interpretazione. Per
restituirlo ai meccanismi, e al piacere, della visione. Niente funambolismi
pseudo-filosofici, niente giochi di prestigio concettuali, niente provocazioni
a effetto.
Chantal
Joffe dipinge. E bene, pur senza dispiegare una sua cifra particolare. Né
perseguire una varietà di soggetti: la personale è infatti impostata su una
galleria di ritratti femminili – non importa se veri o verosimili – resi col
tocco nervoso di un espressionismo onestamente rieditato, e ibridato con
citazioni da Modigliani, un po’ di “lezioni americane” e tagli classicheggianti,
nell’inquadratura che insegue l’icona, memore in extremis di alcune effigi di Picasso (Daiane, ad esempio, sembra un d’après del Ritratto di Olga).
L’impianto
cromatico seleziona, accanto agli incarnati, gamme di bruni e ocra, che insieme
al nero fluido comunicano la natura e il messaggio di una pittura “liquida”
(con tanto di episodi dripping), disposta a tratteggiare il guizzo psicologico, fermare
l’attimo, suggerire il carattere.
Un
approccio pragmatico, quello dell’artista – che dovrebbe però evitare di cadere
nell’esausto cliché della “pittura in rosa” al quadrato -, concretizzato (e talvolta
esasperato) in figure dalla bella pennellata corposa, che rende con scioltezza
un universo di fisionomie spigolose o tozze e di psicologie asciutte.
Lolite
in gonnellino e signore dall’atteggiamento mascolino, maliziose o rudi,
sfrontate o insicure, dall’aria casual o dal fascino consapevole, come nella
pienezza erotica dei collage.
Donne
e ragazze che si vogliono reali, e dotate di una prorompente fisicità interiore,
nelle quali tuttavia s’indovina una soggezione, anzi una disinvolta abitudine,
alla posa fashion, all’isteria glamour. Donne e ragazze “moderne”, bozzetti di
una muliebre comédie metropolitana esposti – coincidenza! – a poca distanza
dall’avveniristico cantiere della discussa Città della Moda, altra “fabbrica di
San Pietro” di una Milano da ribere.
Donne
e ragazze che, se non proprio sull’orlo di una crisi di nervi, almeno nel
perimetro della tela (e non solo, stante la scarsità di sorrisi) sembrano
terribilmente sole.
libera il recensore – e lo spettatore – dall’assillo dell’interpretazione. Per
restituirlo ai meccanismi, e al piacere, della visione. Niente funambolismi
pseudo-filosofici, niente giochi di prestigio concettuali, niente provocazioni
a effetto.
Chantal
Joffe dipinge. E bene, pur senza dispiegare una sua cifra particolare. Né
perseguire una varietà di soggetti: la personale è infatti impostata su una
galleria di ritratti femminili – non importa se veri o verosimili – resi col
tocco nervoso di un espressionismo onestamente rieditato, e ibridato con
citazioni da Modigliani, un po’ di “lezioni americane” e tagli classicheggianti,
nell’inquadratura che insegue l’icona, memore in extremis di alcune effigi di Picasso (Daiane, ad esempio, sembra un d’après del Ritratto di Olga).
L’impianto
cromatico seleziona, accanto agli incarnati, gamme di bruni e ocra, che insieme
al nero fluido comunicano la natura e il messaggio di una pittura “liquida”
(con tanto di episodi dripping), disposta a tratteggiare il guizzo psicologico, fermare
l’attimo, suggerire il carattere.
Un
approccio pragmatico, quello dell’artista – che dovrebbe però evitare di cadere
nell’esausto cliché della “pittura in rosa” al quadrato -, concretizzato (e talvolta
esasperato) in figure dalla bella pennellata corposa, che rende con scioltezza
un universo di fisionomie spigolose o tozze e di psicologie asciutte.
Lolite
in gonnellino e signore dall’atteggiamento mascolino, maliziose o rudi,
sfrontate o insicure, dall’aria casual o dal fascino consapevole, come nella
pienezza erotica dei collage.
Donne
e ragazze che si vogliono reali, e dotate di una prorompente fisicità interiore,
nelle quali tuttavia s’indovina una soggezione, anzi una disinvolta abitudine,
alla posa fashion, all’isteria glamour. Donne e ragazze “moderne”, bozzetti di
una muliebre comédie metropolitana esposti – coincidenza! – a poca distanza
dall’avveniristico cantiere della discussa Città della Moda, altra “fabbrica di
San Pietro” di una Milano da ribere.
Donne
e ragazze che, se non proprio sull’orlo di una crisi di nervi, almeno nel
perimetro della tela (e non solo, stante la scarsità di sorrisi) sembrano
terribilmente sole.
articoli correlati
Joffe
a Venezia
anita pepe
mostra visitata il 5
dicembre 2009
dal 19 novembre 2009 al 30 gennaio 2010
Chantal
Joffe
Galleria Monica De Cardenas
Via Viganò, 4 (zona Stazione Garibaldi) – 20134 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0229010068; fax +39 0229005784; monica@decardenas.com; www.artnet.com/decardenas
[exibart]