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108 – Seventeen dens
L’esposizione Seventeen dens offre l’opportunità di trovare riparo intrufolandosi nell’inconsueto immaginario di 108.
Comunicato stampa
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108 sono le tentazioni materiali da superare per raggiungere il Nirvana, secondo buddhisti e induisti i mantra sarebbero da ripetere 108 volte, di 108° è l'angolo del pentagono, uno degli angoli più importanti che compongono la sezione aurea.
108 è anche un numero affascinante per Guido Bisagni (Alessandria, 1978) che lo ha scelto, da diverso tempo ormai, come suo pseudonimo. Questa cifra intriga l’autore sia per i suoi connotati poetici ed esoterici che per il suo aspetto formale: riducendo all’osso il numero 108 appaiono infatti una riga e tre cerchi.
Alla fine degli anni '90, seguendo artisti contemporanei come Stak, Guido Bisagni inizia una nuova ricerca personale diventando uno dei primi artisti del Post-graffitismo europeo ad abbandonare il lettering per concentrarsi su questa misteriosa sequenza di cifre.
L’artista è innovatore anche nell’uso della forma: i suoi primi lavori conosciuti sono figure organiche astratte, di colore giallo, ritagliate da carta autocollante in maniera istintiva e compulsiva. In effetti, 108 ha contaminato, con almeno 3000 delle sue pellicole adesive, diverse città tra cui Milano, Berlino, New York, Londra, Parigi e Oslo, influenzando con il suo stile un’intera generazione di street-artists.
108, con il passare del tempo, comincia un viaggio introspettivo e oscuro che condiziona notevolmente i suoi lavori. Distaccandosi violentemente dal filone “pop”, indaga la forma pura, carica di significato simbolico. Questa ricerca lo porta ad allontanarsi radicalmente da ogni rappresentazione del reale e del conosciuto, lasciandosi influenzare fortemente dall’arte primitiva, dall’antico sciamanesimo locale e dal carattere propiziatorio delle incisioni rupestri.
Eclettico e curioso, Guido Bisagni assorbe “a spugna” ogni suggestione visiva, apparentemente irrilevante, per poi rielaborarla e sviluppare opere uniche nel loro genere. Fra le sue fonti d’ispirazione cita “i sogni e il vino rosso piemontese, le macchie d’umidità, il muschio e la nebbia, le pietre, gli alberi, l’inverno con la sua neve, le scritture etrusche, le rune, le lumache, i gatti e tutto ciò che è incomprensibile”.
Risultato: le sue tele e le sue enormi pitture murali raffiguranti sagome nere, si trasformano in secolari menhir densi di significato, in fantasmi del passato pronti ad interferire con il nostro presente, in ponti che partono dal suolo sul quale stiamo e finiscono nell’ignoto.
Chiamato ad esporre in musei e gallerie private, 108 si cimenta inoltre in installazioni multimediali attraverso composizioni sonore. Nel 2004 è stato invitato a Parigi al Nusign 2.4, la prima grande mostra sul Post-graffitismo europeo, nel 2007 ha partecipato alla 52esima Biennale di Venezia nel quadro dell’esposizione Walls curata dalla Fondazione Bevilacqua La Masa e nel 2008 è stato invitato allo Scio Space di Los Angeles per la mostra Nomadaz. Ha realizzato inoltre delle installazioni ai festival di Zaragoza (2006 e 2007), di Wroclaw (2008), Katovice (2011), alla Triennale di Milano (2008), e dei wall painting al Fame Festival di Grottaglie, Zagabria, Katovice. Numerose sono anche le mostre collettive e personali in Italia e all'estero a cui ha partecipato.
ego gallery si prepara all’arrivo dell’inverno, accogliendo un artista che in mezzo alla neve e alla nebbia ha trovato il suo equilibrio. L’esposizione Seventeen dens - diciassette tane – offre al pubblico l’opportunità d’intrufolarsi nell’inconsueto immaginario di 108, nel quale ciascuno potrà trovare riparo.
108 è anche un numero affascinante per Guido Bisagni (Alessandria, 1978) che lo ha scelto, da diverso tempo ormai, come suo pseudonimo. Questa cifra intriga l’autore sia per i suoi connotati poetici ed esoterici che per il suo aspetto formale: riducendo all’osso il numero 108 appaiono infatti una riga e tre cerchi.
Alla fine degli anni '90, seguendo artisti contemporanei come Stak, Guido Bisagni inizia una nuova ricerca personale diventando uno dei primi artisti del Post-graffitismo europeo ad abbandonare il lettering per concentrarsi su questa misteriosa sequenza di cifre.
L’artista è innovatore anche nell’uso della forma: i suoi primi lavori conosciuti sono figure organiche astratte, di colore giallo, ritagliate da carta autocollante in maniera istintiva e compulsiva. In effetti, 108 ha contaminato, con almeno 3000 delle sue pellicole adesive, diverse città tra cui Milano, Berlino, New York, Londra, Parigi e Oslo, influenzando con il suo stile un’intera generazione di street-artists.
108, con il passare del tempo, comincia un viaggio introspettivo e oscuro che condiziona notevolmente i suoi lavori. Distaccandosi violentemente dal filone “pop”, indaga la forma pura, carica di significato simbolico. Questa ricerca lo porta ad allontanarsi radicalmente da ogni rappresentazione del reale e del conosciuto, lasciandosi influenzare fortemente dall’arte primitiva, dall’antico sciamanesimo locale e dal carattere propiziatorio delle incisioni rupestri.
Eclettico e curioso, Guido Bisagni assorbe “a spugna” ogni suggestione visiva, apparentemente irrilevante, per poi rielaborarla e sviluppare opere uniche nel loro genere. Fra le sue fonti d’ispirazione cita “i sogni e il vino rosso piemontese, le macchie d’umidità, il muschio e la nebbia, le pietre, gli alberi, l’inverno con la sua neve, le scritture etrusche, le rune, le lumache, i gatti e tutto ciò che è incomprensibile”.
Risultato: le sue tele e le sue enormi pitture murali raffiguranti sagome nere, si trasformano in secolari menhir densi di significato, in fantasmi del passato pronti ad interferire con il nostro presente, in ponti che partono dal suolo sul quale stiamo e finiscono nell’ignoto.
Chiamato ad esporre in musei e gallerie private, 108 si cimenta inoltre in installazioni multimediali attraverso composizioni sonore. Nel 2004 è stato invitato a Parigi al Nusign 2.4, la prima grande mostra sul Post-graffitismo europeo, nel 2007 ha partecipato alla 52esima Biennale di Venezia nel quadro dell’esposizione Walls curata dalla Fondazione Bevilacqua La Masa e nel 2008 è stato invitato allo Scio Space di Los Angeles per la mostra Nomadaz. Ha realizzato inoltre delle installazioni ai festival di Zaragoza (2006 e 2007), di Wroclaw (2008), Katovice (2011), alla Triennale di Milano (2008), e dei wall painting al Fame Festival di Grottaglie, Zagabria, Katovice. Numerose sono anche le mostre collettive e personali in Italia e all'estero a cui ha partecipato.
ego gallery si prepara all’arrivo dell’inverno, accogliendo un artista che in mezzo alla neve e alla nebbia ha trovato il suo equilibrio. L’esposizione Seventeen dens - diciassette tane – offre al pubblico l’opportunità d’intrufolarsi nell’inconsueto immaginario di 108, nel quale ciascuno potrà trovare riparo.
07
novembre 2012
108 – Seventeen dens
Dal 07 novembre al 29 dicembre 2012
arte contemporanea
Location
EGO GALLERY
Lugano, Via Luigi Canonica, 9, (Lugano)
Lugano, Via Luigi Canonica, 9, (Lugano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 14-19
sabato 10-18
Vernissage
7 Novembre 2012, h 17:30
Autore