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Paolo Piscitelli – The Broken Places
Venerdì 9 novembre 2012, a partire dalle ore 20.30 a blank, in via Reggio 27 a Torino, dopo l’open studio del mese scorso a Pittsburgh, Paolo Piscitelli presenterà “The Broken Places”, la sua terza personale per e/static.
Realizzazione curata da Carlo Fossati per e/static.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La terza personale di Paolo Piscitelli per e/static (lavori recenti e inediti, realizzati dall'artista negli USA, dove risiede dal 2006) dopo l'open studio di martedì 9 ottobre 2012 a Pittsburgh, PA, verrà inaugurata alle 20.30 di venerdì 9 novembre 2012 a blank, in via Reggio 27 a Torino, dove si potranno vedere, ri-allestite, molte delle opere presentate in quell'occasione.
I due luoghi (places) sono fisicamente molto lontani fra loro, è un oceano a dividerli. Il primo, poi, è uno studio, il secondo uno spazio espositivo, ovvero due dimensioni ben diverse, sostanzialmente antitetiche. Il primo rappresenta infatti la privatezza, e ospita la nascita e la giovinezza dell'opera, prima dell'ingresso nell'età adulta che avviene quando essa esce dallo studio per essere allestita in uno spazio espositivo.
In questo caso le funzioni vengono in qualche modo scambiate, o meglio ancora confuse, perché lo studio di Pittsburgh - ancora 'vergine' in questo caso, Paolo vi si è appena trasferito - si apre al pubblico, mentre a Torino blank, accogliendo quasi senza soluzione di continuità temporale le opere già presentate là, verrà investito dalla freschezza e dall'instabilità costante che permea il luogo della creazione, sottomettendosi alla forza della novità, piuttosto che opporre la propria forma chiusa e rigida. Davanti ai nostri occhi (soprattutto a quelli di chi avrà visto entrambi gli allestimenti) ha luogo un inconsueto fenomeno di rivelazione di un processo generalmente occulto, perché la dimensione della privatezza è quasi sempre, inevitabilmente, assente - ormai superata - quando si allestisce una mostra e la si inaugura.
Ma altri spazi (places) sono coinvolti in questo processo: il vecchio studio di Piscitelli nel Texas (in cui ha lavorato dal 2006 ai primi mesi del 2012), quello della School of Visual Arts a New York dove lavorò un anno fa per un mese, quello del Vermont, dove risiedette per lavorarci nell'ottobre dello stesso anno. Lì le opere vennero effettivamente create, prima di essere trasportate a Pittsburgh nel nuovo studio, per trasmettergli la loro energia ancora pulsante, prima di partire alla volta di Torino per una nuova pubblicazione.
Questo progetto di mostra che si muove nel tempo e nello spazio è all'insegna di una continuità interrotta, e testimonia di un viaggio fatto dall'artista attraverso luoghi diversi e lontani fra loro, per tracciare con le proprie opere - che viaggiando cambiano sempre, ogni volta adattandosi a un diverso contesto - un sentiero invisibile che li connette, senza peraltro chiudersi mai.
I due luoghi (places) sono fisicamente molto lontani fra loro, è un oceano a dividerli. Il primo, poi, è uno studio, il secondo uno spazio espositivo, ovvero due dimensioni ben diverse, sostanzialmente antitetiche. Il primo rappresenta infatti la privatezza, e ospita la nascita e la giovinezza dell'opera, prima dell'ingresso nell'età adulta che avviene quando essa esce dallo studio per essere allestita in uno spazio espositivo.
In questo caso le funzioni vengono in qualche modo scambiate, o meglio ancora confuse, perché lo studio di Pittsburgh - ancora 'vergine' in questo caso, Paolo vi si è appena trasferito - si apre al pubblico, mentre a Torino blank, accogliendo quasi senza soluzione di continuità temporale le opere già presentate là, verrà investito dalla freschezza e dall'instabilità costante che permea il luogo della creazione, sottomettendosi alla forza della novità, piuttosto che opporre la propria forma chiusa e rigida. Davanti ai nostri occhi (soprattutto a quelli di chi avrà visto entrambi gli allestimenti) ha luogo un inconsueto fenomeno di rivelazione di un processo generalmente occulto, perché la dimensione della privatezza è quasi sempre, inevitabilmente, assente - ormai superata - quando si allestisce una mostra e la si inaugura.
Ma altri spazi (places) sono coinvolti in questo processo: il vecchio studio di Piscitelli nel Texas (in cui ha lavorato dal 2006 ai primi mesi del 2012), quello della School of Visual Arts a New York dove lavorò un anno fa per un mese, quello del Vermont, dove risiedette per lavorarci nell'ottobre dello stesso anno. Lì le opere vennero effettivamente create, prima di essere trasportate a Pittsburgh nel nuovo studio, per trasmettergli la loro energia ancora pulsante, prima di partire alla volta di Torino per una nuova pubblicazione.
Questo progetto di mostra che si muove nel tempo e nello spazio è all'insegna di una continuità interrotta, e testimonia di un viaggio fatto dall'artista attraverso luoghi diversi e lontani fra loro, per tracciare con le proprie opere - che viaggiando cambiano sempre, ogni volta adattandosi a un diverso contesto - un sentiero invisibile che li connette, senza peraltro chiudersi mai.
09
novembre 2012
Paolo Piscitelli – The Broken Places
Dal 09 novembre al 15 dicembre 2012
arte contemporanea
Location
BLANK
Torino, Via Reggio, 27, (Torino)
Torino, Via Reggio, 27, (Torino)
Orario di apertura
dal giovedì al sabato, dalle 16 alle 19.30; oppure su appuntamento
Vernissage
9 Novembre 2012, ore 20.30
Autore
Curatore