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Strix. La rappresentazione della strega tra arte e cultura popolare
Si vuole evidenziare la precarietà dell’universo femminile, attraverso la figura simbolica della strega, veicolo della diversità e dell’ignoto dove la magia, la mitologia e la religione diventano strutture protettive di assestamento dell’esistenza precaria.
Comunicato stampa
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STRIX
La rappresentazione della strega tra arte e cultura popolare
Si inaugurerà Mercoledì 31 Ottobre 2012 (ore 18.30) presso la galleria - studio d’arte “I Pellicani ε”, sito in Monterotondo (Rm), via G. Serrecchia13 - la mostra d’arti visive ideata e curata dall’artista pugliese Fabio Petrelli dal titolo “Strix – La rappresentazione della strega tra arte e cultura popolare”. L’esposizione nasce dalla collaborazione di Fabio Petrelli con gli artisti Giacomo Badini, Cristina Blasetti e dai fotografi Federico Puttini, Lara Melchionda e Ileana Valente. Si è cercato di mettere in luce - afferma Petrelli - un tema complesso come appunto quello del rapporto tra il femmineo, il negativo e il “perturbante”. La mostra offre l’occasione per riflettere intorno alla simbolica figura della strega e per evidenziare la condivisione di istanze che hanno permeato il lavoro artistico del gruppo.
Oltre cinquanta opere che testimoniano in modo diverso le varie morfologie della donna – strix attraverso i più disparati linguaggi dell’arte contemporanea: dalla pittura alla scultura-istallazione, dalla fotografia in pellicola a quella digitale.
La strega ha abitato prodigalmente la letteratura di tutti i tempi; basti ricordare le streghe di Shakespeare a quelle della notte di Valpurga nel Faust di Goethe fino alle interpretazioni della moderna psichiatria. Anche l’iconografia è ricca e articolata da A. Diürer a H. Baldung Grien, da M. Raimondi ai celebri sabba di S. Rosa a quelli di F. Goya con le sue ansiogene Pinturas Negras che anticipa il carattere tutto autobiografico della pittura contemporanea. Ponendoci poi a cavallo tra Otto e Novecento come non citare /le raffinate e crudeli divoratrici di E. Munch, F. Van Stuck (tanti altri se ne potrebbero indicare) fino ad approdare alle donne perturbanti di M. Manzelli e alle visioni masochiste ed erotiche di C. Rama. Tutto questo che appartiene alla storia e alla contemporaneità viene calibrato e filtrato in questa mostra dove molteplici sono le ridondanze e i riferimenti al passato.( F. Petrelli)
L’artista Giacomo Badini si addentrerà in un linguaggio che si pone al centro tra pittura, scultura e istallazione proponendoci una serie di gruppi scultorei, manichini frammentati, dove porzioni di corpi sanguinanti e trafitti da crudelissimi e sofisticati strumenti di supplizio ricordano una delle pagine più nere dalla storia della stregoneria: la caccia e le torture dalle streghe. Corpi - non corpi dilaniati, intrappolati entro fili di ferro spinati e sanguinolenti che aprono attraverso i sentieri del’immaginario percorsi di puro masochismo riportandoci alla mante le opere di Géricault e i suoi frammenti anatomici.
Cristina Blasetti invece porrà la sua attenzione sulla rappresentazione fortemente stereotipata di quelli che sono i simboli e gli elementi alchemici associati alle streghe con una pittura che con le sue orchestrazioni chiaroscurali risultano essere di grande energia. Dalle sue precedenti sculture erotiche – inquietanti, la Blasetti ci condurrà entro il crocicchio dell’illusione tra pittura e scultura in un mondo irreale e ansiogeno. Lara Melchionda e Federico Puttini – fotografi- hanno individuato nella figura archetipica della strega invece uno scrigno simbolico tra il reale e il surreale tra la fantasia e la realtà dando vita a una serie di istantanee rigorosamente in bianco e nero che pongono l’accento sull'aspetto perturbante del femminino intrinseco di tutto una serie di elementi e simboli che ci riportano in dietro nel tempo, proponendoci giovani fanciulle che vagano in cimiteri tra le tombe dove i defunti riposano e dove gli echeggi delle vesti nere richiamano il concetto di morte decantato tanto nella pittura simbolista.
Invece l’artista pugliese Fabio Petrelli si muove tra pittura e fotografia, indagando da un lato attraverso l’uso della macchina fotografica e dall'altro polo attraverso la tradizionale pittura, quelle che sono le realtà oggettive della stregoneria in puglia; antiche credenze e istanze che ci vengono riportate nella nostra contemporaneità - rielaborando in chiave artistica temi già affrontati in sede antropologica attraverso lo studio dell’etnologia da E. De Martino( Sud e magia 1959). Si sofferma Petrelli, su uno degli aspetti essenziali del tema della stregoneria: il tema del perturbante (inteso nella sua accezione freudiana) dove importante è la perdita dei luoghi famigliari e l’irruzione del sovrannaturale nel quotidiano. Donne in lutto vestite che peregrinano al fianco di vecchi altari domestici, icone di vecchie e fanciulle inquietanti, in una terra dove insita nell'immaginario collettivo è ancora la figura della “masciara” (donne che compivano patti con il diavolo o eseguivano fatture).
La fotografa Ileana Valente invece, realizza una serie di istantanee ponendo l’accento sui rimasugli scheletrici di dimenticate architetture di periferie, mettendo in scena il suo “macabro teatro burattinesco (come lo ha definito Petrelli) muovendo quei trasparenti fili dell’immaginario, dove le streghe ora compiono sortilegi, ora si incamminano verso il sabba. La particolarità dei lavori fotografici della Valente sta nell'affrontare da un lato le inquietudini di un mondo oscuro come quello della stregoneria e dall'altro verso alternando tali visioni a fotogrammi di ossami d’animali in putrefazione.
La mostra vuole evidenziare la precarietà dell’universo femminile, attraverso la figura simbolica della strega, veicolo della diversità e dell’ignoto dove la magia, la mitologia e la religione diventano strutture protettive di assestamento dell’esistenza precaria.
La rappresentazione della strega tra arte e cultura popolare
Si inaugurerà Mercoledì 31 Ottobre 2012 (ore 18.30) presso la galleria - studio d’arte “I Pellicani ε”, sito in Monterotondo (Rm), via G. Serrecchia13 - la mostra d’arti visive ideata e curata dall’artista pugliese Fabio Petrelli dal titolo “Strix – La rappresentazione della strega tra arte e cultura popolare”. L’esposizione nasce dalla collaborazione di Fabio Petrelli con gli artisti Giacomo Badini, Cristina Blasetti e dai fotografi Federico Puttini, Lara Melchionda e Ileana Valente. Si è cercato di mettere in luce - afferma Petrelli - un tema complesso come appunto quello del rapporto tra il femmineo, il negativo e il “perturbante”. La mostra offre l’occasione per riflettere intorno alla simbolica figura della strega e per evidenziare la condivisione di istanze che hanno permeato il lavoro artistico del gruppo.
Oltre cinquanta opere che testimoniano in modo diverso le varie morfologie della donna – strix attraverso i più disparati linguaggi dell’arte contemporanea: dalla pittura alla scultura-istallazione, dalla fotografia in pellicola a quella digitale.
La strega ha abitato prodigalmente la letteratura di tutti i tempi; basti ricordare le streghe di Shakespeare a quelle della notte di Valpurga nel Faust di Goethe fino alle interpretazioni della moderna psichiatria. Anche l’iconografia è ricca e articolata da A. Diürer a H. Baldung Grien, da M. Raimondi ai celebri sabba di S. Rosa a quelli di F. Goya con le sue ansiogene Pinturas Negras che anticipa il carattere tutto autobiografico della pittura contemporanea. Ponendoci poi a cavallo tra Otto e Novecento come non citare /le raffinate e crudeli divoratrici di E. Munch, F. Van Stuck (tanti altri se ne potrebbero indicare) fino ad approdare alle donne perturbanti di M. Manzelli e alle visioni masochiste ed erotiche di C. Rama. Tutto questo che appartiene alla storia e alla contemporaneità viene calibrato e filtrato in questa mostra dove molteplici sono le ridondanze e i riferimenti al passato.( F. Petrelli)
L’artista Giacomo Badini si addentrerà in un linguaggio che si pone al centro tra pittura, scultura e istallazione proponendoci una serie di gruppi scultorei, manichini frammentati, dove porzioni di corpi sanguinanti e trafitti da crudelissimi e sofisticati strumenti di supplizio ricordano una delle pagine più nere dalla storia della stregoneria: la caccia e le torture dalle streghe. Corpi - non corpi dilaniati, intrappolati entro fili di ferro spinati e sanguinolenti che aprono attraverso i sentieri del’immaginario percorsi di puro masochismo riportandoci alla mante le opere di Géricault e i suoi frammenti anatomici.
Cristina Blasetti invece porrà la sua attenzione sulla rappresentazione fortemente stereotipata di quelli che sono i simboli e gli elementi alchemici associati alle streghe con una pittura che con le sue orchestrazioni chiaroscurali risultano essere di grande energia. Dalle sue precedenti sculture erotiche – inquietanti, la Blasetti ci condurrà entro il crocicchio dell’illusione tra pittura e scultura in un mondo irreale e ansiogeno. Lara Melchionda e Federico Puttini – fotografi- hanno individuato nella figura archetipica della strega invece uno scrigno simbolico tra il reale e il surreale tra la fantasia e la realtà dando vita a una serie di istantanee rigorosamente in bianco e nero che pongono l’accento sull'aspetto perturbante del femminino intrinseco di tutto una serie di elementi e simboli che ci riportano in dietro nel tempo, proponendoci giovani fanciulle che vagano in cimiteri tra le tombe dove i defunti riposano e dove gli echeggi delle vesti nere richiamano il concetto di morte decantato tanto nella pittura simbolista.
Invece l’artista pugliese Fabio Petrelli si muove tra pittura e fotografia, indagando da un lato attraverso l’uso della macchina fotografica e dall'altro polo attraverso la tradizionale pittura, quelle che sono le realtà oggettive della stregoneria in puglia; antiche credenze e istanze che ci vengono riportate nella nostra contemporaneità - rielaborando in chiave artistica temi già affrontati in sede antropologica attraverso lo studio dell’etnologia da E. De Martino( Sud e magia 1959). Si sofferma Petrelli, su uno degli aspetti essenziali del tema della stregoneria: il tema del perturbante (inteso nella sua accezione freudiana) dove importante è la perdita dei luoghi famigliari e l’irruzione del sovrannaturale nel quotidiano. Donne in lutto vestite che peregrinano al fianco di vecchi altari domestici, icone di vecchie e fanciulle inquietanti, in una terra dove insita nell'immaginario collettivo è ancora la figura della “masciara” (donne che compivano patti con il diavolo o eseguivano fatture).
La fotografa Ileana Valente invece, realizza una serie di istantanee ponendo l’accento sui rimasugli scheletrici di dimenticate architetture di periferie, mettendo in scena il suo “macabro teatro burattinesco (come lo ha definito Petrelli) muovendo quei trasparenti fili dell’immaginario, dove le streghe ora compiono sortilegi, ora si incamminano verso il sabba. La particolarità dei lavori fotografici della Valente sta nell'affrontare da un lato le inquietudini di un mondo oscuro come quello della stregoneria e dall'altro verso alternando tali visioni a fotogrammi di ossami d’animali in putrefazione.
La mostra vuole evidenziare la precarietà dell’universo femminile, attraverso la figura simbolica della strega, veicolo della diversità e dell’ignoto dove la magia, la mitologia e la religione diventano strutture protettive di assestamento dell’esistenza precaria.
31
ottobre 2012
Strix. La rappresentazione della strega tra arte e cultura popolare
Dal 31 ottobre al 04 novembre 2012
arte contemporanea
Location
STUDIO D’ARTE I PELLICANI E
Monterotondo, Via Giuseppe Serrecchia, 13, (Roma)
Monterotondo, Via Giuseppe Serrecchia, 13, (Roma)
Orario di apertura
16.00-20.00 Tutti i giorni
Vernissage
31 Ottobre 2012, h 18.30
Autore
Curatore