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Visioni in bianco e nero, pensieri a colori.
Continua con crescente successo di pubblico e di critica la Rassegna Prospettiva Post-Avanguardia a Venezia.
Comunicato stampa
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VISIONI IN BIANCO E NERO, PENSIERI A COLORI.
La percezione della realtà che ci circonda viene influenzata da una serie infinita di fattori che vanno dalla cultura personale fino allo stato d'animo del momento. È in questo gioco di deformazione parziale del mondo che si inserisce la riflessione di questa mostra, che evidenzia gli elementi costitutivi della percezione, come possono definirsi il Bianco e il Nero, per poi arrivare all'esplosione caleidoscopica di mille colori. Le rocce di Ivano Boselli e le radiografie di Melissa Nucci, con il loro sguardo quasi dentro la materia, sono il nucleo essenziale da cui poi si snodano le strade della pittura e della fotografia, composte da sguardi severi o intimamente coinvolti, condotte da forze gentili oppure violentemente brutali, comunque visionarie perché indicano o suggeriscono o criticano un certo modo di mettersi in relazione con il mondo. Una parte fondamentale del percorso che viene presentato a Palazzo Zenobio è quella composta da lavori che riflettono su loro stessi, sulla natura dell'Arte e sul modo in cui si entra in relazione con essa. Gli scatti di Fiorenzo Bordin e Hans Burger sottolineano questo processo di trasformazione, in cui l'opera d'arte prende forma sia dalla sua collocazione in un determinato spazio espositivo, sia dalla disposizione del corpo e dell'anima del fruitore. Il percorso ci conduce non solo alla fine della vita terrena, nella riflessione sulla morte e sulla colorata vita che si può trovare nei cimiteri messicani di Sara Elter, bensì anche, più in alto, verso una dimensione spirituale, come le linee essenziali della Carrera, gli specchi deformanti della De Paolis, le concrezioni emotive della Anceschi, su fino alla rappresentazione dello spirito stesso della natura con Santina Bonfanti. Una considerazione particolare per le fotografie di Fabrizio Ficca, rappresentanti il mondo della musica. Il loro bianco e nero è quello del silenzio della percezione visiva quando si è concentrati nell'ascolto, ma indirettamente si viene proiettati in un mondo tutto immaginario di colori reali ed emotivi, intessuto dalle righe danzanti del pentagramma solleticanti lo strato più profondo della nostra fantasia, della nostra anima. Ciò che può rimanere alla fine di questo piccolo viaggio all'interno della percezione è un rinnovato amore per il mondo e per le capacità umane di dargli sempre nuove interpretazioni, di conferirgli sempre nuove forme, di utilizzarlo come mezzo per giungere all'essenza estetica e spirituale della Vita.
Alessandro Baito
La percezione della realtà che ci circonda viene influenzata da una serie infinita di fattori che vanno dalla cultura personale fino allo stato d'animo del momento. È in questo gioco di deformazione parziale del mondo che si inserisce la riflessione di questa mostra, che evidenzia gli elementi costitutivi della percezione, come possono definirsi il Bianco e il Nero, per poi arrivare all'esplosione caleidoscopica di mille colori. Le rocce di Ivano Boselli e le radiografie di Melissa Nucci, con il loro sguardo quasi dentro la materia, sono il nucleo essenziale da cui poi si snodano le strade della pittura e della fotografia, composte da sguardi severi o intimamente coinvolti, condotte da forze gentili oppure violentemente brutali, comunque visionarie perché indicano o suggeriscono o criticano un certo modo di mettersi in relazione con il mondo. Una parte fondamentale del percorso che viene presentato a Palazzo Zenobio è quella composta da lavori che riflettono su loro stessi, sulla natura dell'Arte e sul modo in cui si entra in relazione con essa. Gli scatti di Fiorenzo Bordin e Hans Burger sottolineano questo processo di trasformazione, in cui l'opera d'arte prende forma sia dalla sua collocazione in un determinato spazio espositivo, sia dalla disposizione del corpo e dell'anima del fruitore. Il percorso ci conduce non solo alla fine della vita terrena, nella riflessione sulla morte e sulla colorata vita che si può trovare nei cimiteri messicani di Sara Elter, bensì anche, più in alto, verso una dimensione spirituale, come le linee essenziali della Carrera, gli specchi deformanti della De Paolis, le concrezioni emotive della Anceschi, su fino alla rappresentazione dello spirito stesso della natura con Santina Bonfanti. Una considerazione particolare per le fotografie di Fabrizio Ficca, rappresentanti il mondo della musica. Il loro bianco e nero è quello del silenzio della percezione visiva quando si è concentrati nell'ascolto, ma indirettamente si viene proiettati in un mondo tutto immaginario di colori reali ed emotivi, intessuto dalle righe danzanti del pentagramma solleticanti lo strato più profondo della nostra fantasia, della nostra anima. Ciò che può rimanere alla fine di questo piccolo viaggio all'interno della percezione è un rinnovato amore per il mondo e per le capacità umane di dargli sempre nuove interpretazioni, di conferirgli sempre nuove forme, di utilizzarlo come mezzo per giungere all'essenza estetica e spirituale della Vita.
Alessandro Baito
30
settembre 2012
Visioni in bianco e nero, pensieri a colori.
Dal 30 settembre al 10 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
PALAZZO ZENOBIO – COLLEGIO ARMENO
Venezia, Dorsoduro, 2596, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 2596, (Venezia)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 11 alle 18. Lunedì chiuso
Vernissage
30 Settembre 2012, ore 11
Autore
Curatore