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GENIUS LOCI
Sette artisti, da Canada, Germania, Giappone, Italia espongono a Torino a Palazzo Saluzzo Paesana, dal 14 al 29 settembre, una selezione di opere realizzate per l’occasione, partendo dalla riflessione sull’anima dei luoghi, nello specifico dell’Appartamento Padronale del palazzo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
- Sette artisti, da Canada, Germania, Giappone, Italia espongono a Torino a Palazzo Saluzzo Paesana, dal 14 al 29 settembre, una selezione di opere realizzate per l’occasione, partendo dalla riflessione sull’anima dei luoghi, nello specifico dell’Appartamento Padronale del palazzo.
La mostra, curata dal direttore artistico di Palazzo Saluzzo Paesana Enrico Debandi, gode del patrocinio del Comune di Torino e rende omaggio ad uno dei palazzi più interessanti della città attraverso un percorso artistico che mescola, reinventandoli, passato e contemporaneo, grazie ai lavori esposti di Ray Caesar, Andrea Crosa, Nicus Lucà, Sven Marquardt, Marina e Susanna Sent, Toshiro Yamaguchi.
Ciascun luogo ha un Genius loci, uno “spirito” proprio di un certo spazio fisico, determinato da un processo di deposito e di stratificazione di affetti, operato dalle diverse generazioni che lo abitano. Tale “spirito” è differente da luogo a luogo e conferisce al luogo stesso una propria identità contemporaneamente irripetibile e universale. Come sostiene Heidegger, “abitare non è primariamente occupare, ma l’avere cura e creare quello spazio nel quale qualcosa di individuale sorge e prospera”. Lo storico dell’architettura Christian Norberg-Schulz studia il modo di inserirsi dell’architettura nel territorio e le modalità in cui questa può trasformarlo in luogo; il Genius loci è il centro della sua riflessione come precisa identità, sempre riconoscibile, con caratteri che possono essere eterni o mutevoli.
A seguito di queste e altre considerazioni è progressivamente scaturita l’idea della mostra “Genius Loci”, nata intorno a quella che era l’antica funzione e destinazione d’uso degli ambienti dell’Appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo di Paesana, uno dei più prestigiosi palazzi di Torino, dove le opere degli artisti presenti sono il frutto di una selezione e di una scelta di lavori già esistenti o progetti realizzati specificatamente per le sale dell’Appartamento e ispirati dal Genius loci che ancora oggi lo abita.
In particolare, il Genius loci di questo palazzo possiede qualità non comuni, data la storia dell’edificio.
Nel 1715 il Conte Baldassare Saluzzo di Paesana, giunto all’apice della sua carriera, dava il via alla
costruzione del grandioso Palazzo di famiglia collocato nell’area fino ad allora occupata dalla Piazza
d’Armi della vicina Cittadella, teatro, a partire da quell’anno, della terza espansione urbanistica della
città di Torino, voluta da Vittorio Amedeo II e affidata dopo l’assunzione del titolo di Re di Sicilia
all’architetto messinese Filippo Juvarra. Il piano urbanistico dell’ampliamento occidentale, nel disegno
dell’insieme, reca chiaramente i caratteri di città regale e allo stesso tempo delle mutate condizioni
sociali del Piemonte, che si accingeva a vivere la grande stagione dell’Illuminismo. In sintonia con gli
intenti del sovrano, il Palazzo completa il quadro urbano tramite la sua scenografia interna, resa
magnifica nelle dimensioni grazie a una attenta distribuzione degli spazi abitativi e da reddito,
destinati non esclusivamente alla famiglia ed alla servitù, ma anche alle diverse classi sociali.
L’ingegnere Giovanni Giacomo Plantery (Torino 1680-1756) realizza negli anni compresi tra il 1715 e
1722 un complesso edificio che ospita, con le diverse esigenze e la dovuta riservatezza, attività
commerciali al piano terreno, appartamenti di rappresentanza e padronali al “piano nobile”, alloggi
d’affitto destinati alla buona borghesia al secondo e terzo piano ed infine abitazioni destinate al
popolo minuto nei mezzanini e nelle soffitte. Di fatto, grazie a questa innovativa tipologia edilizia che
vede mischiati i vari ceti sociali, Plantery ottiene un volume inusuale per Torino, occupando
interamente l’Isola di San Chiafredo e dando vita al più vasto e magnifico edificio nobiliare della Città
che si impone ancora oggi per eleganza, monumentalità e proporzioni armoniose.
Quasi 300 anni di storia, di avvicendamenti abitativi e di variazioni distributive dovute alle esigenze
economiche degli eredi di Baldassarre Saluzzo, hanno in gran parte cancellato il segno dei primi
inquilini e del loro gusto estetico, soprattutto gli arredi mobili e le decorazioni interne realizzate dal
pittore savonese Domenico Guidobono e dallo stuccatore luganese Pietro Somasso a partire dal 1718,
negli stessi anni in cui erano impegnati nella decorazione delle stanze della Duchessa Maria Giovanna
Battista di Savoia Nemours a Palazzo Madama. Solamente all’interno dell’Appartamento Padronale,
situato nell’angolo sud-est del Palazzo, gli ambienti conservano significative decorazioni e arredi
settecenteschi, testimoni dell’antica magnificenza e dello splendore della Famiglia Saluzzo.
Anche se oggi non è immediato comprendere l’antica destinazione d’uso degli ambienti, le tracce
superstiti delle decorazioni sono servite da spunto di riflessione per gli artisti, invitati ad evocare il
Genius loci e a dialogare con esso attraverso le loro opere.
La mostra, curata dal direttore artistico di Palazzo Saluzzo Paesana Enrico Debandi, gode del patrocinio del Comune di Torino e rende omaggio ad uno dei palazzi più interessanti della città attraverso un percorso artistico che mescola, reinventandoli, passato e contemporaneo, grazie ai lavori esposti di Ray Caesar, Andrea Crosa, Nicus Lucà, Sven Marquardt, Marina e Susanna Sent, Toshiro Yamaguchi.
Ciascun luogo ha un Genius loci, uno “spirito” proprio di un certo spazio fisico, determinato da un processo di deposito e di stratificazione di affetti, operato dalle diverse generazioni che lo abitano. Tale “spirito” è differente da luogo a luogo e conferisce al luogo stesso una propria identità contemporaneamente irripetibile e universale. Come sostiene Heidegger, “abitare non è primariamente occupare, ma l’avere cura e creare quello spazio nel quale qualcosa di individuale sorge e prospera”. Lo storico dell’architettura Christian Norberg-Schulz studia il modo di inserirsi dell’architettura nel territorio e le modalità in cui questa può trasformarlo in luogo; il Genius loci è il centro della sua riflessione come precisa identità, sempre riconoscibile, con caratteri che possono essere eterni o mutevoli.
A seguito di queste e altre considerazioni è progressivamente scaturita l’idea della mostra “Genius Loci”, nata intorno a quella che era l’antica funzione e destinazione d’uso degli ambienti dell’Appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo di Paesana, uno dei più prestigiosi palazzi di Torino, dove le opere degli artisti presenti sono il frutto di una selezione e di una scelta di lavori già esistenti o progetti realizzati specificatamente per le sale dell’Appartamento e ispirati dal Genius loci che ancora oggi lo abita.
In particolare, il Genius loci di questo palazzo possiede qualità non comuni, data la storia dell’edificio.
Nel 1715 il Conte Baldassare Saluzzo di Paesana, giunto all’apice della sua carriera, dava il via alla
costruzione del grandioso Palazzo di famiglia collocato nell’area fino ad allora occupata dalla Piazza
d’Armi della vicina Cittadella, teatro, a partire da quell’anno, della terza espansione urbanistica della
città di Torino, voluta da Vittorio Amedeo II e affidata dopo l’assunzione del titolo di Re di Sicilia
all’architetto messinese Filippo Juvarra. Il piano urbanistico dell’ampliamento occidentale, nel disegno
dell’insieme, reca chiaramente i caratteri di città regale e allo stesso tempo delle mutate condizioni
sociali del Piemonte, che si accingeva a vivere la grande stagione dell’Illuminismo. In sintonia con gli
intenti del sovrano, il Palazzo completa il quadro urbano tramite la sua scenografia interna, resa
magnifica nelle dimensioni grazie a una attenta distribuzione degli spazi abitativi e da reddito,
destinati non esclusivamente alla famiglia ed alla servitù, ma anche alle diverse classi sociali.
L’ingegnere Giovanni Giacomo Plantery (Torino 1680-1756) realizza negli anni compresi tra il 1715 e
1722 un complesso edificio che ospita, con le diverse esigenze e la dovuta riservatezza, attività
commerciali al piano terreno, appartamenti di rappresentanza e padronali al “piano nobile”, alloggi
d’affitto destinati alla buona borghesia al secondo e terzo piano ed infine abitazioni destinate al
popolo minuto nei mezzanini e nelle soffitte. Di fatto, grazie a questa innovativa tipologia edilizia che
vede mischiati i vari ceti sociali, Plantery ottiene un volume inusuale per Torino, occupando
interamente l’Isola di San Chiafredo e dando vita al più vasto e magnifico edificio nobiliare della Città
che si impone ancora oggi per eleganza, monumentalità e proporzioni armoniose.
Quasi 300 anni di storia, di avvicendamenti abitativi e di variazioni distributive dovute alle esigenze
economiche degli eredi di Baldassarre Saluzzo, hanno in gran parte cancellato il segno dei primi
inquilini e del loro gusto estetico, soprattutto gli arredi mobili e le decorazioni interne realizzate dal
pittore savonese Domenico Guidobono e dallo stuccatore luganese Pietro Somasso a partire dal 1718,
negli stessi anni in cui erano impegnati nella decorazione delle stanze della Duchessa Maria Giovanna
Battista di Savoia Nemours a Palazzo Madama. Solamente all’interno dell’Appartamento Padronale,
situato nell’angolo sud-est del Palazzo, gli ambienti conservano significative decorazioni e arredi
settecenteschi, testimoni dell’antica magnificenza e dello splendore della Famiglia Saluzzo.
Anche se oggi non è immediato comprendere l’antica destinazione d’uso degli ambienti, le tracce
superstiti delle decorazioni sono servite da spunto di riflessione per gli artisti, invitati ad evocare il
Genius loci e a dialogare con esso attraverso le loro opere.
14
settembre 2012
GENIUS LOCI
Dal 14 al 29 settembre 2012
arte contemporanea
Location
PALAZZO SALUZZO PAESANA
Torino, Via Della Consolata, 1/bis, (Torino)
Torino, Via Della Consolata, 1/bis, (Torino)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 15 alle 19
o su appuntamento al 347 0103021
Vernissage
14 Settembre 2012, h 19 su invito
Autore
Curatore