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Steven Montgomery – Forward Archaeologies / Archeologie del divenire
Organizzato dalla galleria Jerome Zodo Contemporary, ospitato dalla famiglia Stringa, storica proprietaria del mulino Pestasassi Baccin-Cecchetto-Stringa, il progetto espositivo è realizzato in collaborazione con il Museo Civico della Ceramica di Nove e il Comune di Nove, ed è supportato da 55DSL.
Comunicato stampa
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La galleria Jerome Zodo Contemporary è lieta di presentare in occasione della 15esima edizione della Festa della Ceramica | Portoni Aperti, presso il comune di Nove (VI) l'opera scultorea Test Site (2006-2007) dell'artista americano Steven Montgomery (1954, Detroit, U.S.A.), nel mirabile contesto del Mulino Baccin Cecchetto Meneguzzi Pestasassi (XVIII sec.) straordinaria testimonianza di archeologia manifatturiera italiana.
Organizzato dalla galleria Jerome Zodo Contemporary, ospitato dalla famiglia Stringa, storica proprietaria del mulino Pestasassi Baccin-Cecchetto-Stringa, il progetto espositivo è realizzato in collaborazione con il Museo Civico della Ceramica di Nove e il Comune di Nove, ed è supportato da 55DSL, il brand italiano da sempre vicino alla creatività e al design che collabora con artisti, promettenti o affermati, provenienti da tutto il mondo. Creata nel 1994 come spin-off sperimentale di Diesel, oggi 55DSL è un’azienda di moda indipendente che fa parte del gruppo Only The Brave (Diesel), con un’identità provocatoria e un’attitudine giovane e fresca. 55DSL è instancabilmente attratta dalla ricerca di collaborazioni con artisti e aziende di diverso genere, e non poteva certo non supportare la mostra di Steven Montgomery.
Forward Archeologies | Archeologie del divenire si compone come un duplice percorso espositivo in cui il dialogo sempiterno fra memoria e presente è orientato nella duplicità degli elementi espositivi, dalle fatiscenti infrastrutture del mulino all'imponente corpo scultoreo costituito dai sette elementi in ceramica, che compongono l'installazione Test Site (2006-2007). D'incanto secolare, la splendida cornice del mulino Pestasassi Baccin-Cecchetto-Stringa concede il fascino di un'atmosfera suggestiva: sensibile alla storia dell'antico opificio, l'intervento dell'artista americano condivide le specificità del luogo, come reliquie di un lontano rituale, fra archeologia industriale e contemporaneità, il gruppo scultoreo rievoca la memoria e lo spirito di una tradizione millenaria.
La ceramica, protagonista assoluta del binomio espositivo, è il materiale che l'artista statunitense Steven Montgomery (Detroit, U.S.A., 1954) predilige utilizzare per le sue opere. Intento alla creazione di un immaginario post-apocalittico, Steven Montgomery con Test Site (2006-2007), realizza una serie di ceramiche che riproducono in modo autentico elementi del mondo industriale, come viti e bulloni. Il suo lavoro porta lo spettatore a conoscere una poetica della rovina, alcune parti di questi lavori sono in evidente stato di decomposizione, apparentemente usurati dal tempo divengono il pretesto per allargare la riflessione alla decadenza sociale ed intellettuale della nostra epoca.
Steven Montgomery vive e lavora a New York. Le sue opere sono presenti nei più importanti musei statunitensi, fra cui: il Metropolitan di New York; l'American Museum of Art di Washington; il Museo di Arte e Design di New York; l'Everson Museum of Art, a Syracuse; Mint Museum of Art, a Charlotte (NY); Daum Museum of Contemporary Art a Sedelia (MO); Racine Museum of Art, a Racine (WI). Fra le collezioni pubbliche estere: Il Museum of Shigaraky Ceramics Art Center and Cultural Park, Shigaraki, in Giappone; il National Museum of History e il Tapei County Yingge Museum, a Tapei, Taiwan; l'Icheon World Ceramic Center, a Icheon nel Sud della Corea.
Mulino Pestasassi Baccin Cecchetto Stringa – Attivo dal XVIII secolo, il mulino è una fondamentale testimonianza per la storia della manifattura ceramica. La data 1638 incisa sul camino esterno corrisponde al termine della costruzione, che anticipa di quasi un secolo la prima affermazione della manifattura ceramica nella zona: si ipotizza pertanto che inizialmente il fabbricato fosse utilizzato per altri scopi. Negli ultimi decenni del Settecento Giovanni Maria Baccin, importante imprenditore ceramico, ristrutturò l’edificio e lo adattò a mulino per la preparazione di impasti bianchi per la “terraglia ad uso inglese”, prodotta a Nove dal 1786. Tale ristrutturazione avvenne contemporaneamente alla concessione di privilegi di esclusiva e di esenzioni fiscali da parte della magistratura veneziana. Nel 1817 la proprietà passò ai Cecchetto per poi essere acquisita nel 1965 dalla famiglia Stringa, attuale proprietaria, che ha curato il restauro e la valorizzazione del complesso. Nel 2004 il Mulino Pestasassi è stato votato tra i primi cinque “Luoghi del Cuore” nel secondo censimento nazionale del FAI. Il mulino, tuttora funzionante, aveva la funzione di macinare i ciottoli di quarzo e di carbonato di calcio provenienti dal fiume Brenta per la preparazione degli impasti ceramici e per polverizzare e amalgamare le “fritte” (basi vetrose) per le vernici e gli smalti. Il complesso è costruito in mattoni fatti a mano e sassi raccolti nel greto del fiume Brenta, disposti in file parallele; il tetto è sostenuto da grandi pilastri quadrati in cotto. Il mulino è composto da due impianti: il primo, verso nord, caratterizzato da una vasta loggia al primo piano, ha al piano terra due batterie di pestelli azionati dalla grande ruota a pale esterna. Il secondo, a sud, ancora discretamente conservato nella sua struttura originaria in legni duri, è costituito da una grande ruota orizzontale che aziona sei macine contenute all’interno di altrettante tinozze.
Organizzato dalla galleria Jerome Zodo Contemporary, ospitato dalla famiglia Stringa, storica proprietaria del mulino Pestasassi Baccin-Cecchetto-Stringa, il progetto espositivo è realizzato in collaborazione con il Museo Civico della Ceramica di Nove e il Comune di Nove, ed è supportato da 55DSL, il brand italiano da sempre vicino alla creatività e al design che collabora con artisti, promettenti o affermati, provenienti da tutto il mondo. Creata nel 1994 come spin-off sperimentale di Diesel, oggi 55DSL è un’azienda di moda indipendente che fa parte del gruppo Only The Brave (Diesel), con un’identità provocatoria e un’attitudine giovane e fresca. 55DSL è instancabilmente attratta dalla ricerca di collaborazioni con artisti e aziende di diverso genere, e non poteva certo non supportare la mostra di Steven Montgomery.
Forward Archeologies | Archeologie del divenire si compone come un duplice percorso espositivo in cui il dialogo sempiterno fra memoria e presente è orientato nella duplicità degli elementi espositivi, dalle fatiscenti infrastrutture del mulino all'imponente corpo scultoreo costituito dai sette elementi in ceramica, che compongono l'installazione Test Site (2006-2007). D'incanto secolare, la splendida cornice del mulino Pestasassi Baccin-Cecchetto-Stringa concede il fascino di un'atmosfera suggestiva: sensibile alla storia dell'antico opificio, l'intervento dell'artista americano condivide le specificità del luogo, come reliquie di un lontano rituale, fra archeologia industriale e contemporaneità, il gruppo scultoreo rievoca la memoria e lo spirito di una tradizione millenaria.
La ceramica, protagonista assoluta del binomio espositivo, è il materiale che l'artista statunitense Steven Montgomery (Detroit, U.S.A., 1954) predilige utilizzare per le sue opere. Intento alla creazione di un immaginario post-apocalittico, Steven Montgomery con Test Site (2006-2007), realizza una serie di ceramiche che riproducono in modo autentico elementi del mondo industriale, come viti e bulloni. Il suo lavoro porta lo spettatore a conoscere una poetica della rovina, alcune parti di questi lavori sono in evidente stato di decomposizione, apparentemente usurati dal tempo divengono il pretesto per allargare la riflessione alla decadenza sociale ed intellettuale della nostra epoca.
Steven Montgomery vive e lavora a New York. Le sue opere sono presenti nei più importanti musei statunitensi, fra cui: il Metropolitan di New York; l'American Museum of Art di Washington; il Museo di Arte e Design di New York; l'Everson Museum of Art, a Syracuse; Mint Museum of Art, a Charlotte (NY); Daum Museum of Contemporary Art a Sedelia (MO); Racine Museum of Art, a Racine (WI). Fra le collezioni pubbliche estere: Il Museum of Shigaraky Ceramics Art Center and Cultural Park, Shigaraki, in Giappone; il National Museum of History e il Tapei County Yingge Museum, a Tapei, Taiwan; l'Icheon World Ceramic Center, a Icheon nel Sud della Corea.
Mulino Pestasassi Baccin Cecchetto Stringa – Attivo dal XVIII secolo, il mulino è una fondamentale testimonianza per la storia della manifattura ceramica. La data 1638 incisa sul camino esterno corrisponde al termine della costruzione, che anticipa di quasi un secolo la prima affermazione della manifattura ceramica nella zona: si ipotizza pertanto che inizialmente il fabbricato fosse utilizzato per altri scopi. Negli ultimi decenni del Settecento Giovanni Maria Baccin, importante imprenditore ceramico, ristrutturò l’edificio e lo adattò a mulino per la preparazione di impasti bianchi per la “terraglia ad uso inglese”, prodotta a Nove dal 1786. Tale ristrutturazione avvenne contemporaneamente alla concessione di privilegi di esclusiva e di esenzioni fiscali da parte della magistratura veneziana. Nel 1817 la proprietà passò ai Cecchetto per poi essere acquisita nel 1965 dalla famiglia Stringa, attuale proprietaria, che ha curato il restauro e la valorizzazione del complesso. Nel 2004 il Mulino Pestasassi è stato votato tra i primi cinque “Luoghi del Cuore” nel secondo censimento nazionale del FAI. Il mulino, tuttora funzionante, aveva la funzione di macinare i ciottoli di quarzo e di carbonato di calcio provenienti dal fiume Brenta per la preparazione degli impasti ceramici e per polverizzare e amalgamare le “fritte” (basi vetrose) per le vernici e gli smalti. Il complesso è costruito in mattoni fatti a mano e sassi raccolti nel greto del fiume Brenta, disposti in file parallele; il tetto è sostenuto da grandi pilastri quadrati in cotto. Il mulino è composto da due impianti: il primo, verso nord, caratterizzato da una vasta loggia al primo piano, ha al piano terra due batterie di pestelli azionati dalla grande ruota a pale esterna. Il secondo, a sud, ancora discretamente conservato nella sua struttura originaria in legni duri, è costituito da una grande ruota orizzontale che aziona sei macine contenute all’interno di altrettante tinozze.
15
settembre 2012
Steven Montgomery – Forward Archaeologies / Archeologie del divenire
Dal 15 al 30 settembre 2012
arte contemporanea
Location
JEROME ZODO CONTEMPORARY
Milano, Via Lambro, 7, (Milano)
Milano, Via Lambro, 7, (Milano)
Orario di apertura
Sabato e domenica, ore 10.00/12.00 - 16.00/19.00
Vernissage
15 Settembre 2012, h 18.00
Autore