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Pierino Selmoni – Oltre l’ingegno, la materia. Sculture 1946-2012
Un omaggio dovuto, attraverso la rilettura di un’opera di grande portata ideale. È questo l’intento della prima mostra antologica che il Museo Vincenzo Vela dedica allo scultore Pierino Selmoni, a vent’anni dall’ultima esposizione monografica dedicatagli dal Museo d’arte di Mendrisio. Attraverso una novantina di opere disposte nelle sale della villa e nel parco adiacente – datate dal 1946 al 2012 – e grazie agli approfondimenti in catalogo, si intende offrire una lettura critica di ampio respiro ed evidenziare lo spessore concettuale – sempre coerente – e la complessità formale, sorprendente e ardita, che contraddistinguono il lavoro dell’artista ticinese, decano tra gli scultori svizzero-italiani e figura del tutto singolare nel panorama artistico ticinese e nazionale.
Comunicato stampa
Un omaggio dovuto, attraverso la rilettura di un’opera di grande portata ideale. È questo l'intento della prima mostra antologica che il Museo Vincenzo Vela dedica allo scultore Pierino Selmoni, a vent'anni dall'ultima esposizione monografica dedicatagli dal Museo d’arte di Mendrisio. Attraverso una novantina di opere disposte nelle sale della villa e nel parco adiacente – datate dal 1946 al 2012 – e grazie agli approfondimenti in catalogo, si intende offrire una lettura critica di ampio respiro ed evidenziare lo spessore concettuale – sempre coerente – e la complessità formale, sorprendente e ardita, che contraddistinguono il lavoro dell’artista ticinese, decano tra gli scultori svizzero-italiani e figura del tutto singolare nel panorama artistico ticinese e nazionale.
Scultore prolifico e versatile, mosso da un’insaziabile curiosità, artefice e forgiatore – in senso plastico – di disfide con la materia e con i fenomeni naturali – di ottica e di meccanica in particolare – l’artista Pierino Selmoni è graziato da una sottile e lucida forma di anarchia, che lo ha assolto dal “dovere di appartenenza” e lo ha reso, e lo rende tutt’ora, libero idealmente e predisposto ad affrontare con sempre rinnovato vigore gli incarichi più vari.
Alla consapevolezza di conoscere e di padroneggiare, fra gli ultimi testimoni di una secolare tradizione, le tecniche del taglio e dell’incisione della pietra – da lui intesa come corpo vivo da interpellare in un costante dialogo, non da addomesticare –, Selmoni accompagna un profondo interesse per l’essere umano e un grande rispetto per le manifestazioni del creato.
Con le sue sculture Pierino Selmoni re-interpreta e ri-costituisce ciò che osserva. Egli rivendica per sé il diritto alla medesima poliedricità che si ritrova in Natura, il suo mentore e il suo unico vero interlocutore. Altre esigenze, di immagine, di mercato, di riconoscibilità, gli sono del tutto indifferenti. Prova ne sono i suoi numerosi interventi in spazi pubblici e sacri, di una sorprendente e quasi sconcertare diversità, da annoverare tra le sue prove più alte e raffinate. La sua libertà interiore gli ha permesso anche in questi contesti complessi e in qualche modo vincolanti, di rispondere alle novità in ambito pedagogico o liturgico con soluzioni formali di notevole leggerezza e sensibilità, oltre che di indubbio valore estetico.
Con tutto ciò sembra valere l’affermazione che la creatività di Pierino Selmoni nasce anzitutto dal rispetto per il mondo che lo circonda e dallo stupore per ciò che egli ancora non conosce ma su cui, mai pago, è indispensabile che rifletta. Egli ha deciso ben presto di intraprendere un percorso in completa autonomia, basato sulla ponderazione, sull’interrogazione dell’universo e dell’essere umano (molte delle sue opere sono scaturite da una precisa domanda che egli si era posta), nonché su una sottile ed intelligente ironia.
La mostra è accompagnata da un corposo catalogo, che illustra la carriera dello scultore e che include uno studio sui suoi rapporti con gli architetti e sui suoi interventi pubblici (di Simona Martinoli), un’attenta analisi del suo percorso creativo (di Matthias Frehner, direttore del Kunstmuseum Bern, e di Maria Will), e un approccio al suo uso del disegno (di Rainer Michael Mason), oltre a un’intervista curata da Gaia Regazzoni Jäggli. Segue un ricco apparato di illustrazioni e un’interpretazione fotografica realizzata da Mauro Zeni, dedicata al dialogo tra opere e artista. Il volume, curato da Gianna A. Mina, beneficia della progettazione grafico-artistica di Mario Cresci.
Pierino Selmoni – Oltre l’ingegno, la materia. Sculture 1946-2012
Ligornetto, Largo Vincenzo Vela, (Mendrisio)