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Giuseppe Palumbo – Luce concreta
Quarant’anni di pittura, grafica e scultura all’insegna della luce, del colore e della realtà, secondo la migliore tradizione italiana.
Comunicato stampa
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Il maestro veneziano, lucchese di adozione, presenta per la prima volta ad Arezzo una selezione significativa della sua produzione, che documenta quarant’anni di attività, con oltre 20 opere inedite.
Luce, colore e realtà. Questa la formula delle composizioni palumbiane, i cui exempla sono da ricercare nell’arte antica e rinascimentale – dalle pitture pompeiane ai “primitivi”, in primis Giotto, Masaccio e Piero della Francesca.
Una cultura straordinaria, non solo figurativa, e il recupero del “fare” artistico-artigianale da artifex del nostro tempo capace di fondere ars e téchne in forme pure, costituiscono l’humus di creazioni che si nutrono dell’essenza profonda del quotidiano, trascendendo ogni coercizione contemporanea.
Avanguardismo anti-avanguardia, inteso come ricerca di un outsider, rabdomante capace di restituire la realtà delle cose. Ogni opera è frutto di una meditazione profonda, che parte dalla realtà per restituirla nella sua verità essenziale, tramite una stratificazione cromatica e chiaroscurare che oltrepassa la mimesis del reale.
Oggetti, fiori, animali e la figura umana psicologicamente penetrata, i paesaggi silenti e incantati, il segno grafico solo apparentemente ancorato al dato fenomenico, rendono manifeste forme ataviche di vita e natura, il nocciolo profondo e autentico del nostro tempo.
La nobilitazione degli oggetti quotidiani assume ascendenze masaccesche nel volume compatto e monumentale di un frutto, fiamminghe nella restituzione tattile dei lirismi floreali e cézanniane nelle pennellate costruttive di architetture arboree e lapidee.
Natura viva, pulsante, sensuale e parlante, perennemente nutrita da una modulata luminosità e da una linfa cromatica «vicina – secondo le parole del pittore - alla sostanza della vita, alla terra, al mondo animale e vegetale».
La mostra presenterà, oltre ad opere di pittura, anche creazioni di grafica e scultura, fornendo così un panorama, certo non esaustivo, ma sicuramente ampio e articolato dell’excursus palumbiano. Per la prima volta, infatti, le terrecotte zoomorfe insieme alle silhouettes antropomorfe varcheranno la soglia dell’atelier del pittore per palesarsi in uno spazio pubblico. A completare il percorso, il pastello, anch’esso inedito, raffigurante, in un formato straordinariamente contenuto, un’esplosione gestuale e cromatica come danzante attorno ad un imperturbabile ed incorruttibile frutto della terra, gravido di realtà.
Luce, colore e realtà. Questa la formula delle composizioni palumbiane, i cui exempla sono da ricercare nell’arte antica e rinascimentale – dalle pitture pompeiane ai “primitivi”, in primis Giotto, Masaccio e Piero della Francesca.
Una cultura straordinaria, non solo figurativa, e il recupero del “fare” artistico-artigianale da artifex del nostro tempo capace di fondere ars e téchne in forme pure, costituiscono l’humus di creazioni che si nutrono dell’essenza profonda del quotidiano, trascendendo ogni coercizione contemporanea.
Avanguardismo anti-avanguardia, inteso come ricerca di un outsider, rabdomante capace di restituire la realtà delle cose. Ogni opera è frutto di una meditazione profonda, che parte dalla realtà per restituirla nella sua verità essenziale, tramite una stratificazione cromatica e chiaroscurare che oltrepassa la mimesis del reale.
Oggetti, fiori, animali e la figura umana psicologicamente penetrata, i paesaggi silenti e incantati, il segno grafico solo apparentemente ancorato al dato fenomenico, rendono manifeste forme ataviche di vita e natura, il nocciolo profondo e autentico del nostro tempo.
La nobilitazione degli oggetti quotidiani assume ascendenze masaccesche nel volume compatto e monumentale di un frutto, fiamminghe nella restituzione tattile dei lirismi floreali e cézanniane nelle pennellate costruttive di architetture arboree e lapidee.
Natura viva, pulsante, sensuale e parlante, perennemente nutrita da una modulata luminosità e da una linfa cromatica «vicina – secondo le parole del pittore - alla sostanza della vita, alla terra, al mondo animale e vegetale».
La mostra presenterà, oltre ad opere di pittura, anche creazioni di grafica e scultura, fornendo così un panorama, certo non esaustivo, ma sicuramente ampio e articolato dell’excursus palumbiano. Per la prima volta, infatti, le terrecotte zoomorfe insieme alle silhouettes antropomorfe varcheranno la soglia dell’atelier del pittore per palesarsi in uno spazio pubblico. A completare il percorso, il pastello, anch’esso inedito, raffigurante, in un formato straordinariamente contenuto, un’esplosione gestuale e cromatica come danzante attorno ad un imperturbabile ed incorruttibile frutto della terra, gravido di realtà.
31
agosto 2012
Giuseppe Palumbo – Luce concreta
Dal 31 agosto al 22 settembre 2012
arte contemporanea
Location
GALLERIA RIELABORANDO
Arezzo, Via Guglielmo Oberdan, 30, (Arezzo)
Arezzo, Via Guglielmo Oberdan, 30, (Arezzo)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 17.00 - 19.45; sabato 16.30 - 19.45; solamente sabato 1 settembre e domenica 2 settembre dalle ore 11.00 - 13.00 e dalle 15.30 - 19.45. Chiusura: lunedì
Vernissage
31 Agosto 2012, ore 18.00
Autore
Curatore