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22
febbraio 2010
fino al 11.IV.2010 Alla maniera d’oggi Firenze, sedi varie
toscana
Otto tappe per un ideale itinerario di Via Lucis. Uno stimolo per instaurare una cultura della vita che si esprime nell’arte contemporanea. Aperta alle attese della modernità e ancorata alle certezze del passato...
Alla maniera d’oggi è quasi un atto votivo da parte
degli artisti di Base –il più noto artist’s space fiorentino- verso la città
che a sua volta offre loro un grande omaggio, teso a colmare il vulnus fra passato e presente. Una
ferita curata con fatica, ma che in questa mostra si rimargina con stupefacente
levità.
I luoghi dell’esposizione sono
così vulnerabili e preziosi che possono essere avvicinati soltanto con
sensibilità e leggerezza. Ed è questa una delle prerogative delle opere
esposte, che nulla invadono, ma solo arricchiscono o interpretano in chiave
inconsueta e delicata il nostro tempo e il rispetto verso un’eredità così importante.
Occhi in su e bocche aperte, lo
stupore compare nello sguardo dei visitatori che estasiati sono oggi come nella
foto di Thomas Struth datate 2004 al Museo dell’Accademia, dove Massimo Bartolini ha portato i suoi Fiori.
Gesto simbolico e rituale che
l’artista offre a un San Giovanni su fondo oro. Gesto celebrante il sentimento
della Devozione
che, nell’odierno percepire, deve spesso nascondersi perché associato a un
culto e non più vissuto come “l’unico sentimento che permette di percepire
l’impercepibile, di familiarizzare col mistero”, come dichiara l’artista.
Una maratona dello spirito si può
definire questo percorso alla scoperta di presenze contemporanee che, nella
loro autonomia, intersecano e dialogano con luoghi storici ed esprimono l’arte
“alla maniera d’oggi”. L’annuncio si trova nell’opera di Maurizio Nannucci sulla facciata degli Uffizi che
riflette sull’Arno: “All art has been Contemporary”. La frase vasariana tradotta in
inglese apre le simboliche porte di Firenze agli artisti di Base/Progetti per
l’arte, associazione nata nel 1998 per promuovere un confronto culturale e internazionale
sul contemporaneo.
Il Chiostro dello Scalzo è una
tappa di questo appassionante percorso. L’installazione di Paolo Parisi è qui, fra le mura affrescate da Andrea
del Sarto. Il
genius loci ha sfiorato la creatività dell’artista, ispirando un intervento
delicato e intimo. La raffinatezza della performance sta nella grazia delle
dita dei musicisti, nell’intreccio fra musica e tonalità del Ral. Suoni nel
chiostro e nuance
di toni colorati avviluppano l’aria. Un’atmosfera magica, un attimo di appagamento.
Di ampio respiro artistico e
vitale l’opera di Marco Bagnoli nella Basilica di San Miniato al Monte, dove la
dimensione spirituale traspare nella luce e nello spazio. Gli elementi in legno
e alabastrite di Sonovasoro individuano sul pavimento intarsiato dello zodiaco
l’attuale nord, spostato ormai rispetto alla posizione su cui fu progettata la
basilica.
“Le pietre sono maestri muti,
esse rendono muto l’osservatore e il meglio che s’impara da loro non si può
comunicare”,
scriveva Goethe.
Ma Bagnoli comunica con le decorazioni marmoree, con la pietra. Comunica con il
suo Quincunz (quinconce) che è geometria, scansione, figura.
degli artisti di Base –il più noto artist’s space fiorentino- verso la città
che a sua volta offre loro un grande omaggio, teso a colmare il vulnus fra passato e presente. Una
ferita curata con fatica, ma che in questa mostra si rimargina con stupefacente
levità.
I luoghi dell’esposizione sono
così vulnerabili e preziosi che possono essere avvicinati soltanto con
sensibilità e leggerezza. Ed è questa una delle prerogative delle opere
esposte, che nulla invadono, ma solo arricchiscono o interpretano in chiave
inconsueta e delicata il nostro tempo e il rispetto verso un’eredità così importante.
Occhi in su e bocche aperte, lo
stupore compare nello sguardo dei visitatori che estasiati sono oggi come nella
foto di Thomas Struth datate 2004 al Museo dell’Accademia, dove Massimo Bartolini ha portato i suoi Fiori.
Gesto simbolico e rituale che
l’artista offre a un San Giovanni su fondo oro. Gesto celebrante il sentimento
della Devozione
che, nell’odierno percepire, deve spesso nascondersi perché associato a un
culto e non più vissuto come “l’unico sentimento che permette di percepire
l’impercepibile, di familiarizzare col mistero”, come dichiara l’artista.
Una maratona dello spirito si può
definire questo percorso alla scoperta di presenze contemporanee che, nella
loro autonomia, intersecano e dialogano con luoghi storici ed esprimono l’arte
“alla maniera d’oggi”. L’annuncio si trova nell’opera di Maurizio Nannucci sulla facciata degli Uffizi che
riflette sull’Arno: “All art has been Contemporary”. La frase vasariana tradotta in
inglese apre le simboliche porte di Firenze agli artisti di Base/Progetti per
l’arte, associazione nata nel 1998 per promuovere un confronto culturale e internazionale
sul contemporaneo.
Il Chiostro dello Scalzo è una
tappa di questo appassionante percorso. L’installazione di Paolo Parisi è qui, fra le mura affrescate da Andrea
del Sarto. Il
genius loci ha sfiorato la creatività dell’artista, ispirando un intervento
delicato e intimo. La raffinatezza della performance sta nella grazia delle
dita dei musicisti, nell’intreccio fra musica e tonalità del Ral. Suoni nel
chiostro e nuance
di toni colorati avviluppano l’aria. Un’atmosfera magica, un attimo di appagamento.
Di ampio respiro artistico e
vitale l’opera di Marco Bagnoli nella Basilica di San Miniato al Monte, dove la
dimensione spirituale traspare nella luce e nello spazio. Gli elementi in legno
e alabastrite di Sonovasoro individuano sul pavimento intarsiato dello zodiaco
l’attuale nord, spostato ormai rispetto alla posizione su cui fu progettata la
basilica.
“Le pietre sono maestri muti,
esse rendono muto l’osservatore e il meglio che s’impara da loro non si può
comunicare”,
scriveva Goethe.
Ma Bagnoli comunica con le decorazioni marmoree, con la pietra. Comunica con il
suo Quincunz (quinconce) che è geometria, scansione, figura.
articoli correlati
La
presentazione del progetto
daniela cresti
mostra visitata il 3 febbraio 2010
dal 3 febbraio all’undici
aprile 2010
Alla maniera d’oggi. Base a Firenze
a cura di Marco Bazzini
Sedi varie – Firenze
Orario: sabato ore 9-17 e secondo l’orario di apertura di ciascuna sede
Ingresso libero; Galleria dell’Accademia: intero € 6,50 e ridotto € 3,25; Museo
di San Marco: intero € 4
e ridotto € 2
Info: s.bacci@centropecci.it; www.turismo.intoscana.it
[exibart]