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La Riviera degli Esarchi: luoghi da riscoprire tra Ravenna e l’Alto Adriatico
Eleonora Cavallini, Professore Ordinario di Letteratura Greca presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna-Sede di Ravenna, presenta il Film “La Riviera degli Esarchi: luoghi da riscoprire tra Ravenna e l’Alto Adriatico” di Eleonora Cavallini e Bibi Bozzato.
Comunicato stampa
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La galleria SPAZIO TESTONI di Bologna in Via D’Azeglio 50, Giovedì 2 Agosto 2012 alle ore 20,30, ha il piacere di ospitare ELEONORA CAVALLINI, Professore Ordinario di Letteratura Greca presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna-Sede di Ravenna, per la presentazione del Film “LA RIVIERA DEGLI ESARCHI: LUOGHI DA RISCOPRIRE TRA RAVENNA E L’ALTO ADRIATICO” di Eleonora Cavallini e Bibi Bozzato, proiettato in anteprima lo scorso 23 maggio a Ravenna a Palazzo Corradini-Aula Tumidei dell’Università di Bologna ed ora per la seconda volta presso la Galleria Spazio Testoni.
Il progetto “la Riviera degli Esarchi”, a cura di Eleonora Cavallini, nonché del film-maker e documentarista Alessandro Bozzato, nasce dall'idea di effettuare un' approfondita ricognizione di questo affascinante scenario, richiamando l'attenzione di istituzioni pubbliche e di privati sulla possibilità di valorizzare alcuni siti di interesse culturale e artistico posti nella zona litoranea compresa tra Ravenna e l'alto Adriatico, e in genere scarsamente interessati dal flusso turistico, con particolare attenzione per alcune isole della laguna di Venezia. Il titolo si riferisce all'area geografica un tempo rientrante nel dominio dell'esarcato bizantino, ma dal punto di vista cronologico la ricerca investe un arco temporale ben più ampio, includendo siti e monumenti di età tardo-medioevale e rinascimentale.
La storia dell’Esarcato di Ravenna è quella di una civiltà millenaria che, nello svincolo ‘cruciale’ fra tardo-antico e Medioevo, persiste tenacemente nel tentativo di arginare il ‘nuovo che avanza’, nella fattispecie l’inarrestabile espansione degli invasori Longobardi.
Parallelamente si sviluppa e prende forma la struttura su cui si fonda la civiltà veneziana.
L’esodo di nobili e di cittadini di origine romana e veneta verso la laguna di fronte ad Altino è il primo nucleo di civilizzazione e di colonizzazione delle isole e delle barene fino a poco prima frequentate solo da pescatori e dalla fauna locale.
Dopo la morte di Giustiniano, che grazie alle brillanti conquiste militari dei suoi generali era riuscito ad assicurarsi il controllo dell’Italia, gli imperatori d’Oriente iniziarono ad inviare nella penisola prefetti imperiali (poi denominati Esarchi), con l’incarico di governare i territori d'oltremare che, per la loro delicata posizione geografica e per la considerevole distanza rispetto alla capitale, necessitavano di un particolare regime di autonomia amministrativa e autosufficienza militare. Ma già nell’ottavo secolo i Longobardi hanno esteso le loro conquiste al punto che, nell’Italia settentrionale, non resta in mano bizantina altro che la fascia costiera compresa tra Ravenna e l’Istria. Con la caduta dell’Esarcato, l’area passerà sotto il controllo della potenza marinara emergente: la Serenissima.
Protetta da una natura impenetrabile, da coste importuose e da un clima umido e instabile, l’area rivierasca dell’alto Adriatico compresa tra Ravenna, la laguna veneta e l'Istria, oppone alla forza delle armi longobarde una resistenza sorniona, acquattata, forte del proprio stesso, orgoglioso isolamento. In particolare, durante le scorrerie dei Longobardi, la laguna veneta offre rifugio ai profughi di numerose località di origine romana, che si insediano a Torcello, Murano, Burano, Mazzorbo, Ammiana e Costanziaco. Nello stesso periodo, presso l’estuario del Po di Volano, in un’area allora boscosa e vivibile, sorge l’abbazia di Pomposa, destinata a divenire uno dei centri culturali più attivi e prestigiosi del Medioevo cristiano.
Oggi, alcuni di questi luoghi, rimasti per lungo tempo nell’oblio anche a causa del clima divenuto insalubre, sono tornati al centro dell’attenzione di turisti e appassionati d’arte in seguito ad accurati restauri. Altri, ancora in stato di parziale o totale abbandono, quando non di degrado, rappresentano un patrimonio inestimabile da rivalutare e rendere di nuovo fruibile.
Il progetto “la Riviera degli Esarchi”, a cura di Eleonora Cavallini, nonché del film-maker e documentarista Alessandro Bozzato, nasce dall'idea di effettuare un' approfondita ricognizione di questo affascinante scenario, richiamando l'attenzione di istituzioni pubbliche e di privati sulla possibilità di valorizzare alcuni siti di interesse culturale e artistico posti nella zona litoranea compresa tra Ravenna e l'alto Adriatico, e in genere scarsamente interessati dal flusso turistico, con particolare attenzione per alcune isole della laguna di Venezia. Il titolo si riferisce all'area geografica un tempo rientrante nel dominio dell'esarcato bizantino, ma dal punto di vista cronologico la ricerca investe un arco temporale ben più ampio, includendo siti e monumenti di età tardo-medioevale e rinascimentale.
La storia dell’Esarcato di Ravenna è quella di una civiltà millenaria che, nello svincolo ‘cruciale’ fra tardo-antico e Medioevo, persiste tenacemente nel tentativo di arginare il ‘nuovo che avanza’, nella fattispecie l’inarrestabile espansione degli invasori Longobardi.
Parallelamente si sviluppa e prende forma la struttura su cui si fonda la civiltà veneziana.
L’esodo di nobili e di cittadini di origine romana e veneta verso la laguna di fronte ad Altino è il primo nucleo di civilizzazione e di colonizzazione delle isole e delle barene fino a poco prima frequentate solo da pescatori e dalla fauna locale.
Dopo la morte di Giustiniano, che grazie alle brillanti conquiste militari dei suoi generali era riuscito ad assicurarsi il controllo dell’Italia, gli imperatori d’Oriente iniziarono ad inviare nella penisola prefetti imperiali (poi denominati Esarchi), con l’incarico di governare i territori d'oltremare che, per la loro delicata posizione geografica e per la considerevole distanza rispetto alla capitale, necessitavano di un particolare regime di autonomia amministrativa e autosufficienza militare. Ma già nell’ottavo secolo i Longobardi hanno esteso le loro conquiste al punto che, nell’Italia settentrionale, non resta in mano bizantina altro che la fascia costiera compresa tra Ravenna e l’Istria. Con la caduta dell’Esarcato, l’area passerà sotto il controllo della potenza marinara emergente: la Serenissima.
Protetta da una natura impenetrabile, da coste importuose e da un clima umido e instabile, l’area rivierasca dell’alto Adriatico compresa tra Ravenna, la laguna veneta e l'Istria, oppone alla forza delle armi longobarde una resistenza sorniona, acquattata, forte del proprio stesso, orgoglioso isolamento. In particolare, durante le scorrerie dei Longobardi, la laguna veneta offre rifugio ai profughi di numerose località di origine romana, che si insediano a Torcello, Murano, Burano, Mazzorbo, Ammiana e Costanziaco. Nello stesso periodo, presso l’estuario del Po di Volano, in un’area allora boscosa e vivibile, sorge l’abbazia di Pomposa, destinata a divenire uno dei centri culturali più attivi e prestigiosi del Medioevo cristiano.
Oggi, alcuni di questi luoghi, rimasti per lungo tempo nell’oblio anche a causa del clima divenuto insalubre, sono tornati al centro dell’attenzione di turisti e appassionati d’arte in seguito ad accurati restauri. Altri, ancora in stato di parziale o totale abbandono, quando non di degrado, rappresentano un patrimonio inestimabile da rivalutare e rendere di nuovo fruibile.
02
agosto 2012
La Riviera degli Esarchi: luoghi da riscoprire tra Ravenna e l’Alto Adriatico
02 agosto 2012
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
incontro - conferenza
serata - evento
Location
SPAZIO TESTONI
Bologna, Via D'Azeglio, 50, (Bologna)
Bologna, Via D'Azeglio, 50, (Bologna)
Vernissage
2 Agosto 2012, h 20.30
Autore