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Ugo Maria Cionfrini – Sculture d’acqua
Con le sue fotografie Cionfrini fissa delle immagini destinate a svanire nell’arco di un attimo, riuscendo così a cogliere nell’acqua forme zoomorfe o antropomorfe che non esistono se non nel momento in cui vengono fotografate: per tanto è la fotografia ad eternare delle soluzioni plastiche altrimenti perdute, sopraffatte dalla liquidità della materia generatrice e dalla forza di gravità
Comunicato stampa
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Ugo Maria Cionfrini: sculture d’acqua
L’acqua ha sempre concorso in vario modo alla realizzazione di forme plastiche suggestive,
modellando la roccia con il suo lento scorrere o scavandola goccia dopo goccia fino a farle
assumere forme antropomorfe: ma l’acqua ha contribuito anche alla riuscita di alcune tra le più
stupefacenti creazioni dell’età barocca, come dimostrano le scenografiche fontane concepite da
Gian Lorenzo Bernini e dai suoi epigoni settecenteschi per alcune delle più belle piazze di Roma.
È possibile immaginare la Fontana dei Quattro Fiumi, quella del Tritone o, infine, la Fontana
di Trevi, senza che l’acqua intervenga con il suo suono e i suoi effetti luminosi a rendere le
immagini scolpite nel marmo così sorprendenti? Variamente modulata grazie all’abilità di
provetti idraulici diretti da un regista sapiente, l’acqua si dispone infatti a formare ampi ventagli
che si sovrappongono alle immagini plastiche modellate dal Bernini o generano sottili zampilli
che, candendo di vasca in vasca, rendono luminose e vibranti le dinamiche sculture concepite
dall’artista: nè si dovrà sottovalutare la componente musicale prodotta dall’acqua, i cui suoni,
assimilabili a quelli generati da uno strumento, creano una suggestione uditiva che esalta la
teatralità degli apparati scultorei.
Abituato da sempre a guadare con occhio attento la città nella quale ha studiato, Ugo Maria
Cionfrini ha fissato in alcune memorabili immagini fotografiche lo sgorgare dell’acqua dal getto
di una fontana romana: come lui stesso ammette, si tratta sempre della stessa fontana, come se
le “potenzialità artistiche” connaturate all’acqua si possano esprimere soltanto in quel luogo, dove
aspetti in apparenza imponderabili, quali la forza del getto o il movimento prodotto dall’aria,
possono produrre situazioni altrove impossibili.
Fissando a lungo con l’obiettivo lo sgorgare del liquido dal getto, Cionfrini è riuscito a fermare
forme liquide che richiamano animali e figure riconoscibili: cani, come il carlino, il terranova, il
barboncino e il pitt-bull o volatili come il germano o forme più esotiche come quelle dell’elefante
e dell’orso, vengono subito alla mente osservando con attenzione la disposizione dell’acqua che
sembra corrispondere ad un preciso disegno partorito dalla mente di un geniale creatore. Con le
sue fotografie Cionfrini fissa delle immagini destinate a svanire nell’arco di un attimo, riuscendo
così a cogliere nell’acqua forme zoomorfe o antropomorfe che non esistono se non nel momento
in cui vengono fotografate: per tanto è la fotografia ad eternare delle soluzioni plastiche altrimenti
perdute, sopraffatte dalla liquidità della materia generatrice e dalla forza di gravità.
Non resta che chiedersi se Ugo Maria Cionfrini sia soltanto un fotografo fortunato, che ha avuto
la ventura di cogliere quanto sfugge all’occhio distratto del passante, o se invece non sia un artista
dotato di una sensibilità particolare e di una capacità creativa che si esprime attraverso modalità
finora inedite. Naturalmente propendiamo per questa seconda ipotesi.
Stefano Papetti
L’acqua ha sempre concorso in vario modo alla realizzazione di forme plastiche suggestive,
modellando la roccia con il suo lento scorrere o scavandola goccia dopo goccia fino a farle
assumere forme antropomorfe: ma l’acqua ha contribuito anche alla riuscita di alcune tra le più
stupefacenti creazioni dell’età barocca, come dimostrano le scenografiche fontane concepite da
Gian Lorenzo Bernini e dai suoi epigoni settecenteschi per alcune delle più belle piazze di Roma.
È possibile immaginare la Fontana dei Quattro Fiumi, quella del Tritone o, infine, la Fontana
di Trevi, senza che l’acqua intervenga con il suo suono e i suoi effetti luminosi a rendere le
immagini scolpite nel marmo così sorprendenti? Variamente modulata grazie all’abilità di
provetti idraulici diretti da un regista sapiente, l’acqua si dispone infatti a formare ampi ventagli
che si sovrappongono alle immagini plastiche modellate dal Bernini o generano sottili zampilli
che, candendo di vasca in vasca, rendono luminose e vibranti le dinamiche sculture concepite
dall’artista: nè si dovrà sottovalutare la componente musicale prodotta dall’acqua, i cui suoni,
assimilabili a quelli generati da uno strumento, creano una suggestione uditiva che esalta la
teatralità degli apparati scultorei.
Abituato da sempre a guadare con occhio attento la città nella quale ha studiato, Ugo Maria
Cionfrini ha fissato in alcune memorabili immagini fotografiche lo sgorgare dell’acqua dal getto
di una fontana romana: come lui stesso ammette, si tratta sempre della stessa fontana, come se
le “potenzialità artistiche” connaturate all’acqua si possano esprimere soltanto in quel luogo, dove
aspetti in apparenza imponderabili, quali la forza del getto o il movimento prodotto dall’aria,
possono produrre situazioni altrove impossibili.
Fissando a lungo con l’obiettivo lo sgorgare del liquido dal getto, Cionfrini è riuscito a fermare
forme liquide che richiamano animali e figure riconoscibili: cani, come il carlino, il terranova, il
barboncino e il pitt-bull o volatili come il germano o forme più esotiche come quelle dell’elefante
e dell’orso, vengono subito alla mente osservando con attenzione la disposizione dell’acqua che
sembra corrispondere ad un preciso disegno partorito dalla mente di un geniale creatore. Con le
sue fotografie Cionfrini fissa delle immagini destinate a svanire nell’arco di un attimo, riuscendo
così a cogliere nell’acqua forme zoomorfe o antropomorfe che non esistono se non nel momento
in cui vengono fotografate: per tanto è la fotografia ad eternare delle soluzioni plastiche altrimenti
perdute, sopraffatte dalla liquidità della materia generatrice e dalla forza di gravità.
Non resta che chiedersi se Ugo Maria Cionfrini sia soltanto un fotografo fortunato, che ha avuto
la ventura di cogliere quanto sfugge all’occhio distratto del passante, o se invece non sia un artista
dotato di una sensibilità particolare e di una capacità creativa che si esprime attraverso modalità
finora inedite. Naturalmente propendiamo per questa seconda ipotesi.
Stefano Papetti
28
luglio 2012
Ugo Maria Cionfrini – Sculture d’acqua
Dal 28 luglio al 04 agosto 2012
fotografia
Location
PALAZZO BRECCIA-FRATADOCCHI
Fermo, Corso Camillo Benso Cavour, 86, (Fermo)
Fermo, Corso Camillo Benso Cavour, 86, (Fermo)
Orario di apertura
dalle 17.30
Vernissage
28 Luglio 2012, ore 18 su invito
Sito web
www.ugomariacionfrini.com
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