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Lumetta – Intrighi d’arte
personale
Comunicato stampa
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Da un campo di grano nasce la forma.
I monocromi di Lumetta, pur partendo da tracce figurative, alberi e spighe, entrano nella poetica dell’Informale. La materia diventa protagonista e la texture rivela la sua essenza.
Pittura aggettante, a rilievo, sempre in conflitto con una bidimensionalità limitante.
La stesura pittorica immerge in sé spaghi, cordoni, filamenti, ma soprattutto trame di tela quadrate, romboidali, compatte o sfrangiate.
Il processo sembra capolgere la tradizione del fare pittura: qui la tela inverte il proprio ruolo di supporto e diventa immagine, forma, non più nascondendosi, ma portandosi in primo piano, per rilevare, di se stessa, la sua più intima struttura, nelle variabili della texture.
Come nell’Informale: dalla materia stessa nasce la forma attraverso un processo non di diversa qualità pittorica, non di stesure diverse di pennello, ma grazie ad un’unica stesura materica, monocroma, che genera la forma solo attraverso i differenti strati quantitativi di pittura… la lezione delle hautes pates è viva. La tela che da sempre nella tradizione storica della pittura, a trama fitta o larga, ha avuto una funzione di supporto, ora, in qualità di brano oggettuale, di tramatura materica scomponibile, si porta in primo piano, e rivela allo spettatore i segreti della sue strutture più intime e segrete.
Così, non sembri strano se Lumetta si muove contemporaneamente sul piano della pittura e della scultura, lavorando anche sul tema delle installazioni.
Qui il filo di ferro compone corpi umani e oggetti, in miniatura o dalle dimensioni reali, creando scene quotidiane che in sé conservano, a volte, il ricordo dei calchi di Segal, privi, però, di quel lontano carattere spettrale americano, ma fluidi e ironici.
Non scultura di pieni, bensì di vuoti, fatta di punti e linee: la linea si torce, corre decisa incrociandosi in punti definiti con le altre linee, formando così volumi, corpi…umani intenti nelle più disparate situazioni quotidiane. La linea prolifera anche all’interno di provette, piccoli corpi chiusi sottovetro, e ovunque si spande un’umanità disegnata ma tridimensionale.. strutture, ancora una volta, anime interne della scultura.
Fantasmiche, talvolta, le figure: l’uomo legge un libro dalle pagine bianche…le parole sono cadute per terra, si sono divise in lettere sparse, impossibile ricostruire frasi, messaggi, storie…lettere cadute, anche loro ricondotte al primario ruolo di strutture formali, alfabeti, grammatiche.
Destrutturazione e decodificazione della frase, del messaggio semantico e, quindi, ancora una volta, strutture primarie, lettere e alfabeti, come i punti, le linee, la materia: veri protagonisti dell’immagine visiva di Lumetta.
3-4-2012 Mirella Casamassima
I monocromi di Lumetta, pur partendo da tracce figurative, alberi e spighe, entrano nella poetica dell’Informale. La materia diventa protagonista e la texture rivela la sua essenza.
Pittura aggettante, a rilievo, sempre in conflitto con una bidimensionalità limitante.
La stesura pittorica immerge in sé spaghi, cordoni, filamenti, ma soprattutto trame di tela quadrate, romboidali, compatte o sfrangiate.
Il processo sembra capolgere la tradizione del fare pittura: qui la tela inverte il proprio ruolo di supporto e diventa immagine, forma, non più nascondendosi, ma portandosi in primo piano, per rilevare, di se stessa, la sua più intima struttura, nelle variabili della texture.
Come nell’Informale: dalla materia stessa nasce la forma attraverso un processo non di diversa qualità pittorica, non di stesure diverse di pennello, ma grazie ad un’unica stesura materica, monocroma, che genera la forma solo attraverso i differenti strati quantitativi di pittura… la lezione delle hautes pates è viva. La tela che da sempre nella tradizione storica della pittura, a trama fitta o larga, ha avuto una funzione di supporto, ora, in qualità di brano oggettuale, di tramatura materica scomponibile, si porta in primo piano, e rivela allo spettatore i segreti della sue strutture più intime e segrete.
Così, non sembri strano se Lumetta si muove contemporaneamente sul piano della pittura e della scultura, lavorando anche sul tema delle installazioni.
Qui il filo di ferro compone corpi umani e oggetti, in miniatura o dalle dimensioni reali, creando scene quotidiane che in sé conservano, a volte, il ricordo dei calchi di Segal, privi, però, di quel lontano carattere spettrale americano, ma fluidi e ironici.
Non scultura di pieni, bensì di vuoti, fatta di punti e linee: la linea si torce, corre decisa incrociandosi in punti definiti con le altre linee, formando così volumi, corpi…umani intenti nelle più disparate situazioni quotidiane. La linea prolifera anche all’interno di provette, piccoli corpi chiusi sottovetro, e ovunque si spande un’umanità disegnata ma tridimensionale.. strutture, ancora una volta, anime interne della scultura.
Fantasmiche, talvolta, le figure: l’uomo legge un libro dalle pagine bianche…le parole sono cadute per terra, si sono divise in lettere sparse, impossibile ricostruire frasi, messaggi, storie…lettere cadute, anche loro ricondotte al primario ruolo di strutture formali, alfabeti, grammatiche.
Destrutturazione e decodificazione della frase, del messaggio semantico e, quindi, ancora una volta, strutture primarie, lettere e alfabeti, come i punti, le linee, la materia: veri protagonisti dell’immagine visiva di Lumetta.
3-4-2012 Mirella Casamassima
21
luglio 2012
Lumetta – Intrighi d’arte
Dal 21 al 31 luglio 2012
arte contemporanea
Location
SALA BASTIONE
Giovinazzo, centro storico, (Bari)
Giovinazzo, centro storico, (Bari)
Orario di apertura
20-22.30, sab e dom 19.30-23
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