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Patrizio Giacomelli – Mostra personale
Nella città natale di Giovanni Pascoli, nell’anno del centenario della morte del poeta, Patrizio Giacomelli espone opere che hanno lo sguardo del fanciullo che ha nostalgia di un’innocenza perduta, non la sua ma quella del genere umano, del suo paese e di chi lo abita.
Comunicato stampa
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Patrizio Giacomelli espone presso la Galleria San Sebastiano di San Mauro Pascoli. I temi dei suoi dipinti fanno riferimento al sociale, lo sguardo è quello di un fanciullo che ha nostalgia di un'innocenza perduta, non la sua ma quella del genere umano, del suo paese e di chi lo abita.
Pensando di scrivere di lui, non ho potuto fare a meno di ricondurmi alla poetica del 'fanciullino', tanto magistralmente elaborata da Pascoli, secondo cui “E' dentro noi un fanciullino che non ha solo brividi ma lacrime ancora e tripudi suoi […]. Egli è quello che ha paura del buio, perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o sembra sognare, ricordando cose non vedute mai; Egli scopre nelle cose le somiglianze e le relazioni più ingegnose. […] impicciolisce per poter vedere, ingrandisce per poter ammirare”.
Giacomelli coglie l'essenza delle cose perché, come il 'fanciullino' pascoliano, 'vede' davvero e non si limita a guardare, 'ascolta' e non si limita a sentire, e questo è quanto di lui colpisce conoscendolo. In lui l'uomo e l'artista coincidono, nei suoi dipinti si 'legge' la sua 'carta d'identità' morale; in essi non c'è ricerca ossessiva della bellezza estetica, ma desiderio bruciante di materializzare i suoi pensieri, di dare corpo al suo mondo interiore, fatto di incanto, di rabbia, di nostalgia, recalcitrante alle 'sirene' consolatorie che l'attuale società ci somministra; è un sognatore, forse un idealista, ma riconosce bene le 'trappole' disseminate da un contesto che ci vuole allineare, ottundere e plasmare. Le sue tele appaiono un monito a guardarsi da esse; non nelle vincite strabilianti, promesse dalle svariate lotterie, non nelle seducenti e mercificate immagini femminili, non in paradossali progetti di alta ingegneria risiede la soluzione ai nostri mali, è altrove che bisogna cercare, è riscoprendo noi stessi, ripercorrendo il lungo itinerario che l'umanità ha tanto faticosamente intrapreso per 'non viver come bruti'. La salvezza è quindi in un viaggio a ritroso, e perché ciò sia possibile, il lottatore deve staccare le gambe dal ring e sferrare i suoi colpi, finalmente libero.
Cristina Luciani
Patrizio Giorgio Giacomelli nasce a Milano nel 1972, dove vive e lavora. Sì accosta alla pittura nel 2011 facendosi subito segnalare nella collettiva “Unione tra affinità e diversità” presso la Galleria 9 Colonne/SPE/Il Giorno di Milano. A marzo 2012 si tiene la sua prima personale, presso il prestigioso Studio D’Ars di Milano.
Pensando di scrivere di lui, non ho potuto fare a meno di ricondurmi alla poetica del 'fanciullino', tanto magistralmente elaborata da Pascoli, secondo cui “E' dentro noi un fanciullino che non ha solo brividi ma lacrime ancora e tripudi suoi […]. Egli è quello che ha paura del buio, perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o sembra sognare, ricordando cose non vedute mai; Egli scopre nelle cose le somiglianze e le relazioni più ingegnose. […] impicciolisce per poter vedere, ingrandisce per poter ammirare”.
Giacomelli coglie l'essenza delle cose perché, come il 'fanciullino' pascoliano, 'vede' davvero e non si limita a guardare, 'ascolta' e non si limita a sentire, e questo è quanto di lui colpisce conoscendolo. In lui l'uomo e l'artista coincidono, nei suoi dipinti si 'legge' la sua 'carta d'identità' morale; in essi non c'è ricerca ossessiva della bellezza estetica, ma desiderio bruciante di materializzare i suoi pensieri, di dare corpo al suo mondo interiore, fatto di incanto, di rabbia, di nostalgia, recalcitrante alle 'sirene' consolatorie che l'attuale società ci somministra; è un sognatore, forse un idealista, ma riconosce bene le 'trappole' disseminate da un contesto che ci vuole allineare, ottundere e plasmare. Le sue tele appaiono un monito a guardarsi da esse; non nelle vincite strabilianti, promesse dalle svariate lotterie, non nelle seducenti e mercificate immagini femminili, non in paradossali progetti di alta ingegneria risiede la soluzione ai nostri mali, è altrove che bisogna cercare, è riscoprendo noi stessi, ripercorrendo il lungo itinerario che l'umanità ha tanto faticosamente intrapreso per 'non viver come bruti'. La salvezza è quindi in un viaggio a ritroso, e perché ciò sia possibile, il lottatore deve staccare le gambe dal ring e sferrare i suoi colpi, finalmente libero.
Cristina Luciani
Patrizio Giorgio Giacomelli nasce a Milano nel 1972, dove vive e lavora. Sì accosta alla pittura nel 2011 facendosi subito segnalare nella collettiva “Unione tra affinità e diversità” presso la Galleria 9 Colonne/SPE/Il Giorno di Milano. A marzo 2012 si tiene la sua prima personale, presso il prestigioso Studio D’Ars di Milano.
07
luglio 2012
Patrizio Giacomelli – Mostra personale
Dal 07 al 20 luglio 2012
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN SEBASTIANO
San Mauro Pascoli, Via Xx Settembre, (Forlì-cesena)
San Mauro Pascoli, Via Xx Settembre, (Forlì-cesena)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 19-23
Vernissage
7 Luglio 2012, ore 19
Autore