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Ricordi in Micromosaico. Vedute e paesaggi per i viaggiatori del Grand Tour
Le opere presenti in mostra, in gran parte inedite, provengono da importanti Collezioni private italiane e straniere, dal Museo Napoleonico e dai Musei Vaticani di Roma e testimoniano l’influenza duratura tra Settecento e Ottocento della tradizione del paesaggismo classico Seicentesco, nonché aspetti romantici e talvolta pre-simbolisti
Comunicato stampa
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A partire dal Settecento, grazie anche alla ripresa degli studi sulla cultura classica e a importanti ritrovamenti archeologici, viaggiatori e giovani aristocratici europei, soprattutto inglesi e francesi, compiono quello che viene comunemente definito Grand Tour: una sorta
di pellegrinaggio o viaggio di formazione nei luoghi in cui si trovavano vive testimonianze dell’antichità. L’Italia, per la sua storia e per le sue bellezze artistiche e paesaggistiche, diventa una delle mete preferite dai viaggiatori, con una predilezione particolare per Venezia,
Firenze, Roma e Napoli. E’ anche per venire incontro alle esigenze di questo particolare pubblico, desideroso di portare in patria un ricordo dei luoghi visitati, che si sviluppa a Roma la tecnica del micromosaico. Attraverso
l’uso di tessere di dimensioni piccolissime, anche inferiori al millimetro, si realizzano miniature raffiguranti alcuni dei soggetti più ricercati dai viaggiatori stranieri, inserite su mobili o in oggetti di piccolo formato, quali spille, monili,
tabacchiere.
La produzione del micromosaico ha una rapida diffusione a Roma nella seconda metà del XVIII secolo ed è strettamente legata all’attività dello Studio del Mosaico Vaticano. Nel 1757, una volta completati i lavori all’interno della Basilica di San Pietro, i mosaicisti romani, trovandosi privi di occupazione, cominciarono ad investire sulla nuova tecnica intuendone le possibilità occupazionali. In tutta Roma, soprattutto nella celebre zona di Piazza di Spagna, fiorirono botteghe e atelier privati destinati alla produzione e alla vendita del micromosaico.
Le opere presenti in mostra, in gran parte inedite, provengono da importanti Collezioni private italiane e straniere, dal Museo Napoleonico e dai Musei Vaticani di Roma e
testimoniano l’influenza duratura tra Settecento e Ottocento della tradizione del paesaggismo classico Seicentesco, nonché aspetti romantici e talvolta pre-simbolisti.
I soggetti più ricorrenti sono dapprima le vedute con rovine e le raffigurazioni di monumenti antichi (il Colosseo, i Fori Imperiali, i templi di Paestum), affiancate successivamente da
paesaggi di gusto romantico e pittoresco.
di pellegrinaggio o viaggio di formazione nei luoghi in cui si trovavano vive testimonianze dell’antichità. L’Italia, per la sua storia e per le sue bellezze artistiche e paesaggistiche, diventa una delle mete preferite dai viaggiatori, con una predilezione particolare per Venezia,
Firenze, Roma e Napoli. E’ anche per venire incontro alle esigenze di questo particolare pubblico, desideroso di portare in patria un ricordo dei luoghi visitati, che si sviluppa a Roma la tecnica del micromosaico. Attraverso
l’uso di tessere di dimensioni piccolissime, anche inferiori al millimetro, si realizzano miniature raffiguranti alcuni dei soggetti più ricercati dai viaggiatori stranieri, inserite su mobili o in oggetti di piccolo formato, quali spille, monili,
tabacchiere.
La produzione del micromosaico ha una rapida diffusione a Roma nella seconda metà del XVIII secolo ed è strettamente legata all’attività dello Studio del Mosaico Vaticano. Nel 1757, una volta completati i lavori all’interno della Basilica di San Pietro, i mosaicisti romani, trovandosi privi di occupazione, cominciarono ad investire sulla nuova tecnica intuendone le possibilità occupazionali. In tutta Roma, soprattutto nella celebre zona di Piazza di Spagna, fiorirono botteghe e atelier privati destinati alla produzione e alla vendita del micromosaico.
Le opere presenti in mostra, in gran parte inedite, provengono da importanti Collezioni private italiane e straniere, dal Museo Napoleonico e dai Musei Vaticani di Roma e
testimoniano l’influenza duratura tra Settecento e Ottocento della tradizione del paesaggismo classico Seicentesco, nonché aspetti romantici e talvolta pre-simbolisti.
I soggetti più ricorrenti sono dapprima le vedute con rovine e le raffigurazioni di monumenti antichi (il Colosseo, i Fori Imperiali, i templi di Paestum), affiancate successivamente da
paesaggi di gusto romantico e pittoresco.
29
giugno 2012
Ricordi in Micromosaico. Vedute e paesaggi per i viaggiatori del Grand Tour
Dal 29 giugno al 16 settembre 2012
arte antica
Location
MAR – MUSEO D’ARTE DELLA CITTA’
Ravenna, Via Di Roma, 13, (Ravenna)
Ravenna, Via Di Roma, 13, (Ravenna)
Orario di apertura
martedì, giovedì e venerdì 9-13.30 / 15-18, mercoledì e sabato 9-13.30, domenica 15-18, chiuso il lunedì. La biglietteria chiude mezz’ora prima dell’orario di chiusura della mostra. Dal 13 luglio al 17 agosto la mostra nella giornata di venerdì sarà aperta con i seguenti orari 9-13.30 / 19-22
Vernissage
29 Giugno 2012, ore 18
Curatore