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Mazzocca&Pony – Spirito libero
Si ringrazia: Villa Mabulton, galleria Artemisia, Urbis e Artis – rivista d’arte e Gallerini Hotels, Farmacia Tosolini, agriturismo Conti di Maniago, trattoria – pizzeria Al Forestiero, agriturismo Cjasal di Pition,
Comunicato stampa
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Mazzocca&Pony, pseudonimo di Luigina Mazzocca, è l’apri-pista, domenica 3 giugno alle ore 18, delle rassegne culturali in Villa Mabulton a Chiasiellis di Mortegliano (UD). Ciclo di mostre che si concluderà il 6 gennaio 2013.
È il critico d’arte Raffaella Ferrari la curatrice degli eventi artistici che si tengono a Villa Mabulton già dal 2011.
Questo spazio è una ex casa colonica trasformata negli anni ’40 in una elegante “Farm” in stile inglese da Lady Hope. Ora ospita Ristorante, Piscina, Hotel, Complesso sportivo con campo da Golf e un immenso parco con centinaia di piante e alberi che rendono la Villa un tesoro unico.
È proprio l’area ristorante con il suo grande salone e le salette che accoglierà 70 lavori di pittura e scultura dell’artista trevigiana.
Sarà una panoramica di 7 suoi periodi scelti tra gli ultimi 10 anni.
Nel salone ci saranno opere dal titolo “IPazia”, “Metamateria”, “Daimon” e “Dualita”. Esposizione in cui dominerà decisamente il bianco perché le opere rappresentano il “non visibile”, la “non materia” dell’essere.
Nella sala 2 ci saranno 10 quadri dalla serie “Cenerentola”in cui l’indumento fisico, trattato con resine, è stato sovrapposto alla pittura di figure femminili in un immaginario onirico.
Nella sala 3 prosegue la serie “Dualità” in versione colorata: vestiti trattati con smalti bianchi e resine sopra i quali sono stati dipinti a rilievo, motivi floreali ad olio per simboleggiare la nuova natura dello spirito.
Anche nella sala 4 ci saranno una decina di lavori, ma dal periodo “Rinascita” : sono legni abbandonati dal mare che hanno acquistato una nuova vita e riscalderanno di emozioni la stanza.
Infine, una trentina di ritratti iper realistici in affresco, ci seguiranno nel lungo corridoio che conduce al bar.
Nell’inaugurazione del 3 giugno alle ore 18, la dott.ssa Raffaella Ferrari presenterà la mostra illustrando il percorso dell’artista.
Seguirà un momento conviviale.
Per informazioni:
Raffaella Ferrari: 349 0599508
Villa Mabulton: 342 0592922
Mazzocca&Pony: 348 0302605
SPIRITO LIBERO Dott. Raffaella Ferrari
24 maggio 2012
Mazzocca&Pony- Pseudonimo di Luigina Mazzocca
Nata nel 1963, vive e lavora a Castelfranco Veneto (TV).
Studia all’Istituto d’Arte di Nove (VI), sezione ceramica, dove si diploma per aprire subito un proprio laboratorio ceramico. Successivamente entra nel campo del restauro, in particolare di affreschi. Lavora inoltre come decoratrice, nella progettazione d’interni e presta la sua esperienza tenendo corsi di disegno e pittura. Dal 2005 cura mostre d’Arte in Veneto, presso sedi pubbliche e private.
Il 2 marzo 2011 firma il manifesto “Nostra Dialettica- Dialettica delle emozioni per l’arte come bellezza”, assieme ad altri sei artisti emergenti della galleria Castellano Arte Contemporanea di Castelfranco Veneto (TV) con mostra di presentazione presso la galleria stessa.
Nell’ultimo decennio, sono numerose le sue presenze in Italia e in Europa.
L’attività incessante della Mazzocca produce nell’arco degli anni numerosi periodi/cicli pittorici: Arte Sacra, Fiori, Nudo, Periodo Blu, Trome d’oeil, ceramiche, Pompei, Contestazione, Librinti, Copie d’autore, Encausto, Rinascita, Voce della passione, Colori della coscienza, Contaminazioni, Brandelli, Interazione, Tuttomenochenero, Fotoartmusic e infine si specializza nel ritratto iper realistico con tecnica ad affresco.
I personaggi divengono lo specchio del loro intimo. L’esternazione realistica dell’uomo/donna ritratto, viene riassunta attraverso le sue naturali pieghe, i suoi finti o veri sorrisi, l’espressione profonda e comunicativa degli occhi, o lo stesso sguardo che sfugge o ti affronta. Attraverso quest’attenta analisi dell’uomo Luigina non fa differenze tra il Papa o la Rockstar, tra l’operaio o Berlusconi, ma inserisce tutti in una galleria equilibrandoli e rapportandoli uni con gli altri con la stessa importanza e peso. Li analizza in una sorta di indagine psicologica in cui lei diviene “ironicamente” il Dottore psicologo/psichiatra (in base a chi viene analizzato) e il personaggio ritratto il paziente, il risultato ottenuto, ossia la tavola/opera è la cartella clinica su cui noi possiamo leggere il referto dell’analisi dell’artista.
Dal 2007 avviene nella Mazzocca, a fronte delle profonde sperimentazioni sulla materia e ad un profondo lavoro di introspezione personale, un cambio di rotta e la sua cifra artistica si sveste dei passati temi trattati e si riveste di una nuova poetica personale.
Questo mutamento/cambio/metamorfosi nel campo artistico necessita anche di un nome nuovo e come dice la Mazzocca: “ E’ quasi un pensiero ossessivo, tanto da mutare il mio nome d’arte in Mazzocca&Pony: Mazzocca è il mio cognome e il mio retaggio, il contatto con il reale, fisico con il mondo; Pony è il nome fantastico della mia vita “sospesa”, invisibile e immortale”.
Questo profondo e maturato cambio di rotta porta la Mazzocca a sperimentare il suo nuovo cammino attraverso vari materiali e supporti come: computer, fotografia, installazioni, luci e led, incisioni su plexiglass, scultura, etc…
Da qui nasce l’ ultimo ciclo dal titolo: “Abito Mentale” e le opere dei cicli: “Cenerentola”, “Dualità”, “La via dei ricordi”, “Le Armate”, “Daimon”, “Eden”, “Metamateria” e infine “Ipazie”.
L’emblematica maturazione nella sfera artistica spiega come ci sia stata una profonda crescita interiore dell’artista.
Mazzocca è arte d’intuizione e mutazione, Pony è alchimia e miracolo, Mazzocca&Pony sono Trinità, Triade e Trimurti (considerando anche la & come anello di congiunzione) dell’origine dell’Essere, della sostanza e della forma.
Abito Mentale è un divenire magmatico e fluttuante di apparizioni.
Già prima accennavo ad uno svestirsi per poi rivestirsi dell’artista al momento dell’esplicazione di questo nuovo percorso e difatti il soggetto da lei trattato e generatore d’arte in questo frangente è l’abito svuotato ineccepibilmente dal suo contenuto, l’uomo.
Negli abiti sono racchiuse e fossilizzate storie e profumi, caldi abbracci, viaggi, essi riassumono in se un percorso terreno, di visibilità, di apparenza. Quante volte noi tutti associamo ad un abito un ricordo di vita vissuta?
Grazie a questa nuovo e innovativo modo di far arte, la creazione artistica è capace di arrestare per un attimo l’irreversibilità del tempo.
Luigina fa saltare le abitudini del far arte fondando i propri codici di lettura, di scrittura e comportamento.
Grazie ad artisti come la Mazzocca si riesce a rompere la noia dell’accademia.
Ciò che si fa forte nell’espressione artistica dell’autrice è la serenità, serenità indirizzata e rimandata al suo osservatore che, attonito e spiazzato da ciò che osserva, viene inevitabilmente sorpreso e condotto per mano alla ricerca della sua verità, egli viene seguito nel ricercare la sua storia personale e lasciato avvolto dalla luce.
Ciò che la Mazzocca ha capito e che cerca di comunicarci è che se la vita fisica ha un limite di tempo, la vita dell’anima è eterna.
Davanti a un giudice neutro siamo tutti uguali e, come nel momento in cui si nasce dove non ci sono differenza tra gli umani, rispondiamo tutti ai principi di uguaglianza e dignità, ogni singolo elemento è bene prezioso per l’umanità.
Arte del rispetto e dell’amore, arte storica, visto che ogni abito porta con se il suo messaggio, storia personale, storia del costume.
Ecco il legame con l’eterno: l’artista applicando delle particolari vernici ai suoi abiti attua una sorta di mummificazione alle sue creazioni, inevitabile è il richiamo vibrante alla religione, alla Sacra Sindone, si eleva così un arte pagana ad arte divina.
La luce, altra componente fondamentale nell’opera della Mazzocca, la quintessenza, investe queste opere, essa è luce dell’anima, trasparenza dello spirito. Cosicché le luci assorbite dall’esterno e ridonate delicatamente all’ambiente ospitante, diventano la luce dell’immortalità e della speranza in un mondo migliore.
A dissomiglianza degli altri cicli, dove dominavano i sette colori dell’iride, ora il padrone della “tavolozza” dell’artista è il colore bianco, sinonimo di purezza e trasparenza.
L’ultimo periodo della Mazzocca è consacrato alla scultura.
L’originalità del titolo offerto a questo ultimo ciclo è: “Ipazia”, in cui si sottolinea ancora una volta l’energica spinta innovatrice da parte dell’autrice ad aprirsi verso il passato per proiettarsi verso il futuro.
Sempre affascinata dal mondo femminile e da tutte le sue infinite sfaccettature, ombreggiature, misteri e rivelazioni, la Mazzocca erige i suoi nuovi “monumenti/sculture” dedicandoli ad uno status simbol della libertà del pensiero: Ipazia di Alessandria d’Egitto (355 dc). Ipazia fu la prima martire della libertà di pensiero, signora della notte stellata, intellettuale, filosofa neo platonica pagana, matematica, astronoma, bella e colta, figlia di Teone geometra e filosofo di Alessandria d’Egitto.
Per Ipazia la filosofia è uno stile di vita, una costante religiosa e disciplinata ricerca della verità. A causa della sua erudizione venne uccisa, perché femmina illuminata e troppo colta, accusata di stregoneria e vittima del fondamentalismo religioso.
La Mazzocca attraverso le sue strutture eseguite in ferro, che ricordano forme femminili, colmate integralmente a mezzo di sfere contenenti abiti impacchettati con fil di ferro intrecciato, immagini, piume o i quattro elementi, riassume, attraverso l’arte, l’importanza del libero pensiero.
Di nuovo il richiamo al numero sette, numero ricorrente in gran parte della produzione artistica di Luigina, perché sette sono le Ipazie, numero significativo e significante la fine di un percorso, la maturazione avvenuta di un ciclo di pensieri, il raggiungimento di uno scopo, di un obiettivo, la fine di un percorso per darne inizio ad un altro.
Sette sono le Ipazie, come le sette arti, ed ogni Ipazia porta con se un messaggio dell’artista nelle sue 126/130 sfere e accompagnano il cammino e il vissuto di Luigina racchiuso, custodito e difeso in se.
Una sorta di testamento biologico, in cui viene descritta e scritta la biografia della Mazzocca, sia dal punto di vista artistico che di vita vissuta (Ipazia dei Mondi).
Sfere messaggere di pace e di libertà, di purezza del cuore, dell’arte, dello spirito, di svolta e di rinascita.
Ipazia del libero pensiero, della sete di conoscenza, Ipazia consapevole che ognuno di noi non avrà mai abbastanza vita per completare il suo sapere.
Ipazia che nel suo breve percorso tanto ci ha donato a livello di conoscenza, Ipazia simbolo dell’amore per la verità, per la ragione, per la scienza .
Ipazia eretica, come Giordano Bruno che scriveva: “ Esistono innumerevoli soli innumerevoli terre ruotano attorno a questi, similmente a come i sette pianeti ruotano attorno a questi, similmente a come i sette pianeti ruotano attorno al sole. Questi mondi sono abitati da esseri viventi”. L’artista traduce in arte tutti questi concetti interiorizzati, assorbiti e digeriti e ne modella una nuova chiave di lettura che è Principio e fine d’ogni percorso di ricerca nato dalla luce, illuminante Scintilla di Dio.
È il critico d’arte Raffaella Ferrari la curatrice degli eventi artistici che si tengono a Villa Mabulton già dal 2011.
Questo spazio è una ex casa colonica trasformata negli anni ’40 in una elegante “Farm” in stile inglese da Lady Hope. Ora ospita Ristorante, Piscina, Hotel, Complesso sportivo con campo da Golf e un immenso parco con centinaia di piante e alberi che rendono la Villa un tesoro unico.
È proprio l’area ristorante con il suo grande salone e le salette che accoglierà 70 lavori di pittura e scultura dell’artista trevigiana.
Sarà una panoramica di 7 suoi periodi scelti tra gli ultimi 10 anni.
Nel salone ci saranno opere dal titolo “IPazia”, “Metamateria”, “Daimon” e “Dualita”. Esposizione in cui dominerà decisamente il bianco perché le opere rappresentano il “non visibile”, la “non materia” dell’essere.
Nella sala 2 ci saranno 10 quadri dalla serie “Cenerentola”in cui l’indumento fisico, trattato con resine, è stato sovrapposto alla pittura di figure femminili in un immaginario onirico.
Nella sala 3 prosegue la serie “Dualità” in versione colorata: vestiti trattati con smalti bianchi e resine sopra i quali sono stati dipinti a rilievo, motivi floreali ad olio per simboleggiare la nuova natura dello spirito.
Anche nella sala 4 ci saranno una decina di lavori, ma dal periodo “Rinascita” : sono legni abbandonati dal mare che hanno acquistato una nuova vita e riscalderanno di emozioni la stanza.
Infine, una trentina di ritratti iper realistici in affresco, ci seguiranno nel lungo corridoio che conduce al bar.
Nell’inaugurazione del 3 giugno alle ore 18, la dott.ssa Raffaella Ferrari presenterà la mostra illustrando il percorso dell’artista.
Seguirà un momento conviviale.
Per informazioni:
Raffaella Ferrari: 349 0599508
Villa Mabulton: 342 0592922
Mazzocca&Pony: 348 0302605
SPIRITO LIBERO Dott. Raffaella Ferrari
24 maggio 2012
Mazzocca&Pony- Pseudonimo di Luigina Mazzocca
Nata nel 1963, vive e lavora a Castelfranco Veneto (TV).
Studia all’Istituto d’Arte di Nove (VI), sezione ceramica, dove si diploma per aprire subito un proprio laboratorio ceramico. Successivamente entra nel campo del restauro, in particolare di affreschi. Lavora inoltre come decoratrice, nella progettazione d’interni e presta la sua esperienza tenendo corsi di disegno e pittura. Dal 2005 cura mostre d’Arte in Veneto, presso sedi pubbliche e private.
Il 2 marzo 2011 firma il manifesto “Nostra Dialettica- Dialettica delle emozioni per l’arte come bellezza”, assieme ad altri sei artisti emergenti della galleria Castellano Arte Contemporanea di Castelfranco Veneto (TV) con mostra di presentazione presso la galleria stessa.
Nell’ultimo decennio, sono numerose le sue presenze in Italia e in Europa.
L’attività incessante della Mazzocca produce nell’arco degli anni numerosi periodi/cicli pittorici: Arte Sacra, Fiori, Nudo, Periodo Blu, Trome d’oeil, ceramiche, Pompei, Contestazione, Librinti, Copie d’autore, Encausto, Rinascita, Voce della passione, Colori della coscienza, Contaminazioni, Brandelli, Interazione, Tuttomenochenero, Fotoartmusic e infine si specializza nel ritratto iper realistico con tecnica ad affresco.
I personaggi divengono lo specchio del loro intimo. L’esternazione realistica dell’uomo/donna ritratto, viene riassunta attraverso le sue naturali pieghe, i suoi finti o veri sorrisi, l’espressione profonda e comunicativa degli occhi, o lo stesso sguardo che sfugge o ti affronta. Attraverso quest’attenta analisi dell’uomo Luigina non fa differenze tra il Papa o la Rockstar, tra l’operaio o Berlusconi, ma inserisce tutti in una galleria equilibrandoli e rapportandoli uni con gli altri con la stessa importanza e peso. Li analizza in una sorta di indagine psicologica in cui lei diviene “ironicamente” il Dottore psicologo/psichiatra (in base a chi viene analizzato) e il personaggio ritratto il paziente, il risultato ottenuto, ossia la tavola/opera è la cartella clinica su cui noi possiamo leggere il referto dell’analisi dell’artista.
Dal 2007 avviene nella Mazzocca, a fronte delle profonde sperimentazioni sulla materia e ad un profondo lavoro di introspezione personale, un cambio di rotta e la sua cifra artistica si sveste dei passati temi trattati e si riveste di una nuova poetica personale.
Questo mutamento/cambio/metamorfosi nel campo artistico necessita anche di un nome nuovo e come dice la Mazzocca: “ E’ quasi un pensiero ossessivo, tanto da mutare il mio nome d’arte in Mazzocca&Pony: Mazzocca è il mio cognome e il mio retaggio, il contatto con il reale, fisico con il mondo; Pony è il nome fantastico della mia vita “sospesa”, invisibile e immortale”.
Questo profondo e maturato cambio di rotta porta la Mazzocca a sperimentare il suo nuovo cammino attraverso vari materiali e supporti come: computer, fotografia, installazioni, luci e led, incisioni su plexiglass, scultura, etc…
Da qui nasce l’ ultimo ciclo dal titolo: “Abito Mentale” e le opere dei cicli: “Cenerentola”, “Dualità”, “La via dei ricordi”, “Le Armate”, “Daimon”, “Eden”, “Metamateria” e infine “Ipazie”.
L’emblematica maturazione nella sfera artistica spiega come ci sia stata una profonda crescita interiore dell’artista.
Mazzocca è arte d’intuizione e mutazione, Pony è alchimia e miracolo, Mazzocca&Pony sono Trinità, Triade e Trimurti (considerando anche la & come anello di congiunzione) dell’origine dell’Essere, della sostanza e della forma.
Abito Mentale è un divenire magmatico e fluttuante di apparizioni.
Già prima accennavo ad uno svestirsi per poi rivestirsi dell’artista al momento dell’esplicazione di questo nuovo percorso e difatti il soggetto da lei trattato e generatore d’arte in questo frangente è l’abito svuotato ineccepibilmente dal suo contenuto, l’uomo.
Negli abiti sono racchiuse e fossilizzate storie e profumi, caldi abbracci, viaggi, essi riassumono in se un percorso terreno, di visibilità, di apparenza. Quante volte noi tutti associamo ad un abito un ricordo di vita vissuta?
Grazie a questa nuovo e innovativo modo di far arte, la creazione artistica è capace di arrestare per un attimo l’irreversibilità del tempo.
Luigina fa saltare le abitudini del far arte fondando i propri codici di lettura, di scrittura e comportamento.
Grazie ad artisti come la Mazzocca si riesce a rompere la noia dell’accademia.
Ciò che si fa forte nell’espressione artistica dell’autrice è la serenità, serenità indirizzata e rimandata al suo osservatore che, attonito e spiazzato da ciò che osserva, viene inevitabilmente sorpreso e condotto per mano alla ricerca della sua verità, egli viene seguito nel ricercare la sua storia personale e lasciato avvolto dalla luce.
Ciò che la Mazzocca ha capito e che cerca di comunicarci è che se la vita fisica ha un limite di tempo, la vita dell’anima è eterna.
Davanti a un giudice neutro siamo tutti uguali e, come nel momento in cui si nasce dove non ci sono differenza tra gli umani, rispondiamo tutti ai principi di uguaglianza e dignità, ogni singolo elemento è bene prezioso per l’umanità.
Arte del rispetto e dell’amore, arte storica, visto che ogni abito porta con se il suo messaggio, storia personale, storia del costume.
Ecco il legame con l’eterno: l’artista applicando delle particolari vernici ai suoi abiti attua una sorta di mummificazione alle sue creazioni, inevitabile è il richiamo vibrante alla religione, alla Sacra Sindone, si eleva così un arte pagana ad arte divina.
La luce, altra componente fondamentale nell’opera della Mazzocca, la quintessenza, investe queste opere, essa è luce dell’anima, trasparenza dello spirito. Cosicché le luci assorbite dall’esterno e ridonate delicatamente all’ambiente ospitante, diventano la luce dell’immortalità e della speranza in un mondo migliore.
A dissomiglianza degli altri cicli, dove dominavano i sette colori dell’iride, ora il padrone della “tavolozza” dell’artista è il colore bianco, sinonimo di purezza e trasparenza.
L’ultimo periodo della Mazzocca è consacrato alla scultura.
L’originalità del titolo offerto a questo ultimo ciclo è: “Ipazia”, in cui si sottolinea ancora una volta l’energica spinta innovatrice da parte dell’autrice ad aprirsi verso il passato per proiettarsi verso il futuro.
Sempre affascinata dal mondo femminile e da tutte le sue infinite sfaccettature, ombreggiature, misteri e rivelazioni, la Mazzocca erige i suoi nuovi “monumenti/sculture” dedicandoli ad uno status simbol della libertà del pensiero: Ipazia di Alessandria d’Egitto (355 dc). Ipazia fu la prima martire della libertà di pensiero, signora della notte stellata, intellettuale, filosofa neo platonica pagana, matematica, astronoma, bella e colta, figlia di Teone geometra e filosofo di Alessandria d’Egitto.
Per Ipazia la filosofia è uno stile di vita, una costante religiosa e disciplinata ricerca della verità. A causa della sua erudizione venne uccisa, perché femmina illuminata e troppo colta, accusata di stregoneria e vittima del fondamentalismo religioso.
La Mazzocca attraverso le sue strutture eseguite in ferro, che ricordano forme femminili, colmate integralmente a mezzo di sfere contenenti abiti impacchettati con fil di ferro intrecciato, immagini, piume o i quattro elementi, riassume, attraverso l’arte, l’importanza del libero pensiero.
Di nuovo il richiamo al numero sette, numero ricorrente in gran parte della produzione artistica di Luigina, perché sette sono le Ipazie, numero significativo e significante la fine di un percorso, la maturazione avvenuta di un ciclo di pensieri, il raggiungimento di uno scopo, di un obiettivo, la fine di un percorso per darne inizio ad un altro.
Sette sono le Ipazie, come le sette arti, ed ogni Ipazia porta con se un messaggio dell’artista nelle sue 126/130 sfere e accompagnano il cammino e il vissuto di Luigina racchiuso, custodito e difeso in se.
Una sorta di testamento biologico, in cui viene descritta e scritta la biografia della Mazzocca, sia dal punto di vista artistico che di vita vissuta (Ipazia dei Mondi).
Sfere messaggere di pace e di libertà, di purezza del cuore, dell’arte, dello spirito, di svolta e di rinascita.
Ipazia del libero pensiero, della sete di conoscenza, Ipazia consapevole che ognuno di noi non avrà mai abbastanza vita per completare il suo sapere.
Ipazia che nel suo breve percorso tanto ci ha donato a livello di conoscenza, Ipazia simbolo dell’amore per la verità, per la ragione, per la scienza .
Ipazia eretica, come Giordano Bruno che scriveva: “ Esistono innumerevoli soli innumerevoli terre ruotano attorno a questi, similmente a come i sette pianeti ruotano attorno a questi, similmente a come i sette pianeti ruotano attorno al sole. Questi mondi sono abitati da esseri viventi”. L’artista traduce in arte tutti questi concetti interiorizzati, assorbiti e digeriti e ne modella una nuova chiave di lettura che è Principio e fine d’ogni percorso di ricerca nato dalla luce, illuminante Scintilla di Dio.
03
giugno 2012
Mazzocca&Pony – Spirito libero
Dal 03 al 20 giugno 2012
arte contemporanea
Location
CASTELLANO ARTE CONTEMPORANEA
Castelfranco Veneto, Via Roma, 38, (Treviso)
Castelfranco Veneto, Via Roma, 38, (Treviso)
Orario di apertura
Dal martedì alla domenica, ore 10 - 22
Vernissage
3 Giugno 2012, ore 18
Autore
Curatore