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Milica Tomic – One day
z2o Galleria è lieta di presentare la prima personale in Italia dell’artista serba Milica Tomic, dopo l’Abramovic tra le personalità che dominano il panorama artistico dell’est europeo per la sua arte performativa.
Comunicato stampa
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Con il titolo One Day l’artista prosegue una performance, documentata con foto e video, iniziata nel 2009 a Belgrado, poi a Copenaghen per approdare infine a Roma con un progetto realizzato appositamente per la mostra in galleria.
Milica Tomic appartiene ad una generazione di artisti che negli anni Novanta è stata costretta ad identificarsi e riconoscersi in base all’appartenenza ad uno stato e ad una nazionalità. Una generazione che partendo da una determinata origine geografica e culturale si è necessariamente confrontata con le ideologie politiche e con la storia, ponendosi una serie di domande divenute ineliminabili per la loro pratica. Una condizione vissuta come una parte imprescindibile della vocazione artistica, quasi una parte del proprio destino.
Si possono elaborare esteticamente la politica e la storia? L’artista può, deve essere politico o apolitico? Può l’artista avere una propria, personale, visione della storia?
A queste domande Milica Tomic risponde con una rilettura caustica del passato e delle sue stratificazioni, dei suoi simboli e segni, elaborati attraverso una complessità di riferimenti in cui la storia stessa e gli avvenimenti ad essa correlati sono inseriti in un contesto mentale aperto, vitale, conflittuale se non deliberatamente provocatorio. Partendo dal trauma della disgregazione dell’ex Jugoslavia Tomic indaga, in maniera spesso autobiografica, la violenza politica e mediatica filtrata attraverso l’esperienza individuale e collettiva.
Emblematico del suo modus operandi è il progetto One Day (2009-12), iniziato a Belgrado con un’azione pubblica e non autorizzata, durante la quale l’artista serba passeggia in città ostentando una mitragliatrice sotto il braccio, con estrema naturalezza, al pari di un sacchetto del supermercato o di un ombrello, e ripercorre i luoghi battuti dai partigiani del Movimento di Liberazione Nazionale durante la seconda guerra mondiale contro le truppe fasciste. Un’azione non autorizzata che l’artista ripete a Copenaghen e infine a Roma ribattendo, con la stessa procedura, luoghi diversi in tempi diversi, tutti accomunati dal ricordo della resistenza antifascista.
In One Day la virtù cinematica di elidere tempi e spazi diversi è spinta all’estremo da Tomic, secondo una strategia che definisce “paesaggio artificiale” o “geografia creativa”, espressioni mutuate dall’omonima tecnica di montaggio cinematografico inventata da Lev Kuleshov negli anni Venti. Il tempo presente dell’azione incontra il tempo passato della memoria fondendosi in un unico, incoercibile presente, abitato da violenze e soprusi antichi che riverberano nel rinfocolarsi di vecchie e nuove intolleranze, nella nuova barbarie del terrorismo ma anche nell’ipocrisia, nel conformismo, nell’indifferenza o nella rabbia. Una condizione che l’artista definisce di “guerra permanente”, termine trotzkista tornato in auge negli ultimi anni per definire, ironia della storia, la realpolitik americana. “Questo nuovo tipo di guerra ha introdotto uno specifico meccanismo di criminalizzazione ed ha anche ridefinito particolari gruppi etnici, stati, gruppi religiosi e organizzazioni politiche al di fuori della legge – dichiara l’artista – un’epoca di guerra permanente che lascia una questione aperta: chi è il terrorizzato e chi il terrorista?” (M.Tomic).
Milica Tomic è nata a Belgrado nel 1960, dove vive e lavora. Ha partecipato a numerose Biennali: San Paolo nel 1998, Venezia nel 2001 e nel 2003, Istanbul nel 2003, Sidney nel 2006, Praga nel 2007, Gyumri nel 2008, Manufacturing Today/Trondheim Biennale (2010); 10th Sharjah Biennial (2011). Le sue opere sono state esposte, tra l’altro, al Museum voor Moderne Kunst, Arnhem, Olanda; alla Kunsthalle Wien, Austria; al Moderna Museet, Stockholm, Svezia; al MUMOK- Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien, Vienna, Austria; alla Fundacio Joan Miro, Barcelona, Spagna; al Ludwig Museum Budapest, Ungheria; al Malmo Konsthall, Malmo, Svezia; al Museum of Contamporary Art Belgrade, Serbia; al GfZK- Galerie fur Zeitgenussische Kunst, Leipzig, Germania; allo State Museum of Contemporary Art Thessaloniki, Greece; al Kunsthalle Fridericianum, Kassel, Germania; al Copenhagen Contemporary Art Center, Copenhagen, Danimarca; al Brooklyn Museum of Art, New York, USA; al Freud Museum, London, Regno Unito; al KIASMA Nykytaiteen Museo, Helsinki, Finlandia; al Nasjonalmuseet for Kunst, Arkitektur og Design, Oslo, Norvegia; allo Stedelijk Museum, Amsterdam, Olanda; al Museo Madre, Napoli.
Milica Tomic ha realizzato numerosi progetti internazionali e workshops. È visiting lecturer in numerose istituzioni di arte contemporanea, quali: la Kuvataideakatemia / Academy of Fine Arts, Helsinki, Finlandia, la NIFCA (Nordic Institute for Contemporary Art), Piet Zwart Institut, Rotterdam, Olanda, l’Akademie der bildenden Künste, Vienna, Austria e altre.
È stata artist in residence ad ArtPace a San Antonio (2004), al DAAD Artist in Residence Berlino (2006), al Residencies for International Scholars, Stanford Humanities Center / Drama department, Stanford University, USA (2011).
Milica Tomic appartiene ad una generazione di artisti che negli anni Novanta è stata costretta ad identificarsi e riconoscersi in base all’appartenenza ad uno stato e ad una nazionalità. Una generazione che partendo da una determinata origine geografica e culturale si è necessariamente confrontata con le ideologie politiche e con la storia, ponendosi una serie di domande divenute ineliminabili per la loro pratica. Una condizione vissuta come una parte imprescindibile della vocazione artistica, quasi una parte del proprio destino.
Si possono elaborare esteticamente la politica e la storia? L’artista può, deve essere politico o apolitico? Può l’artista avere una propria, personale, visione della storia?
A queste domande Milica Tomic risponde con una rilettura caustica del passato e delle sue stratificazioni, dei suoi simboli e segni, elaborati attraverso una complessità di riferimenti in cui la storia stessa e gli avvenimenti ad essa correlati sono inseriti in un contesto mentale aperto, vitale, conflittuale se non deliberatamente provocatorio. Partendo dal trauma della disgregazione dell’ex Jugoslavia Tomic indaga, in maniera spesso autobiografica, la violenza politica e mediatica filtrata attraverso l’esperienza individuale e collettiva.
Emblematico del suo modus operandi è il progetto One Day (2009-12), iniziato a Belgrado con un’azione pubblica e non autorizzata, durante la quale l’artista serba passeggia in città ostentando una mitragliatrice sotto il braccio, con estrema naturalezza, al pari di un sacchetto del supermercato o di un ombrello, e ripercorre i luoghi battuti dai partigiani del Movimento di Liberazione Nazionale durante la seconda guerra mondiale contro le truppe fasciste. Un’azione non autorizzata che l’artista ripete a Copenaghen e infine a Roma ribattendo, con la stessa procedura, luoghi diversi in tempi diversi, tutti accomunati dal ricordo della resistenza antifascista.
In One Day la virtù cinematica di elidere tempi e spazi diversi è spinta all’estremo da Tomic, secondo una strategia che definisce “paesaggio artificiale” o “geografia creativa”, espressioni mutuate dall’omonima tecnica di montaggio cinematografico inventata da Lev Kuleshov negli anni Venti. Il tempo presente dell’azione incontra il tempo passato della memoria fondendosi in un unico, incoercibile presente, abitato da violenze e soprusi antichi che riverberano nel rinfocolarsi di vecchie e nuove intolleranze, nella nuova barbarie del terrorismo ma anche nell’ipocrisia, nel conformismo, nell’indifferenza o nella rabbia. Una condizione che l’artista definisce di “guerra permanente”, termine trotzkista tornato in auge negli ultimi anni per definire, ironia della storia, la realpolitik americana. “Questo nuovo tipo di guerra ha introdotto uno specifico meccanismo di criminalizzazione ed ha anche ridefinito particolari gruppi etnici, stati, gruppi religiosi e organizzazioni politiche al di fuori della legge – dichiara l’artista – un’epoca di guerra permanente che lascia una questione aperta: chi è il terrorizzato e chi il terrorista?” (M.Tomic).
Milica Tomic è nata a Belgrado nel 1960, dove vive e lavora. Ha partecipato a numerose Biennali: San Paolo nel 1998, Venezia nel 2001 e nel 2003, Istanbul nel 2003, Sidney nel 2006, Praga nel 2007, Gyumri nel 2008, Manufacturing Today/Trondheim Biennale (2010); 10th Sharjah Biennial (2011). Le sue opere sono state esposte, tra l’altro, al Museum voor Moderne Kunst, Arnhem, Olanda; alla Kunsthalle Wien, Austria; al Moderna Museet, Stockholm, Svezia; al MUMOK- Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien, Vienna, Austria; alla Fundacio Joan Miro, Barcelona, Spagna; al Ludwig Museum Budapest, Ungheria; al Malmo Konsthall, Malmo, Svezia; al Museum of Contamporary Art Belgrade, Serbia; al GfZK- Galerie fur Zeitgenussische Kunst, Leipzig, Germania; allo State Museum of Contemporary Art Thessaloniki, Greece; al Kunsthalle Fridericianum, Kassel, Germania; al Copenhagen Contemporary Art Center, Copenhagen, Danimarca; al Brooklyn Museum of Art, New York, USA; al Freud Museum, London, Regno Unito; al KIASMA Nykytaiteen Museo, Helsinki, Finlandia; al Nasjonalmuseet for Kunst, Arkitektur og Design, Oslo, Norvegia; allo Stedelijk Museum, Amsterdam, Olanda; al Museo Madre, Napoli.
Milica Tomic ha realizzato numerosi progetti internazionali e workshops. È visiting lecturer in numerose istituzioni di arte contemporanea, quali: la Kuvataideakatemia / Academy of Fine Arts, Helsinki, Finlandia, la NIFCA (Nordic Institute for Contemporary Art), Piet Zwart Institut, Rotterdam, Olanda, l’Akademie der bildenden Künste, Vienna, Austria e altre.
È stata artist in residence ad ArtPace a San Antonio (2004), al DAAD Artist in Residence Berlino (2006), al Residencies for International Scholars, Stanford Humanities Center / Drama department, Stanford University, USA (2011).
23
maggio 2012
Milica Tomic – One day
Dal 23 maggio al 28 luglio 2012
arte contemporanea
Location
Z2O GALLERIA – VIA DELLA VETRINA
Roma, Via Della Vetrina, 21, (Roma)
Roma, Via Della Vetrina, 21, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10,30 - 19,30
Vernissage
23 Maggio 2012, ore 18
Autore
Curatore