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Nello studio Severini / Franchina
La mostra curata da Valentina Moncada in collaborazione con Alessandra Franchina ricostruisce quello che è stato lo storico studio dello scultore Nino Franchina a Via Margutta ed utilizzato per un periodo anche da Severini. Sono esposti importanti sculture, disegni e oggetti originali dello studio
Comunicato stampa
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La mostra Nello studio Severini Franchina, curata da Valentina Moncada in collaborazione con Alessandra Franchina, si inserisce nell’ambito del Festival Via Margutta, l’arte, il luogo, il mistero svelato, un grande evento organizzato in collaborazione con l’Associazione Internazionale di Via Margutta che coinvolge tutte le gallerie e gli antiquari della strada alla scoperta degli atelier dei più importanti artisti che l’hanno animata nel corso della storia rendendola celebre nel mondo. Mostre, concerti ed eventi vanno ad accompagnare la pubblicazione del volume edito da Allemandi, a cura di Valentina Moncada.
Punto di partenza delle celebrazioni in occasione del centenario della nascita dello scultore Nino Franchina (1912-1987), la mostra ricostruisce quello che è stato il suo storico studio al 51A di Via Margutta sin dal dopoguerra ed utilizzato per un periodo anche da Gino Severini, padre di Gina, sua moglie. Lo studio, inagibile al momento, è stato ricreato in uno spazio molto simile, all’interno del cortile del 54, utilizzando gli oggetti originali. La mostra comprende alcune importanti sculture di Nino Franchina (Griglia Sandro, del 1967, Uccello di fuoco del 1960, Ommeno del 1965, un Libro di ferro del 1984), caratteristiche della sua produzione, alcuni disegni e litografie originali di Gino Severini e dello stesso Franchina. Completano l’esposizione alcune fotografie d’epoca che ritraggono i due artisti all’opera nello studio, nonché gli oggetti personali, il tavolo da lavoro con gli strumenti autentici, i cavalletti e i sostegni per le opere, che contribuiscono a ricreare l’atmosfera originaria dello studio.
Lo studio al 51A a cui si accede dal caratteristico cortile con un piccolo giardino annesso venne trovato da Gino Severini per il genero Franchina che vi si trasferì con la moglie Gina Severini e il figlio Sandro utilizzandolo anche come abitazione. Era l’aprile del 1944 e Roma era ancora “città aperta”. Soltanto negli anni ’50 verrà deputato da Franchina esclusivamente a studio, essendo gli ampi spazi particolarmente adatti alla realizzazione delle sue sculture di grandi dimensioni e lavorate con la fiamma ossidrica. Lo studio Severini Franchina è uno degli ultimissimi atelier della strada conservato ancora intatto, come era in origine.
Lo studio diventò da subito un punto di riferimento fondamentale per tutti gli artisti, i letterati, i registi e gli intellettuali che si trovavano a Roma stabilmente o solo di passaggio. Ben tre generazioni di artisti frequentarono lo studio che fu testimone di numerosi momenti di scambio e confronto culturale: passarono di qui Alexander Calder, Emilio Vedova, Mario Mafai, Lionello Venturi, Afro Basaldella, Alberto Burri, Giuseppe Ungaretti, Luchino Visconti, solo per citarne alcuni, tutti in contatto con Gino Severini. Inoltre Renato Guttuso, grande amico di Nino Franchina, Antonio Corpora, Giulio Turcato, Pericle Fazzini, David Smith ma anche Roberto Rossellini, Alberto Moravia, Goffredo Petrassi e Cesare Zavattini, tutti appartenenti all’incirca alla generazione di Franchina e suoi amici. Ancora negli anni ’60 artisti ed intellettuali come Marco Bellocchio Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini, Mario Schifano, Franco Angeli, Mimmo Rotella e molti altri frequentavano lo studio Franchina come amici del figlio Sandro, regista cinematografico.
Dalla scomparsa dello scultore nel 1987 lo studio è diventato sede dell’archivio Severini Franchina che raccoglie gli archivi con i documenti e le fotografie originali e numerosi oggetti personali, custoditi dagli eredi della famiglia che hanno cercato di preservare il più possibile lo stato originale del luogo.
Punto di partenza delle celebrazioni in occasione del centenario della nascita dello scultore Nino Franchina (1912-1987), la mostra ricostruisce quello che è stato il suo storico studio al 51A di Via Margutta sin dal dopoguerra ed utilizzato per un periodo anche da Gino Severini, padre di Gina, sua moglie. Lo studio, inagibile al momento, è stato ricreato in uno spazio molto simile, all’interno del cortile del 54, utilizzando gli oggetti originali. La mostra comprende alcune importanti sculture di Nino Franchina (Griglia Sandro, del 1967, Uccello di fuoco del 1960, Ommeno del 1965, un Libro di ferro del 1984), caratteristiche della sua produzione, alcuni disegni e litografie originali di Gino Severini e dello stesso Franchina. Completano l’esposizione alcune fotografie d’epoca che ritraggono i due artisti all’opera nello studio, nonché gli oggetti personali, il tavolo da lavoro con gli strumenti autentici, i cavalletti e i sostegni per le opere, che contribuiscono a ricreare l’atmosfera originaria dello studio.
Lo studio al 51A a cui si accede dal caratteristico cortile con un piccolo giardino annesso venne trovato da Gino Severini per il genero Franchina che vi si trasferì con la moglie Gina Severini e il figlio Sandro utilizzandolo anche come abitazione. Era l’aprile del 1944 e Roma era ancora “città aperta”. Soltanto negli anni ’50 verrà deputato da Franchina esclusivamente a studio, essendo gli ampi spazi particolarmente adatti alla realizzazione delle sue sculture di grandi dimensioni e lavorate con la fiamma ossidrica. Lo studio Severini Franchina è uno degli ultimissimi atelier della strada conservato ancora intatto, come era in origine.
Lo studio diventò da subito un punto di riferimento fondamentale per tutti gli artisti, i letterati, i registi e gli intellettuali che si trovavano a Roma stabilmente o solo di passaggio. Ben tre generazioni di artisti frequentarono lo studio che fu testimone di numerosi momenti di scambio e confronto culturale: passarono di qui Alexander Calder, Emilio Vedova, Mario Mafai, Lionello Venturi, Afro Basaldella, Alberto Burri, Giuseppe Ungaretti, Luchino Visconti, solo per citarne alcuni, tutti in contatto con Gino Severini. Inoltre Renato Guttuso, grande amico di Nino Franchina, Antonio Corpora, Giulio Turcato, Pericle Fazzini, David Smith ma anche Roberto Rossellini, Alberto Moravia, Goffredo Petrassi e Cesare Zavattini, tutti appartenenti all’incirca alla generazione di Franchina e suoi amici. Ancora negli anni ’60 artisti ed intellettuali come Marco Bellocchio Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini, Mario Schifano, Franco Angeli, Mimmo Rotella e molti altri frequentavano lo studio Franchina come amici del figlio Sandro, regista cinematografico.
Dalla scomparsa dello scultore nel 1987 lo studio è diventato sede dell’archivio Severini Franchina che raccoglie gli archivi con i documenti e le fotografie originali e numerosi oggetti personali, custoditi dagli eredi della famiglia che hanno cercato di preservare il più possibile lo stato originale del luogo.
19
aprile 2012
Nello studio Severini / Franchina
Dal 19 aprile al 25 maggio 2012
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA VALENTINA MONCADA
Roma, Via Margutta, 54, (Roma)
Roma, Via Margutta, 54, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 11.00 – 19.00; sabato: 14.00-18.00 (o su appuntamento)
Vernissage
19 Aprile 2012, ore 18.00
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