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Alexandra Matveeva – Cammini iniziatici
L’haiku giapponese suggerisce la chiave di lettura delle fotografie di Alexandra Matveeva, immagini essenziali e concise che traggono la loro energia dall’affascinante natura, scene rapide ed intense che narrano le emozioni dell’animo.
Comunicato stampa
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Nebbie della sera.
Assorto, il pensiero indugia
sui ricordi indistinti di un tempo
Takai Kitò
Un haiku giapponese suggerisce la chiave di lettura delle fotografie di Alexandra Matveeva, immagini essenziali e concise che traggono la loro energia dall’affascinante natura, scene rapide ed intense che narrano le emozioni dell’animo. Ampi vuoti spaziali ricchi di suggestione, tracce da completare in cui il pensiero indugia. Dall’evanescente spazio fuoriescono delicate figure femminili. Un carattere muliebre presente ma ancora nascosto soggiace racchiuso in uno spazio limitato e nebuloso. Le donne di Alexandra non si guardano fra loro, eppure ognuna cerca il suo percorso, la sua vera essenza. La loro corporeità passa attraverso gli archetipi del tempo, la loro identità permane nella pienezza senza però svelarsi mai. Il tempo concorre a generare continui veli, stratificazioni in cui non è facile penetrare, ogni livello di conoscenza può portare alla soluzione, ma tutto rimane ancora irrisolto, potenziale. Il bianco invade ogni lembo della fotografia, scorre lungo il corpo delle donne avvolgendole nel suo latteo candore e immergendole in una fredda luminosità, quasi congelata. L’ambiente etereo è riscaldato – tuttavia - da un filo rosso che cinge, stringe i corpi delle donne rappresentando l’idea di vita e di linfa che scorre dentro di esse, unendole in maniera atavica alla Grande Madre. Essere donna, riscoprire la propria natura di creatrice perdendosi in un orizzonte illimitato, cercando una via, una risposta alle proprie domande, approdando a un infinito dove ancora tutto può succedere. Si delinea l’orizzonte - la terra - essa stessa simbolo della donna, poiché rappresenta - in un certo senso – l’utero che nutre l’intero mondo, lo protegge e lo riscalda attraverso un’affilata traccia purpurea che infrange nello spazio marmoreo rivitalizzandolo. Emblema dell’esistenza, della generazione e depositaria della misteriosa capacità di trasformare il sangue in nutrimento. Principio di conoscenza, luogo dove risiede il mistero della creazione, primigenia sostanza dalla quale ogni forma di vita ha origine. Una natura che stringe, che unisce a sé guardiana del sacro ritmo terrestre e iniziatrice del mutamento perpetuo, la donna apprende dalla Madre Natura il ciclo del tempo e della misura, osservandola impara a comprendere se stessa altresì a guidare la sua vita. Assimila i ritmi della terra, vive in simbiosi con essa, accettando e onorando il cammino iniziatico femminile.
Sonia Patrizia Catena
Assorto, il pensiero indugia
sui ricordi indistinti di un tempo
Takai Kitò
Un haiku giapponese suggerisce la chiave di lettura delle fotografie di Alexandra Matveeva, immagini essenziali e concise che traggono la loro energia dall’affascinante natura, scene rapide ed intense che narrano le emozioni dell’animo. Ampi vuoti spaziali ricchi di suggestione, tracce da completare in cui il pensiero indugia. Dall’evanescente spazio fuoriescono delicate figure femminili. Un carattere muliebre presente ma ancora nascosto soggiace racchiuso in uno spazio limitato e nebuloso. Le donne di Alexandra non si guardano fra loro, eppure ognuna cerca il suo percorso, la sua vera essenza. La loro corporeità passa attraverso gli archetipi del tempo, la loro identità permane nella pienezza senza però svelarsi mai. Il tempo concorre a generare continui veli, stratificazioni in cui non è facile penetrare, ogni livello di conoscenza può portare alla soluzione, ma tutto rimane ancora irrisolto, potenziale. Il bianco invade ogni lembo della fotografia, scorre lungo il corpo delle donne avvolgendole nel suo latteo candore e immergendole in una fredda luminosità, quasi congelata. L’ambiente etereo è riscaldato – tuttavia - da un filo rosso che cinge, stringe i corpi delle donne rappresentando l’idea di vita e di linfa che scorre dentro di esse, unendole in maniera atavica alla Grande Madre. Essere donna, riscoprire la propria natura di creatrice perdendosi in un orizzonte illimitato, cercando una via, una risposta alle proprie domande, approdando a un infinito dove ancora tutto può succedere. Si delinea l’orizzonte - la terra - essa stessa simbolo della donna, poiché rappresenta - in un certo senso – l’utero che nutre l’intero mondo, lo protegge e lo riscalda attraverso un’affilata traccia purpurea che infrange nello spazio marmoreo rivitalizzandolo. Emblema dell’esistenza, della generazione e depositaria della misteriosa capacità di trasformare il sangue in nutrimento. Principio di conoscenza, luogo dove risiede il mistero della creazione, primigenia sostanza dalla quale ogni forma di vita ha origine. Una natura che stringe, che unisce a sé guardiana del sacro ritmo terrestre e iniziatrice del mutamento perpetuo, la donna apprende dalla Madre Natura il ciclo del tempo e della misura, osservandola impara a comprendere se stessa altresì a guidare la sua vita. Assimila i ritmi della terra, vive in simbiosi con essa, accettando e onorando il cammino iniziatico femminile.
Sonia Patrizia Catena
07
maggio 2012
Alexandra Matveeva – Cammini iniziatici
Dal 07 al 23 maggio 2012
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
BERTOLT BRECHT – SPAZIO 2
Milano, Via Antonio Giovanola, 21C, (Milano)
Milano, Via Antonio Giovanola, 21C, (Milano)
Orario di apertura
giovedì: 16-18
merc-ven: 17-19
Vernissage
7 Maggio 2012, h 19:00
Autore
Curatore