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Simone Ialongo – All’inizio del tempo
Il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”, in collaborazione con la Galleria Margini Arte Contemporanea di Massa Carrara, per la prima volta apre i suoi spazi all’arte contemporanea presentando giovedì 5 aprile 2012 la mostra personale di Simone Ialongo dal titolo “All’inizio del tempo”. In occasione della XIV Settimana della cultura, dal 14 al 22 aprile, saranno predisposte speciali visite guidate e una conferenza che verterà sul rapporto tra arte contemporanea e preistoria, la prima di una serie di incontri.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”, in collaborazione con la Galleria Margini Arte Contemporanea di Massa Carrara, per la prima volta apre i suoi spazi all'arte contemporanea presentando giovedì 5 aprile 2012 la mostra personale di Simone Ialongo dal titolo “All'inizio del tempo”. In occasione della XIV Settimana della cultura, dal 14 al 22 aprile, saranno predisposte speciali visite guidate e una conferenza che verterà sul rapporto tra arte contemporanea e preistoria, la prima di una serie di incontri.
Le opere create per il progetto “All'inizio del tempo” da Simone Ialongo determinano un percorso parallelo, ma non interscambiabile, alla collezione permanente del Museo che presenta reperti dal Paleolitico inferiore all’Età dei Metalli. I quattro collage su carta e due su tavola, le tre sculture su base, un'installazione con elementi in terracotta, due fotografie e una scultura con elementi della natura, tutte opere nuove presenti in questa mostra, fanno parte di una personale riflessione dell'artista attorno all'indagine sul tempo, sulla sua misurazione e sul valore che gli affida da sempre l'uomo. In natura il tempo si manifesta tramite il succedersi degli avvenimenti e delle stagioni, ma solo nel momento in cui viene misurato è come se iniziasse ad esistere, coinvolgendo immediatamente altri fattori come il concetto di memoria, di futuro e di passato. Proprio per questo l'artista si è concentrato su quei riti e simboli che concretizzano e sintetizzano questi fattori legati allo scorrere del tempo e all'esorcizzazione delle paure e speranze connesse ad esso. Queste tematiche, che sono alla base del “viaggio iniziatico realizzato per il museo di Preistoria”, sono da sempre al centro della sua ricerca, come testimoniano le due opere inedite presenti alla fine del percorso museale: un video del 2008 dal titolo “Quasi per ignem” e un'opera del 2007, sull’aspettativa della durata della vita da parte degli artisti moderni e contemporanei, sotto forma di libro dal titolo “Vita d'artista”.
L'artista stesso, parlando del suo progetto che si sviluppa in due percorsi autonomi corrispondenti ai due piani del museo e che trovano il punto di contatto nella riflessione attorno al valore simbolico e pratico che viene dato al tempo, afferma: “Il primo ciclo ha il titolo di Prima lezione di archeologia astratta ed ho utilizzato come testo di riferimento quello di Arturo Palma di Cesnola. Ho composto una sorta di “lezione astratta” costituita da due collage su tavola e da quattro collage su carta. I materiali preziosi sono utilizzati per sottolineare l’intervento umano: sono presenti là dove interviene la cultura umana sia paleolitica che contemporanea con la produzione di manufatti o con l’interpretazione degli stessi. Il secondo gruppo di lavori accomunati dal titolo Indagine all’origine della spiritualità nell’uomo è il mio personale e non velleitario tentativo di comprendere cosa possa esserci all’origine della tendenza, prettamente umana, a curare il proprio spirito e al credere in entità astratte e superiori. Ho cercato lo spirito come fossi un animale. Infatti, per condurre questa ricerca mi sono rivolto agli elementi naturali, al tempo delle cose, la luna, la terra e le sue creature. Ho utilizzato tecniche mutuate dall’archeologia sperimentale, dalla preistoria alla protostoria, dal Paleolitico Superiore all’Età del Bronzo”.
Come scrive il curatore in catalogo: “L'artista ha ideato una riflessione inedita sulla potenzialità degli oggetti naturali/artificiali di raccontare le storie a cui sono legati e intrecciati. La sua è una ricerca sulla necessità dell'uomo di interpretare i segni naturali e quella di razionalizzare il mondo, ma anche successivamente di poterlo immaginare e progettare. Questa è un’attitudine simile alla definizione di archeologia di Antoine de Saint-Exupéry, Kurt Vonnegut, Günter Grass e Louis Borges che concordavano, commentando in varie fasi della loro vita i disegni dell'altipiano di Nazka, che essa è: una delle discipline che possiede allo stesso tempo il più alto coefficiente di concretezza e di fantasia. Ialongo in questo caso, pur avendo praticato studi di Paleontologia, è riuscito a stabilire un progetto che non crea un commento ai reperti presenti nel Museo, e quest'ultimi non lo diventano rispetto alle opere d'arte contemporanea. Il risultato è una riflessione sulla percezione del “tempo” e sull’archiviazione delle varie fasi di conoscenza del suo scorrere. In questo modo l'artista pone delle domande aperte e senza retorica attorno al ruolo del museo in senso storico e rispetto a questa nuova “modernità liquida”. Infatti, nell'era del messaggio globalizzato, i mezzi elettronici sono archivi delle nostre attività che si aggiornano autonomamente, anche se il loro contenuto viene smarrito al momento dell'uscita di un nuova tecnologia. Proprio da questa prospettiva diviene necessario riflettere sul punto di vista da cui osserviamo e condividiamo determinati dati e non solo sulla loro natura. Il progetto di Ialongo non solo cerca di evidenziare questa necessità, ma anche di fornire una sua personale soluzione”.
Le opere create per il progetto “All'inizio del tempo” da Simone Ialongo determinano un percorso parallelo, ma non interscambiabile, alla collezione permanente del Museo che presenta reperti dal Paleolitico inferiore all’Età dei Metalli. I quattro collage su carta e due su tavola, le tre sculture su base, un'installazione con elementi in terracotta, due fotografie e una scultura con elementi della natura, tutte opere nuove presenti in questa mostra, fanno parte di una personale riflessione dell'artista attorno all'indagine sul tempo, sulla sua misurazione e sul valore che gli affida da sempre l'uomo. In natura il tempo si manifesta tramite il succedersi degli avvenimenti e delle stagioni, ma solo nel momento in cui viene misurato è come se iniziasse ad esistere, coinvolgendo immediatamente altri fattori come il concetto di memoria, di futuro e di passato. Proprio per questo l'artista si è concentrato su quei riti e simboli che concretizzano e sintetizzano questi fattori legati allo scorrere del tempo e all'esorcizzazione delle paure e speranze connesse ad esso. Queste tematiche, che sono alla base del “viaggio iniziatico realizzato per il museo di Preistoria”, sono da sempre al centro della sua ricerca, come testimoniano le due opere inedite presenti alla fine del percorso museale: un video del 2008 dal titolo “Quasi per ignem” e un'opera del 2007, sull’aspettativa della durata della vita da parte degli artisti moderni e contemporanei, sotto forma di libro dal titolo “Vita d'artista”.
L'artista stesso, parlando del suo progetto che si sviluppa in due percorsi autonomi corrispondenti ai due piani del museo e che trovano il punto di contatto nella riflessione attorno al valore simbolico e pratico che viene dato al tempo, afferma: “Il primo ciclo ha il titolo di Prima lezione di archeologia astratta ed ho utilizzato come testo di riferimento quello di Arturo Palma di Cesnola. Ho composto una sorta di “lezione astratta” costituita da due collage su tavola e da quattro collage su carta. I materiali preziosi sono utilizzati per sottolineare l’intervento umano: sono presenti là dove interviene la cultura umana sia paleolitica che contemporanea con la produzione di manufatti o con l’interpretazione degli stessi. Il secondo gruppo di lavori accomunati dal titolo Indagine all’origine della spiritualità nell’uomo è il mio personale e non velleitario tentativo di comprendere cosa possa esserci all’origine della tendenza, prettamente umana, a curare il proprio spirito e al credere in entità astratte e superiori. Ho cercato lo spirito come fossi un animale. Infatti, per condurre questa ricerca mi sono rivolto agli elementi naturali, al tempo delle cose, la luna, la terra e le sue creature. Ho utilizzato tecniche mutuate dall’archeologia sperimentale, dalla preistoria alla protostoria, dal Paleolitico Superiore all’Età del Bronzo”.
Come scrive il curatore in catalogo: “L'artista ha ideato una riflessione inedita sulla potenzialità degli oggetti naturali/artificiali di raccontare le storie a cui sono legati e intrecciati. La sua è una ricerca sulla necessità dell'uomo di interpretare i segni naturali e quella di razionalizzare il mondo, ma anche successivamente di poterlo immaginare e progettare. Questa è un’attitudine simile alla definizione di archeologia di Antoine de Saint-Exupéry, Kurt Vonnegut, Günter Grass e Louis Borges che concordavano, commentando in varie fasi della loro vita i disegni dell'altipiano di Nazka, che essa è: una delle discipline che possiede allo stesso tempo il più alto coefficiente di concretezza e di fantasia. Ialongo in questo caso, pur avendo praticato studi di Paleontologia, è riuscito a stabilire un progetto che non crea un commento ai reperti presenti nel Museo, e quest'ultimi non lo diventano rispetto alle opere d'arte contemporanea. Il risultato è una riflessione sulla percezione del “tempo” e sull’archiviazione delle varie fasi di conoscenza del suo scorrere. In questo modo l'artista pone delle domande aperte e senza retorica attorno al ruolo del museo in senso storico e rispetto a questa nuova “modernità liquida”. Infatti, nell'era del messaggio globalizzato, i mezzi elettronici sono archivi delle nostre attività che si aggiornano autonomamente, anche se il loro contenuto viene smarrito al momento dell'uscita di un nuova tecnologia. Proprio da questa prospettiva diviene necessario riflettere sul punto di vista da cui osserviamo e condividiamo determinati dati e non solo sulla loro natura. Il progetto di Ialongo non solo cerca di evidenziare questa necessità, ma anche di fornire una sua personale soluzione”.
05
aprile 2012
Simone Ialongo – All’inizio del tempo
Dal 05 aprile al primo giugno 2012
arte contemporanea
Location
MUSEO E ISTITUTO FIORENTINO DI PREISTORIA E PROTOSTORIA
Firenze, Via Sant'egidio, 21, (Firenze)
Firenze, Via Sant'egidio, 21, (Firenze)
Orario di apertura
Lunedì 15.30-18.30, mercoledì, venerdì, sabato ore 9,30 – 12,30; martedì, giovedì, ore 9,30-12,30 e 15,30-18,30. Chiuso la domenica.
Vernissage
5 Aprile 2012, ore 18,00 / 21,00
Autore
Curatore