Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
ANTINOO. Il fascino della bellezza
Per la prima volta la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio inaugura nell’Antiquarium di Villa Adriana una mostra dedicata ad Antinoo. Dal 5 aprile al 4 novembre il forte legame che legò l’imperatore Adriano al giovane di Bitinia verrà raccontato da oltre 50 opere tra sculture, rilievi, gemme e monete.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Per la prima volta la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio inaugura nell’Antiquarium di Villa Adriana una mostra dedicata ad Antinoo. Dal 5 aprile al 4 novembre il forte legame che legò l’imperatore Adriano al giovane di Bitinia verrà raccontato da oltre 50 opere tra sculture, rilievi, gemme e monete.
In esposizioni precedenti sono stati affrontati i rapporti con le presenze femminili che parteciparono alla vita dell’imperatore Adriano. Ricordiamo che a loro è stata dedicata la mostra del 2004 “Adriano. Le memorie al femminile” e, nel 2007, “Vibia Sabina. Da Augusta a Diva” in occasione della restituzione dal Museum of Fine Arts di Boston dell’imponente statua dell’imperatrice Vibia Sabina, oggi nella collezione permanente di Villa Adriana.
In memoria di Antinoo, giovane dalla sublime bellezza che Adriano conobbe in Bitinia e portò con sé a Roma, fece costruire l’Antinoeion, venuto alla luce nelle campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza tra il 2002 e il 2005, in cui è stata riconosciuta la tomba-tempio progettata per onorarne il ricordo.
In occasione della mostra saranno illustrati nel percorso di visita del complesso archeologico i resti del cosiddetto Antinoeion. Attualmente sono perfettamente leggibili il perimetro e la pianta del luogo dove sorgeva un’ampia esedra, fronteggiata da due templi separati dall’obelisco che, oggi, si trova sul Pincio. Gli edifici erano riccamente decorati di statue, anche di animali e di bassorilievi egittizzanti, alcuni esposti in quest’occasione.
La mostra è divisa in quattro sezioni, che espongono opere provenienti da vari musei e collezioni, nella cui selezione si è inteso privilegiare anche il ritorno a Villa Adriana di reperti che lì certamente, o verosimilmente, furono trovati. La prima sezione riunisce una serie di ritratti di Adriano e di Antinoo, tra cui il busto di marmo dei Musei Vaticani e il bel bronzo conservato al Museo Archeologico di Firenze. La seconda sezione si incentra sulla deificazione del giovane bitinio, di volta in volta rappresentato nei panni di Apollo, Dioniso, o, ancora, come sacerdote di Attis. La terza sezione si incentra sulle recenti scoperte dall’Antinoeion di Villa Adriana e, quindi, sulla rappresentazione di Antinoo nelle vesti di Osiride. Adriano aveva deificato il suo favorito con l’assimilazione alla più alta divinità egizia che, secondo il mito, rinasce dalle acque del Nilo, simbolo di fertilità. In mostra si ammira lo splendido ritratto di Antinoo-Osiride in quarzite rossa grazie al prestito dalle Staatliche Kunstsammlungen di Dresda. L’ultima sezione si focalizza sulla fortuna di Antinoo attraverso i secoli. Tra i prestiti concessi si potrà ammirare anche uno dei preziosi volumi del “Viaggio pittorico di Villa Adriana” di Agostino Penna del 1831 - 36, che contiene un bellissimo ritratto di Antinoo, oggi conservato presso i Musei Vaticani, nella Sala della Rotonda.
LA FORTUNA DI ANTINOO
Il giovane Antinoo arrivò a Roma intorno al 125 d.C. al seguito di Adriano che lo aveva conosciuto probabilmente nel 123, durante una sosta del suo lungo viaggio entro i confini dell’Impero, durato due anni. A quel tempo la villa doveva essere interessata da numerosi cantieri, come prova la documentazione offerta dai bolli laterizi nelle murature che testimonia una frenetica e vasta attività edilizia in questi anni. Agibile era sicuramente il Teatro Marittimo, progettato mentre si restaurava la vecchia villa repubblicana, e anche le cosiddette Terme con Eliocamino, edificate velocemente per sopperire alle nuove esigenze del complesso residenziale. Tuttavia, nonostante che la dimora imperiale non fosse certo terminata, Adriano poteva già abitarvi e governare l’impero dalla grandiosa residenza tiburtina, predisposta per ospitare anche la corte. Il favorito di Adriano restò al fianco dell’imperatore, seguendolo anche nei viaggi ufficiali, come quello intrapreso nel 128 che si concluderà tragicamente con la morte del giovane Antinoo nel 130 d.C.. Sappiamo infatti dalle fonti antiche, che specularono sulla vicenda alludendo ad una dinamica poco chiara degli eventi, che durante la spedizione, risalendo il corso del Nilo, Antinoo annegò misteriosamente nel fiume e Adriano, profondamente colpito dal dolore della perdita, fondò la città di Antinoopoli nei pressi del luogo dove era avvenuta la tragedia e dichiarò giorno festivo il 27 novembre, data di nascita di Antinoo. Il giovane bitinio venne divinizzato dai sacerdoti egizi e rappresentato come Osiride, la massima divinità religiosa cui erano assimilati i faraoni. Di ritorno dall’Egitto dopo il 133, Adriano progettò di onorare a Villa Adriana l’amasio perduto con un grande edificio absidato, in cui è stato riconosciuto un Antinoeion, collocato lungo l’ingresso monumentale che conduceva al Vestibolo.
Sin da allora la memoria di Antinoo è stata alimentata in modo tale da attraversare indenne i secoli e l’effigie del giovinetto è stata utilizzata per ritratti in marmo – come il busto del Museo dell’Opera del Duomo di Pisa in cui viene riadattata in senso cristiano – oppure in bronzo - come la scultura di Guglielmo Della Porta, in mostra, proveniente dagli appartamenti storici del Palazzo Reale di Napoli - e anche riprodotta in numerose pubblicazioni antiche, da Winckelmann a Penna. Ai giorni nostri l’opera che ha contribuito al più vasto impulso della fama di Antinoo è senza alcun dubbio il romanzo “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar, che scrive: “Nelle ore di insonnia, percorrevo i corridoi della Villa, erravo di sala in sala (…) mi fermavo davanti ai simulacri di Antinoo. Ogni stanza aveva il suo, ogni portico perfino. Facevo schermo con la mano alla fiamma della mia lampada; sfioravo con un dito quel petto di pietra.”
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Electa, prima aggiornata monografia italiana che ne ricostruisce la figura antica e la seduzione esercitata nella storia del gusto.
Orari di ingresso dell'area archeologica:
tutti i giorni, sia feriali che festivi, dalle 9.00 a un’ora e mezzo prima del tramonto
Il sito è raggiungibile con i mezzi pubblici:
da Roma con Metro B fermata Ponte Mammolo e bus Co.Tral direzione Via Prenestina e fermata a circa 300 m. dal sito, oppure bus Co.Tral direzione Via Tiburtina e fermata a circa 1 km dal sito, oppure bus Co.Tral direzione Tivoli/autostrada A24 e fermata a circa 1 km dal sito
da Roma con treno FS e fermata Stazione di Tivoli e bus linea CAT numero 4 e fermata a circa 300 m dal sito
In esposizioni precedenti sono stati affrontati i rapporti con le presenze femminili che parteciparono alla vita dell’imperatore Adriano. Ricordiamo che a loro è stata dedicata la mostra del 2004 “Adriano. Le memorie al femminile” e, nel 2007, “Vibia Sabina. Da Augusta a Diva” in occasione della restituzione dal Museum of Fine Arts di Boston dell’imponente statua dell’imperatrice Vibia Sabina, oggi nella collezione permanente di Villa Adriana.
In memoria di Antinoo, giovane dalla sublime bellezza che Adriano conobbe in Bitinia e portò con sé a Roma, fece costruire l’Antinoeion, venuto alla luce nelle campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza tra il 2002 e il 2005, in cui è stata riconosciuta la tomba-tempio progettata per onorarne il ricordo.
In occasione della mostra saranno illustrati nel percorso di visita del complesso archeologico i resti del cosiddetto Antinoeion. Attualmente sono perfettamente leggibili il perimetro e la pianta del luogo dove sorgeva un’ampia esedra, fronteggiata da due templi separati dall’obelisco che, oggi, si trova sul Pincio. Gli edifici erano riccamente decorati di statue, anche di animali e di bassorilievi egittizzanti, alcuni esposti in quest’occasione.
La mostra è divisa in quattro sezioni, che espongono opere provenienti da vari musei e collezioni, nella cui selezione si è inteso privilegiare anche il ritorno a Villa Adriana di reperti che lì certamente, o verosimilmente, furono trovati. La prima sezione riunisce una serie di ritratti di Adriano e di Antinoo, tra cui il busto di marmo dei Musei Vaticani e il bel bronzo conservato al Museo Archeologico di Firenze. La seconda sezione si incentra sulla deificazione del giovane bitinio, di volta in volta rappresentato nei panni di Apollo, Dioniso, o, ancora, come sacerdote di Attis. La terza sezione si incentra sulle recenti scoperte dall’Antinoeion di Villa Adriana e, quindi, sulla rappresentazione di Antinoo nelle vesti di Osiride. Adriano aveva deificato il suo favorito con l’assimilazione alla più alta divinità egizia che, secondo il mito, rinasce dalle acque del Nilo, simbolo di fertilità. In mostra si ammira lo splendido ritratto di Antinoo-Osiride in quarzite rossa grazie al prestito dalle Staatliche Kunstsammlungen di Dresda. L’ultima sezione si focalizza sulla fortuna di Antinoo attraverso i secoli. Tra i prestiti concessi si potrà ammirare anche uno dei preziosi volumi del “Viaggio pittorico di Villa Adriana” di Agostino Penna del 1831 - 36, che contiene un bellissimo ritratto di Antinoo, oggi conservato presso i Musei Vaticani, nella Sala della Rotonda.
LA FORTUNA DI ANTINOO
Il giovane Antinoo arrivò a Roma intorno al 125 d.C. al seguito di Adriano che lo aveva conosciuto probabilmente nel 123, durante una sosta del suo lungo viaggio entro i confini dell’Impero, durato due anni. A quel tempo la villa doveva essere interessata da numerosi cantieri, come prova la documentazione offerta dai bolli laterizi nelle murature che testimonia una frenetica e vasta attività edilizia in questi anni. Agibile era sicuramente il Teatro Marittimo, progettato mentre si restaurava la vecchia villa repubblicana, e anche le cosiddette Terme con Eliocamino, edificate velocemente per sopperire alle nuove esigenze del complesso residenziale. Tuttavia, nonostante che la dimora imperiale non fosse certo terminata, Adriano poteva già abitarvi e governare l’impero dalla grandiosa residenza tiburtina, predisposta per ospitare anche la corte. Il favorito di Adriano restò al fianco dell’imperatore, seguendolo anche nei viaggi ufficiali, come quello intrapreso nel 128 che si concluderà tragicamente con la morte del giovane Antinoo nel 130 d.C.. Sappiamo infatti dalle fonti antiche, che specularono sulla vicenda alludendo ad una dinamica poco chiara degli eventi, che durante la spedizione, risalendo il corso del Nilo, Antinoo annegò misteriosamente nel fiume e Adriano, profondamente colpito dal dolore della perdita, fondò la città di Antinoopoli nei pressi del luogo dove era avvenuta la tragedia e dichiarò giorno festivo il 27 novembre, data di nascita di Antinoo. Il giovane bitinio venne divinizzato dai sacerdoti egizi e rappresentato come Osiride, la massima divinità religiosa cui erano assimilati i faraoni. Di ritorno dall’Egitto dopo il 133, Adriano progettò di onorare a Villa Adriana l’amasio perduto con un grande edificio absidato, in cui è stato riconosciuto un Antinoeion, collocato lungo l’ingresso monumentale che conduceva al Vestibolo.
Sin da allora la memoria di Antinoo è stata alimentata in modo tale da attraversare indenne i secoli e l’effigie del giovinetto è stata utilizzata per ritratti in marmo – come il busto del Museo dell’Opera del Duomo di Pisa in cui viene riadattata in senso cristiano – oppure in bronzo - come la scultura di Guglielmo Della Porta, in mostra, proveniente dagli appartamenti storici del Palazzo Reale di Napoli - e anche riprodotta in numerose pubblicazioni antiche, da Winckelmann a Penna. Ai giorni nostri l’opera che ha contribuito al più vasto impulso della fama di Antinoo è senza alcun dubbio il romanzo “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar, che scrive: “Nelle ore di insonnia, percorrevo i corridoi della Villa, erravo di sala in sala (…) mi fermavo davanti ai simulacri di Antinoo. Ogni stanza aveva il suo, ogni portico perfino. Facevo schermo con la mano alla fiamma della mia lampada; sfioravo con un dito quel petto di pietra.”
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Electa, prima aggiornata monografia italiana che ne ricostruisce la figura antica e la seduzione esercitata nella storia del gusto.
Orari di ingresso dell'area archeologica:
tutti i giorni, sia feriali che festivi, dalle 9.00 a un’ora e mezzo prima del tramonto
Il sito è raggiungibile con i mezzi pubblici:
da Roma con Metro B fermata Ponte Mammolo e bus Co.Tral direzione Via Prenestina e fermata a circa 300 m. dal sito, oppure bus Co.Tral direzione Via Tiburtina e fermata a circa 1 km dal sito, oppure bus Co.Tral direzione Tivoli/autostrada A24 e fermata a circa 1 km dal sito
da Roma con treno FS e fermata Stazione di Tivoli e bus linea CAT numero 4 e fermata a circa 300 m dal sito
04
aprile 2012
ANTINOO. Il fascino della bellezza
Dal 04 aprile al 04 novembre 2012
arte antica
Location
MUSEO ARCHEOLOGICO DI VILLA ADRIANA
Tivoli, Via Villa Adriana, 204, (Roma)
Tivoli, Via Villa Adriana, 204, (Roma)
Biglietti
€ 11,00; Riduzioni: € 7,00
Orario di apertura
tutti i giorni, sia feriali che festivi, dalle 9.00 a un’ora e mezzo prima del tramonto
Vernissage
4 Aprile 2012, ore 17
Editore
ELECTA