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Una rosa rossa si è aperta un varco tra le pietre di Via del Moro; sotto la pioggia di Novembre il nostro cammino è svagato, ma d’improvviso incontriamo il profilo fiorito di una ragazza, vicina ad un piccolo fiume. È lo spazio Toast della Galleria Biagiotti il luogo della magia: il Video di Elèna Nemkova Chorosho!!! Bene!!!, realizzato con un Camcorder Canon Mini-DV, è offerto allo sguardo dei passanti.
La giovane autrice è anche di fronte alla Videocamera: nel segmento iniziale pulisce patate sporche di terra in una candida cucina; ai tempi dell’Unione Sovietica raccoglierle nei campi era un servizio obbligatorio per tutti. Una bambina audiolesa inserisce monetine nelle fessure di un muro: la tragedia del nucleare oscura un’esistenza che sembra galleggiare nell’atemporale bianco.
Qualità della Videoarte è forse la riflessione su figure standard delle immagini in movimento: Elèna ricorre dunque alla Panoramica per descrivere oggetti della cucina in modo che appaiano proiezioni non facilmente comprensibili di un’interiorità che, in un momento precedente, li aveva ordinati come reliquie di un passato vissuto con ingenuità e fiducia nell’attesa. La fiducia conduce al sogno, e nel secondo, dolcissimo segmento, lei stessa si dona risaltando dall’intarsio che nel Video si realizza tra il suo abito rosso e il tenue verde di una misteriosa Natura. E ci si può innamorare di questi colori, il rosso e il verde, come del profilo della ragazza, sia per i capelli biondi, sia per il sangue che le imporpora le guance, lo stesso che scorreva nelle vene dei Maestri: Ejzenštejn, Pudovkin, Dovčenko, Tarkovskij.
La Panoramica, adesso, consente all’autrice di trasformare l’incanto del verde in pixel colorati; due canali si incrociano, Elèna incontra un ragazzo che subito diviene un Primo Piano, una terra di confine, una possibilità. Il nostro occhio e quello di lei possono solo guardarlo in un Primo Piano/Soggettiva: l’atto di mostrarsi è la parola dell’uomo, la sua espressione cupa e tesa racchiude un significato di cui possiamo toccare solo i lembi. Come il volto del ragazzo così la figura retorica si tende, giunge quasi a spezzarsi in conseguenza del fatto che in ogni secondo vi è una pura offerta: solo di lei, negli attimi finali, o della vegetazione del fiume che somiglia a quella inquadrata all’inizio di Solaris. Elèna giace tra acqua e terra e ricorda lo Stalker; guardiamo, però è difficile capire: il gesto di chi solo si mostra è denso di mistero e dunque malinconico. Possiamo solo vedere, e rammaricarci nel momento in cui lo scontro dei colori si dissolve, e il rosso e il verde restano solo nei nostri ricordi, un po’ sbiaditi; si può amare un’immagine e poi soffrire quando è passata, come per un’amicizia amorosa che s’interrompe d’improvviso.
L’apparente solitudine della ragazza serve a plasmare lo spazio, ad esaltarne la scintillante tranquillità. Il guardarsi attorno, l’attesa di un evento, la considerazione degli elementi della realtà, rivelano un atteggiamento responsabile nei confronti della restituzione del mondo stesso attraverso i mezzi Video. Dalla dimensione parallela che troppo presto lo ha rapito, Andrej Tarkovskij osserva il lavoro dell’allieva e, sicuramente, approva.
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www.artbiagiotti.com
Costantino Maiani
Fino al 7 Gennaio 2002
Toast, Biagiotti Progetto Arte
Indirizzo Via del Moro 65 r, 50123 Firenze
Dalle 11:00 alle 24:00
Ingresso libero
Telefono/Fax 0039-055-214757
E-mail galleria@florenceartbiagiotti.com
[exibart]
Bello, bello, bello. Bravo Costantino, hai colto nel segno.
Argomento interessante scritto in modo stupendo da Costantino.
Bravo Costantino!
Un vero esperto.
cari amici, bella recensione. e interessante il nuovo spazio TOAST, ma ditemi: è solo per il video o anche per mostre normali?
Ciao, grazie per l’apprezzamento; domanda molto giusta: lo spazio sembra piccolo, quindi non saprei dirti se all’interno sia possibile allestire una mostra. Mi informerò e ti farò sapere.
A presto
Eccolo: un altro che si dà delle arie, proprio come Alf/Po.
Che ambientino è exibart!
aho ma perché nun te ne vai? E levate dalle pa….
L’articolo può andare, tuttosommato.
Non mi è chiaro però un passaggio dell’articolo.
“E ci si può innamorare di questi colori, il rosso e il verde, come del profilo della ragazza, sia per i capelli biondi, sia per il sangue che le imporpora le guance, lo stesso che scorreva nelle vene dei Maestri: Ej?enštejn, Pudovkin, Dovčenko, Tarkovskij.
domando:
perché il sangue della ragazza sarebbe lo stesso dei Maestri citati.
Non si capisce o non capisco in che direzione andrebbe, eventualmente, questo paragone, cosa vuol dire, in altre parole.
Un grazie paticolare alla Redazione per i lavori svolti e gli ottimi servizi maturati.
Distinti saluti
aff.
Ragazzi, mi dovete spiegare una cosa: per quale motivo tutte le sante volte che un articolo mi riesce particolarmente bene c’è sempre, invariabilmente, qualcuno che rompe le palle?
“utente”:
preciso… polemico… puntiglioso…
sospetto terribile: sarai mica Tullio?
no… se scopro che è Tullio non ce la faccio…
Caro Costantino,
ciò avviene perchè il mondo è pieno di rompiballe. Per il signor Gabbro, io sono la regina di questa stirpe. Dimenticavo: sono una fanciulla. Mi chiamo Micaela. Sono bionda e ho gli occhi verdi. Contenti? Non sono Biz. Uffa!
Che non fossi biz ce ne eravamo accorti…
magari ce ne fossero altri come lui…
Cristina, come mai sei stata zitta fino a ora? Ti devo proprio essere simpatica per averti fatto scrivere per la prima volta un commento. Che spazi espositivi ci sono a Prato? Solo per curiosità. Voglio vedere se conosci la tua città.
A che pro? Il calendario di exibart mi pare bene aggiornato. E poi non ho voglia di comunicare con una scassaballe come te.
Voglio sentire parlare solo persone intelligenti e brillanti, come Biz, per esempio, o Costantino.
e (per inciso) perchè non segui il consiglio di Gabbro?
Il Museo Pecci è a Prato, vero? Ho letto che è stato danneggiato da alcuni vandali.
Chi è di Prato (Cristina o Minù) può dare un resoconto, una descrizione di quel che sta avvenendo? Saranno mica emissari di Sgarbi?
Cara Anna,
per il momento si sa soltanto che, nella notte tra il 5 e il 6, è stato imbrattato l’anfiteatro esterno al museo. Nessuna informazione sugli autori o sui motivi dell’atto vandalico.
In caso di novità terremo informati i lettori.
Semplicemente perchè so chi sei tu e chi è Gabbro. E scassare le palle mi diverte. Poi, cara, prima di dare dell’ignorante a una persona fatti un bel test di intelligenza. E studia! Ti farebbe bene al posto di stare collegata tutto il giorno. Sarebbe educativo anche conoscere le mostre della tua presunta citta’, ma credo che tu preferisca Roma. Vero, carina?
O magari Napoli?
Chissa’ perche’ tutti i lettori di Exibart scrivono sempre di guardare il calendario di Exibart per sapere le mostre in corso nella loro citta’. Che sia pubblicita’ occulta? Eheheh! E vai Minu’! Sei mitica!!!!
L’anfiteatro der Pecci è così brutto che si ll’hanno ‘mbrattato tanto meglio. Sicuro che mo è più bello, aho!
Costantino sei mitico!Articolo fantastico!Non badare a chi ti critica e segui solo ciò che la tua testa ti dice…SEMPRE!Baci!