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Juri Sassi – Nuovo Surrealismo
Onirismo e cromatismo:ritorno al linguaggio arcaico di colore e simbolismo
Comunicato stampa
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Premessa: la Rivoluzione artistica del primo'900
Il primo ventennio del‘900 fu caratterizzato da una importante innovazione nel mondo dell’arte. Se fino a tale epoca l’espressione artistica tendeva a riprodurre le sensazioni che la realta’ esterna rimandava all’artista, il quale la riproduceva con la propria personale interpretazione e tecnica (arte di tipo “sensitiva”), si assistette altresi’ all’affermazione di un'altra dinamica espressiva: l’artista viola ogni schema accademico, ogni prospettiva, lascia addirittura la forma stessa: le forme appunto, i perimetri reali dei corpi nello spazio non sono piu’ importanti, perche’ “non piu’ sufficienti”.
Si dice “Ogni arte e’ specchio dell’epoca in cui si manifesta”.
In tale periodo storico l’uomo diviene saturo di una visione materialistica del mondo, saturo di una visione ormai non piu’appagante lo spirito umano, bisognoso, come e’ nella sua intangibile complessa indole (SPIRITO=EX fuori, PHYR, fuoco, in greco antico)= EMISSIONE DI FUOCO, inteso come l’energia vitale che “brucia dentro, vive” anima gli esseri viventi, e si effonde e agisce nella sua intangibilita’), bisognoso di nutrirsi di significati altresi’ piu’ profondi che non il mero esterno manifestarsi delle cose, ovvero la limitante manifestazione fenomenica della realta’.
Il saturo spirito umano, “violentato” dall’effimero illusorio inappagante materialismo, tenta di ritrovare la propria natura perduta, cercando di superare i limiti del tangibile, del percettibile, ovvero concentrando la propria attenzione su cio’ che e’ il concetto, il senso delle cose e della realta’, su cio’ che’e’ velato dalla realta’ apparente o Sub-stantia(sostanza), usando la definizione di materia, delle scuole filosofiche socratiche o religiose.
Di qui, le scuole artistiche che caratterizzarono i primi decenni del ‘900, dalla “metafisica” di De Chirico, all’”astrattismo” di Kandisky, fino alla ricerca di una “sur-realta’” in Magritte, Chagall o Dali’.
Una ricerca cioe’ di significati che implicano necessariamente l’abbandono del logos e di tutto cio’ che e’ logico, formale, convenzionale, che e’ il riduttivo linguaggio espressivo tradizionale: l’artista dunque ricerco’ contenuti al di la’ della ragione, del conscio, lasciando la parola invece a quella quantita’ di contenuti immensa e infinita (IMMAGINE=IN(dentro)MAGINE(da mago, magno, magia, magio,majus=il piu grande), quantita’ di espressioni e linguaggi che appartengono alla parte inconscia della psiche, alla parte “ombra”, sino a quel momento storico mai esplorata, e che proprio in quel periodo storico fu per la prima volta studiata dai pionieri e fondatori della psicoanalisi, Freud, Jung, e altri scienziati, stimolando cosi’ anche le arti in quella direzione.
Inizia dunque l’epoca dell’arte “immaginativa”, un’espressione artistica che, abbandonando il linguaggio convenzionale, fece uso di un linguaggio, onirico, cromatico,simbolico (simbolismo peraltro gia’ iniziato dai tempi del Mantegna o del Pier della Francesca, ma mai cosi’ ricercato come nell’era moderna).
E’ l’epoca dell’analisi dei sogni, dell’analisi delle allegorie, una sorta di ritorno allo studio della mitologia, dei riti e dei miti che hanno caratterizzato la vita dell’uomo antico, e tutta l’espressione artistica dell’arcaico.
Per quanto si dette inizio a un’epoca artistica che gli studiosi definirono “moderna”, in realta’ si stava tornando all’antico, a una modalita’ espressiva ove mezzi come il simbolo, restituivano all’artista la possibilita’ di esprimere piu’ significati contemporaneamente (in greco antico SYM= insieme, BOLEM unita’), o di usare allegorie (come nel caso di Dali’ e Chagall) che dessero la possibilita’ di oltrepassare la realta’ tangibile, e cercare una realta’ che sta oltre il percettibile, una realta’ “metafisica” diremmo con le parole di De Chirico, che esiste al dila’ dell’apparenza.
Invero gli artisti dell’epoca ricercavano il cuore e il senso del mondo fenomenico, ricercarono cioe’ il mondo dei concetti, il mondo “noumenico”, tutto cio’ che esiste perche’ legato al pensiero umano, che genera concettualmente e finalizza quel determinato oggetto.
Una visione che valorizza l’oggetto in soggetto, sino in taluni casi di enfasi, a ricercare “l’anima” delle cose laddove erano convenzionalmente inanimate, associandole apparentemente in modo caotico casuale, ma invero molto causale e finalizzato, secondo una logica surrealistica:attraverso un “culto” dell’oggetto, la psiche manifesta la parte inconscia, divenendo l’oggetto stesso il risultato delle proiezioni dell’inconscio
Anche qui un ritorno all’arcaico, laddove l’uomo antico adorava pietre o costruzioni in pietra (come i dolmen) per rendere grazie alle Forze Cosmiche, (inseguito divinita’) in nome della buona fortuna, della buona caccia, del buon raccolto, e cosi’ via.
Il nuovo surrealismo di Juri Sassi.
Cosi’, nel freddo ritorno a un’epoca di crisi profonda come quell’attuale, Juri Sassi rievoca un Archetipo, lo ripete splendidamente con una “pittura poetica”(nei termini del grande Chagall) e spirituale (usando i termini di Kandinsky), riprendendo quel linguaggio fatto di simbologie e allegorie oniriche tipiche dei grandi maestri del Surrealismo, quasi a ricercare, come i precedenti titani dell’arte, cio’ che la realta’ materialistica del nostro tempo ha sepolto e apparentemente dimenticato, ricreando una “surrealta’” che va oltre i meri riduttivi limiti del logos e che richiama tutto l’immaginario soffocato dall’era digitale, attraverso un linguaggio dall’ampia interpretazione, come il simbolismo, e un linguaggio direttamente connesso alle emozioni come il colore.
La pittura poetica di Juri Sassi, una sorta di “nuovo-surrealismo”, non e’beninteso, fuga dalla realta’di tutti i giorni, e’ invero un abbandono di una visione unilateralmente materialistica della realta’, e il ricorso invece a una visione piu’ esaustiva e omnicomprensiva della realta’stessa, che include sia l’aspetto tangibile e percettibile che quello intangibile e noumenico, e completa e soddisfa le aspettative spirituali umane.
Questo e’ il grande merito della pittura di Juri Sassi.
Simbologie oniriche di amanti che attraversano il cielo stellato, lasciando scie di romantica poesia, vivide cromie, intrise di geometrismi (spesso rotondiformi, che richiamano sognanti pianeti, ma molto piu’ profondamente aspirano alla totalita’ della psiche che giunge all’armonica unione tra materiale e spirituale, tra logos e inconscio, illuminati nel buio notturno da una calda luce (le candele) e richiami ad arcaiche simbologie (come la “spirale”), che valicano gli occhi limitanti del logos per comunicare direttamente al cuore: questa e’ la “nuova sur-realta’” di Juri Sassi, questi sono i preziosi soggetti ricorrenti nella sua pittura. Oppure immagini di muse innamorate in romantica sognante attesa, a simboleggiare il richiamo a quella parte tanto decantata da C.G.Jung, che defini’”Anima”,in quanto parte piu femminina e spirituale della psiche umana, in contrapposizione all’Animus, la parte piu’ mascolina e riferita agli impulsi, settore psichico che puo’, se gestito male, divenire la parte negativa della natura umana.
Conclusioni:un’arte, come quella di Juri Sassi, che richiama l’attenzione a una simile importante diatriba sociale e spirituale, un’arte che ricorda all’uomo le infinite potenzialita’ spirituali e dell’immaginazione,in contrapposizione all’ effimera essenza materiale, rimandandoci l’Archetipo mitologico e spirituale che contraddistinse l’uomo arcaico,e i titani dell’arte moderna agli inizi del ‘900, e’davvero un’arte, quella di Juri Sassi, che non puo’ non coinvolgere l’attenzione collettiva perche’, attraverso cromatismo e simbolismo, stimola le arcaiche tendenze (gli Archetipi) rimosse dalla logica materialistica della societa’ attuale negli abissi della psiche, e di li’ riaffiorano prepotenti “nuove-antiche energie”, stimolando il potere immaginale a nuove idee e iniziative, auspicando di risollevare le sorti di un’umanita’sempre piu’ in crisi.
M°Michell Campanale
L'arte di Juri Sassi pittore a cura di Lidia Silanos
Pubblicato su “InArte” bimestarle d’arte, letteratura e cultura - febb/mar 2012
“Nelle opere di Juri Sassi la figura femminile e’ personaggio delicato e romantico, spesso avvolta in un magma di colori. Lartista ne definisce l’interiorita’ e con l’uso del colore e del sapiente disegno la colloca in una dimensione poetica. Movimento e intensi effetti di luce completano una narrazione alla ricerca di equilibrio tra spirito e realta’”.
Lidia Silanos
Il primo ventennio del‘900 fu caratterizzato da una importante innovazione nel mondo dell’arte. Se fino a tale epoca l’espressione artistica tendeva a riprodurre le sensazioni che la realta’ esterna rimandava all’artista, il quale la riproduceva con la propria personale interpretazione e tecnica (arte di tipo “sensitiva”), si assistette altresi’ all’affermazione di un'altra dinamica espressiva: l’artista viola ogni schema accademico, ogni prospettiva, lascia addirittura la forma stessa: le forme appunto, i perimetri reali dei corpi nello spazio non sono piu’ importanti, perche’ “non piu’ sufficienti”.
Si dice “Ogni arte e’ specchio dell’epoca in cui si manifesta”.
In tale periodo storico l’uomo diviene saturo di una visione materialistica del mondo, saturo di una visione ormai non piu’appagante lo spirito umano, bisognoso, come e’ nella sua intangibile complessa indole (SPIRITO=EX fuori, PHYR, fuoco, in greco antico)= EMISSIONE DI FUOCO, inteso come l’energia vitale che “brucia dentro, vive” anima gli esseri viventi, e si effonde e agisce nella sua intangibilita’), bisognoso di nutrirsi di significati altresi’ piu’ profondi che non il mero esterno manifestarsi delle cose, ovvero la limitante manifestazione fenomenica della realta’.
Il saturo spirito umano, “violentato” dall’effimero illusorio inappagante materialismo, tenta di ritrovare la propria natura perduta, cercando di superare i limiti del tangibile, del percettibile, ovvero concentrando la propria attenzione su cio’ che e’ il concetto, il senso delle cose e della realta’, su cio’ che’e’ velato dalla realta’ apparente o Sub-stantia(sostanza), usando la definizione di materia, delle scuole filosofiche socratiche o religiose.
Di qui, le scuole artistiche che caratterizzarono i primi decenni del ‘900, dalla “metafisica” di De Chirico, all’”astrattismo” di Kandisky, fino alla ricerca di una “sur-realta’” in Magritte, Chagall o Dali’.
Una ricerca cioe’ di significati che implicano necessariamente l’abbandono del logos e di tutto cio’ che e’ logico, formale, convenzionale, che e’ il riduttivo linguaggio espressivo tradizionale: l’artista dunque ricerco’ contenuti al di la’ della ragione, del conscio, lasciando la parola invece a quella quantita’ di contenuti immensa e infinita (IMMAGINE=IN(dentro)MAGINE(da mago, magno, magia, magio,majus=il piu grande), quantita’ di espressioni e linguaggi che appartengono alla parte inconscia della psiche, alla parte “ombra”, sino a quel momento storico mai esplorata, e che proprio in quel periodo storico fu per la prima volta studiata dai pionieri e fondatori della psicoanalisi, Freud, Jung, e altri scienziati, stimolando cosi’ anche le arti in quella direzione.
Inizia dunque l’epoca dell’arte “immaginativa”, un’espressione artistica che, abbandonando il linguaggio convenzionale, fece uso di un linguaggio, onirico, cromatico,simbolico (simbolismo peraltro gia’ iniziato dai tempi del Mantegna o del Pier della Francesca, ma mai cosi’ ricercato come nell’era moderna).
E’ l’epoca dell’analisi dei sogni, dell’analisi delle allegorie, una sorta di ritorno allo studio della mitologia, dei riti e dei miti che hanno caratterizzato la vita dell’uomo antico, e tutta l’espressione artistica dell’arcaico.
Per quanto si dette inizio a un’epoca artistica che gli studiosi definirono “moderna”, in realta’ si stava tornando all’antico, a una modalita’ espressiva ove mezzi come il simbolo, restituivano all’artista la possibilita’ di esprimere piu’ significati contemporaneamente (in greco antico SYM= insieme, BOLEM unita’), o di usare allegorie (come nel caso di Dali’ e Chagall) che dessero la possibilita’ di oltrepassare la realta’ tangibile, e cercare una realta’ che sta oltre il percettibile, una realta’ “metafisica” diremmo con le parole di De Chirico, che esiste al dila’ dell’apparenza.
Invero gli artisti dell’epoca ricercavano il cuore e il senso del mondo fenomenico, ricercarono cioe’ il mondo dei concetti, il mondo “noumenico”, tutto cio’ che esiste perche’ legato al pensiero umano, che genera concettualmente e finalizza quel determinato oggetto.
Una visione che valorizza l’oggetto in soggetto, sino in taluni casi di enfasi, a ricercare “l’anima” delle cose laddove erano convenzionalmente inanimate, associandole apparentemente in modo caotico casuale, ma invero molto causale e finalizzato, secondo una logica surrealistica:attraverso un “culto” dell’oggetto, la psiche manifesta la parte inconscia, divenendo l’oggetto stesso il risultato delle proiezioni dell’inconscio
Anche qui un ritorno all’arcaico, laddove l’uomo antico adorava pietre o costruzioni in pietra (come i dolmen) per rendere grazie alle Forze Cosmiche, (inseguito divinita’) in nome della buona fortuna, della buona caccia, del buon raccolto, e cosi’ via.
Il nuovo surrealismo di Juri Sassi.
Cosi’, nel freddo ritorno a un’epoca di crisi profonda come quell’attuale, Juri Sassi rievoca un Archetipo, lo ripete splendidamente con una “pittura poetica”(nei termini del grande Chagall) e spirituale (usando i termini di Kandinsky), riprendendo quel linguaggio fatto di simbologie e allegorie oniriche tipiche dei grandi maestri del Surrealismo, quasi a ricercare, come i precedenti titani dell’arte, cio’ che la realta’ materialistica del nostro tempo ha sepolto e apparentemente dimenticato, ricreando una “surrealta’” che va oltre i meri riduttivi limiti del logos e che richiama tutto l’immaginario soffocato dall’era digitale, attraverso un linguaggio dall’ampia interpretazione, come il simbolismo, e un linguaggio direttamente connesso alle emozioni come il colore.
La pittura poetica di Juri Sassi, una sorta di “nuovo-surrealismo”, non e’beninteso, fuga dalla realta’di tutti i giorni, e’ invero un abbandono di una visione unilateralmente materialistica della realta’, e il ricorso invece a una visione piu’ esaustiva e omnicomprensiva della realta’stessa, che include sia l’aspetto tangibile e percettibile che quello intangibile e noumenico, e completa e soddisfa le aspettative spirituali umane.
Questo e’ il grande merito della pittura di Juri Sassi.
Simbologie oniriche di amanti che attraversano il cielo stellato, lasciando scie di romantica poesia, vivide cromie, intrise di geometrismi (spesso rotondiformi, che richiamano sognanti pianeti, ma molto piu’ profondamente aspirano alla totalita’ della psiche che giunge all’armonica unione tra materiale e spirituale, tra logos e inconscio, illuminati nel buio notturno da una calda luce (le candele) e richiami ad arcaiche simbologie (come la “spirale”), che valicano gli occhi limitanti del logos per comunicare direttamente al cuore: questa e’ la “nuova sur-realta’” di Juri Sassi, questi sono i preziosi soggetti ricorrenti nella sua pittura. Oppure immagini di muse innamorate in romantica sognante attesa, a simboleggiare il richiamo a quella parte tanto decantata da C.G.Jung, che defini’”Anima”,in quanto parte piu femminina e spirituale della psiche umana, in contrapposizione all’Animus, la parte piu’ mascolina e riferita agli impulsi, settore psichico che puo’, se gestito male, divenire la parte negativa della natura umana.
Conclusioni:un’arte, come quella di Juri Sassi, che richiama l’attenzione a una simile importante diatriba sociale e spirituale, un’arte che ricorda all’uomo le infinite potenzialita’ spirituali e dell’immaginazione,in contrapposizione all’ effimera essenza materiale, rimandandoci l’Archetipo mitologico e spirituale che contraddistinse l’uomo arcaico,e i titani dell’arte moderna agli inizi del ‘900, e’davvero un’arte, quella di Juri Sassi, che non puo’ non coinvolgere l’attenzione collettiva perche’, attraverso cromatismo e simbolismo, stimola le arcaiche tendenze (gli Archetipi) rimosse dalla logica materialistica della societa’ attuale negli abissi della psiche, e di li’ riaffiorano prepotenti “nuove-antiche energie”, stimolando il potere immaginale a nuove idee e iniziative, auspicando di risollevare le sorti di un’umanita’sempre piu’ in crisi.
M°Michell Campanale
L'arte di Juri Sassi pittore a cura di Lidia Silanos
Pubblicato su “InArte” bimestarle d’arte, letteratura e cultura - febb/mar 2012
“Nelle opere di Juri Sassi la figura femminile e’ personaggio delicato e romantico, spesso avvolta in un magma di colori. Lartista ne definisce l’interiorita’ e con l’uso del colore e del sapiente disegno la colloca in una dimensione poetica. Movimento e intensi effetti di luce completano una narrazione alla ricerca di equilibrio tra spirito e realta’”.
Lidia Silanos
20
febbraio 2012
Juri Sassi – Nuovo Surrealismo
20 febbraio 2012
performance - happening
serata - evento
serata - evento
Location
REVEL – SCALO D’ISOLA
Milano, Via Thaon Di Revel Genova, 3, (Milano)
Milano, Via Thaon Di Revel Genova, 3, (Milano)
Vernissage
20 Febbraio 2012, h 19.30 su invito
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