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Michelangelo Castagnotto – Le macchine svelate
Le MACCHINE di Michelangelo Castagnotto presentate in mostra da Gagliardi Art System sono modelli disincantati, liberatori e svincolanti, di relazione tra l’artista e chi entra in contatto con l’opera.
Comunicato stampa
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Le MACCHINE di Michelangelo Castagnotto presentate in mostra da Gagliardi Art System sono modelli disincantati, liberatori e svincolanti, di relazione tra l’artista e chi entra in contatto con l’opera. La definizione di “macchina” è da intendersi come sequenza di gesti e operazioni che introducono all’interno dell’opera stessa e del suo linguaggio: un vero e proprio RITUALE DI ACCESSO SEMANTICO ALL’OPERA. Questo rituale mette in pratica un’idea della cultura come significato negoziabile. Per questo hanno la forma di un protocollo smontato e non di un paradosso neo-dadaista, che non è una pratica.
Il percorso di ricerca viene ironizzato da simboli mistificatori che sono al tempo stesso guida e intoppo per attraversare l’opera. Attraversarla vuol dire superare la tendenza a vedere la realtà con schemi fissi, facendo invece perno sulla novità dell’esperienza, scavalcando come in un percorso ad ostacoli le attese fuorvianti del buon senso.
Nell’opera IL BAULE il primo dei simboli fuorvianti è la pittura in se stessa. L’artista usa la pittura non come tradizionale sintassi, bensì come modello linguistico formalizzato a cui arrivare eseguendo una prassi. Non il quadro, ma l’esperienza di arrivare al quadro.
La MACCHINA DELLA LETTURA permette di usare la lettura svuotandola del contenuto testuale. Rimane così il puro senso estetico del leggere. Anche questa è una prassi.
Nella MACCHINA PER LA LETTURA DEI SASSI, un gesto in apparenza naturale diviene aleatorio in sé, qualunque sia la disposizione che assumono le pietre scagliate.
In questo caso è il lancio ad essere un rituale.
Le macchine sono il prototipo di un’esperienza che trova la sua regola al proprio interno; perciò sono macchine estetiche. Il senso di ogni singola esperienza, che la rende originale, diventa linguaggio attraverso la forma della relazione.
Le macchine di Michelangelo Castagnotto incoraggiano a pensare che l’estetica sia il linguaggio dell’esperienza.
Il percorso di ricerca viene ironizzato da simboli mistificatori che sono al tempo stesso guida e intoppo per attraversare l’opera. Attraversarla vuol dire superare la tendenza a vedere la realtà con schemi fissi, facendo invece perno sulla novità dell’esperienza, scavalcando come in un percorso ad ostacoli le attese fuorvianti del buon senso.
Nell’opera IL BAULE il primo dei simboli fuorvianti è la pittura in se stessa. L’artista usa la pittura non come tradizionale sintassi, bensì come modello linguistico formalizzato a cui arrivare eseguendo una prassi. Non il quadro, ma l’esperienza di arrivare al quadro.
La MACCHINA DELLA LETTURA permette di usare la lettura svuotandola del contenuto testuale. Rimane così il puro senso estetico del leggere. Anche questa è una prassi.
Nella MACCHINA PER LA LETTURA DEI SASSI, un gesto in apparenza naturale diviene aleatorio in sé, qualunque sia la disposizione che assumono le pietre scagliate.
In questo caso è il lancio ad essere un rituale.
Le macchine sono il prototipo di un’esperienza che trova la sua regola al proprio interno; perciò sono macchine estetiche. Il senso di ogni singola esperienza, che la rende originale, diventa linguaggio attraverso la forma della relazione.
Le macchine di Michelangelo Castagnotto incoraggiano a pensare che l’estetica sia il linguaggio dell’esperienza.
09
febbraio 2012
Michelangelo Castagnotto – Le macchine svelate
Dal 09 febbraio al 24 marzo 2012
arte contemporanea
Location
GAS ART GALLERY
Torino, Via Cervino, 16, (Torino)
Torino, Via Cervino, 16, (Torino)
Orario di apertura
martedì - sabato ore 15.30 - 19.00
Vernissage
9 Febbraio 2012, ore 18.30 - 21.00
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