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Paolo di Giosia / Giuseppe Solimando – BLOCK 11
Una mostra nella quale due artisti, molto diversi tra loro, si incontrano per colloquiare silenziosamente e per urlare la stessa disperazione e lo stesso dolore.
Fotografia e pittura, nella loro forma più vera e più pura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Block 11, uno dei tanti edifici che costituivano il nucleo centrale del campo di Auschwitz. A
differenza degli altri, che per la maggior parte erano adibiti ad alloggi per i deportati, aveva
una funzione disciplinare, cioè svolgeva il ruolo di prigione del lager, all’interno del quale le
persone venivano condotte, torturate e condannate a morte.
Ed è proprio questo blocco quindi, simbolo di morte, a dare il nome alla mostra che viene
ospitata nell’elegante Palazzo dei Capitani del Popolo di Ascoli Piceno.
Una mostra difficile nella quale due artisti, molto diversi tra loro, così come potrebbe
apparire all’inizio di questo loro percorso insieme, si incontrano per colloquiare
silenziosamente e per urlare la stessa disperazione e lo stesso dolore.
Fotografia e pittura, nella loro forma più vera e più pura.
Paolo di Giosia, fotografo e poeta dell’immagine, dopo un attento studio fatto di
documentazione e di letture, si è spinto addirittura nei campi in Polonia, con la sua
macchinetta analogica e con i suoi rullini di diapositive in bianco e nero ormai quasi
introvabili, per realizzare questo non semplice lavoro in collaborazione con il Museo
di Auschwitz-Birkenau. Nei suoi scatti, molto lontani dalla fotografia di reportage, nei
particolari che caratterizzano la sua arte, è leggibile la sofferenza di migliaia e migliaia
di persone e la sua nell’incontrare le voci di esse. Scatti sospesi tra l’assurdo del reale
e il rifiuto mentale nel credere che …quelle scarpe, addirittura quei capelli… la dignità…
possano essere stati sottratti con tanta ferocia… Oltre alle foto in mostra l’artista presenta
il nuovo corto fotografico Untitled A-13166 e l’installazione Salmo da cui il ritmo sincopato
del treno si espande avvolgendo l’intera mostra per tutta la sua durata.
Giuseppe Solimando, artista dalle eloquenti pennellate, con questa nuova produzione
segna una svolta nella sua ricerca pittorica. Da una pittura dei sogni, incentrata su
tradizione, ricordo, favola e invenzione dalla sensibilità teneramente naïf, intraprende un
percorso di sofferenza umana che diventa protagonista delle sue opere. Un viaggio visibile
allo spettatore attraverso colori stesi sapientemente e un tratto preciso e scrupoloso, ma
vissuto dall’artista interiormente e intimamente tramite un’accurata ricerca. Un racconto
sofferto dove l’angoscia diventa addirittura palpabile nei disegni a china. Un mucchio di
valigie ormai senza famiglia… corpi esanimi… uomini, donne e bambini senza più sorrisi
in attesa del buio e avvolti dal filo spinato che li indirizza verso un’unica soluzione finale…
differenza degli altri, che per la maggior parte erano adibiti ad alloggi per i deportati, aveva
una funzione disciplinare, cioè svolgeva il ruolo di prigione del lager, all’interno del quale le
persone venivano condotte, torturate e condannate a morte.
Ed è proprio questo blocco quindi, simbolo di morte, a dare il nome alla mostra che viene
ospitata nell’elegante Palazzo dei Capitani del Popolo di Ascoli Piceno.
Una mostra difficile nella quale due artisti, molto diversi tra loro, così come potrebbe
apparire all’inizio di questo loro percorso insieme, si incontrano per colloquiare
silenziosamente e per urlare la stessa disperazione e lo stesso dolore.
Fotografia e pittura, nella loro forma più vera e più pura.
Paolo di Giosia, fotografo e poeta dell’immagine, dopo un attento studio fatto di
documentazione e di letture, si è spinto addirittura nei campi in Polonia, con la sua
macchinetta analogica e con i suoi rullini di diapositive in bianco e nero ormai quasi
introvabili, per realizzare questo non semplice lavoro in collaborazione con il Museo
di Auschwitz-Birkenau. Nei suoi scatti, molto lontani dalla fotografia di reportage, nei
particolari che caratterizzano la sua arte, è leggibile la sofferenza di migliaia e migliaia
di persone e la sua nell’incontrare le voci di esse. Scatti sospesi tra l’assurdo del reale
e il rifiuto mentale nel credere che …quelle scarpe, addirittura quei capelli… la dignità…
possano essere stati sottratti con tanta ferocia… Oltre alle foto in mostra l’artista presenta
il nuovo corto fotografico Untitled A-13166 e l’installazione Salmo da cui il ritmo sincopato
del treno si espande avvolgendo l’intera mostra per tutta la sua durata.
Giuseppe Solimando, artista dalle eloquenti pennellate, con questa nuova produzione
segna una svolta nella sua ricerca pittorica. Da una pittura dei sogni, incentrata su
tradizione, ricordo, favola e invenzione dalla sensibilità teneramente naïf, intraprende un
percorso di sofferenza umana che diventa protagonista delle sue opere. Un viaggio visibile
allo spettatore attraverso colori stesi sapientemente e un tratto preciso e scrupoloso, ma
vissuto dall’artista interiormente e intimamente tramite un’accurata ricerca. Un racconto
sofferto dove l’angoscia diventa addirittura palpabile nei disegni a china. Un mucchio di
valigie ormai senza famiglia… corpi esanimi… uomini, donne e bambini senza più sorrisi
in attesa del buio e avvolti dal filo spinato che li indirizza verso un’unica soluzione finale…
21
gennaio 2012
Paolo di Giosia / Giuseppe Solimando – BLOCK 11
Dal 21 gennaio al 05 febbraio 2012
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEI CAPITANI
Ascoli Piceno, Piazza Del Popolo, (Ascoli Piceno)
Ascoli Piceno, Piazza Del Popolo, (Ascoli Piceno)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19
Vernissage
21 Gennaio 2012, ore 18
Sito web
www.giuseppesolimando.com
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