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12
aprile 2010
fino al 13.V.2010 Von Hausswolff & Nordanstad Milano, Enrico Fornello
milano
Viaggi e silenzi. Tre video coprono il vuoto con le distanze. Strutture dismesse fra Texas, Giappone ed Egitto emergono da dissolvenze statiche, montaggi lenti e due serie di foto. L'occhio riscopre il senso per l'avvicinamento...
di Ginevra Bria
“Unheimlich è la parola che meglio
definisce l’irriducibile hantise”, scriveva Jaques Derrida in Spettri di Marx, nel 1993. “In essa il più
familiare diventa il più inquietante. L’essere, o il sentirsi, a casa diventa
paura. Lo spazio viene occupato nel segreto del suo interno, mentre dal più
estraneo arriva il lontano, il minaccioso”.
L’Unheimlich è un concetto appartenente al
mondo della psicoanalisi e della filosofia più cupa che, nel linguaggio del
silenzio, indica lo svelamento di quel che è nato come già nascosto e che ormai
non si può più dire. In realtà è possibile trasferire il senso dell’Unheimlich
solo in relazione
con il suo opposto: heimlich è “tranquillo, comodo perché familiare” (da heim = casa, ma anche heimat = patria) e perciò apparentemente
rassicurante. Ma talvolta, come suggeriscono i tre filmati di Carl Michael
von Hausswolff (Linköping,
1956; vive a Stoccolma) & Thomas Nordanstad (Gothenburg, 1964; vive a
Stoccolma e Bangkok), lo stesso aggettivo viene usato per indicare qualcosa di
sospettoso, di nascosto e segreto, identificandosi con il proprio opposto: l’Unheimlich.
Con Three films l’artista e il film maker svedesi
suddividono gli spazi della Galleria Fornello secondo due tipi di corridoi,
l’uno vuoto e l’altro pieno, l’uno scorrevole e l’altro interrotto, l’uno
completato dai tre video, l’altro aperto da due serie di foto (fotogrammi dei
tre girati). Due corridoi usati come i due sensi della parola Unheimlich.
Le tre pellicole sono state girate
a Hashima, in
Giappone, nel 2002; ad Al Qasr, Oasi di Bahriyah, in Egitto, nel 2005; e per finire a Electra, nel Texas, nel 2008. I tre
lavori proiettati l’uno di fronte all’altro, nascono dalla collaborazione e
dalle esperienze di due autori dalla formazione diversa. Il primo film è stato
girato nella minuscola isola di Hashima dove, all’inizio del XX secolo, venne aperta una
miniera carbonifera nella quale estraevano più di 5mila persone. Hashima
divenne il luogo con la maggior densità di popolazione al mondo (1,5 mq per
persona). Nel 1974 è stata resa operativa la decisione, da parte del governo
giapponese, di chiudere la miniera sull’isola, legge che ha causato l’abbandono
in massa delle strutture, rendendola deserta.
Il secondo film è stato girato nel
2005 nel piccolo villaggio-oasi di Al Qasr, nell’estremo sud dell’Egitto. Il
caldo, la luce riverberante e il ritmo insondabile della quotidianità rendono
gli uomini come l’acqua che esce dai pozzi, quasi in stato di ebollizione:
un’eccezione. L’oasi, a causa delle sue condizioni impervie, è ancora oggi un
luogo legato a processi arcaici e irrimediabilmente lontani da qualsiasi
pensiero sull’azione della contemporaneità.
Per ultimo, Electra, realizzato nel 2008, riporta
alcuni punti di vista di una città del Texas ancora una volta dimenticata dalla
figura dell’uomo. Attorno a questa cittadina trivellano più di 5mila pumpjack
che estraggono le
ultime riserve di petrolio della zona. La vita a Electra scorre meccanica come
il movimento di questi macchinari, unica, inutile risorsa del luogo.
Three films sono tre pagine di un’unica
antologia del rimosso.
definisce l’irriducibile hantise”, scriveva Jaques Derrida in Spettri di Marx, nel 1993. “In essa il più
familiare diventa il più inquietante. L’essere, o il sentirsi, a casa diventa
paura. Lo spazio viene occupato nel segreto del suo interno, mentre dal più
estraneo arriva il lontano, il minaccioso”.
L’Unheimlich è un concetto appartenente al
mondo della psicoanalisi e della filosofia più cupa che, nel linguaggio del
silenzio, indica lo svelamento di quel che è nato come già nascosto e che ormai
non si può più dire. In realtà è possibile trasferire il senso dell’Unheimlich
solo in relazione
con il suo opposto: heimlich è “tranquillo, comodo perché familiare” (da heim = casa, ma anche heimat = patria) e perciò apparentemente
rassicurante. Ma talvolta, come suggeriscono i tre filmati di Carl Michael
von Hausswolff (Linköping,
1956; vive a Stoccolma) & Thomas Nordanstad (Gothenburg, 1964; vive a
Stoccolma e Bangkok), lo stesso aggettivo viene usato per indicare qualcosa di
sospettoso, di nascosto e segreto, identificandosi con il proprio opposto: l’Unheimlich.
Con Three films l’artista e il film maker svedesi
suddividono gli spazi della Galleria Fornello secondo due tipi di corridoi,
l’uno vuoto e l’altro pieno, l’uno scorrevole e l’altro interrotto, l’uno
completato dai tre video, l’altro aperto da due serie di foto (fotogrammi dei
tre girati). Due corridoi usati come i due sensi della parola Unheimlich.
Le tre pellicole sono state girate
a Hashima, in
Giappone, nel 2002; ad Al Qasr, Oasi di Bahriyah, in Egitto, nel 2005; e per finire a Electra, nel Texas, nel 2008. I tre
lavori proiettati l’uno di fronte all’altro, nascono dalla collaborazione e
dalle esperienze di due autori dalla formazione diversa. Il primo film è stato
girato nella minuscola isola di Hashima dove, all’inizio del XX secolo, venne aperta una
miniera carbonifera nella quale estraevano più di 5mila persone. Hashima
divenne il luogo con la maggior densità di popolazione al mondo (1,5 mq per
persona). Nel 1974 è stata resa operativa la decisione, da parte del governo
giapponese, di chiudere la miniera sull’isola, legge che ha causato l’abbandono
in massa delle strutture, rendendola deserta.
Il secondo film è stato girato nel
2005 nel piccolo villaggio-oasi di Al Qasr, nell’estremo sud dell’Egitto. Il
caldo, la luce riverberante e il ritmo insondabile della quotidianità rendono
gli uomini come l’acqua che esce dai pozzi, quasi in stato di ebollizione:
un’eccezione. L’oasi, a causa delle sue condizioni impervie, è ancora oggi un
luogo legato a processi arcaici e irrimediabilmente lontani da qualsiasi
pensiero sull’azione della contemporaneità.
Per ultimo, Electra, realizzato nel 2008, riporta
alcuni punti di vista di una città del Texas ancora una volta dimenticata dalla
figura dell’uomo. Attorno a questa cittadina trivellano più di 5mila pumpjack
che estraggono le
ultime riserve di petrolio della zona. La vita a Electra scorre meccanica come
il movimento di questi macchinari, unica, inutile risorsa del luogo.
Three films sono tre pagine di un’unica
antologia del rimosso.
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francofortesi
ginevra bria
mostra visitata il 16 marzo 2010
dal 18 marzo al 13 maggio 2010
Carl
Michael von Hausswolff & Thomas Nordanstad – Three films
Galleria Enrico Fornello 2
Via Massimiano, 25 (zona Ventura) – 20134 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 14-19
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 023012012; info@enricofornello.it;
www.enricofornello.it
[exibart]