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Thomas Geve – Qui non ci sono bambini. Infanzia e deportazione
prima mostra italiana dei disegni di Thomas Geve. L’autore, internato a 13 anni e sopravvissuto ad Auschwitz e Buchenwald, subito dopo la liberazione disegnò sul retro dei formulari delle SS con pastelli e acquerelli colorati l’esperienza nel campo di concentramento, per fermarne il ricordo per sempre.
Comunicato stampa
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Per la prima volta in Italia saranno esposte a Torino, in questa mostra curata dal Museo Diffuso della Resistenza, le riproduzioni di 50 dei 79 disegni realizzati dal giovanissimo Thomas Geve subito dopo la liberazione dal Lager.
Thomas Geve aveva tredici anni quando, nel 1943, fu internato ad Auschwitz, insieme alla madre, che morì nel campo. Assegnato ai lavori forzati, Thomas sopravvisse; fu trasferito a Gross-Rosen e poi a Buchenwald, dove fu liberato nell’aprile 1945. La mostra nasce dal volume Qui non ci sono bambini. Un'infanzia ad Auschwitz di Thomas Geve, pubblicato da Giulio Einaudi editore
Il titolo della mostra nasce dal tragico destino dei bambini nei campi di sterminio: una volta arrivati venivano mandati alle camere a gas e potevano salvarsi in alcuni casi solo se apparivano più grandi della loro età o se mentivano per essere inclusi tra gli adulti idonei al lavoro. Thomas Geve si salvò perché venne destinato a imparare il mestiere di muratore.
I suoi disegni rappresentano una testimonianza straordinaria, per la lucidità con la quale un bambino di 15 anni è riuscito a rappresentare la realtà del Lager, descrivendo l’orrore che ha vissuto in tenera età. Con il rispetto dovuto all’unicità delle singole esperienze di vita, e senza dimenticare le differenze, si può considerare quello di Geve il corrispettivo in termini visivi del Diario di Anne Frank. Due testimonianze pressoché uniche che raccontano l’esperienza concentrazionaria dal punto di vista dei bambini.
I disegni originali sono conservati a Gerusalemme presso lo Yad Vashem (Ente nazionale per la memoria degli eroi e dei martiri della Shoah) e non sono trasportabili a causa della fragilità della carta.
L’autore di questa straordinaria testimonianza visiva – che vive oggi in Israele – sarà presente a Torino in occasione dell’inaugurazione della mostra e nei giorni immediatamente successivi e incontrerà gli studenti e la cittadinanza.
I disegni (della dimensione di una cartolina) furono realizzati utilizzando il retro dei formulari delle SS, acquerelli e pastelli colorati che lui chiese durante il mese in cui rimase nel campo dopo la liberazione, perché troppo debilitato. Questa testimonianza della vita nel campo di concentramento nacque dall’esigenza di raccontare al padre la sua esperienza e fermarne il ricordo per sempre.
Con pochi tratti Geve ha saputo disegnare l’orrore: il tentativo dei nazisti di eliminare nei detenuti ogni traccia di umanità e, al di là del tratto infantile, dimostra una grande maturità di pensiero. Egli stesso dichiara infatti di averli fatti con occhi da bambino e da ingegnere. La sofferenza è espressa senza pathos: l’intento è quello di spiegare con spirito documentario il funzionamento interno dei campi, le condizioni di vita dei prigionieri, le malattie, il sistema di schedatura degli internati, i lavori che si svolgevano nel campo, le selezioni che decidevano periodicamente chi era destinato a sopravvivere e chi no, il sistema delle camere a gas.
I disegni furono conservati dal padre in una cassaforte climatizzata fino al 1985, anno in cui Thomas Geve li donò allo Yad Vashem. Furono esposti per la prima volta nel 1995 dal Memoriale di Buchenwald – in occasione del cinquantesimo anniversario della liberazione – e, successivamente, a Bonn e Marburg in Germania, in Polonia, Svizzera, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Serbia e Paesi Bassi.
L’allestimento di Torino espone i disegni di Geve nel loro formato originale, nella sequenza cronologica della sua esperienza. Ogni disegno è accompagnato dalle didascalie scritte dall’autore in un momento successivo, integrate da alcune note esplicative dei curatori.
La prima sezione, Auschwitz-Birkenau, descrive l’arrivo al Lager e rappresenta i campi omonimi con mappe, descrizioni, vedute e descrizioni del sistema concentrazionario.
I disegni della seconda rappresentano la Vita nel campo: la quotidianità, le questioni inerenti il cibo, il lavoro, i ruoli delle donne, il trattamento riservato agli zingari, le malattie, la morte.
La terza sezione, Gross-Rosen e Buchenwald, racconta l’evacuazione da Auschwitz nel gennaio 1945, l'interminabile e logorante cammino nella neve per giorni e giorni, per sfuggire all’esercito russo che avrebbe liberato il campo il 27 gennaio, il passaggio da Gross-Rosen e l’arrivo a Buchenwald, che fu l’ultima tappa della sua esperienza concentrazionaria.
Il percorso si conclude con La liberazione che descrive la sollevazione dei detenuti, la cattura da parte loro di alcune SS, fino alla completa liberazione del campo all’arrivo degli americani e infine la riscoperta della libertà e del mondo esterno.
Una sezione della mostra è dedicata ad approfondimenti tematici a partire da alcuni dettagli dei disegni analizzati dal punto di vista grafico e storico-contenutistico.
In concomitanza con la mostra, sarà realizzato un programma di incontri, proiezioni, conferenze sul tema della deportazione e su quello dei diritti dell’infanzia.
Sarà proiettato alla presenza di Thomas Geve e in anteprima italiana (realizzata grazie al Goethe-Institut Turin), il documentario-intervista di Wilhelm Rösing, Nichts als das Leben (“Nient’altro che la vita”). Geve sarà inoltre protagonista di un incontro con gli studenti delle scuole.
I Servizi educativi del Museo proporranno laboratori didattici e visite guidate per le scuole e per la cittadinanza.
Biografia
Thomas Geve nasce a Stettino (Germania) nell’ottobre del 1929. Ha quindi tre anni quando Hitler sale al potere. Come racconta lui stesso, “l’unico universo di cui avessi memoria era quello della repressione e della persecuzione”.
Alla fine del 1938 il padre, non potendo più esercitare la professione di medico in quanto ebreo, si trasferisce in Inghilterra, ma nonostante ripetuti tentativi non riesce a farsi raggiungere dalla moglie e dal figlio.
Nel giugno del 1943, a tredici anni, Thomas Geve è deportato ad Auschwitz insieme alla madre; i due vengono separati e il piccolo Thomas non rivedrà più la madre.
Poiché dimostra più della sua età è considerato abile al lavoro e destinato a imparare il mestiere di muratore: questa selezione è la sua salvezza.
Nel gennaio del 1945, all’avvicinarsi dell’Armata Rossa, viene costretto a una marcia forzata verso Buchenwald insieme agli altri prigionieri, passando prima per il campo di Gross-Rosen.
L’11 aprile del 1945 il Lager di Buchenwald viene liberato; Thomas Geve, troppo debilitato per lasciare la sua baracca, rimane ancora un mese nel campo: a questo periodo risalgono i suoi disegni.
Nel gennaio del 1945 viene mandato in un convalescenziario infantile in Svizzera e un anno dopo può raggiungere il padre a Londra. Nonostante per quattro anni non abbia frequentato la scuola, inizia a studiare con passione e riesce a conseguire il diploma di maturità nel 1947; si iscrive poi alla facoltà di ingegneria. Nel 1950 parte per Israele, dove tutt’ora vive. Dopo il 1945 non ha mai più disegnato.
Thomas Geve aveva tredici anni quando, nel 1943, fu internato ad Auschwitz, insieme alla madre, che morì nel campo. Assegnato ai lavori forzati, Thomas sopravvisse; fu trasferito a Gross-Rosen e poi a Buchenwald, dove fu liberato nell’aprile 1945. La mostra nasce dal volume Qui non ci sono bambini. Un'infanzia ad Auschwitz di Thomas Geve, pubblicato da Giulio Einaudi editore
Il titolo della mostra nasce dal tragico destino dei bambini nei campi di sterminio: una volta arrivati venivano mandati alle camere a gas e potevano salvarsi in alcuni casi solo se apparivano più grandi della loro età o se mentivano per essere inclusi tra gli adulti idonei al lavoro. Thomas Geve si salvò perché venne destinato a imparare il mestiere di muratore.
I suoi disegni rappresentano una testimonianza straordinaria, per la lucidità con la quale un bambino di 15 anni è riuscito a rappresentare la realtà del Lager, descrivendo l’orrore che ha vissuto in tenera età. Con il rispetto dovuto all’unicità delle singole esperienze di vita, e senza dimenticare le differenze, si può considerare quello di Geve il corrispettivo in termini visivi del Diario di Anne Frank. Due testimonianze pressoché uniche che raccontano l’esperienza concentrazionaria dal punto di vista dei bambini.
I disegni originali sono conservati a Gerusalemme presso lo Yad Vashem (Ente nazionale per la memoria degli eroi e dei martiri della Shoah) e non sono trasportabili a causa della fragilità della carta.
L’autore di questa straordinaria testimonianza visiva – che vive oggi in Israele – sarà presente a Torino in occasione dell’inaugurazione della mostra e nei giorni immediatamente successivi e incontrerà gli studenti e la cittadinanza.
I disegni (della dimensione di una cartolina) furono realizzati utilizzando il retro dei formulari delle SS, acquerelli e pastelli colorati che lui chiese durante il mese in cui rimase nel campo dopo la liberazione, perché troppo debilitato. Questa testimonianza della vita nel campo di concentramento nacque dall’esigenza di raccontare al padre la sua esperienza e fermarne il ricordo per sempre.
Con pochi tratti Geve ha saputo disegnare l’orrore: il tentativo dei nazisti di eliminare nei detenuti ogni traccia di umanità e, al di là del tratto infantile, dimostra una grande maturità di pensiero. Egli stesso dichiara infatti di averli fatti con occhi da bambino e da ingegnere. La sofferenza è espressa senza pathos: l’intento è quello di spiegare con spirito documentario il funzionamento interno dei campi, le condizioni di vita dei prigionieri, le malattie, il sistema di schedatura degli internati, i lavori che si svolgevano nel campo, le selezioni che decidevano periodicamente chi era destinato a sopravvivere e chi no, il sistema delle camere a gas.
I disegni furono conservati dal padre in una cassaforte climatizzata fino al 1985, anno in cui Thomas Geve li donò allo Yad Vashem. Furono esposti per la prima volta nel 1995 dal Memoriale di Buchenwald – in occasione del cinquantesimo anniversario della liberazione – e, successivamente, a Bonn e Marburg in Germania, in Polonia, Svizzera, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Serbia e Paesi Bassi.
L’allestimento di Torino espone i disegni di Geve nel loro formato originale, nella sequenza cronologica della sua esperienza. Ogni disegno è accompagnato dalle didascalie scritte dall’autore in un momento successivo, integrate da alcune note esplicative dei curatori.
La prima sezione, Auschwitz-Birkenau, descrive l’arrivo al Lager e rappresenta i campi omonimi con mappe, descrizioni, vedute e descrizioni del sistema concentrazionario.
I disegni della seconda rappresentano la Vita nel campo: la quotidianità, le questioni inerenti il cibo, il lavoro, i ruoli delle donne, il trattamento riservato agli zingari, le malattie, la morte.
La terza sezione, Gross-Rosen e Buchenwald, racconta l’evacuazione da Auschwitz nel gennaio 1945, l'interminabile e logorante cammino nella neve per giorni e giorni, per sfuggire all’esercito russo che avrebbe liberato il campo il 27 gennaio, il passaggio da Gross-Rosen e l’arrivo a Buchenwald, che fu l’ultima tappa della sua esperienza concentrazionaria.
Il percorso si conclude con La liberazione che descrive la sollevazione dei detenuti, la cattura da parte loro di alcune SS, fino alla completa liberazione del campo all’arrivo degli americani e infine la riscoperta della libertà e del mondo esterno.
Una sezione della mostra è dedicata ad approfondimenti tematici a partire da alcuni dettagli dei disegni analizzati dal punto di vista grafico e storico-contenutistico.
In concomitanza con la mostra, sarà realizzato un programma di incontri, proiezioni, conferenze sul tema della deportazione e su quello dei diritti dell’infanzia.
Sarà proiettato alla presenza di Thomas Geve e in anteprima italiana (realizzata grazie al Goethe-Institut Turin), il documentario-intervista di Wilhelm Rösing, Nichts als das Leben (“Nient’altro che la vita”). Geve sarà inoltre protagonista di un incontro con gli studenti delle scuole.
I Servizi educativi del Museo proporranno laboratori didattici e visite guidate per le scuole e per la cittadinanza.
Biografia
Thomas Geve nasce a Stettino (Germania) nell’ottobre del 1929. Ha quindi tre anni quando Hitler sale al potere. Come racconta lui stesso, “l’unico universo di cui avessi memoria era quello della repressione e della persecuzione”.
Alla fine del 1938 il padre, non potendo più esercitare la professione di medico in quanto ebreo, si trasferisce in Inghilterra, ma nonostante ripetuti tentativi non riesce a farsi raggiungere dalla moglie e dal figlio.
Nel giugno del 1943, a tredici anni, Thomas Geve è deportato ad Auschwitz insieme alla madre; i due vengono separati e il piccolo Thomas non rivedrà più la madre.
Poiché dimostra più della sua età è considerato abile al lavoro e destinato a imparare il mestiere di muratore: questa selezione è la sua salvezza.
Nel gennaio del 1945, all’avvicinarsi dell’Armata Rossa, viene costretto a una marcia forzata verso Buchenwald insieme agli altri prigionieri, passando prima per il campo di Gross-Rosen.
L’11 aprile del 1945 il Lager di Buchenwald viene liberato; Thomas Geve, troppo debilitato per lasciare la sua baracca, rimane ancora un mese nel campo: a questo periodo risalgono i suoi disegni.
Nel gennaio del 1945 viene mandato in un convalescenziario infantile in Svizzera e un anno dopo può raggiungere il padre a Londra. Nonostante per quattro anni non abbia frequentato la scuola, inizia a studiare con passione e riesce a conseguire il diploma di maturità nel 1947; si iscrive poi alla facoltà di ingegneria. Nel 1950 parte per Israele, dove tutt’ora vive. Dopo il 1945 non ha mai più disegnato.
27
gennaio 2012
Thomas Geve – Qui non ci sono bambini. Infanzia e deportazione
Dal 27 gennaio al 13 maggio 2012
Location
MUSEO DIFFUSO DELLA RESISTENZA, DELLA DEPORTAZIONE, DELLA GUERRA, DEI DIRITTI E DELLA LIBERTÀ
Torino, Corso Valdocco, 4A, (Torino)
Torino, Corso Valdocco, 4A, (Torino)
Biglietti
€ 5.00; ridotto € 3.00
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Giovedì dalle 14 alle 22
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