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Paolo Icaro – Living in America: sculptural events in Woodbridge
La galleria si concentra sugli esiti della ricerca condotta a Woodbridge, nel Connecticut, dove l’artista trascorre otto anni del suo secondo periodo americano con un’installazione site specific nello spazio della galleria
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Inaugureranno il prossimo 28 gennaio le due mostre personali che la storica galleria
bolognese Studio G7 (Via Val d’Aposa 4/A) e la più giovane P420 Arte Contemporanea
(Piazza dei Martiri 5/2) dedicano all’artista Paolo Icaro (Torino, 1936).
E’ il percorso artistico che Icaro sviluppa in poco più di una dozzina d’anni ad articolarsi
in una doppia mostra personale, nata dalla collaborazione delle due gallerie
bolognesi, che intende analizzare un momento cruciale del lavoro dell’artista torinese,
la cui ricerca ha fornito un apporto del tutto personale ai linguaggi artistici
sviluppatisi fra gli anni Sessanta e Settanta, come l’Arte Povera, l’Arte Concettuale
e la Process Art, imprimendo un particolare apporto al rinnovamento della scultura
contemporanea.
‘Paolo Icaro, 1967-1977’, allestita nello spazio di P420 a cura di Lara Conte, attraverso
una serie di sculture e disegni realizzati nel periodo in esame, mette in luce
come Icaro inizi, proprio nel 1967, una nuova investigazione sulla scultura che ha
al centro della propria ricerca lo spazio e la misura del corpo. E’ proprio nel ’67 che
nascono le Forme di spazio, battezzate subito dopo ironicamente Gabbie, strutture
in profilati metallici le cui misure sono in relazione a quelle del corpo dell’artista
e dell’ambiente. Con le Gabbie la scultura passa dall’occupare lo spazio a farsi essa
stessa luogo, origine di spazio.
Pur risiedendo a New York fino al 1968, Icaro mantiene stretti contatti con l’ambiente
artistico italiano, che lo vede partecipe delle principali mostre del momento
come ‘Arte Povera Im-Spazio’ (Genova, Galleria La Bertesca, 1967) e ‘Arte Povera
più azioni povere’ (Amalfi, 1968). Partecipa inoltre a fondamentali manifestazioni
internazionali del periodo come ‘Op Losse Schroeven’ presso lo Stedelijk Museum
di Amsterdam (1969) e ‘When Attitudes Become Form’, curata da Harald Szeemann
presso la Kunsthalle di Berna (1969).
Il percorso della mostra si apre con Purple Chair (1967), in cui lo spazio da dimensione
aperta e di transito diventa forma di spazio individuale. Come nota Lara Conte,
‘le Gabbie di Icaro vanno oltre il rigore, la coerenza del riduzionismo plastico
minimalista. Infatti, benché Icaro avverta che la ricerca minimalista “si completa
entro le proprie premesse”, non si sente esonerato dal portarvi il proprio contributo
critico, mediterraneo. E lo fa mettendo ironicamente in crisi quei procedimenti che
tendono a rinchiudere la sintassi entro una propria perfezione e sistematicità, “dove
nulla è da scoprire, intuire o sentire”. Icaro esplora lo spazio: uno spazio da esperire
col corpo, da misurare in senso fisico e mentale, da ricercare nel divenire del tempo.
Uno spazio da raccontare, dove progetto e accidentalità, sacrale intimità e sottile
ironia si fondono. Attuando una radicale messa in crisi della forma, Icaro giunge
all’esplorazione di quel processo del fare che sintetizza nell’azione continua del
Faredisfarerifarevedere’.
In mostra, questa ricerca del fare è raccontata attraverso un percorso che riunisce
la Chain d (1967), Quadrato libero (1968), le Misure a parete (Polare, 1972; Misura
mano sinistra, punti, 1974) e alle 18 Misure in gesso installate all’interno di uno
presso P420
presso Studio G7
Sabato 28 gennaio 2012 orario continuato 9–24
Fino al 10 marzo 2012
Mostre visitabili durante ArteFiera
giovedi 26 e venerdi 27 gennaio 9,30–13 / 15–19,30
Paolo Icaro
1967–1977
Paolo Icaro
Living in America: sculptural events in Woodbridge
Inaugurazioni
spazio-vetrina che intende rievocare e ripensare la mostra Windows-Shows tenutasi a
Finale Ligure nel 1974.
Infine, come ormai tradizione presso P420, completa la mostra un’ampia esposizione
di documenti provenienti dall’Archivio Paolo Icaro, in grado di delineare con
precisione il percorso artistico ed espositivo dell’artista.
‘Paolo Icaro. Living in America: sculptural events in Woodbridge’, è invece la mostra
allestita nello spazio dello Studio G7 e curata da Martin Holman.
La galleria si concentra sugli esiti della ricerca condotta a Woodbridge, nel Connecticut,
dove l’artista trascorre otto anni del suo secondo periodo americano.
Le opere scelte vogliono, da un lato, creare un’installazione site specific per lo
spazio semi-cubico della galleria bolognese dall’altro collegarsi alla mostra realizzata
al PAC nel 1982 dove Paolo Icaro, da poco rientrato dagli Stati Uniti, ricostruisce
interamente lo studio di Woodbridge.
Le opere esposte testimoniano il concetto che la scultura deve affermare il
proprio spazio. Tale affermazione nasce dalla consapevolezza che lo scopo della
scultura era, in origine, un’estensione dell’architettura, utilizzata per comunicare
una funzione rituale, commemorativa o decorativa dell’edificio. Nel corso dei millenni,
la scultura ha perso questa dipendenza dalle architetture, assumendo via via
un proprio ruolo. Icaro si è occupato per diversi anni di ricercare come la scultura
acquisisca un proprio valore estetico ed una propria validità, e i livelli ai quali essa
entri in relazione col pubblico. Realizzate in gesso bianco, materiale modesto sia
in ambito artistico che nella quotidianità, e disposte ad intervalli regolari lungo le
pareti della galleria, queste sculture suggeriscono forme architettoniche - un arco,
una finestra, un’architrave, una cornice - che sembrano allo stesso tempo antiche e,
in un’ottica di Minimalismo degli anni ’70, moderne.
Caratteristica del lavoro di Icaro è quella di coinvolgere il circostante, nel senso
dell’ambiente e delle persone che lo occupano. Queste forme spingono gli spettatori
ad attingere alla propria memoria e immaginazione alla ricerca di possibili spiegazioni,
instaurando una situazione di grande liberazione, simile alle sensazioni di
musica e di paesaggi immaginari che la letteratura sa creare. E’ lo spazio il materiale
favorito di Icaro. Questa scelta spiega l’inaspettata immaterialità dell’opera nella
quale il principale interesse dell’artista è quello di racchiudere lo spazio in un’area
specifica dove esso stesso possa essere affermato, organizzato e misurato.
Presso G7, Icaro abbraccia le pareti e il pavimento, introducendo nello spazio
Square Spirals (1980), un lavoro germinale mai esposto prima in Italia. Composto da
numerosi listelli di legno di misure standard, questo pavimento alternativo estende
sé stesso a nido d’ape con rotazioni in senso orario del legno che cresce in modo
aritmetico a spirale.
I visitatori si trovano così ad interagire con l’opera, integrati con essa fino a vivere
l’esperienza dell’ ‘evento della scultura’.
bolognese Studio G7 (Via Val d’Aposa 4/A) e la più giovane P420 Arte Contemporanea
(Piazza dei Martiri 5/2) dedicano all’artista Paolo Icaro (Torino, 1936).
E’ il percorso artistico che Icaro sviluppa in poco più di una dozzina d’anni ad articolarsi
in una doppia mostra personale, nata dalla collaborazione delle due gallerie
bolognesi, che intende analizzare un momento cruciale del lavoro dell’artista torinese,
la cui ricerca ha fornito un apporto del tutto personale ai linguaggi artistici
sviluppatisi fra gli anni Sessanta e Settanta, come l’Arte Povera, l’Arte Concettuale
e la Process Art, imprimendo un particolare apporto al rinnovamento della scultura
contemporanea.
‘Paolo Icaro, 1967-1977’, allestita nello spazio di P420 a cura di Lara Conte, attraverso
una serie di sculture e disegni realizzati nel periodo in esame, mette in luce
come Icaro inizi, proprio nel 1967, una nuova investigazione sulla scultura che ha
al centro della propria ricerca lo spazio e la misura del corpo. E’ proprio nel ’67 che
nascono le Forme di spazio, battezzate subito dopo ironicamente Gabbie, strutture
in profilati metallici le cui misure sono in relazione a quelle del corpo dell’artista
e dell’ambiente. Con le Gabbie la scultura passa dall’occupare lo spazio a farsi essa
stessa luogo, origine di spazio.
Pur risiedendo a New York fino al 1968, Icaro mantiene stretti contatti con l’ambiente
artistico italiano, che lo vede partecipe delle principali mostre del momento
come ‘Arte Povera Im-Spazio’ (Genova, Galleria La Bertesca, 1967) e ‘Arte Povera
più azioni povere’ (Amalfi, 1968). Partecipa inoltre a fondamentali manifestazioni
internazionali del periodo come ‘Op Losse Schroeven’ presso lo Stedelijk Museum
di Amsterdam (1969) e ‘When Attitudes Become Form’, curata da Harald Szeemann
presso la Kunsthalle di Berna (1969).
Il percorso della mostra si apre con Purple Chair (1967), in cui lo spazio da dimensione
aperta e di transito diventa forma di spazio individuale. Come nota Lara Conte,
‘le Gabbie di Icaro vanno oltre il rigore, la coerenza del riduzionismo plastico
minimalista. Infatti, benché Icaro avverta che la ricerca minimalista “si completa
entro le proprie premesse”, non si sente esonerato dal portarvi il proprio contributo
critico, mediterraneo. E lo fa mettendo ironicamente in crisi quei procedimenti che
tendono a rinchiudere la sintassi entro una propria perfezione e sistematicità, “dove
nulla è da scoprire, intuire o sentire”. Icaro esplora lo spazio: uno spazio da esperire
col corpo, da misurare in senso fisico e mentale, da ricercare nel divenire del tempo.
Uno spazio da raccontare, dove progetto e accidentalità, sacrale intimità e sottile
ironia si fondono. Attuando una radicale messa in crisi della forma, Icaro giunge
all’esplorazione di quel processo del fare che sintetizza nell’azione continua del
Faredisfarerifarevedere’.
In mostra, questa ricerca del fare è raccontata attraverso un percorso che riunisce
la Chain d (1967), Quadrato libero (1968), le Misure a parete (Polare, 1972; Misura
mano sinistra, punti, 1974) e alle 18 Misure in gesso installate all’interno di uno
presso P420
presso Studio G7
Sabato 28 gennaio 2012 orario continuato 9–24
Fino al 10 marzo 2012
Mostre visitabili durante ArteFiera
giovedi 26 e venerdi 27 gennaio 9,30–13 / 15–19,30
Paolo Icaro
1967–1977
Paolo Icaro
Living in America: sculptural events in Woodbridge
Inaugurazioni
spazio-vetrina che intende rievocare e ripensare la mostra Windows-Shows tenutasi a
Finale Ligure nel 1974.
Infine, come ormai tradizione presso P420, completa la mostra un’ampia esposizione
di documenti provenienti dall’Archivio Paolo Icaro, in grado di delineare con
precisione il percorso artistico ed espositivo dell’artista.
‘Paolo Icaro. Living in America: sculptural events in Woodbridge’, è invece la mostra
allestita nello spazio dello Studio G7 e curata da Martin Holman.
La galleria si concentra sugli esiti della ricerca condotta a Woodbridge, nel Connecticut,
dove l’artista trascorre otto anni del suo secondo periodo americano.
Le opere scelte vogliono, da un lato, creare un’installazione site specific per lo
spazio semi-cubico della galleria bolognese dall’altro collegarsi alla mostra realizzata
al PAC nel 1982 dove Paolo Icaro, da poco rientrato dagli Stati Uniti, ricostruisce
interamente lo studio di Woodbridge.
Le opere esposte testimoniano il concetto che la scultura deve affermare il
proprio spazio. Tale affermazione nasce dalla consapevolezza che lo scopo della
scultura era, in origine, un’estensione dell’architettura, utilizzata per comunicare
una funzione rituale, commemorativa o decorativa dell’edificio. Nel corso dei millenni,
la scultura ha perso questa dipendenza dalle architetture, assumendo via via
un proprio ruolo. Icaro si è occupato per diversi anni di ricercare come la scultura
acquisisca un proprio valore estetico ed una propria validità, e i livelli ai quali essa
entri in relazione col pubblico. Realizzate in gesso bianco, materiale modesto sia
in ambito artistico che nella quotidianità, e disposte ad intervalli regolari lungo le
pareti della galleria, queste sculture suggeriscono forme architettoniche - un arco,
una finestra, un’architrave, una cornice - che sembrano allo stesso tempo antiche e,
in un’ottica di Minimalismo degli anni ’70, moderne.
Caratteristica del lavoro di Icaro è quella di coinvolgere il circostante, nel senso
dell’ambiente e delle persone che lo occupano. Queste forme spingono gli spettatori
ad attingere alla propria memoria e immaginazione alla ricerca di possibili spiegazioni,
instaurando una situazione di grande liberazione, simile alle sensazioni di
musica e di paesaggi immaginari che la letteratura sa creare. E’ lo spazio il materiale
favorito di Icaro. Questa scelta spiega l’inaspettata immaterialità dell’opera nella
quale il principale interesse dell’artista è quello di racchiudere lo spazio in un’area
specifica dove esso stesso possa essere affermato, organizzato e misurato.
Presso G7, Icaro abbraccia le pareti e il pavimento, introducendo nello spazio
Square Spirals (1980), un lavoro germinale mai esposto prima in Italia. Composto da
numerosi listelli di legno di misure standard, questo pavimento alternativo estende
sé stesso a nido d’ape con rotazioni in senso orario del legno che cresce in modo
aritmetico a spirale.
I visitatori si trovano così ad interagire con l’opera, integrati con essa fino a vivere
l’esperienza dell’ ‘evento della scultura’.
28
gennaio 2012
Paolo Icaro – Living in America: sculptural events in Woodbridge
Dal 28 gennaio al 10 marzo 2012
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO G7
Bologna, Via Val D'aposa, 4a, (Bologna)
Bologna, Via Val D'aposa, 4a, (Bologna)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15.30 - 19.30
Vernissage
28 Gennaio 2012, h 9
Autore
Curatore