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Povera Arte 2011. Presentazione del Manifesto di Arte Etica
“Non c’è nulla di irriverente nel modificare il lavoro di altri. Chi fa arte nel presente beneficia di un passato che inevitabilmente utilizza, più o meno consapevolmente. Noi diamo evidenza a tutto questo, senza l’ipocrisia dei riferimenti colti”.
Comunicato stampa
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"Non vedo per quale ragione non si abbia il diritto di utilizzare la materia prodotta da altri artisti. Quando dico la materia intendo le opere concrete: sculture, dipinti, pezzi unici o multipli, ma anche targhette di musei, vetri e cornici che con quelle opere hanno convissuto".
"Non c'è nulla di irriverente nel modificare il lavoro di altri. Chi fa arte nel presente beneficia di un passato che inevitabilmente utilizza, più o meno consapevolmente. Noi diamo evidenza a tutto questo, senza l'ipocrisia dei riferimenti colti".
"Ognuno di noi è conseguenza prima di essere azione".
"Il mettere a disposizione il proprio lavoro senza troppo pensare a come verrà utilizzato o modificato fa parte di una nuova etica in cui l'artista accetta di essere funzione di un tutto e non di se stesso".
Così gli artisti dell' ECO-ART presentavano il proprio lavoro nel 2008 a Nizza (Francia). Il movimento è stato fondato nell'ottobre di quell'anno dai giovani artisti francesi Erain e Gutspo, appena usciti dalla scuola di Villa Artom, da Sebastiano Balbo, l'artista italiano principale ispiratore del movimento, e dallo storico e critico francese Frédéric Altmann.
Il pensiero di Balbo e di tutti gli artisti che successivamente hanno aderito al movimento si pone in contrasto con il concetto di sacralità congelata dell'opera d'arte, denunciando l'arroganza che questo concetto nasconde.
In molti casi le opere degli ECO-ARTISTI sono irriverenti ma da esse emerge sempre l'amore per le radici e le presenze storiche che in quelle radici hanno casa.
Questo è l'aspetto più dirompente dell'ECO-ART.
Altri punti che ne definiscono l'immagine sono l'avversione per i multipli e per la riconoscibilità: "Un multiplo è sempre figlio di un’IDEA che si è data molto da fare" sostiene Erain e la riconoscibilità di un artista la definisce come "il produrre all'infinito lo stesso gesto o lo stesso codice con variazioni minime".
Il manifesto del movimento propone più un OSSERVARE che un AGIRE,
RIFLESSIONE più che AZIONE.
Propone un'ecologia della mente e del fare:
UNA NUOVA ETICA SEMBRA PRENDERE VITA DA QUESTI LAVORI.
ECO-ART ( manifesto provvisorio dell'arte etica)
C'è troppa arte,
di ogni tipo:
arte accertata, storicizzata, censita e catalogata, arte di adesso, arte di domani, e ovviamente arte di mai; arte della domenica, sgrammaticata, arte che “chissà se è arte”; arte di chi vuole esprimersi, di chi ha qualcosa da dire e di chi non sa tacere, arte di chi tace per far capire che tutto già sa.
Così le opere ci assediano, non bastano gallerie, musei e fiere, trovi “arte” sull'asfalto, nelle vetrine, in televisione, in basso e in alto, a destra come a sinistra.
Nessuno ascolta e tutti parlano.
Da questo “contemporaneo” nasce l'ECO-ART
il cui principio fondante è:
“STIAMO UN PO' FERMI! (per favore)”
gli altri principi derivano tutti da questo.
-produci il meno possibile
ovvero: produrre un'opera sola (o un solo pensiero ) che sia sintesi del tuo
tempo e passo-seguente nella storia è sufficiente a fare di te un artista.
-produci quando è indispensabile farlo, molto è già stato detto da altri e
nel modo migliore
-usa ciò che già esiste, opere d'arte incluse se ciò è utile
-lo sviluppo di una idea non deve produrre un numero eccessivo di opere
-cerca l'Arte con tutto te stesso (anche dove sembra non esserci)
prima di farla con le tue mani ( poi magari astieniti )
-usa con discrezione le “formule acquisite”
-non copiare
-produci senso non stupore
-rendi riconoscibile la tua anima, non la mano o la tua arte
-aderisci a poche idee, mai ad un manifesto
ricorda che siamo tutti “conseguenza” prima di essere “azione”
"Non c'è nulla di irriverente nel modificare il lavoro di altri. Chi fa arte nel presente beneficia di un passato che inevitabilmente utilizza, più o meno consapevolmente. Noi diamo evidenza a tutto questo, senza l'ipocrisia dei riferimenti colti".
"Ognuno di noi è conseguenza prima di essere azione".
"Il mettere a disposizione il proprio lavoro senza troppo pensare a come verrà utilizzato o modificato fa parte di una nuova etica in cui l'artista accetta di essere funzione di un tutto e non di se stesso".
Così gli artisti dell' ECO-ART presentavano il proprio lavoro nel 2008 a Nizza (Francia). Il movimento è stato fondato nell'ottobre di quell'anno dai giovani artisti francesi Erain e Gutspo, appena usciti dalla scuola di Villa Artom, da Sebastiano Balbo, l'artista italiano principale ispiratore del movimento, e dallo storico e critico francese Frédéric Altmann.
Il pensiero di Balbo e di tutti gli artisti che successivamente hanno aderito al movimento si pone in contrasto con il concetto di sacralità congelata dell'opera d'arte, denunciando l'arroganza che questo concetto nasconde.
In molti casi le opere degli ECO-ARTISTI sono irriverenti ma da esse emerge sempre l'amore per le radici e le presenze storiche che in quelle radici hanno casa.
Questo è l'aspetto più dirompente dell'ECO-ART.
Altri punti che ne definiscono l'immagine sono l'avversione per i multipli e per la riconoscibilità: "Un multiplo è sempre figlio di un’IDEA che si è data molto da fare" sostiene Erain e la riconoscibilità di un artista la definisce come "il produrre all'infinito lo stesso gesto o lo stesso codice con variazioni minime".
Il manifesto del movimento propone più un OSSERVARE che un AGIRE,
RIFLESSIONE più che AZIONE.
Propone un'ecologia della mente e del fare:
UNA NUOVA ETICA SEMBRA PRENDERE VITA DA QUESTI LAVORI.
ECO-ART ( manifesto provvisorio dell'arte etica)
C'è troppa arte,
di ogni tipo:
arte accertata, storicizzata, censita e catalogata, arte di adesso, arte di domani, e ovviamente arte di mai; arte della domenica, sgrammaticata, arte che “chissà se è arte”; arte di chi vuole esprimersi, di chi ha qualcosa da dire e di chi non sa tacere, arte di chi tace per far capire che tutto già sa.
Così le opere ci assediano, non bastano gallerie, musei e fiere, trovi “arte” sull'asfalto, nelle vetrine, in televisione, in basso e in alto, a destra come a sinistra.
Nessuno ascolta e tutti parlano.
Da questo “contemporaneo” nasce l'ECO-ART
il cui principio fondante è:
“STIAMO UN PO' FERMI! (per favore)”
gli altri principi derivano tutti da questo.
-produci il meno possibile
ovvero: produrre un'opera sola (o un solo pensiero ) che sia sintesi del tuo
tempo e passo-seguente nella storia è sufficiente a fare di te un artista.
-produci quando è indispensabile farlo, molto è già stato detto da altri e
nel modo migliore
-usa ciò che già esiste, opere d'arte incluse se ciò è utile
-lo sviluppo di una idea non deve produrre un numero eccessivo di opere
-cerca l'Arte con tutto te stesso (anche dove sembra non esserci)
prima di farla con le tue mani ( poi magari astieniti )
-usa con discrezione le “formule acquisite”
-non copiare
-produci senso non stupore
-rendi riconoscibile la tua anima, non la mano o la tua arte
-aderisci a poche idee, mai ad un manifesto
ricorda che siamo tutti “conseguenza” prima di essere “azione”
25
novembre 2011
Povera Arte 2011. Presentazione del Manifesto di Arte Etica
Dal 25 al 27 novembre 2011
arte moderna e contemporanea
Location
POW GALLERY
Torino, Piazza Castello, (Torino)
Torino, Piazza Castello, (Torino)
Orario di apertura
Venerdì, sabato e domenica dalle ore 15,30 alle ore 19,00
Vernissage
25 Novembre 2011, ore 18,00
Autore
Curatore