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Walter Gadda
Mostra personale di Walter Gadda
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Walter Gadda è pittore. Per istinto, vocazione, determinazione. Pittore, e proprio perciò non innamorato della disciplina,
delle liturgie d’atelier dietro le quali per troppo tempo si è mascherato l’esercizio vacuo del dipingere, del “fare il quadro”.
E neppure delle giaculatorie e delle petizioni di principio di chi ha inteso – erano gli anni ’60 e ’70 – esorcizzare la
disciplina stessa stilizzandola in mero atteggiamento concettuale.
Gadda la pittura la ama, la vive come mozione della presenza e insieme, in fervida congenita ambiguità, interrogazione
della distanza; come rapporto corporeo con il quadro e a un tempo come allontanamento irrevocabile dello sguardo.
Per questo ne rispetta l’anima, non i rituali esteriori.
Per converso non interessano, a Gadda, la tensione drammatica e la cecità pragmatica,quanto piuttosto il filtro intellettuale
che sotto il lavorio delle materie e dei gesti, sotto l’erompere del colore e delle sue autonome vocazioni formative,
esiti in assetti naturali, congruenti, dotati di senso e identità.
ale attitudine è ciò che gli ha fatto intuire e rivivere lo snodo critico potente che ha portato nella modernità l’idea di dipinto
a farsi, da riscrittura e restituzione del mondo, mondo; da porzione separata e codificata di spazio visivo, spazio.
Con ciò facendosi, senza concedersi al prestigio epidermico della maniera grande e della forzatura di grazia,
anche figlia di un’intensità così autenticamente felice da non voler ricorrere necessariamente ad abbigliamenti sensibilistici.
Per Gadda, è stata la scelta di non straniare definitivamente la forma/pittura, assumendone il codice originario,
ma cristallizzando le polarità tra immagine e corpo dell’immagine, e tra presenza fisica e distanza psicologica dell’opera,
in una esemplarità ripensata.
Nasce da qui la sua scelta di far quadri, ancora, che quadri siano, ma configurandoli come superfici fisiologicamente
consistenti in virtù dell’assunzione della gommapiuma come supporto, e del tegumento straniante di una plastica lucente,
tesa, luministicamente ambigua [....]
delle liturgie d’atelier dietro le quali per troppo tempo si è mascherato l’esercizio vacuo del dipingere, del “fare il quadro”.
E neppure delle giaculatorie e delle petizioni di principio di chi ha inteso – erano gli anni ’60 e ’70 – esorcizzare la
disciplina stessa stilizzandola in mero atteggiamento concettuale.
Gadda la pittura la ama, la vive come mozione della presenza e insieme, in fervida congenita ambiguità, interrogazione
della distanza; come rapporto corporeo con il quadro e a un tempo come allontanamento irrevocabile dello sguardo.
Per questo ne rispetta l’anima, non i rituali esteriori.
Per converso non interessano, a Gadda, la tensione drammatica e la cecità pragmatica,quanto piuttosto il filtro intellettuale
che sotto il lavorio delle materie e dei gesti, sotto l’erompere del colore e delle sue autonome vocazioni formative,
esiti in assetti naturali, congruenti, dotati di senso e identità.
ale attitudine è ciò che gli ha fatto intuire e rivivere lo snodo critico potente che ha portato nella modernità l’idea di dipinto
a farsi, da riscrittura e restituzione del mondo, mondo; da porzione separata e codificata di spazio visivo, spazio.
Con ciò facendosi, senza concedersi al prestigio epidermico della maniera grande e della forzatura di grazia,
anche figlia di un’intensità così autenticamente felice da non voler ricorrere necessariamente ad abbigliamenti sensibilistici.
Per Gadda, è stata la scelta di non straniare definitivamente la forma/pittura, assumendone il codice originario,
ma cristallizzando le polarità tra immagine e corpo dell’immagine, e tra presenza fisica e distanza psicologica dell’opera,
in una esemplarità ripensata.
Nasce da qui la sua scelta di far quadri, ancora, che quadri siano, ma configurandoli come superfici fisiologicamente
consistenti in virtù dell’assunzione della gommapiuma come supporto, e del tegumento straniante di una plastica lucente,
tesa, luministicamente ambigua [....]
19
novembre 2011
Walter Gadda
Dal 19 novembre al 23 dicembre 2011
arte moderna e contemporanea
Location
VIAMORONISEDICI SPAZIOARTE
Bergamo, Via Giambattista Moroni, 16 , (Bergamo)
Bergamo, Via Giambattista Moroni, 16 , (Bergamo)
Orario di apertura
giovedì e venerdì 16.00 - 19.00
sabato 10.30 - 12.30 , 16.00 - 19.00
Vernissage
19 Novembre 2011, ore 18.00
Autore
Curatore