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Giuliano Nannipieri – Il Rigovernatore lunare
Impegnato nell’ultimo periodo in una ricerca basata sul concetto del “pagare per esistere”, l’artista ribalta la logica del rapporto governatore/governato andando, come la lepre lunare di una favola cinese, a ri-governare le case degli abitanti della Città Meticcia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Space Metropoliz / Museo dell’arte contemporanea italiana in esilio
In esilio sulla Luna
IL RIGOVERNATORE LUNARE
performance di Giuliano Nannipieri
sabato 22 ottobre 2011 - ore 15,00 - Metropoliz_città meticcia - via Prenestina 913 - Roma
“[...]La lepre pesta nel mortaio il filtro, trae l’essenziale e rigoverna, va nella case di tutti ed entra in contatto con l’essenziale di ognuno, va e rigoverna va e paga per entrare in contatto con l’essenziale, con ciò che ha reso ognuno tranSITOriamente immortale. Riflette ed elabora l’eternità paga per essere un riflesso di un nuovo mondo dove si paga per aiutare, - è un regalo a se stessi avere la possibilita di spendersi per gli altri- dove la sperimentazione scientifica è tutt’uno con la vita, con la casa e gli affetti, senza acceleratori .piuttosto decelerando, ascoltaldo dei sughi le tracce residue, l’inafferrato, l’inafferrabile[…]”
(Giuliano Nanniperi)
Metropoliz, spazio di sperimentazione sociale e abitativa, rappresenta uno di quei luoghi in cui la produzione culturale si esprime liberamente perché estranea all’autocelebrazione mediatica che tende a sottrarsi a voci critiche. Uno spazio dove si creano piani di realtà e di densità di significato che mancano nei luoghi deputati all’arte e alla cultura.
Ed è in questo luogo che Giuliano Nannipieri darà vita alla performance Il Rigovernatore lunare. Impegnato nell'ultimo periodo in una ricerca basata sul concetto del “pagare per esistere”, ribalta la logica del rapporto governatore/governato andando come la lepre lunare di una favola cinese a ri-governare le case degli abitanti della Città Meticcia.
Il “Museo dell’arte contemporanea italiana in esilio” , progetto di Cesare Pietroiusti, curato da Alessandra Meo, Mattia Pellegrini e Davide Ricco, promuove su tutto il territorio italiano una ricerca con lo scopo di individuare personalità singole o collettive che svolgono attività creative sorprendenti, eterodosse, fuori dai circuiti della comunicazione mediatica. Si intendono esplorare anche le aree della ricerca scientifica o para-scientifica, dell’attivismo politico o della pratica simil-religiosa, specie quelle che si esprimono in forme non omologabili né definibili al'interno di paradigmi disciplinari, ideologici o rituali prefissati.
Il Museo si muove lungo i margini di luoghi fisici o ideali per indagare le pieghe entro cui nascono e si sviluppano forme altre di espressione artistica. Produzioni nate dall’esilio e che saranno destinate all’esilio: la collezione che si andrà a formare sarà infatti esposta esclusivamente fuori dal territorio italiano.
Giuliano Nannipieri, performer, poeta e filosofo livornese, lavora come maestro elementare. Si è occupato in questi anni di parassitismo artistico attraverso azioni non autorizzate in istituzioni come il Museo Pecci di Prato o la Biennale di Venezia. Da circa un anno collabora al progetto Museo dell’arte contemporanea italiana in esilio.
Movimento : non rompeteci il razzo ( e soprattutto non rompiamocelo o almeno facciamolo con poesia)
Non riesco a scrivere ne a leggere…. mi si è vertiginosamente abbassata la vista così ho comprato, a
dieci euro, un paio di occhiali “ da vicino” in un market cinese: non riesco ad usarli per più di dieci
minuti dopo di che vengo preso da una sorta di nausea, un capogiro una vertigine ….che mi
sottraggono allo studio, alle pratiche di lettoscrittura : torno così finalmente all’oralità, ai canti, alla
campagna da cui provengo, alle veglie e alle narrarazioni; la caduta della vista mi emancipa
definitivamente da tutti i supporti: dalla carta, dalla stoffa, dalla tela, dai monitor…dall’ obbligo di
trasferire pensiero su supporto presunto duraturo permanente ……. desidero solo ballare mangiare
dormire fare l’amore …
Movimento uno: caduta del lavello / acquaio
Fuggito in cucina con vertigini da lettura, nel rifugio del “ rigovernare”, “fare i piatti”in un percorso di
lotta quotidiana all’ entropia domestica, ho sentito all’improvviso cedermi di fronte la pesante
struttura dell’acquaio (non starò qui a raccontare dello spavento e di come sia riuscito ad evitare in
exstremis che un pesantissimo acquaio di maiolica mi crollasse sui piedi con chissà quali nefande
conseguenze - piuttosto mi dilungherò sul chiosare le differenze fra acquaio e lavello, collocandomi io
nella schiera di coloro che dicono comicamente acquaio.
Evocare la danza del fanciullo eternamente giocante pas paizon serve a richiamare l’aion il
cosmocaos originario, l’aiola che con etimo analogo contiene l’ordine disordine della natura, lo sciame,
l’aiolo cosmico; ecco così che l’acquaio mi pare come l’aiola dell’acqua, il luogo deputato all’ordine
sciamante dell’acqua, l’acquaio come luogo di addomesticamento , in cui l’acqua è to perform,
addestrata imbrigliata e tuttavia non imprigionata; passa, gioca, lavora e se ne va via, come i semi dalle
aiole, come le api dall’alveare, come la materia dai vari cosmo.
L’ acquaio mi è crollato sui piedi, mi è crollato addosso un sistema di organizzazione del tempo, sono
in fuga …ma i piedi sembrano salvi…
Mentre il lavello evoca il fare funzionale, il lavare appunto piuttosto che la materia cui lo spazio è
vocato; acquaio conseguentemente è il luogo della acque, c’è qui il rispetto per il divino sebbene usato,
asservito - con la consapevolezza della grazia che questi accorda; acquaio: sacrario delle acque, aiola
delle acque. Lavello invece nomina la funzione, spoetizza, riduce ad un visus dell’umano che altro non
è se non ciò che fa. Ma in toscana l’umano non si riduce alle opere e le opere anzi sono belle e
acquistano un senso perché sono un riflesso dell’umano, del segreto umano che rinvia al divino, alla
natura, al cosmo anzi all’aion nel suo complesso : poterlo illusoriamente imbrigliare è solo teatro, il
corpo è un teatro, uno dei tanti teatrini del cosmo; il corpo è l’acquaio della natura, del cosmocaos che
manifestiamo- ecco ci potremmo nomare cosmocaosaio. Di contro con etimi maniacal ludici potreste
oppormi il lavello d’oro- rapidamente ribatto che non mi interessano percorsi iniziatici, ne soggetti
buoni per il cinema americano ; di base è già troppo quello che possediamo: il nostro problema non è
trovare qualcosa ma liberarci di quello che abbiamo, liberarci del troppo- donare piuttosto che
conquistare ……….anche delle sperimentazioni sui neutrini se ne potrebbe fare a meno, come di aerei
da guerra miliardari del resto
E qui parlo di lepre lunare :
Capisco dunque il bisogno di fuggire per liberarsi da ciò che ci circonda- fuggire sulla luna per
liberarsi di gagj e del capitalismo imperante……. come liberarsi del capitalismo ?: andando sulla luna
appunto ! Benissimo ! Vi seguo
Appunti 2
Mentre tenevo l’acquaio premendoci contro il corpo, il sesso, le cosce perchè non crollasse
rovinosamente pensavo che non avrei retto a lungo- sono rimasto così per un ‘ora- poi preso da furia e
disperazione con un piede sono riuscito a mettere una sedia ed il tavolo a contrasto con l’acquaio
bloccandolo. Nei giorni successivi vista la pesantezza straordinaria si è posto il problema dello
smaltimento, fra le ipotesi si è profilata quella del romperlo- previa copertura con tappeti – a mazzate:
non ce l’ho fatta mi dispiaceva……è di un bianco porcellana con riflessi davvero a tal punto evocativi,
che non si poteva toccare e poi pensando a tutta l’acqua che c’era passata trasformando la casa in uno
snodo di materie ..fluidificandola…inoltre messo così, lontano dalla parete, isolato mi è apparso come
un’ astronave, una navicella lunare appunto. Quando mi hai telefonato avevo letto da pochi minuti un
testo sulla mitologia cinese in cui si racconta della lepre lunare… la coincidenza non poteva non fare
testo visto il progetto di cui mi avevi parlato:
la lepre fa un filtro, vive sulla luna, e prepara un filtro, un elisir :”pesta in un mortaio l’essenza
dell’immortalità”
L acquaio in realtà beve/ non divora– entra in contatto, deterge digerisce - in fase preparatoria e di
smaltimento, riordino - tutto quello che noi mangiamo…incontra in forma di traccia, residuale; ecco ad
essere anaiplatonici e piuttosto nomadici, parlerei di "essenzialità" per ciò che resta, per
l’inafferrabile…. penso al sugo che resta ostinatamente aderente al piatto e che non viene mangiato a
meno che non se ne colga l’essenza- della pasta appunto- facendo la scarpetta: ora l’essenziale sfuggito
al desco nell’acquaio si mischia ad acqua e solventi producendo un elisir che trascina fuori dalla casa il
tutto verso il mare e rende il tutto nuovamente disponibile? in un percorso analogo a quello che il cibo
fa dentro di noi rendendoci transitoriamente immortali,,,,
Mortaio…..luogo in cui la morte sta come in aiola….. macinare fino ad atomizzare a rendere la
materia nuovamente usabile: morte come scomposizione essenziale: :mi penso disidratato dopo i
processi di marcescenza e perdita dei liquori corporei e poi triturato dalla morte: materia pronta a
riprendere nuove posizione nel cosmocaos, una particella sul naso di un cane in un piccolo paese sugli
appennini , altre per un po’ volanti, alcune nella cacca/ bava di una lumaca , altre nel guscio d’uovo di
una tartaruga, certe nella carta di quaderno di un bambino che preferirebbe stare a scuola piuttosto che
lavorare (questa è retorica e di parte, va beh !) alcune annidate nella vagina vegetale di un fiore altre in
un elettrodotto . Ma avranno la memoria dei transiti? Secondo alcuni si, come sull’ acqua in cui la luna
si è riflessa resta un’ impronta una traccia, una memoria: l’essenziale: l’impronta del rossetto sul
bicchiere, quella dell’urina sulle mutande o in gore secche sulle materasse; ci deddono essere tracce
così penso sulle particelle infinitesimali della materia gore di noi, di fiore, di gatto sui neutrini danzanti
macchiati d’essenziale, sicuramente enormi, per particelle ancora più minute, macchiati di macchie che
ne spiegano la storia: niente è puro tutto è splendidamente macchiato,neutro mai e men che mai
neutrino, fatto piuttosto di macchie sovrapposte che negano per paradosso ogni substrato se non come
limite all’individuazione d’origine della macchia di cui si perde memoria, bordo dei ricordi. La lepre
pesta nel mortaio il filtro, trae l’essenziale e rigoverna, va nella case di tutti ed entra in contatto con
l’essenziale di ognuno, va e rigoverna va e paga per entrare in contatto con l’essenziale, con ciò che ha
reso ognuno tranSITOriamente immortale. Riflette ed elabora l’eternità paga per essere un riflesso di
un nuovo mondo dove si paga per aiutare, - è un regalo a se stessi avere la possibilita di spendersi per
gli altri- dove la sperimentazione scientifica è tutt’uno con la vita, con la casa e gli affetti, senza
accelleratori .piuttosto decelerando, ascoltaldo dei sughi le tracce residue, l’inafferrato, l’inafferrabile .
postilla
Aion è il tempo precronologico, acronologico: la convivenza degli spazio/tempo fuori dall'asse
ternario (aeTERNO) di prima, ora, dopo; é una composizione a sciame (aiolo) sciamante non
gerarchica, non divorante, in cui il tempo si fa compresenza di tutti gli spazi, aiola; qui si annullano i
contrasti, le contraddizioni si amano facendosi cosmocaos ( da qui- pas paizon- forse ed in parte arriva
anzi sta, sciAMANO il RIGOVERNATORE Lunare, da sempre e per poco rigoverna e si spende..........
sciAMA...... )
In esilio sulla Luna
IL RIGOVERNATORE LUNARE
performance di Giuliano Nannipieri
sabato 22 ottobre 2011 - ore 15,00 - Metropoliz_città meticcia - via Prenestina 913 - Roma
“[...]La lepre pesta nel mortaio il filtro, trae l’essenziale e rigoverna, va nella case di tutti ed entra in contatto con l’essenziale di ognuno, va e rigoverna va e paga per entrare in contatto con l’essenziale, con ciò che ha reso ognuno tranSITOriamente immortale. Riflette ed elabora l’eternità paga per essere un riflesso di un nuovo mondo dove si paga per aiutare, - è un regalo a se stessi avere la possibilita di spendersi per gli altri- dove la sperimentazione scientifica è tutt’uno con la vita, con la casa e gli affetti, senza acceleratori .piuttosto decelerando, ascoltaldo dei sughi le tracce residue, l’inafferrato, l’inafferrabile[…]”
(Giuliano Nanniperi)
Metropoliz, spazio di sperimentazione sociale e abitativa, rappresenta uno di quei luoghi in cui la produzione culturale si esprime liberamente perché estranea all’autocelebrazione mediatica che tende a sottrarsi a voci critiche. Uno spazio dove si creano piani di realtà e di densità di significato che mancano nei luoghi deputati all’arte e alla cultura.
Ed è in questo luogo che Giuliano Nannipieri darà vita alla performance Il Rigovernatore lunare. Impegnato nell'ultimo periodo in una ricerca basata sul concetto del “pagare per esistere”, ribalta la logica del rapporto governatore/governato andando come la lepre lunare di una favola cinese a ri-governare le case degli abitanti della Città Meticcia.
Il “Museo dell’arte contemporanea italiana in esilio” , progetto di Cesare Pietroiusti, curato da Alessandra Meo, Mattia Pellegrini e Davide Ricco, promuove su tutto il territorio italiano una ricerca con lo scopo di individuare personalità singole o collettive che svolgono attività creative sorprendenti, eterodosse, fuori dai circuiti della comunicazione mediatica. Si intendono esplorare anche le aree della ricerca scientifica o para-scientifica, dell’attivismo politico o della pratica simil-religiosa, specie quelle che si esprimono in forme non omologabili né definibili al'interno di paradigmi disciplinari, ideologici o rituali prefissati.
Il Museo si muove lungo i margini di luoghi fisici o ideali per indagare le pieghe entro cui nascono e si sviluppano forme altre di espressione artistica. Produzioni nate dall’esilio e che saranno destinate all’esilio: la collezione che si andrà a formare sarà infatti esposta esclusivamente fuori dal territorio italiano.
Giuliano Nannipieri, performer, poeta e filosofo livornese, lavora come maestro elementare. Si è occupato in questi anni di parassitismo artistico attraverso azioni non autorizzate in istituzioni come il Museo Pecci di Prato o la Biennale di Venezia. Da circa un anno collabora al progetto Museo dell’arte contemporanea italiana in esilio.
Movimento : non rompeteci il razzo ( e soprattutto non rompiamocelo o almeno facciamolo con poesia)
Non riesco a scrivere ne a leggere…. mi si è vertiginosamente abbassata la vista così ho comprato, a
dieci euro, un paio di occhiali “ da vicino” in un market cinese: non riesco ad usarli per più di dieci
minuti dopo di che vengo preso da una sorta di nausea, un capogiro una vertigine ….che mi
sottraggono allo studio, alle pratiche di lettoscrittura : torno così finalmente all’oralità, ai canti, alla
campagna da cui provengo, alle veglie e alle narrarazioni; la caduta della vista mi emancipa
definitivamente da tutti i supporti: dalla carta, dalla stoffa, dalla tela, dai monitor…dall’ obbligo di
trasferire pensiero su supporto presunto duraturo permanente ……. desidero solo ballare mangiare
dormire fare l’amore …
Movimento uno: caduta del lavello / acquaio
Fuggito in cucina con vertigini da lettura, nel rifugio del “ rigovernare”, “fare i piatti”in un percorso di
lotta quotidiana all’ entropia domestica, ho sentito all’improvviso cedermi di fronte la pesante
struttura dell’acquaio (non starò qui a raccontare dello spavento e di come sia riuscito ad evitare in
exstremis che un pesantissimo acquaio di maiolica mi crollasse sui piedi con chissà quali nefande
conseguenze - piuttosto mi dilungherò sul chiosare le differenze fra acquaio e lavello, collocandomi io
nella schiera di coloro che dicono comicamente acquaio.
Evocare la danza del fanciullo eternamente giocante pas paizon serve a richiamare l’aion il
cosmocaos originario, l’aiola che con etimo analogo contiene l’ordine disordine della natura, lo sciame,
l’aiolo cosmico; ecco così che l’acquaio mi pare come l’aiola dell’acqua, il luogo deputato all’ordine
sciamante dell’acqua, l’acquaio come luogo di addomesticamento , in cui l’acqua è to perform,
addestrata imbrigliata e tuttavia non imprigionata; passa, gioca, lavora e se ne va via, come i semi dalle
aiole, come le api dall’alveare, come la materia dai vari cosmo.
L’ acquaio mi è crollato sui piedi, mi è crollato addosso un sistema di organizzazione del tempo, sono
in fuga …ma i piedi sembrano salvi…
Mentre il lavello evoca il fare funzionale, il lavare appunto piuttosto che la materia cui lo spazio è
vocato; acquaio conseguentemente è il luogo della acque, c’è qui il rispetto per il divino sebbene usato,
asservito - con la consapevolezza della grazia che questi accorda; acquaio: sacrario delle acque, aiola
delle acque. Lavello invece nomina la funzione, spoetizza, riduce ad un visus dell’umano che altro non
è se non ciò che fa. Ma in toscana l’umano non si riduce alle opere e le opere anzi sono belle e
acquistano un senso perché sono un riflesso dell’umano, del segreto umano che rinvia al divino, alla
natura, al cosmo anzi all’aion nel suo complesso : poterlo illusoriamente imbrigliare è solo teatro, il
corpo è un teatro, uno dei tanti teatrini del cosmo; il corpo è l’acquaio della natura, del cosmocaos che
manifestiamo- ecco ci potremmo nomare cosmocaosaio. Di contro con etimi maniacal ludici potreste
oppormi il lavello d’oro- rapidamente ribatto che non mi interessano percorsi iniziatici, ne soggetti
buoni per il cinema americano ; di base è già troppo quello che possediamo: il nostro problema non è
trovare qualcosa ma liberarci di quello che abbiamo, liberarci del troppo- donare piuttosto che
conquistare ……….anche delle sperimentazioni sui neutrini se ne potrebbe fare a meno, come di aerei
da guerra miliardari del resto
E qui parlo di lepre lunare :
Capisco dunque il bisogno di fuggire per liberarsi da ciò che ci circonda- fuggire sulla luna per
liberarsi di gagj e del capitalismo imperante……. come liberarsi del capitalismo ?: andando sulla luna
appunto ! Benissimo ! Vi seguo
Appunti 2
Mentre tenevo l’acquaio premendoci contro il corpo, il sesso, le cosce perchè non crollasse
rovinosamente pensavo che non avrei retto a lungo- sono rimasto così per un ‘ora- poi preso da furia e
disperazione con un piede sono riuscito a mettere una sedia ed il tavolo a contrasto con l’acquaio
bloccandolo. Nei giorni successivi vista la pesantezza straordinaria si è posto il problema dello
smaltimento, fra le ipotesi si è profilata quella del romperlo- previa copertura con tappeti – a mazzate:
non ce l’ho fatta mi dispiaceva……è di un bianco porcellana con riflessi davvero a tal punto evocativi,
che non si poteva toccare e poi pensando a tutta l’acqua che c’era passata trasformando la casa in uno
snodo di materie ..fluidificandola…inoltre messo così, lontano dalla parete, isolato mi è apparso come
un’ astronave, una navicella lunare appunto. Quando mi hai telefonato avevo letto da pochi minuti un
testo sulla mitologia cinese in cui si racconta della lepre lunare… la coincidenza non poteva non fare
testo visto il progetto di cui mi avevi parlato:
la lepre fa un filtro, vive sulla luna, e prepara un filtro, un elisir :”pesta in un mortaio l’essenza
dell’immortalità”
L acquaio in realtà beve/ non divora– entra in contatto, deterge digerisce - in fase preparatoria e di
smaltimento, riordino - tutto quello che noi mangiamo…incontra in forma di traccia, residuale; ecco ad
essere anaiplatonici e piuttosto nomadici, parlerei di "essenzialità" per ciò che resta, per
l’inafferrabile…. penso al sugo che resta ostinatamente aderente al piatto e che non viene mangiato a
meno che non se ne colga l’essenza- della pasta appunto- facendo la scarpetta: ora l’essenziale sfuggito
al desco nell’acquaio si mischia ad acqua e solventi producendo un elisir che trascina fuori dalla casa il
tutto verso il mare e rende il tutto nuovamente disponibile? in un percorso analogo a quello che il cibo
fa dentro di noi rendendoci transitoriamente immortali,,,,
Mortaio…..luogo in cui la morte sta come in aiola….. macinare fino ad atomizzare a rendere la
materia nuovamente usabile: morte come scomposizione essenziale: :mi penso disidratato dopo i
processi di marcescenza e perdita dei liquori corporei e poi triturato dalla morte: materia pronta a
riprendere nuove posizione nel cosmocaos, una particella sul naso di un cane in un piccolo paese sugli
appennini , altre per un po’ volanti, alcune nella cacca/ bava di una lumaca , altre nel guscio d’uovo di
una tartaruga, certe nella carta di quaderno di un bambino che preferirebbe stare a scuola piuttosto che
lavorare (questa è retorica e di parte, va beh !) alcune annidate nella vagina vegetale di un fiore altre in
un elettrodotto . Ma avranno la memoria dei transiti? Secondo alcuni si, come sull’ acqua in cui la luna
si è riflessa resta un’ impronta una traccia, una memoria: l’essenziale: l’impronta del rossetto sul
bicchiere, quella dell’urina sulle mutande o in gore secche sulle materasse; ci deddono essere tracce
così penso sulle particelle infinitesimali della materia gore di noi, di fiore, di gatto sui neutrini danzanti
macchiati d’essenziale, sicuramente enormi, per particelle ancora più minute, macchiati di macchie che
ne spiegano la storia: niente è puro tutto è splendidamente macchiato,neutro mai e men che mai
neutrino, fatto piuttosto di macchie sovrapposte che negano per paradosso ogni substrato se non come
limite all’individuazione d’origine della macchia di cui si perde memoria, bordo dei ricordi. La lepre
pesta nel mortaio il filtro, trae l’essenziale e rigoverna, va nella case di tutti ed entra in contatto con
l’essenziale di ognuno, va e rigoverna va e paga per entrare in contatto con l’essenziale, con ciò che ha
reso ognuno tranSITOriamente immortale. Riflette ed elabora l’eternità paga per essere un riflesso di
un nuovo mondo dove si paga per aiutare, - è un regalo a se stessi avere la possibilita di spendersi per
gli altri- dove la sperimentazione scientifica è tutt’uno con la vita, con la casa e gli affetti, senza
accelleratori .piuttosto decelerando, ascoltaldo dei sughi le tracce residue, l’inafferrato, l’inafferrabile .
postilla
Aion è il tempo precronologico, acronologico: la convivenza degli spazio/tempo fuori dall'asse
ternario (aeTERNO) di prima, ora, dopo; é una composizione a sciame (aiolo) sciamante non
gerarchica, non divorante, in cui il tempo si fa compresenza di tutti gli spazi, aiola; qui si annullano i
contrasti, le contraddizioni si amano facendosi cosmocaos ( da qui- pas paizon- forse ed in parte arriva
anzi sta, sciAMANO il RIGOVERNATORE Lunare, da sempre e per poco rigoverna e si spende..........
sciAMA...... )
22
ottobre 2011
Giuliano Nannipieri – Il Rigovernatore lunare
22 ottobre 2011
performance - happening
Location
METROPOLIZ
Roma, Via Prenestina, 913, (Roma)
Roma, Via Prenestina, 913, (Roma)
Vernissage
22 Ottobre 2011, ore 15
Autore