Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Paul Cézanne – Les ateliers du midi
un’occasione privilegiata per avvicinarsi all’opera di Cézanne e il percorso della mostra segue la biografia dell’artista, intrecciandone però le tematiche più care e congeniali, dalle prime opere realizzate attorno al 1860, nel solco della tradizione artistica dell’epoca, passando per i magnifici e inarrivabili ritratti di amici, familiari, gente comune, arrivando ai paesaggi, dapprima vicini agli esiti impressionisti, poi superati in una visione più concreta e formalmente definita, incontrando le celebri nature morte, dove il maestro porta all’estremo la sua ricerca di essenzialità e la sintesi tra colore e volume, sino agli ultimi straordinari dipinti degli inizi del Novecento.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Cézanne. Les atéliers du Midi
Milano Palazzo Reale, 20 ottobre 2011 - 26 febbraio 2012
Più che un pittore, Cézanne era la pittura stessa divenuta vita. Non c’era un istante in cui egli vivesse al di fuori di essa: era come se, tra le dita, egli tenesse sempre il suo pennello (Emile Bernard).
La mostra che apre a Palazzo Reale in ottobre vuole essere un omaggio al grande maestro originario di Aix-en-Provence e alla sua straordinaria e personalissima maniera pittorica che, poco compresa e molto osteggiata durante la sua vita, tanta influenza ebbe invece sugli artisti dei movimenti successivi come il Cubismo e il Surrealismo.
Un grandissimo pittore, tenace e solitario, inventore di un linguaggio unico e fortemente riconoscibile, frutto di una disciplina ferrea, di una eccezionale intelligenza visiva, di un metodo studiato e ristudiato che ha per scopo la trasfigurazione della visione oggettiva in una pittura armonica ed essenziale.
L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura Comune di Milano e prodotta da Palazzo Reale e Skira, che ha curato ogni aspetto della progettazione e organizzazione della mostra, è sostenuta dal supporto straordinario del Musée d’Orsay che assicura un eccezionale gruppo di prestiti. La curatela è di Rudy Chiappini con la collaborazione di Denis Coutagne, e di un Comitato Scientifico comprendente Philippe Cézanne, pronipote dell’artista e Guy Cogeval Direttore del Musée d’Orsay. La mostra presenta circa quaranta opere, provenienti da grandi musei internazionali, tra i quali figurano, oltre al già citato Musée d’Orsay, il Musée de l’Orangerie, il Petit Palais, la Tate, l’Hermitage, la National Gallery di Washington, il Musée Granet di Aix-en-Provence, l’Ateneum Art Museum di Helsinki, il Chrysler Museum of Art di Norkolk, il Princeton University Art Museum,
Il tema portante dell’esposizione riguarda l’attività di Cézanne in Provenza, con perno ad Aix e nei celebri atéliers - a cominciare da quello di Jas de Bouffan, la casa di campagna paterna, e poi Lauves e quello degli ultimi anni, ma anche i luoghi a lui cari come l’Estaque, Gardanne, Bellevue, Château Noir, Bibémus, dove l’artista realizza moltissime sue opere. La sua è una produzione che si divide tra l’attività en plein air o, come amava ripetere, sur le motif, e lavori in studio, dove crea soprattutto i ritratti o le nature morte, ma dove in realtà spesso rielabora, rifinisce, sviluppa i temi cominciati all’aperto.
Si tratta dunque di un’occasione privilegiata per avvicinarsi all’opera di Cézanne e il percorso della mostra segue la biografia dell’artista, intrecciandone però le tematiche più care e congeniali, dalle prime opere realizzate attorno al 1860, nel solco della tradizione artistica dell’epoca, passando per i magnifici e inarrivabili ritratti di amici, familiari, gente comune, arrivando ai paesaggi, dapprima vicini agli esiti impressionisti, poi superati in una visione più concreta e formalmente definita, incontrando le celebri nature morte, dove il maestro porta all’estremo la sua ricerca di essenzialità e la sintesi tra colore e volume, sino agli ultimi straordinari dipinti degli inizi del Novecento.
L’allestimento della mostra è concepito per accompagnare il visitatore nel mondo di Cézanne, fargli percorrere le sue passeggiate nella campagna provenzale, guardare con i suoi occhi la natura circostante, le persone incontrate, gli angoli prescelti per il suo lavoro.
La mostra inizia dunque con il celebre Portrait de l’artiste del 1875 (Musée d’Orsay), dove un giovane Cézanne ci guarda fisso, quasi invitandoci al viaggio.
Seguono i bellissimi dipinti murali Les quatre saisons (Petit Palais), eseguiti da Cézanne per la casa paterna tra il 1860 e il 1861: prove pittoriche già di grande qualità, dove sono presenti echi della tradizione classica francese - il pittore è a Parigi chiamato dall’amico Zola, dove frequenta Pissarro, Monet, Renoir, che ne apprezzeranno il lavoro, e va spesso al Louvre a studiare soprattutto l’amato Poussin, Rubens, i fiorentini del Quattrocento - opere realizzate con caparbietà per dar prova al padre - fabbricante di cappelli divenuto banchiere che lo voleva avvocato - le proprie doti artistiche.
Seguono alcune opere d’après realizzate tra il 1859 e il 1865, dove Cézanne si misura con i grandi maestri come Rubens, (in mostra una straordinaria Tête femme d’après Rubens), Caravaggio, Courbet, Delacroix: opere mistiche, introspettive, simboliste, ottimamente eseguite, ma ancora un esercizio di pittura.
Si entra nel vivo della mostra con i soggetti narrativi che Cézanne sceglie di dipingere dal 1870 e cioè quando lascia sempre più spesso Parigi per la Provenza: qui adotta lo stile en plein air suggeritogli dall’amico Pissarro, schiarisce i colori, cercando di renderne più ricche le tonalità. Ecco quindi Les voleurs et l’âne (Galleria d’Arte Moderna di Milano), ma soprattutto due soggetti che saranno molto amati e studiati dal maestro: le bagnanti e la montagna Sainte Victoire, la celebre altura di Aix-en-Provence che Cézanne ha poi dipinto moltissime volte, dandocene diverse versioni di grande bellezza. E ancora Baigneuses davant la montagne Sainte-Victoire (1870, collezione privata) e La tentation de saint Antoine (1870, Musée d’Orsay).
Seguono i dipinti eseguiti da Cézanne - nel decennio tra il 1865 e il 1875 ma anche oltre - nell’atelier che il padre gi allestì appositamente nella casa di Jas de Bouffan dove produce alcuni dei suoi capolavori in materia di paesaggio: due tele intitolate Paysage (1865 circa, New York, The Lehman Loeb Art Center e collezione privata), Paysage à l’oratoire et le Pont des Trois Sautets (1865-66, collezione privata), Vue prise du Jas de Bouffan (1875-76, Musée d’Orsay), Le Viaduc a L’Estaque (1883, Helsinki Ateneum Art Museum). E ancora i paesaggi di cave e pinete, scoperti da Cézanne nelle sue infinite perlustrazioni nella campagna provenzale: Le rocher rouge (1895 circa, Musée de l’Orangerie), Rochers et branches à Bibémus (1900-1904, Petit Palais), Grand pin et terres rouges (1885, collezione privata) e il magnifico quadro dallo stesso titolo, ma dipinto nel quinquennio successivo proveniente dall’Hermitage di San Pietroburgo. Presenti anche gli splendidi angoli di bosco dipinti nelle lunghe soste di Cézanne allo Château Noir: Dans le parc du Château Noir (1898-1900, Orangerie) e La citerne dans le parc du Château Noir (1900, Princeton University Art Museum).
Ma come dipingeva Cézanne? Il suo rapporto con la natura pare una specie di corpo a corpo: “In natura, tutto è modellato secondo tre modalità fondamentali: la sfera, il cono e il cilindro. Bisogna imparare a dipingere queste semplicissime figure, poi si potrà fare tutto ciò che si vuole - diceva all’allievo Emile Bernard. E ancora: “Il disegno e il colore non sono affatto distinti tra loro: via via che si dipinge, si disegna; e più il colore raggiunge la sua armonia, più si precisa il disegno. Ricchezza del colore e pienezza della forma sono complementari, sono anzi una cosa sola. I contrasti e i rapporti tonali, ecco il segreto del disegno o del modello.” E aggiungeva: “Bisogna essere degli artigiani nella propria arte. Sapere a tempo qual è il proprio metodo. Essere pittori, insomma, con le qualità della pittura stessa, e servirsi di un materiale rozzo, il più naturale possibile.”
E veniamo ai ritratti, che rivelano una cifra stilistica del tutto originale e personalissima: in mostra troviamo Portrait d’Henry Gasquet (Sant’Antonio, Texas, McNay Art Museum) panettiere e amico di infanzia di Cézanne, padre del poeta, critico d’arte e autore della prima biografia del maestro, pubblicata nel 1921, che ha rivelato particolari inediti sulla vita dell’artista.
Si arriva poi alle splendide nature morte, davvero irripetibili nelle forme, nei colori, nelle composizioni, indagate nei minimi particolari, spesso utilizzando fiori e frutta di carta perché non si rovinassero nelle lunghe sedute dove Cézanne studiava e ristudiava i suoi soggetti per poi rielaborarne la visione in una sintesi personale, lontanissima dal realismo imitativo, con frutti e fiori ispirati al vero, ma diversi, re-interpretati, ri-costruiti, ri-letti in un’analisi lucida e appassionata, spesso faticosa e a lungo elaborata. Tra gli olii Sucrier, poires et tasse bleue; La table de cuisine - Nature morte au panier e Le vase bleu (1865-1870, 1888-1890 e 1889 Musée d’Orsay), Bouquets de fleurs (1900-1903, Washington National Gallery). E i delicati, bellissimi acquarelli Les pots de fleurs (1883-1887) e Les rideaux (1885-1890 circa), entrambi dal Musée d’Orsay.
La parte finale della mostra è una sequenza spettacolare con gli ultimi lavori dei primi anni del Novecento. Insieme ad altri splendidi acquarelli rarefatti e dai colori illanguiditi come Nature morte: pommes, poires et casserole (1900-1904, Musée d’Orsay), Moulin sur une riviére (1904-1905, da Amburgo), Le mont Sainte-Victoire vue des Lauves (1905-06, Tate), le straordinarie tele Paysan assis (1900-1904, Musée d’Orsay), Le jardinier Vallier (1906 circa, Tate).
Una mostra dunque densa di emozioni per comprendere la figura del grande maestro, complementare a quella intitolata Cézanne et Paris che aprirà sempre in ottobre al Musée du Luxembourg di Parigi e indagherà il rapporto conflittuale del maestro con i colleghi impressionisti e post-impressonisti. Una parte delle opere presenti a Palazzo Reale e a Parigi volerà nella primavera 2012 a Tokyo per una nuova mostra dedicata a Cézanne.
In occasione della mostra, Skira pubblica, oltre al catalogo, quattro volumi: Mi ricordo Cézanne (collana Narrativa) di Emile Bernard, allievo del grande maestro, critico d’arte e testimone di spicco del suo metodo di lavoro e delle sue vicende personali; L’architettura di Cézanne (collana SMS Skira Mini Saggi) di Vittorio Gregotti che ne analizza l’opera dal punto di vista della costruzione architettonica, Le modelle di Paul (collana Skira Kids) di Cristina Cappa Legora, divertente storia dedicata ai visitatori più piccoli e Cézanne (collana SMART Skira Mini Art Book).
Appuntamento dunque a Palazzo Reale dal 20 ottobre per ammirare Paul Cézanne, l’artista che con il classicismo delle costruzioni e la forza dei colori ha modificato, in modo profondo e irreversibile, il corso della storia dell’arte del Novecento, il padre della pittura moderna, quel “ Bon Dieu de la peinture!” di matissiana memoria.
Milano Palazzo Reale, 20 ottobre 2011 - 26 febbraio 2012
Più che un pittore, Cézanne era la pittura stessa divenuta vita. Non c’era un istante in cui egli vivesse al di fuori di essa: era come se, tra le dita, egli tenesse sempre il suo pennello (Emile Bernard).
La mostra che apre a Palazzo Reale in ottobre vuole essere un omaggio al grande maestro originario di Aix-en-Provence e alla sua straordinaria e personalissima maniera pittorica che, poco compresa e molto osteggiata durante la sua vita, tanta influenza ebbe invece sugli artisti dei movimenti successivi come il Cubismo e il Surrealismo.
Un grandissimo pittore, tenace e solitario, inventore di un linguaggio unico e fortemente riconoscibile, frutto di una disciplina ferrea, di una eccezionale intelligenza visiva, di un metodo studiato e ristudiato che ha per scopo la trasfigurazione della visione oggettiva in una pittura armonica ed essenziale.
L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura Comune di Milano e prodotta da Palazzo Reale e Skira, che ha curato ogni aspetto della progettazione e organizzazione della mostra, è sostenuta dal supporto straordinario del Musée d’Orsay che assicura un eccezionale gruppo di prestiti. La curatela è di Rudy Chiappini con la collaborazione di Denis Coutagne, e di un Comitato Scientifico comprendente Philippe Cézanne, pronipote dell’artista e Guy Cogeval Direttore del Musée d’Orsay. La mostra presenta circa quaranta opere, provenienti da grandi musei internazionali, tra i quali figurano, oltre al già citato Musée d’Orsay, il Musée de l’Orangerie, il Petit Palais, la Tate, l’Hermitage, la National Gallery di Washington, il Musée Granet di Aix-en-Provence, l’Ateneum Art Museum di Helsinki, il Chrysler Museum of Art di Norkolk, il Princeton University Art Museum,
Il tema portante dell’esposizione riguarda l’attività di Cézanne in Provenza, con perno ad Aix e nei celebri atéliers - a cominciare da quello di Jas de Bouffan, la casa di campagna paterna, e poi Lauves e quello degli ultimi anni, ma anche i luoghi a lui cari come l’Estaque, Gardanne, Bellevue, Château Noir, Bibémus, dove l’artista realizza moltissime sue opere. La sua è una produzione che si divide tra l’attività en plein air o, come amava ripetere, sur le motif, e lavori in studio, dove crea soprattutto i ritratti o le nature morte, ma dove in realtà spesso rielabora, rifinisce, sviluppa i temi cominciati all’aperto.
Si tratta dunque di un’occasione privilegiata per avvicinarsi all’opera di Cézanne e il percorso della mostra segue la biografia dell’artista, intrecciandone però le tematiche più care e congeniali, dalle prime opere realizzate attorno al 1860, nel solco della tradizione artistica dell’epoca, passando per i magnifici e inarrivabili ritratti di amici, familiari, gente comune, arrivando ai paesaggi, dapprima vicini agli esiti impressionisti, poi superati in una visione più concreta e formalmente definita, incontrando le celebri nature morte, dove il maestro porta all’estremo la sua ricerca di essenzialità e la sintesi tra colore e volume, sino agli ultimi straordinari dipinti degli inizi del Novecento.
L’allestimento della mostra è concepito per accompagnare il visitatore nel mondo di Cézanne, fargli percorrere le sue passeggiate nella campagna provenzale, guardare con i suoi occhi la natura circostante, le persone incontrate, gli angoli prescelti per il suo lavoro.
La mostra inizia dunque con il celebre Portrait de l’artiste del 1875 (Musée d’Orsay), dove un giovane Cézanne ci guarda fisso, quasi invitandoci al viaggio.
Seguono i bellissimi dipinti murali Les quatre saisons (Petit Palais), eseguiti da Cézanne per la casa paterna tra il 1860 e il 1861: prove pittoriche già di grande qualità, dove sono presenti echi della tradizione classica francese - il pittore è a Parigi chiamato dall’amico Zola, dove frequenta Pissarro, Monet, Renoir, che ne apprezzeranno il lavoro, e va spesso al Louvre a studiare soprattutto l’amato Poussin, Rubens, i fiorentini del Quattrocento - opere realizzate con caparbietà per dar prova al padre - fabbricante di cappelli divenuto banchiere che lo voleva avvocato - le proprie doti artistiche.
Seguono alcune opere d’après realizzate tra il 1859 e il 1865, dove Cézanne si misura con i grandi maestri come Rubens, (in mostra una straordinaria Tête femme d’après Rubens), Caravaggio, Courbet, Delacroix: opere mistiche, introspettive, simboliste, ottimamente eseguite, ma ancora un esercizio di pittura.
Si entra nel vivo della mostra con i soggetti narrativi che Cézanne sceglie di dipingere dal 1870 e cioè quando lascia sempre più spesso Parigi per la Provenza: qui adotta lo stile en plein air suggeritogli dall’amico Pissarro, schiarisce i colori, cercando di renderne più ricche le tonalità. Ecco quindi Les voleurs et l’âne (Galleria d’Arte Moderna di Milano), ma soprattutto due soggetti che saranno molto amati e studiati dal maestro: le bagnanti e la montagna Sainte Victoire, la celebre altura di Aix-en-Provence che Cézanne ha poi dipinto moltissime volte, dandocene diverse versioni di grande bellezza. E ancora Baigneuses davant la montagne Sainte-Victoire (1870, collezione privata) e La tentation de saint Antoine (1870, Musée d’Orsay).
Seguono i dipinti eseguiti da Cézanne - nel decennio tra il 1865 e il 1875 ma anche oltre - nell’atelier che il padre gi allestì appositamente nella casa di Jas de Bouffan dove produce alcuni dei suoi capolavori in materia di paesaggio: due tele intitolate Paysage (1865 circa, New York, The Lehman Loeb Art Center e collezione privata), Paysage à l’oratoire et le Pont des Trois Sautets (1865-66, collezione privata), Vue prise du Jas de Bouffan (1875-76, Musée d’Orsay), Le Viaduc a L’Estaque (1883, Helsinki Ateneum Art Museum). E ancora i paesaggi di cave e pinete, scoperti da Cézanne nelle sue infinite perlustrazioni nella campagna provenzale: Le rocher rouge (1895 circa, Musée de l’Orangerie), Rochers et branches à Bibémus (1900-1904, Petit Palais), Grand pin et terres rouges (1885, collezione privata) e il magnifico quadro dallo stesso titolo, ma dipinto nel quinquennio successivo proveniente dall’Hermitage di San Pietroburgo. Presenti anche gli splendidi angoli di bosco dipinti nelle lunghe soste di Cézanne allo Château Noir: Dans le parc du Château Noir (1898-1900, Orangerie) e La citerne dans le parc du Château Noir (1900, Princeton University Art Museum).
Ma come dipingeva Cézanne? Il suo rapporto con la natura pare una specie di corpo a corpo: “In natura, tutto è modellato secondo tre modalità fondamentali: la sfera, il cono e il cilindro. Bisogna imparare a dipingere queste semplicissime figure, poi si potrà fare tutto ciò che si vuole - diceva all’allievo Emile Bernard. E ancora: “Il disegno e il colore non sono affatto distinti tra loro: via via che si dipinge, si disegna; e più il colore raggiunge la sua armonia, più si precisa il disegno. Ricchezza del colore e pienezza della forma sono complementari, sono anzi una cosa sola. I contrasti e i rapporti tonali, ecco il segreto del disegno o del modello.” E aggiungeva: “Bisogna essere degli artigiani nella propria arte. Sapere a tempo qual è il proprio metodo. Essere pittori, insomma, con le qualità della pittura stessa, e servirsi di un materiale rozzo, il più naturale possibile.”
E veniamo ai ritratti, che rivelano una cifra stilistica del tutto originale e personalissima: in mostra troviamo Portrait d’Henry Gasquet (Sant’Antonio, Texas, McNay Art Museum) panettiere e amico di infanzia di Cézanne, padre del poeta, critico d’arte e autore della prima biografia del maestro, pubblicata nel 1921, che ha rivelato particolari inediti sulla vita dell’artista.
Si arriva poi alle splendide nature morte, davvero irripetibili nelle forme, nei colori, nelle composizioni, indagate nei minimi particolari, spesso utilizzando fiori e frutta di carta perché non si rovinassero nelle lunghe sedute dove Cézanne studiava e ristudiava i suoi soggetti per poi rielaborarne la visione in una sintesi personale, lontanissima dal realismo imitativo, con frutti e fiori ispirati al vero, ma diversi, re-interpretati, ri-costruiti, ri-letti in un’analisi lucida e appassionata, spesso faticosa e a lungo elaborata. Tra gli olii Sucrier, poires et tasse bleue; La table de cuisine - Nature morte au panier e Le vase bleu (1865-1870, 1888-1890 e 1889 Musée d’Orsay), Bouquets de fleurs (1900-1903, Washington National Gallery). E i delicati, bellissimi acquarelli Les pots de fleurs (1883-1887) e Les rideaux (1885-1890 circa), entrambi dal Musée d’Orsay.
La parte finale della mostra è una sequenza spettacolare con gli ultimi lavori dei primi anni del Novecento. Insieme ad altri splendidi acquarelli rarefatti e dai colori illanguiditi come Nature morte: pommes, poires et casserole (1900-1904, Musée d’Orsay), Moulin sur une riviére (1904-1905, da Amburgo), Le mont Sainte-Victoire vue des Lauves (1905-06, Tate), le straordinarie tele Paysan assis (1900-1904, Musée d’Orsay), Le jardinier Vallier (1906 circa, Tate).
Una mostra dunque densa di emozioni per comprendere la figura del grande maestro, complementare a quella intitolata Cézanne et Paris che aprirà sempre in ottobre al Musée du Luxembourg di Parigi e indagherà il rapporto conflittuale del maestro con i colleghi impressionisti e post-impressonisti. Una parte delle opere presenti a Palazzo Reale e a Parigi volerà nella primavera 2012 a Tokyo per una nuova mostra dedicata a Cézanne.
In occasione della mostra, Skira pubblica, oltre al catalogo, quattro volumi: Mi ricordo Cézanne (collana Narrativa) di Emile Bernard, allievo del grande maestro, critico d’arte e testimone di spicco del suo metodo di lavoro e delle sue vicende personali; L’architettura di Cézanne (collana SMS Skira Mini Saggi) di Vittorio Gregotti che ne analizza l’opera dal punto di vista della costruzione architettonica, Le modelle di Paul (collana Skira Kids) di Cristina Cappa Legora, divertente storia dedicata ai visitatori più piccoli e Cézanne (collana SMART Skira Mini Art Book).
Appuntamento dunque a Palazzo Reale dal 20 ottobre per ammirare Paul Cézanne, l’artista che con il classicismo delle costruzioni e la forza dei colori ha modificato, in modo profondo e irreversibile, il corso della storia dell’arte del Novecento, il padre della pittura moderna, quel “ Bon Dieu de la peinture!” di matissiana memoria.
19
ottobre 2011
Paul Cézanne – Les ateliers du midi
Dal 19 ottobre 2011 al 26 febbraio 2012
arte moderna e contemporanea
Location
PALAZZO REALE DI MILANO
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Vernissage
19 Ottobre 2011, su invito
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Autore
Curatore